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ago 18

L’estate sta finendo, Salvini si riveste. Resta il sapore di mare

fatto290818C’è un certo sollievo nella fine dell’estate: l’afa sparisce, le zanzare se ne vanno, Salvini si riveste. Ma resta sempre qualcosa nell’aria, un sapore, un ricordo, un hashtag. Per esempio la gente torna in città, fa il pieno e paga la benzina come e più di prima, perché il tizio seminudo che aveva promesso come prima cosa di togliere le accise sulla benzina se n’è dimenticato. Così molti fanno il pieno bestemmiando, ma non contro lo smemorato dei selfie, il bevitore di moijto, il divoratore di mozzarelle, il guidatore di moto d’acqua, ma contro “i negri” che ci rubano il lavoro. Mah, sarà perché siamo distratti: stiamo osservando incantati, anche un po’ ipnotizzati, un ministro dell’interno che compare in ogni istante seminudo con le sue domandine: siete d’accordo? Siete come me? Vi piaccio? E’ un circolo vizioso di depressione. Dicono gli esperti di media che Salvini fa così per diffondere il messaggio: “Visto, italiani? Io sono come voi”. E’ così che subentra o scoramento: cazzo, siamo veramente così scemi? Crisi di identità. E anche miopia, perché le statistiche dicono che l’italiano medio non si fa un mese di vacanza ora al mare, ora ai monti, ora in barca, ora a cena, ora con la torta (la torta nella notte della strage di Genova, tra l’altro, tra canti e brindisi felici). Visto?, è come noi! Anzi, pure peggio, il che dovrebbe rassicurare sugli ampi margini di peggioramento dell’italiano medio.

Ora che viene l’autunno e che dovrà rivestirsi, cosa s’inventerà? Mi aspetto da un momento all’altro Salvini che riga la macchina del vicino che gli sta antipatico, che piscia in ascensore, che pesa due pere in meno al supermercato e le aggiunge al sacchetto dopo aver attaccato lo scontrino. Perché? Perché “è come noi”, cioè ci dice indirettamente che siamo delle merde.

Forte coi deboli (177 povericristi sequestrati su una nave) e debole con i forti (i Benetton gli vanno bene, basta che tirino fuori un po’ di soldi), Salvini apre un notevole problema ai suoi alleati di governo, quelli che hanno il 32 per cento e si comportano con lui come se avessero il 17, mentre lui ha il 17 e si comporta come se avesse il 32. I quali alleati di governo, i 5stelle, si affannano nella spasmodica ricerca di qualcosa che riesca a rubargli per un po’ la scena e i riflettori. E’ qui che impazza il dibattito: possibile che dodici milioni di elettori 5stelle siano tutti sdraiati sulla linea Salvini? Possibile che il ministro dell’interno faccia anche il ministro degli esteri, dell’economia, della sanità, dei trasporti e di tutto quanto? Ci vuole ancora molto perché i ministri 5stelle si accorgano che non sono “i negri” che gli rubano il lavoro, ma un ragazzotto a torso nudo che usa le frasi del Duce e lancia una provocazione via l’altra? Come se ne esce?

Ovvio che non può fare tutto questo da solo. Ha una nutrita pattuglia di balilla e piccole italiane che sostengono il suo pensiero debole. Esempio tipico, il vecchio, caro “prendili a casa tua” (sempre i famosi “negri”), con l’aggiunta che in Italia ci sono dieci milioni di poveri (che naturalmente i ritwittatori del tizio desnudo non si sognano nemmeno di “prendere a casa loro”). Così finalmente si scopre a cosa servono gli italiani sotto la soglia di povertà: a giustificare il sequestro di profughi torturati e violentati richiedenti asilo. In compenso, sempre per aiutare i poveri italiani, si propone la flat tax per tagliare le tasse ai milionari. Non fa una piega e chiude il cerchio: si sventolano i poveri per aiutare i ricchi. Quando i 5stelle si accorgeranno che il ragazzotto seminudo gli sta scavando la terra sotto i piedi e se li mangia sarà sempre troppo tardi: una vita passata a dire che uno vale uno e poi ecco che si scopre che il peggiore di tutti vale due, tre, quattro, e tutto al cocuzzaro. Amen

26 commenti »

26 Commenti a “L’estate sta finendo, Salvini si riveste. Resta il sapore di mare”

  1. Ho sempre più il sospetto che da parte dei 5stelle non vi sia insipienza politica (c’è anche quella), ma vera e propria condivisione della linea Salvini ( vedi la solitudine di Fico)

    da ANTONIO   - mercoledì, 29 agosto 2018 alle 11:34

  2. Robecchi fa tenerezza, sembra un innamorato deluso. Non sarà forse che lega e cinquestelle sono molto più simili di quanto lei pensasse?

    da Patrizia   - mercoledì, 29 agosto 2018 alle 12:04

  3. Guardi, quelli innamorati di solito (almeno) ti votano, quindi non è il mio caso, si sbaglia. Poi una ‪Ma chi, quello che scappava in Svizzera con l’amante? Altro che calci in faccia, da vivo e da morto, e pure a quelli che lo rimpiangono. Pietà l’è morta‬: se non ne scrivi, “ ecco, non ne scrivi!”. Se ne scrivi criticamente, “ah, l’innamorato deluso!”. Mah, chi legge giudicherà. In ogni caso (off topic ma mica tanto), Salvini è vergognoso. Ma mi chiedo: Minniti avrà visto le foto delle torture nei lager libici pubblicate da Avvenire? Avrà dormito sereno? Sulla questione migrazioni ad avere la coscienza a posto sono pochissimi…

    da Alessandro   - mercoledì, 29 agosto 2018 alle 12:16

  4. Chi lo sa. A leggere certi giornali (il Corriere), pare che Fico non sia proprio solissimo (anche tra gli eletti 5s). Pochino pochino, comunque, se c’è un’opposizione interna che contrasta l’egemonia salvinista, un pochetto di sinistra, magari, va aiutata, fosse anche uno solo

    da Alessandro   - mercoledì, 29 agosto 2018 alle 12:21

  5. La politica di gestione dell’immigrazione messa in atto da Minniti e quella di Salvini sono due cose del tutto differenti, se non opposte; accomunarli non è solo falso ma fa il gioco di Salvini. Minniti si è trovato a gestire flussi di sbarchi fuori controllo (ce li ricordiamo i 15.000 in 48 ore?); ha fatto (bene peraltro) quello che doveva fare, cioè accordi a monte, e distribuzione dei migranti in piccoli gruppi sul territorio (ostacolata, guarda un po’, dalla Lega), coerente col fatto, da lui sempre ripetuto, che l’immigrazione è un fenomeno da gestire con soluzioni non di emergenza ma strutturali, finalizzate all’integrazione dei migranti. Salvini, pur in presenza di flussi estremamente ridotti, punta tutto sulla drammatizzazione degli sbarchi, niente accordi con paesi di provenienza, nessuna attenzione ai canali di integrazione sul territorio. Per non parlare del modo in cui tutto questo avviene e che alimenta e giustifica atteggiamenti razzisti.
    Criticare Salvini ma, allo stesso tempo metterlo sullo stesso piano di Minniti non è solo falso, è fargli un regalo.

    da Patrizia   - mercoledì, 29 agosto 2018 alle 13:10

  6. Non c’è dubbio che stia lavorando bene il felpato,ora a torso nudo, se sono corretti i sondaggi pare che stia quasi raddoppiando i voti,i quali sono buona parte arrivati dell’attempato caimano,ma non solo.

    C’è un contratto,frutto di un accordo che ci ha evitato nuove elezioni e una quasi sicura vittoria della destra,non va bene questo contratto? Frutto di un salvini ovunque,facciano saltare il banco e andiamo di nuovo a votare.

    Sono d’accordo che la storia della nave diciotti è stata vergognosa,tirata alle lunghe per fare aumentare like su Twitter al solito noto,ma da sx,quella vera con le poche anime rimaste,non sento,non vedo e non leggo,di condanne verso questo schifo di unione europea che salva banche in poche ore e che ha dato fino a qualche tempo fa pacche sulle spalle all’Italia per aver ospitato migliaia di profughi e migranti economici,ma se ne fotte di imporre quote a tutti gli Stati che ne fanno parte,compresi quelli di Visegrad,non vogliono ospitare e allora chiudiamo i rubinetti dei finanziamenti e delle agevolazioni e se ne stiano per conto loro.

    A me piacerebbe essere umanitario in modo integrale,ma se lo scenario è che questo Paese diventi un immenso campo profughi e di migranti economici,lo si dica e soprattutto lo si immagini a cosa va incontro,pur sapendo cosa sta succedendo nel lager libici a queste povere persone,ma siamo sicuri che quei lager non diventino così anche qui,con le storie che ci sono state sino ad ora nella civilissima e democratica Italia?

    da Ivo Serentha   - mercoledì, 29 agosto 2018 alle 14:34

  7. Parte di quella cattiveria che lei cita e dilaga un po’ ovunque proviene proprio da quella folla di milioni di poveri (statisticamente parlando, ché non esclude la loro partecipazione ai social, seppure influenzata dalla perdita di dignità), e che di centro-sinistra non vuol neppure sentire parlare. Una situazione che somiglia all’America di Trump, dove un individuo così orribile è riuscito a farsi eleggere grazie ai poveri democratici ridotti ormai a un GOP-progressive (ma solo un po’). Qui da noi si riparla di ‘nuovo centro-sinistra’, con dentro Veltroni e i rimasugli della ‘sinistra radicale’. Roba da matti. Non si rendono conto che piuttosto di votare quella roba là i sopra-citati milioni di poveri si butterebbero in massa nel Mediterraneo. Alla fine dell’estate, la colpa rimane sempre e comunque di chi ha fatto morire ogni possibile ideale minimamente social-democratico per lasciare il posto solo alla finanza internazionale e ai Trattati UE.

    da Giuseppe Michieli   - mercoledì, 29 agosto 2018 alle 15:55

  8. Pubblico nuovamente il commento postato un paio d’ore fa.

    Non c’è dubbio che stia lavorando bene il felpato,ora a torso nudo, se sono corretti i sondaggi pare che stia quasi raddoppiando i voti,i quali sono buona parte arrivati dell’attempato caimano,ma non solo.

    C’è un contratto,frutto di un accordo che ci ha evitato nuove elezioni e una quasi sicura vittoria della destra,non va bene questo contratto? Frutto di un salvini ovunque,facciano saltare il banco e andiamo di nuovo a votare.

    Sono d’accordo che la storia della nave diciotti è stata vergognosa,tirata alle lunghe per fare aumentare like su Twitter al solito noto,ma da sx,quella vera con le poche anime rimaste,non sento,non vedo e non leggo,di condanne verso questo schifo di unione europea che salva banche in poche ore e che ha dato fino a qualche tempo fa pacche sulle spalle all’Italia per aver ospitato migliaia di profughi e migranti economici,ma se ne fotte di imporre quote a tutti gli Stati che ne fanno parte,compresi quelli di Visegrad,non vogliono ospitare e allora chiudiamo i rubinetti dei finanziamenti e delle agevolazioni e se ne stiano per conto loro.

    A me piacerebbe essere umanitario in modo integrale,ma se lo scenario è che questo Paese diventi un immenso campo profughi e di migranti economici,lo si dica e soprattutto lo si immagini a cosa va incontro,pur sapendo cosa sta succedendo nel lager libici a queste povere persone,ma siamo sicuri che quei lager non diventino così anche qui,con le storie che ci sono state sino ad ora nella civilissima e democratica Italia?

    da Ivo Serenthà   - mercoledì, 29 agosto 2018 alle 18:01

  9. Cara Patrizia, no, nemmeno per sogno. Bello quello che dice, ma è falso. Quel che penso della politica di Minniti a proposito delle migrazioni l’ho detto nella bella intervista che mi ha fatto Fabio Poletti per Radici Online (la trova qui sul sito), mi ripeto. Minniti (e il Pd in debito di ossigeno) hanno accettato in tutto e per tutto la narrazione della destra (aiuto! L’invasione! Ci mangeranno vivi! La sostituzione etnica! Ci rubano il lavoro!, e consimili puttanate). Per terrore di perdere voti hanno accettato quella narrazione propagandistica e sono corsi ai ripari fermando le migrazioni “a monte”, come dice lei. Cioè andando dai capi tribù (Minniti ne fece un racconto disgustoso e coloniale) e dicendo: vi paghiamo per non farli partire. Cioè ha accettato che ci fosse un’emergenza migranti, un pericolo nazionale. Il risultato è che non li abbiamo più visti (o meno) morire in mare, lasciandoli là ad essere torturati, violentati, derubati. Lager. Quelli che Minniti descriveva come “centri di accoglienza di avanguardia” (che vergogna!). Non è difficile da capire: se accetti la logica dell’avversario, se per accetti i suoi presupposti ideologici, lo aiuti e lo favorisci. Se dice agli italiani “questa è un’invasione”, loro voteranno per chi fa il duro con chi ci invade. Minniti produce Salvini. Non l’ha inventato lui, ovvio, ma ne ha accettato la filosofia e l’ha applicata in modo fintamente soft, mentre Salvini la applica in modo fascista e disumano. Del resto, che il Pd abbia avuto un comportamento vergognoso sull’argomento stranieri-immigrati si è visto bene a Macerata: non si è mobilitato nemmeno per uno stragista nazista (tra l’altro elettore di Salvini), per paura di perdere voti. Ovvio, se accetti la narrazione fascista, poi i fascisti, sul loro piano, sembrano più efficienti di te. Su Minniti, poi, ci sarebbe da dire anche oltre la questione immigrati. Il suo “decreto sicurezza”, quello per cui si dà il daspo ai barboni e amenità simili, è quasi la fotocopia del decreto-sicurezza di Maroni (2008). “Non posiamo lasciare la parola sicurezza alla destra” fu un suo famoso slogan. Invece una forza di sinistra avrebbe dovuto imporre la sua narrazione, spingere verso la giustizia sociale, per esempio, sull’accoglienza produttiva. Venite qui: vi facciamo studiare, vi facciamo diventare italiani. Ma purtroppo la “sinistra” caduta nelle mani di una classe dirigente inetta e ipnotizzata da un mediocrissimo campetto provinciale, non voleva quella cosa lì, preferiva flirtare con l’establishment economico, coi padroni (a cui faceva scrivere la sua legge sul lavoro, per dirne una), andare a cena con Tony Blair. Se ci si libera di quella sinistra renziana e padronale si potrà combattere il Salvini dei sequestri di migranti e della flat tax (regalo clamoroso ai ricchi). Se invece la “sinistra” prosegue su quella strada, sarà soltanto una destra soft, e la gente si dirà: perché soft? Se deve essere destra che sia hard. Seguire il nemico sul suo terreno è perdente, sempre, non ci vuole un genio per capirlo. Per questo se si farà qualcosa di nuovo a sinistra (lo spero vivamente) si farà con gli elettori che capiscono questo discorso, non coi i dirigenti vergognosi che l’hanno portata a questo punto. Le posizioni non sono conciliabili. Salvini è un Minniti senza finzioni umanitarie. Il ragazzino torturato che è sceso dalla Diciotti quasi cieco perché tenuto in una certa al buio per otto mesi, la dentro c’è stato grazie a Minniti, non grazie a Salvini (che poi l’ha sequestrato, da delinquente qual è, su una nave). Io credo che lei capisca queste cose, ma che non le accetti perché dicono chiaro e tondo che tutta la politica del Pd degli ultimi anni è la prima responsabile della situazione attuale. Questo è grave, perché la credibilità nel fare opposizione è minata per sempre. Poi leggiamo le lezioncine di Veltroni e le pappe su come si rifonda la sinistra, bello, ma non serve a niente. O si ricomincia a parlare di classe, di reddito, di redistribuzione, oppure si fa i reggicoda dei Salvini di turno. Com’è accaduto e come sta ancora accendendo. Questo è il mio pensiero, vedo che qualcuno comincia a capire, speriamo sempre di più. Ricorda quell’aneddoto di Picasso e Guernica? I nazisti gli chiesero, minacciosi: questo quadro l’ha fatto lei? E lui disse: no, l’avete fatto voi. Ecco, lo strapotere odierno di Salvini l’avete fatto voi, andrebbe detto alla dirigenza Pd degli ultimi 4-5 anni. Saluti

    da Alessandro   - mercoledì, 29 agosto 2018 alle 20:40

  10. Penso anch’io che il Pd sia stato determinante nel condurre l’Italia all’attuale disastro politico e sociale. Penso anch’io che l’unica cosa utile (o almeno non dannosa) che potrebbero fare tutti i suoi dirigenti – tutti, dalla A alla Z (dalla Ascani a Zanda, diciamo), presenti e passati – sia dedicarsi, da qui in poi, e in maniera esclusiva, al giardinaggio.

    Premesso questo: si può dire, in maniera chiara e inequivocabile, che coloro che governano insieme al Salvini che gestisce la questione migranti in modo “fascista e disumano” (cit. dal commento 9), ovvero i 5stelle, i quali mi pare che fino ad ora non abbiano alzato nemmeno un ditino per dire “No Salvini, basta, questo no!”; ecco, si può dire chiaramente che costoro sono dei COMPLICI del suddetto Salvini?
    Se non si può dire, continua a sfuggirmi il motivo.

    PS. Ovviamente, ritengo del tutto gratuite e vergognose le accuse rivolte a Robecchi nei post precedenti, delle quali la meno peggio è di non essere libero di scrivere sul Fatto ciò che pensa veramente.
    Questa precisazione per chiarire che la domanda di cui sopra è da intendersi scevra da ogni sottintesa dietrologia.

    da granmadue   - giovedì, 30 agosto 2018 alle 08:31

  11. Leggendo la sua risposta mi veniva in mente quando i comunisti dicevano che la socialdemocrazia era il vero e peggior nemico. Gira e rigira siamo (purtroppo) sempre lì.

    da Patrizia   - giovedì, 30 agosto 2018 alle 09:08

  12. Giusto una precisazione: le foto e i video che Avvenire ha presentato come proveniente “dai lager libici” non lo sono affatto, sono un mix di testimonianze di violenze distanti tra di loro migliaia di chilometri ed anni (il video delle torture, ad esempio, arriva dal Brasile e risale al 2014).
    Ciò non significa che la Libia sia un villaggio vacanze per migranti, ma un po’ di fact-checking prima di presentare delle “prove” non farebbe male, soprattutto se queste avvallano le proprie tesi (è il famoso confirmation bias: siamo più inclini ad accettare ciò che conferma le nostre idee). Altrimenti si creano casi come quello dei fasctistissimi lanciatori d’uova.

    da r1348   - giovedì, 30 agosto 2018 alle 17:57

  13. Documenti dai lager libici ne qrrivano parecchie. Le testimonianze dei migranti della Diciotti sono inequivocabili. Poi naturalmente si può far finta di niente…

    da Alessandro   - giovedì, 30 agosto 2018 alle 18:01

  14. Mi sfuggono gli elementi di socialdemocrazia in Calenda. Io penso che il meno peggio porti al peggio, e si è visto (e segnalo che considerare il renzismo “meno peggio” è segno di sfrenato ottimismo). Quindi lei dice che le alternative sono due: o liberismo (poco) temperato o il fascismo. Posso non giocare?

    da Alessandro   - giovedì, 30 agosto 2018 alle 18:06

  15. Caro Alessandro, nonostante i tuoi sforzi, non riuscirai a far cambiare opinione alla sig.ra Patrizia. L’appartenenza ad un partito troppo spesso ha fatto prendere ai militanti, o presunti tali, posizioni preconfezionate seppur non condivise. Ovviamente ignoro se questopossa ascriversi anche per la sig.ra Patrizia, però la mia esperienza troppo spesso mi ha portato a tale conclusione. A tale scopo testimonio un singolo episodio personale che più volte ho ritrovato nel tempo: un mio zio, stalinista degli anni ’50, quando la politica del PCI era tale per cui una volta dettata la linea tutti i militanti si dovevano adeguare alla stessa, d’accordo o meno, allo scopo di perseguire “il” fine comune. Con lui, negli anni, ho avuto un scambio dialettico molto intenso: ai tempi della Bologniva difendeva la radiazione dei compagni del manifesto avvenuta nel ’69 da parte del Comitato Centrale del PCI e la svolta che chiudeva l’esperienza del PCI stesso. Per lui “lo diceva il partito…” come adesso si sente dire “l’ha detto la telvisione…”.
    Nel tempo, con la stessa logica ha giudicato positivamente anche la cosiddetta svolta veltroniana, in senso assolutamente acritico. Non ha visto i risultati perché poco dopo è mancato.
    Non posso, ma soprattutto non voglio affermare che la sig.ra Patrizia appartenga alla categoria di persone che tifano ma che sia effettivamente convinta di quanto afferma; mi dispiace che non si riesca ad instillarle un dubbio. Concludo prosaicamente affermando che se è vero che la politica è soprattutto un confronto tra interessi non vedo perché devo appoggiare una “entità” (chiedo scusa, ma non riesco a definire più il PD come partito, parola che ritengo dovrebbe esprimere significati nobili) che semplicemente ha impostato e contribuito a iniziare la distruzione della scuola (vero L. berlinguer?) e poi il lavoro, la sanità, le pensioni: in pratica lo stato sociale conquistato dalle lotte con grossissimi sacrifici (anche col il contributo anche di mio zio). Rimane il fatto che non sono rappresentato forse da nessun altro, tantomeno dal PD: è questo il mio cruccio più grande.
    Buone cose
    Dario

    da Dario   - venerdì, 31 agosto 2018 alle 09:39

  16. Sig. Dario, ma lei se ne è accorto che siamo nel 2018 e non nel 1970? Non pensa che in un mondo così cambiato la sinistra debba confrontarsi con temi come il welfare, il lavoro, il rapporto con le imprese, il mercato, in modo anche nuovo rispetto al passato? Cosa peraltro non semplice viste le difficoltà in cui si dibatte tutta la sinistra dell’occidente. La sinistra riformista ha fatto tanti errori, dovrà sicuramente camminare e penare molto, ma perlomeno ha governato questo paese e ha tentato di modernizzarlo. Non mi risulta che la destra abbia fatto meglio; gli attuali inqualificabili vedremo. Lei dice che il PD ha causato la distruzione della scuola, del welfare e del lavoro: è una sua opinione, è lecito averla ma non la faccia cadere dall’alto come se fosse la verità assoluta. Per quanto riguarda Robecchi, quello che contesto dei suoi giudizi su Minniti è che giudica le politiche di gestione dell’immigrazione esclusivamente dal punto di vista umanitario (che è ovviamente importante ma qui stiamo parlando di un governo, non di una associazione umanitaria): in questo modo qualsiasi politica di gestione dell’immigrazione è criticabile (esiste un paese al mondo che Robecchi ci potrebbe indicare come modello per la gestione delle politiche migratorie?), ed infatti lui conclude mettendo sullo stesso piano Minniti e Salvini, mentre le politiche attuate dai due (il perché l’ho già scritto su un precedente post) sono esattamente l’opposto. Mettere sullo stesso piano Minniti e Salvini, lo ripeto, è fare un favore a quest’ultimo.

    da Patrizia   - lunedì, 3 settembre 2018 alle 11:03

  17. E dàgli con questa cosa di Minniti. Minniti ha fatto politiche che nascondevano il problema (pagare gli aguzzini per tenerli là). Minniti ha sdoganato le politiche disumane di Salvini, vedo che è una cosa che si comincia a capire anche a “sinistra”, alla buon’ora. Altra cosa che si comincia a capire (forse) è che l’ultima legislatura (e più di tutto i devastanti mille giorni di Renzi) ha subito il fascino dei potenti e non ha difeso i deboli (non solo i proletari, ma anche la piccola e media borghesia). Sì, scuola, welfare, lavoro: è stato fatto un disastro vero (altrimenti non si spiegehrebbero sei milioni di voti persi, a meno che non si cada nel dadaismo e sia dia la colpa agli hacker russi). Ma la questione mi sembra già dibattuta e risolta tra noi, Patrizia. Noi non vogliamo le stesse cose, lei vuole un liberismo un po’ (pochissimo mi par di capire) temperato, io voglio più giustizia sociale in favore di molti e a danno dei pochi che negli ultimi trent’anni hanno accumulato soldi e privilegi. Quelli insomma che Renzi considerava grandi amici (sempre a cena dai padroni, il giovanotto!). Il fatto che non mi piaccia questo governo (non mi piace) non mi obbliga automaticamente ad apprezzare quello di prima (non mi piaceva, e lo ritengo responsabile dell’attuale situazione). I danni, soprattutto culturali indotti dal renzismo (mettere una generazione contro l’altra, per esempio, sposare Marchionne,e molto altro) non saranno facilmente sanabili. Per questo penso che oggi, con la sua grottesca litigiosità sul nulla, il Pd sia il vero serio ostacolo alla nascita di “qualcosa di sinistra”. Ripartire con i Calenda e gli Scalfarotto vuol dire non ripartire affatto. (Ah, aggiungo. Pur mai iscritto e anzi molto polemico, ho conosciuto da vicino il vecchio PCI – ho comimciato a fare il giornalista all’Unità, glorioso giornale, un tempo e grande scuola, Renzi ha ucciso pure quello, tra l’altro – e credo che oggi ci sia un grande problema di classe dirigente. A una Madia, a una Boschi, a un Renzi in una sezione del PCI non gli avrebbero nemmeno fatto lavare i vetri).

    da Alessandro   - lunedì, 3 settembre 2018 alle 11:16

  18. Rimango in attesa di sapere qual è il paese dell’universo mondo che applica le ricette che piacciono a lei, Robecchi.

    da Patrizia   - lunedì, 3 settembre 2018 alle 11:58

  19. Grazie, Robecchi, per questa risposta a Patrizia da incorniciare.
    Comincio a leggere le tue risposte, sempre cortesi e ferme, con ancora piu’ gusto dei pezzi originali.

    da federico_79   - lunedì, 3 settembre 2018 alle 12:31

  20. Mitico Alessandro !

    da Luisa Terzaghi   - lunedì, 3 settembre 2018 alle 13:08

  21. Sig.ra Patrizia, non avevo intenzione di darle degli spunti per farle cambiare idea, anche se, confesso, mi sarebbe piaciuto; del resto non ci è riuscito Alessandro che reputo persona che argomenta con perizia le idee che trasmette.
    Da parte mia rimane il fatto che sicuramente il neoliberismo non mi và bene; come le dicevo, tralasciando per un attimo le idealità, non fà il mio interesse e già questo mi basta. Per le idealità… figuriamoci.
    Il 2018 mi sembra molto peggio del 1970. Dico questo senza alcuna nostalgia di quegli anni che ricordo duri, molto duri.

    Le rivolto la domanda: perché dovrei rinunciare al welfare, al vecchio statuto dei lavoratori trasformato da Renzi in statuto dei lavori, disumanizzandolo, ad una scuola che forma una capacità analitica rispetto ad una che forma degli operatori. Potrei argomentare ancora quel che secondo me non và ma mi fermo qui…
    Mi rimane un cruccio: non sono riuscito a difendere le conquiste di mio padre (operaio monoreddito con famiglia, che è stato capace di comprare casa, far studiare due figli morendo però a 53 anni probabilmente a causa del lavoro che faceva e che per dignità è stato presente fino quasi alla sua morte) non solo per mia figlia (trentenne, laureata, due anni di lavoro gratis ed ora ad 800 € al mese con un orario di lavoro infame) ma neanche per me che a 65 anni e 42 di contributi sono “appeso” alla falsa aspettativa di vita per andare, e non godermi come avrei voluto, in pensione che comunque mi permetterà di sopravvivere fino alla prima malattia importante viste le condizione cui è stata ridotta la sanità pubblica nella modernità del 2018.
    Continuando così non voglio immaginare come sarà quella del 2025.

    Buone cose
    Dario

    da Dario   - lunedì, 3 settembre 2018 alle 15:10

  22. Vede sig. Dario, io non sono una fan del neoliberismo (che peraltro non ho ancora capito bene cosa significhi). So bene anch’io che le condizioni di vita sono peggiorate nel tempo (peraltro ho una situazione familiare simile a quella che lei descrive) e che la sinistra di governo non ha saputo affrontare adeguatamente le cause di questo peggioramento (anche se non sono d’accordo sul giudizio totalmente negativo che lei esprime). Ma il fatto che la sinistra sia in crisi un po’ dappertutto e che i populisti siano sulla cresta dell’onda non le dice niente? Quando io dico che la sinistra (e non solo in Italia) deve rielaborare il suo rapporto con il mercato, il lavoro, il welfare, l’impresa, e non adagiarsi su soluzioni vecchie di cinquant’anni sto dicendo un’eresia? Certo si può liquidare l’argomento tirando fuori Calenda, Scalfarotto, Renzi, Boschi e Madia, come ha fatto il nostro ospite, ma stiamo parlando di due cose differenti. E comunque, in un verso o nell’altro, credo che il tema sia all’ordine del giorno. Il nostro ospite dice che io voglio un liberismo poco temperato e lui la giustizia sociale. Non è vero, anch’io voglio la giustizia sociale, solo che per arrivarci occorre governare, e non solo proclamarlo in un blog o nelle manifestazioni, e governare è cosa complicata, perché devi fare i conti con la realtà che, come stanno scoprendo quelli ci si stanno cimentando attualmente, è cosa complicata. Non so dire se una società più giusta sia in conflitto con il liberismo in economia, ma se anche così fosse bisogna conviverci con il liberismo, visto che non siamo soli al mondo, e magari temperarlo (oh che orrore!) altrimenti l’alternativa non è la Svezia, è il Venezuela. Cordiali saluti.

    da Patrizia   - lunedì, 3 settembre 2018 alle 16:05

  23. Cara Patrizia, la risposta del capitalismo alla crisi del capitalismo è: più capitalismo! Quanto al paese che fa le cose che vorrei io, direi che suo migranti la Germania si comporta un po’ meglio: li fa studiare, li integra, li trasforma in cittadini tedeschi. Quanto al “fare come 50 anni fa”, com’è che le forze lavoratrici e le classi subalterne non possono fare come 50 anni fa e invece rendita e capitale possono continuare a fare come 100, 200 anni fa? E non mi dica “non ci sono i soldi”, i soldi ci sono, e molti, solo che li posseggono in pochissimi. Andiamo a prenderli lì! Brutto, eh? Eppure…

    da Alessandro   - lunedì, 3 settembre 2018 alle 16:10

  24. Pongo una domanda stimolato dalla sig.ra Patrizia: cosa sappiamo effettivamente del Venezuela, cosa è accaduto, cosa sta accadendo? La realtà è come viene descritta dagli organi di informazione o è diversa. Innegabile che la popolazione stia male, ma perché? A causa di cosa?

    Se criticare questo sistema ci porterà al Venezuela conosciamo già di responsabili; del resto ne abbiamo viste di tutti i colori (per le guerre varie la stupenda sceneggiato con fiala di Colin Powel, ad esempio).

    Capisco chi ha timore di una destabilizzazione da parte dei cosiddetti “mercati”, ma di passo in passo si ritorna all’800 (altro che anni ’70 del ‘900). Non mi sta bene. I denari per una redistribuzione ce ne sono tanti, si sà anche dove sono e lo sà anche lei, sig.ra Patrizia.
    Non si spende una parola in questa direzione.

    E’ stato esilarante Junker quando ha detto che il popolo gli ha chiesto di cambiare le regole dell’ora legale e lo farà.
    …una volta ce lo chiedeva l’Europa, ricorda? Ora si soddisfano le richieste del popolo, per cambiare l’ora legale…
    Avere anche solo opinioni contro il neoliberismo è un’utopia? Certo, è possibile. Mi rifaccio a qualcuno diceva: schiavi forse, servi mai!

    Poi, certo, Salvini e chi per lui non sono certo io a difenderli però a costui chi ha dato la possibilità di arrivare a tanto: molti, anche gli “abbuffatori” di pop corn.
    Ancora di più buone cose
    Dario

    da Dario   - lunedì, 3 settembre 2018 alle 18:59

  25. Più che sul Venezuela (mi scuso), mi concentrerei sul metodo dialettico. Se non sei liberista, se non allarghi le braccia e non dici “eh, è il mercato, che ci vuoi fare?”, allora sei per il Venezuela. Me lo diceva mio nonnno: “Sei comunista? Vai in Russia!”. Passano i secoli ma non cambia l’ordine del discorso. Patrizia ha un buon trucco per accettare l’ingiusto sistema economico attiale: dire che in un altro modo non si può fare. Cioè accetta, nello sbandierare la sia disponibilità al dibattito, che esista un pensiero unico, con minime varianti, e che altro non sia dato. Qualche giorno fa ho espresso un parere sulla privatizzazione di Autostrade e ho avuto come commenro “E’ finito il tempo dei Soviet!”. Ecco, questo è il metodo. Io invece – che vivo qui, non su Sarurno – penso che serva del socialismo, parola che è ormai di uso correnti in varie sinistre europee e americane. C’è in lei qualcosa di fideistico: è evidente che il sistema produce ingiustizie, ma lo difende perché non ne immagina uno migliore. O forse – il sospetto viene – il sistema le piace proprio. Quando le ho scritto “non vogliamo le stesse cose” intendevo questo.

    da Alessandro   - lunedì, 3 settembre 2018 alle 20:44

  26. chapeaux

    da elena   - mercoledì, 5 settembre 2018 alle 17:16

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