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Follia maggiore, la recensione su Il Foglio

Oggi su Il Foglio, una recensione di Follia maggiore (di Giuseppe Fantasia)

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4 commenti »

4 Commenti a “Follia maggiore, la recensione su Il Foglio”

  1. Ottima recensione! Saluti da Phuket

    da Franco   - domenica, 15 luglio 2018 alle 07:58

  2. Però vorrei capire una cosa: quando un'”intellettuale di riferimento” come Revelli dice una boiata pazzesca sul fatto che Calenda ha pubblicato un “manifesto” sul Foglio (ignorando che è un interessante giornale di dibattito e circolazione delle Idee) va tutto bene. E cioè il Foglio è brutto, cattivo, neoliberista, di destra e quant’altro. Quando però lo stesso giornale pubblica una recensione (positiva) del proprio libro, beh, allora va bene lo stesso. Non so, c’è qualcosa che non mi convince.

    da Roberto   - domenica, 22 luglio 2018 alle 11:07

  3. La rassegna stampa completa del mio ultimo libro (e di tutti gli altri) la trova qui sul sito. Ne hanno scritto tutti (grazie) e tutti bene (ri-grazie). Naturalmente non decido io chi, come, dove e quando recensisce i miei libri (quella del Foglio non è la migliore, tra l’altro). Ma credo non le sfugga la diffferenza tra una recensione e un manifesto politico. Detto questo, il Foglio è un giornale che abbiamo pagato tutti anche senza comprarlo, ci è costato una cinquantina di milioni, è stato l’organo ufficiale di Silvio, poi di Renzi e massimo sostenitore del patto del Nazareno, quindi che Calenda lanci da lì le sue proposte confindustrial-repubblicane non mi sorprende per niente. Se fossero proposte di sinistra le avrebbe mandate ad altri, credo. Magari all’Unità, se non fosse stata rilanciata da Renzi, e s’è visto il risultato. Oggi il Foglio è l’organo dei renziani nella giungla, direi che va bene così.

    da Alessandro   - domenica, 22 luglio 2018 alle 11:18

  4. Farò anch’io un minestrone.
    Non so, le ripeto che non sono renziano (che non vuol dire nulla ed ha anche un po’ stancato) e neanche lettore assiduo del Foglio. Però talvolta lo compro e rimango sempre soddisfatto pur non condividendo molte opinioni di editorialisti e collaboratori. Però è un gran bel giornale e meno male che ha avuto dei soldi. E’ proprio vero che siamo scaduti tutti nella demagogia e nel populismo d’accatto. Tra un poco ,leggendola, mi sa che troverò frasi come: “non ha mai lavorato”. Mi auguro che si possa fare una nuova legge per il finanziamento di organi di informazione e Il Manifesto, Il Foglio, Radio Popolare (che ha altre fonti, lo so), Radio Radicale e altri, possano avere un’esistenza dignitosa e possano formare giovani che vogliono avviarsi al giornalismo. O è meglio che le nuove generazioni si abbeverino da Facebook o da “me l’ha detto mia cugino” che l’ha letto su FB? Da ultimo, il Manifesto di Calenda non c’entra nulla con Confindustria e rappresenta nel centro-sinistra la sensibilità “liberale” (per semplificare). Che auspico abbia diritto di cittadinanza come auspico ce l’abbia anche la sensibilità “laburista” della quale si sente un gran bisogno. E poi ci sono i rossobruni che, giustamente dal loro punto di vista, stanno da un’altra parte.

    da Roberto   - lunedì, 23 luglio 2018 alle 14:01

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