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Povero Di Maio sono riusciti addirittura a vendergli la Tour Eiffel

mercoledi-30-maggio-2018-203x300Era dai tempi de La Stangata(1973), con Paul Newman e Robert Redford, che non si vedeva un pacco così accurato e perfetto tirato al pollo di turno. Detto che la distanza tra Salvini e Paul Newman è quella che separa Orio al Serio da Plutone, il pacco è riuscito alla grande, i 5Stelle imbufaliti sono rimasti lì come la mucca che guarda passare il treno, e Salvini fa l’asso pigliatutto e la damigella più corteggiata del reame: ballerà ancora con Silvio? Non lo sa, ci sta pensando. Civettuolo.

Ci sono altre truffe famose, e una fa proprio al caso nostro: nel 1925 un tale Victor Lustig riuscì a vendere la Tour Eiffel a un commerciante di ferraglia, fingendosi funzionario governativo e dicendo che l’avrebbero presto smantellata. Quello fu così scemo da dargli 250.000 franchi (moltissimi), più una mazzetta per agevolare l’affare. Quando si accorse di essere stato truffato non sporse denuncia per evitare (lo dico in francese) la colossale figura di merda.

Ecco, credo che sarebbe un errore per i 5Stelle non denunciare il truffatore, cioè Salvini Matteo, di anni 45, noto alle cronache. E’ vero che ci sono mappe e cartine pubblicate dai giornali che ci dicono che se Matteo e Gigi si mettono insieme alle elezioni sbancano. Però un conto è fare un accordo di governo tra diversi, e un altro è spartirsi i collegi elettorali per vincere a man bassa. Cioè non si tratterebbe più di un “contratto” con due contraenti (uno decisamente più furbo dell’altro), ma di un accordo politico. Non denunciare il truffatore, e anzi mettersi con lui, produrrà delle crepe, dei mugugni e probabilmente degli smottamenti. Se così sarà, se Salvini romperà col centrodestra per inseguire il plebiscito, ci aspetta un’estate di terrorismo: e il mutuo? E lo spread? E che dirà Moody’s? Eh? Ci avete pensato?

Insomma, c’è lì davanti un trappolone ulteriore: dividere il Paese su un argomento (euro sì / euro no) che è più favoleggiato che reale (e anche piuttosto stupido), permettendo a Salvini di fare il difensore del popolo e della povera gente. Riassumo: quello che ha nel programma il più grande regalo ai ricchi che la storia ricordi, la flat tax, passerà per una specie di Robin Hood che ci difende dalle agenzie di rating. Se tutto va male (e tutto lo fa pensare) la contrapposizione sarà tra due destre economiche: quella dell’ennesimo regalo ai ricchi, alla rendita e al profitto di Salvini, e quella liberista, rigorista che esibirà in campagna elettorale i suoi carri armati: lo spread, il vostro mutuo, i severi moniti dalla Bce, lo spettro della Grecia, agitato come un fantasma nel castello che sta crollando, e il tradizionale “moriremo tutti”. Manca che scrivano Standard & Poor’s sulle bandiere, ma ci siamo quasi.

Staremo in mezzo a questi opposti estremismi costruiti ad arte, stritolati, a discutere e litigare su una cosa di cui nell’ultima campagna elettorale appena finita non si è parlato nemmeno per un nanosecondo.

Il rischio per i 5Stelle è di assistere a tutto questo basiti e sotto botta come quando ti muore un parente, e la bandierina del “ci hanno imbrogliato” – che sia riferita a Mattarella o a Salvini – non è mai un gran lasciapassare per il successo. La gente, in generale, pensa che il truffatore sia un bastardo, ma anche che il truffato sia un po’ fesso, e che se si è fatto fregare una volta ci cascherà di nuovo, che un po’ se lo merita.

In questo desolante scenario, chi volesse dire una moderata cosa di sinistra (che so: un welfare serio, una redistribuzione tra redditi da lavoro e rendite, una società diversa e migliore, fine della cuccagna per i grandi patrimoni) diserterà una battaglia che non lo riguarda, e in cui è evidente che perderà comunque. Si sentirà come la tartaruga liuto o il rinoceronte di Giava, cioè gente che non ha davanti a sé grandi prospettive, peccato.

15 commenti »

15 Commenti a “Povero Di Maio sono riusciti addirittura a vendergli la Tour Eiffel”

  1. L’ingenuità dimostrata da Giggino potrebbe rivelarsi una qualità da apprezzare,che piaccia o meno qualcuno ha lavorato per dare un Esecutivo,l’altro della serie,comunque vada sarà un successo e con le spalle coperte con zio caimano minoritario,Il quale nonostante tutto e che tutto,sarebbe visto come garanzia dai parrucconi europei.

    Il personale #iononstoconmattarella lo ribadisco,reputo sia stato gravissimo la mancata firma,dopo le rassicurazioni che non si trattava di uscire dall’euro,ma di poter portare le ragioni italiane a Bruxelles.

    Al di là che si riesca a mettere una pezza o meno nei prossimi giorni,il Colle si è dimostrato debole,influenzabile e strategicamente fallimentare.

    da Ivo Serenthà   - mercoledì, 30 maggio 2018 alle 09:06

  2. Caro Alessandro, dopo qualche articolo che non mi convinceva questo lo condivido, anche se le notizie di stamattina aumentano solo la confusioni per uno che vorrebbe qualcosa di “moderatamente di sinistra”, come tu hai detto. Peccato che stamattina Gianmarco Bachi non sia riuscito a mettersi in contatto con te, la tua analisi mi avrebbe fatto soridere come sempre e iniziare bene la giornata.

    da Marco   - mercoledì, 30 maggio 2018 alle 09:25

  3. Non sto nè con Mattarella, nè con l’eventuale governo giallo-verde, ma una cosa è inconfutabile…….la lega furbescamente s’è mangiato di maio in un sol boccone….sarà per questo che di battista tornerà in pista al suo rientro dagli USA? almeno dibba è un fascistone doc, mica si lascia lusingare facilmente dalle sirene del furbo ometto con la felpa. e comunque, il paese è in pieno caos…………….

    da gisella   - mercoledì, 30 maggio 2018 alle 11:45

  4. Buongiorno a te Alessandro ed ai commentatori

    Come piuttosto raramente succede, mi trovo in disaccordo con quanto digitato da Ivo S.: detto che le rassicurazioni dell'(ex) ruspafelpato le trovo verosimili come le lacrime di un coccodrillo, che lui Savona venti giorni fa manco sapeva chi fosse, che Mattarella al suo posto avrebbe accettato chiunque nel CV dichiarasse di aver conseguito (almeno) la licenza media…

    Non reputo la sua mancata firma fatto “gravissimo” bensì (quasi) dovuto, visto quanto ingombrante fosse la figura antieuro del ministro in pectore dell’economia (un pluri – ottantenne che si è seduto ovunque, ai vertici della finanza italiana ed europea del mezzo secolo appena trascorso).

    Piuttosto, presupponendo la loro buona fede (non sto ridendo, giuro!), la ferrea volontà di arrivare a governare questo derelitto, tragicomico Paese ciò che mi fa rimanere basito è che i due presunti statisti (sì sempre loro: il furbo ed il fesso, nella lettura critica robecchiana) non siano stati in grado di formulare un’alternativa, altrettanto autorevole e portatrice di valori simili…

    Non sarà invece che il furbo dei due abbia realizzato (o gli sia stato suggerito) che nel famigerato “contratto” stipulato per suggellare il “governo del cambiamento”, le avevano sparate veramente troppo grosse?

    Buona fortuna…

    da degiom   - mercoledì, 30 maggio 2018 alle 11:46

  5. @ De Giom

    Che le avessero sparate grosse non ci piove,e chi non lo fa?Inutile rammentare quelle degli ultimi anni.

    L’essersi arroccati su quel nome è stato un errore che pagheranno caro i fivestars,ma non è facile reperire economisti non in linea con il pensiero comunitario.

    Confermo il gravissimo errore,non si può a mio parere stroncare un potenziale Ministro perché euroscettico,il quale aveva rassicurato la non fuoriuscita dall’euro,più che garante è andato molto al di là.

    In ogni caso,chiudo la parentesi,verso quest’autunno avremo il cdx riunito a governare per cinque anni,forse il Colle preferisce così,escluderei il dubitativo…

    Saluti

    da Ivo Serentha   - mercoledì, 30 maggio 2018 alle 12:58

  6. si nota che tale Cottarelli Carlo, alfiere della finanza mondialista dell’FMI, in una trasmissione televisiva (retrogrado: gli facevan delle domande e lui rispondeva, mica come gli smart Giggino e Mattiu, che postano solo video in cui parlano da soli) abbia detto: io voglio ridurre la pressione fiscale, ma la Flat Tax è sbagliata perché aumenta le disuguaglianze

    Purtroppo non si candida. x me meglio: son gobbo, lui tiene l’Inter

    questo per dire che declinare una cosa di sx (cit.) e il rispetto delle regole di finanza pubblica, che purtroppo son obbligatorie quando hai il D/P al 130% (altrimenti chi ti da i soldi?), è possibile. Xò certo c’è bisogno anche di credibilità, che non abbonda nel momento che chi dice una cosa così viene accusato di “portare le bandiere di S&P” (scusa Alessandro: non è provocazione, ma serve a render l’idea)

    vediamo

    da glk   - mercoledì, 30 maggio 2018 alle 14:42

  7. La surreale scena politica italiana (persino con una opposizione sedicente – visto che non c’è neppure la maggioranza), ormai senza freni, che sa di essere in grado solo di fare spartizione di potere e poco più, che il resto è già deciso altrove. Come Paese ‘soggetto’ (sia in politica estera, difesa, economia), resta poco da fare anche se l’amarezza rimane. Piuttosto qualcuno dovrebbe spiegare se è accettabile che per sostenere l’Unione, ci si sia privati di tutto e pure sotto la minaccia di default se ci comportiamo male. Poi dicono che le elezioni USA sono state manipolate! Eppure qualche misura asimmetrica potrebbe essere presa per convincere certi signori tedeschi, come fa il satrapo turco: o voi mi date due miliardi di euro oppure vi beccate un milione di rifugiati.

    da Giuseppe Michieli   - mercoledì, 30 maggio 2018 alle 20:07

  8. letto editoriale di Travaglio di oggi

    ademocratico: tutto quello che non gli va bene, non è giusto
    apolitico: la politica è lo stato, ma quello che dice lui
    assurdo: colpa del PD. ora ne abbiamo un milione, ma pure questa…… certo, si doveva fare accordo con 5S x fare il governo, come diceva PIF…. ma anche no, dati temi e preferenze

    da suo grande estimatore. non mi piace proprio. mi fa sembrare simpatico il Berli, figuratevi voi….

    sui tedeschi: bisogna certo farli ammorbidire, oggi il prof della Merkel ha ESCLUSO l’assicurazione comune sui depositi, che è prevista a fronte del bail-in. ma la chiave non può essere il modo turco: perché lì è il modo di un dittatore, che avendo il pieno controllo del paese fa richieste puntuali
    Noi intendiamo essere – mi pare, spero – una democrazia

    da glk   - giovedì, 31 maggio 2018 alle 10:33

  9. Ma perché scrive a me e non a Travaglio? Io rispondo delle cose che scrivo io (e dati i tempi mi pare già parecchio)

    da Alessandro   - giovedì, 31 maggio 2018 alle 10:36

  10. Come come Alessandro?

    “Rispondo delle cose che scrivo io”?
    Ma dai…

    E magari lo fai pure in modo consequenziale (a domanda X risposta X) e coerente con il tuo pensiero… Bum!

    Al tempo dei social, questo è quanto di più anacronistico, obsoleto, demodè ci si possa immaginare… Suppongo che, nell’intera Penisola, siate rimasti in tre (forse quattro) ad ostinarvi nel mantenere tale comportamento coerente, nel perseguire tenacemente con i vostri commenti una linea di pensiero (e di azione) fedele all’ideologia sbandierata lungo i decenni. Sempre la stessa!

    Proprio per questo ti adoro. ;-D

    da degiom   - venerdì, 1 giugno 2018 alle 10:09

  11. Caro Alessandro, leggendo il tuo articolo mi sorgeva la domanda del perché questa levata di scudi contro Di Maio, ma poi mi sono accorto che era di tre giorni fa.
    Ora, premesso che di questi tempi in politica non ci si annoia certo, non credi di aver espresso un giudizio un po’ affrettato su Di Maio? In fondo parte del successo del M5S è anche l’essere sottovalutati.
    L’esecutivo appena creato avremo modo di giudicarlo dai fatti, alcune persone mi piacciono (Costa, Trenta) altre molto meno (Fontana, Centinaio, ovviamente Salvini), ma un piccolo traguardo tutto sommato è già stato raggiunto: grazie alla natura molto proporzionale del Rosatellum, questo governo può veramente dirsi rappresentativo di una maggioranza elettorale. Per un romantico democratico come me, è già qualcosa.

    da r1348   - venerdì, 1 giugno 2018 alle 18:26

  12. Non ho bisogno di valutare dai fatti, o almeno alcuni fatti ci sono già, chiarissimi. Alla famiglia un conservatore antiabortista, quello delle ruspe (e dell’appoggio a sindacati di polizia parafascisti all’interno, e in economia una cosa da destra ultras americana come la flat tax. Direi che Di Maio è stato bravo a fare un governo Salvini. Siccome mica tanto tempo fa si proponeva Gino Strada presidente della Repubblica, direi che qualcosa è andato storto

    da Alessandro   - venerdì, 1 giugno 2018 alle 18:33

  13. Lo so, a volte i sogni finiscono ed inizia la realtà, e te lo sta dicendo uno che piuttosto che votare Lega s’impiccherebbe ad un albero.
    La questione però è che siamo ad un punto di svolta, direi quasi evoluzionistico, del panorama politico italiano. La nascita del M5S, la sua capacità di sottrarre elettorato a partiti che ormai tiravano a campare di pura inerzia, mette i partiti “pluridecennali” (non dico tradizionali, per carità!) di fronte alla scelta di adattarsi o scomparire. E, spiace dirlo, per ora la Lega di Salvini sembra essere l’unica ad essersene resa conto. Poi ovviamente la Lega non mi piaceva prima e continua a non piacermi, ma evidentemente le sue politiche hanno un riscontro nella realtà, visto che l’elettorato la premia.
    Quindi nell’attesa che la sinistra batta un colpo, o che almeno lasci il campo a qualcuno più capace, continuo a votare il M5S nella consapevolezza che, se non sarà il cambiamento esso stesso, costringerà gli altri ad esserlo.

    da r1348   - venerdì, 1 giugno 2018 alle 20:36

  14. Uno dei pregi (per me l’unico) dei 5s era quello di spaccare un sistema bloccato. Ma in questo modo per ogni azione di vera destra (parlo sia di destra fascistoide, vedi il pappa e ciccia del nuovo ministro dell’Interno con le frange più facinorose di certi ambienti, sia di destra economica come la flat tax) sarà lecito considerarli complici. Quanto a convincere l’elettorato, si sa che in tempi di crisi l’appeal delle destre che indicano ai poveri altri più poveri da odiare funziona sempre. Chissà, forse ora che il sistema è sbloccato si potrà ricominciare a parlare seriamente fi politica a sinistra, a meno che non si mettano tutti a fare opposizione sventolando le bandiere di Moody’s e Standard & Poor’s

    da Alessandro   - venerdì, 1 giugno 2018 alle 20:44

  15. Condivido la tua speranza, ma ancora non intravedo un Corbyn italiano.

    da r1348   - venerdì, 1 giugno 2018 alle 20:47

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