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Di certo i morti sul lavoro non sono un tema del contratto di governo

Fatto160518Quindici stragi di Piazza Fontana, tre stragi di Ustica, tre stragi di Bologna. Contateli come volete, in soli quattro mesi e mezzo i morti sul lavoro in Italia sono stati più di 250. Alla fine dell’anno si supererà di molto quota mille, cifre da guerra, da bombardamento a tappeto. La colata incandescente, la lastra d’acciaio, il gas venefico, il muletto che si ribalta. Il più giovane: 19 anni, il più vecchio: 59. Se fosse un popolo, quello dei lavoratori italiani, avremmo le risoluzioni dell’Onu, le diplomazie in fibrillazione, i grandi leader che lanciano appelli per, come si dice in questi casi, “fermare il massacro”. E invece sulle vittime da lavoro in Italia si dice poco e niente: i titoli di cronaca, il balletto dei numeri, qualche riflessione ad ampio raggio che lascia il tempo che trova. Ed è un tempo di merda.

Statistiche: il più dodici per cento rispetto all’anno passato si spiega quasi sempre con la sospirata ripresa: si moriva un po’ meno perché si lavorava un po’ meno, ora sì che si ragiona, finalmente! Italia riparte!

Poi si passa ai perché: i controlli sono pochi, pochissimi, spesso inconcludenti (e nonostante questo il 60 per cento delle aziende controllate nell’edilizia risulta non in regola), il lavoro è più lungo e più scomodo, lo straordinario, quando non il cottimo, è la norma. La ricattabilità dei lavoratori – avendo il Jobs act legalizzato il demansionamento e facilitato i licenziamenti – è aumentata a dismisura: dire di no al padrone è diventato più difficile. Il caleidoscopio di appalti e subappalti ha fatto quasi scomparire del tutto i corsi sulla sicurezza.

Poi ci sono i motivi, per così dire culturali della questione. La retorica modernista per cui “gli operai non ci sono più” (anche se ne muoiono tre al giorno), le loro parole sono risibili e antiche: “lotta”, e giù a ridere; “sciopero”, e giù a pontificare col ditino alzato che non siamo più nel Novecento. Il sindacato come un sempiterno ostacolo alle sorti luminose e progressive del mercato, che meno lo regoli e meglio è, la costante mortificazione del lavoro operaio (ma anche contadino: si muore parecchio anche lì), considerato démodé e residuale, anche se siamo la seconda manifattura d’Europa.

Mischiate bene e avrete il cocktail micidiale che produce così tante vittime, aggiungete molte parti di ideologia liberista, quella storiella furba che se aiuti l’impresa (sussidi, sconti sui contributi, agevolazioni fiscali) aiuti anche i suoi lavoratori, cosa millemila volte smentita dai fatti, eppure ancora narrazione dominante.

Vista da quest’Italia dei cantieri e delle fabbriche, dall’Italia che va ai funerali dei suoi padri, mariti e fratelli caduti sul lavoro, l’Italia in primo piano in questi giorni – quella dei tavoli, delle trattative, del Pirellone, del balletto dei nomi, dei corazzieri davanti alla porta – sembra un luogo surreale. Di più, uno schiaffo, uno sberleffo.

Anni di ottundimento, di derisione delle lotte dei lavoratori (quelli che mettono il gettone del telefono nell’iPhone, questa non la scorderemo mai), di criminalizzazione dello sciopero (“Ecco! Scioperano al venerdì!”), di anarchia di mercato (“Troppi diritti! Mano libera!”) ci hanno portato qui: poco lavoro, cattivo lavoro, e puoi anche lasciarci la pelle.

Mentre osserviamo il soave balletto della politica da prima pagina, una cosa è chiara: non verrà da lì il cambiamento. Non verrà dalle riforme scritte e bilanciate con il manuale Cencelli delle convenienze. Se cambierà qualcosa sarà perché il conflitto riprende il suo posto nella dialettica politica del paese. In soldoni (lo dico male): sarà perché la gente si incazza e il tappo della pentola salta per troppa pressione. Speriamo presto, speriamo subito: è una cosa più urgente del nome del prossimo esimio professore che guiderà il governo.

11 commenti »

11 Commenti a “Di certo i morti sul lavoro non sono un tema del contratto di governo”

  1. No comment: Alessandro Robecchi ha già scritto tutto meglio di quanto potrei fare. Certo che è triste ogni giorno constatare in che vuoto di coscienza politica, etica e culturale siamo calati!

    da Carlo Morgando   - mercoledì, 16 maggio 2018 alle 08:24

  2. Non ho idea se ci sarà a breve un nuovo governo o se si dovrà andare nuovamente ai seggi nei mesi che verranno.

    Certamente dovesse rimanere Gentiloni o un nuovo Esecutivo su questa piaga delle morti bianche si dovrà intervenire,pur sapendo che le distorsioni in campo lavorativo arrivano da lontano,come l’articolo di Robecchi ha ben spiegato.

    Sapendo a priori che difficilmente si potrà avere una sicurezza sul lavoro su standard europei,almeno nel breve periodo,hanno reso l’occupazione troppo agognata,i medesimi lavoratori pur di portare un pezzo di pane a casa devono sottostare a rischi criminali a cui sono sottoposti.

    Ho sentito parlare in questi giorni di carcere per chi evade le tasse e mi auguro per chi corrompe,mi auguro che si arrivi a condannare severamente chi tratta i lavoratori come numeri da sacrificare al proprio tornaconto.

    da Ivo Serentha   - mercoledì, 16 maggio 2018 alle 10:40

  3. La gente, operai compresi, ha preferito eleggere un branco di razzisti incompetenti e parassiti, che sono entrati in politica per campare e perché non sanno fare altro, Salvini per primo, credendo che nel razzismo ci fosse la soluzione a tutti i mali. Se ne accorgeranno! Peggio per loro.

    da Irene   - mercoledì, 16 maggio 2018 alle 11:05

  4. Una visione del mondo un po’ gné gné gné… ma io mi chiederei: per arrivare a votare Salvini per disperazione pensa cosa hanno fatto per loro i governi precedenti!

    da Alessandro   - mercoledì, 16 maggio 2018 alle 11:08

  5. una situazione drammatica, governi distratti e/o incompetenti, sindacati collusi e silenti….tranne i soliti USB o COBAS, qualche volta la FIOM……e indifferenza, salvo i soliti articoli sulla stampa…morti bianche le chiamano….NO, SONO OMICIDI DI STATO! e dal governo che verrà non verrà proprio niente, visto che sarà composto da gente che per mondo del lavoro, intende solo quello degli imprenditori. Italiani, svegliamoci!

    da gisella   - mercoledì, 16 maggio 2018 alle 15:46

  6. il conflitto come soluzione? un po’ forte
    anche perché l’individualismo imperante difficilmente porta a aggregazioni

    ci vorrebbe un’idea forte, come quella catalana (per me sbagliata, ma almeno forte). quella del lavoro e della sua sicurezza forse non lo è più… se parli con i millennials hai questa netta impressione….

    vediamo

    da glk   - mercoledì, 16 maggio 2018 alle 17:51

  7. Doverosa premessa: nessuna simpatia per la possibile prossima maggioranza, la pregiudiziale antifascista anche per me è imperativa. Ma qui leggiamo di auspici al conflitto (magari recensendo un libro con vernissage e tartine incluse) e di critiche alle classi operaie che votano salvini per disperazione da quanto fatto dai governi precedenti…
    A sinistra, come sempre, autocritica zero; se a salvini o a giggino avessero avuto delle alternative credibili, dopo lo scempio fatto da renzi, non le avrebbero seguite?
    Parole, parole, parole….

    da Osejin Komarevic   - giovedì, 17 maggio 2018 alle 10:23

  8. quando hanno abolito l’articolo 18 dovevamo scendere in piazza in tutte le città d’Italia:dovevamo far capire che quello era un colpo di Stato della vil razza padronale e invece siamo stati a casa guardare la tv spazzatura. Troppo tardi amici, troppo tardi vi siete svegliati: adesso resta solo una patetica rivoluzione per opporsi alla dittatura; rivolta più che rivoluzione che verrebbe soffocata nel sangue. E’ finita amici: non vi chiamo compagni perché non vedo più compagni in giro:angelo da Riva

    da angelo   - sabato, 19 maggio 2018 alle 10:19

  9. qualcuno s’è accorto che da quando la sinistra è morta le cose continuano ad andare sempre peggio? Supponiamo che siano rimasti in vita centomila compagni:è davvero impossibile riunirsi, versare cento euro a testa e dimostrare con un capitale di cento milioni di poter creare migliaia di posti di lavoro in cui vengono rispettati tutti i diritti dell’uomo?

    da angelo   - domenica, 20 maggio 2018 alle 08:00

  10. La sinistra non è morta, si è suicidata. Per essere coerente e non cambiare bandiera ha preferito cambiare idea. Si è felicemente spianata su logiche neoliberiste e questo è il risultato. Io mi occupo di sicurezza sul lavoro come formatore, è una tristezza. Il panorama formativo si è riempito di “corsifici”, utili solo a rilasciare carete “ho segnato 4 ore, cosa faccio? lascio?”. La maggiora parte dei morti sul lavoro hanno un unico assassino, la “produttività”. Quando il lavoratore accetta di lavorare “tanto cosa vuoi che succeda” l’unica cosa che succede è che il padrone ne avrà un guadagno in termini economici.

    da Federico   - domenica, 20 maggio 2018 alle 18:31

  11. d’accordo:la sinistra s’è suicidata… Quindi posso dire che è morta senza temere di sbagliare( o no?)

    da angelo   - domenica, 20 maggio 2018 alle 19:13

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