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Il Renzi Napoleone, a metà tra John Wayne e Alberto Sordi

Fatto070318C’è qualcosa di peggio delle sconfitte e dello scoramento, delle bocciature e degli schiaffoni. E’ un mostro che si avvicina quatto quatto, allunga la manona e ti ghermisce: è il mostro del Ridicolo.

Ora, naturalmente, si può mettere in satira tutto, ma sarebbe fin troppo facile, è il guaio che si presenta quando l’originale suona più grottesco della caricatura.

E così il Renzi della conferenza stampa delle (non) dimissioni è inarrivabile. Se si vinceva il 4 dicembre… Se Mattarella ci mandava a votare… la colpa è sempre altrove, e lui fa la parte eroica di quello che offre il petto al plotone d’esecuzione, peraltro composto di complici, purché spari a salve.

Insomma, il Renzi-Napoleone è stato qualche giorno all’isola d’Elba dopo il referendum perso, è tornato, ma ora deve andare a Sant’Elena, e prende tempo come quelli che ci mettono mesi a far la valigia.

Ma dicevo: il ridicolo. Nulla è peggio che mostrarsi in un modo e risultare in un altro. E in quella stanzetta affollata di microfoni succedeva proprio questo: uno che si presenta pugnace e combattivo, credendosi John Wayne con la pistola spianata, e che invece sembra a tutti un concentrato di albertosordismo: a me è Mattarella che m’ha fregato… Si vincevo er referendum sa ‘n do stavo io? Frignone. Ridicolo, appunto.

E ridicola, cosa subito evidente a tutti i maggiorenti del Pd che gli hanno tenuto il sacco fino a tre minuti prima, anche la sostanza politica. Riassumendo: ecco il grande Leader che si dimette, ma pretende di dettare la linea, di gestire la transizione, di andare alle consultazioni al Quirinale. Insomma, l’assassino si costituisce va bene, gesto nobile, ma prima chiede di nascondere il cadavere, cancellare le impronte, farsi un alibi, accusare qualcun altro. E’ il rilancio del perdente, è il pugile che dopo aver perso per ko – quando le luci sono spente, gli spettatori andati via, l’avversario già al ristorante a festeggiare – grida a nessuno: ora ti faccio vedere io!

Non sa, e qualcuno dovrebbe dirglielo, che un politico dimissionario che va a fare delle trattative verrà guardato come un garzone di bottega, e chiunque potrà dirgli in ogni istante: “Su, su, ragazzo, non perdiamo tempo, mi faccia parlare col titolare”.

Oggi Renzi è tutto questo. I grossi calibri del Pd fingono costernazione, come se non conoscessero il soggetto, e resiste qualche giapponese nella giungla. Intanto, si segnala la scomparsa dei burbanzosi ragazzotti renzisti, quelli dello storytelling, della narrazione, del “Noi sentiamo il pensiero di Matteo Renzi prima che accada” (sic). Quelli delle grandi strategie di comunicazione e di racconto, ignorantissimi sacerdoti della disintermediazione, studiosi di scienza della comunicazione che non hanno capito né la scienza né la comunicazione. Quelli che ad ogni mossa del capo ne cantavano le gesta e che ora, senza più gesta, senza più capo, non sanno che fare, divagano, fanno i teorici dopo esser stati praticissimi cantori del nulla.

Il ridicolo, però, non perdona e non ha pietà. Vedere Matteo Renzi illividito che lancia le sue dimissioni con l’elastico, che minaccia invece di chiedere scusa, è un contrappasso enorme per chi inventò e brandì verso i nemici la parola “rottamazione”. La conferenza stampa prendeva ad ogni minuto le sembianze di una presa d’ostaggi: me ne vado, ma voglio dettare la linea politica per quando me ne sarò andato. Poteva far più ridere di così? Forse sì: avesse chiesto documenti falsi, un elicottero e una valigia di dollari sarebbe risultato più simpatico, ma la sostanza non cambia. Come Silvio, anche Matteo ha una modalità sola: quella della vittoria arrogante. Davanti alla sconfitta non è attrezzato, si distrae, dimentica che tutti una volta nella vita possono dire: “Dovrai passare sul mio cadavere”. Tutti, tranne il cadavere.

19 commenti »

19 Commenti a “Il Renzi Napoleone, a metà tra John Wayne e Alberto Sordi”

  1. Ciao, commento lucido e azzeccato. Più del solito, se si può. Inoltre vorrei farle i complimenti per i libri che ha scritto. Non mi va di spiegare il perchè e il percome (ci vedo rischio di imbarazzo, piaggeria..), però ci ho letto dentro tante cose che mi sembrava un dovere dirglielo. Alla prossima.

    da Roberto Galantini   - mercoledì, 7 marzo 2018 alle 08:53

  2. Non sono stupito da questa ultima sceneggiata del fenomeno,si fa per dire,è fatto così non ammetterà mai una sconfitta e men che mai una fuoriuscita decorosa,da questo punto di vista a parte i soldi e le Tv di proprietà, è davvero il clone del caimano.

    In ogni caso a parte l’ennesima pessima figura da ricovero immediato,direi che lo possiamo archiviare,a meno che non prenda il testimone di sostituire il padre putativo in forza Italia,non ci sarebbe da stupirsi.

    Ma il teatrino più spettacolare è che da lunedì Di Maio è diventato lo statista che l’italia aspettava…

    Uno per tutti,parola di Eugenio Scalfari,senza dimenticare confindustria e naturalmente il primo ministro Marchionne!

    da Ivo Serentha   - mercoledì, 7 marzo 2018 alle 10:21

  3. Be’, veramente, qualcosa di ancora più’ ridicolo, c’e’. Eccome. E cioè’ che quelli della sinistra più’ verace, (si’ insomma, i vari Robecchi&C, per intenderci tra noialtri lettori del blog), quelli del “noisiamoipiubuonipercheamiamogliimmigrati”, o del “noisiamomiglioriperchediamoidirittiailavoratori”, o d’altre simili filastrocche del moralismo più’ ipocrita, completamente stroncati dall’elettorato (quanti seggi hanno i comunisti in Parlamento? sbaglio o neanche uno?), spazzati via dai venti che ormai stanno portando via gli ultimi residui delle immondizie comuniste in tutta Europa, abbiano ancora il coraggio di dir la loro contro chi, tutto sommato, ha cercato di costruire una sinistra moderna, e resta comunque il secondo partito del paese.

    Certo, a metter su un governo serio, coi numeri che stanno in parlamento, manco a parlarne: ma vogliamo mettere la soddisfazione di incontrare un comunista per strada, prenderlo per un orecchio, e gridargli nell’altro: “e tu che c’hai da ridere, cretino?”

    da egidio scrimieri   - mercoledì, 7 marzo 2018 alle 11:40

  4. E “il più ridicolo”, grazie al buon egidio s. lo abbiamo scovato, nonostante il serio problema alla barra spaziatrice della sua tastiera; però…
    Però, a ben cercare, c’è pure qualcosa di tragicamente concreto, in quest’Italia del dopo voto.

    I “venti” non hanno ancora finito di portar via “gli ultimi residui delle immondizie comuniste” che già si stagliano lungo le vie ulteriori, puzzolenti, pericolosi cumuli di spazzatura fascista.

    da degiom   - mercoledì, 7 marzo 2018 alle 13:31

  5. Aiaiai a proposito di cretini

    Chi ha consegnato il Paese alla destra salviniana,ex caimana,sono stati in primis il baffettino inciuciando con hardcore per anni,il colpo di grazia l’ha dato chi è da ricoverare da un paio di giorni.

    da Ivo Serentha   - mercoledì, 7 marzo 2018 alle 14:24

  6. va bene tutto quello che è scritto

    ma una domanda antropologica. il ragazzo ispira antipatia naturale (io non l’ho mai votato, neanche contro Bersani; ho votato PD, spero di non essere messo all’indice… scherzo, so di non essere sul blog di BG. ma la veemenza dell’Ospite, che di solito è sarcastico e cinico ma tollerante con il mondo, appare di particolare spietatezza, e non da oggi

    qual è la ragione? bene e male, ci siamo già confrontati. ma non si tratta né del peggiore del dopoguerra né di uno che si sia approfittato a mani basse. al limite, uno che ha sprecato una buona chanche, che peraltro si era anche costruito da solo (con i dovuti distinguo, un po’ il Westwood dell’anno scorso negli OCT post Durant…). ok è arrogante, ma mi pare un peccato veniale considerati quelli dei due vincitori (paura,risentimento&Odio come leit motive)…..

    io sono ottimista, e dalla fisica ho imparato che la natura abborre il vuoto, regola che si estende alla politica. qualcuno verrà, magari meglio di lui (non banale). nel frattempo, seppellendo la sua esperienza politica e tirando una riga, il nostro ospite non trova davvero nulla di positivo in lui? almeno che abbia evitato a Firenze un sindaco come Giovanni Galli….. dopo il gol di Maradona nel 1986….

    da glk   - mercoledì, 7 marzo 2018 alle 15:06

  7. Dopo le elezioni 2013, sollecitato aspramente dai lettori sul perché non trovasse nulla di criticabile nel M5S, Robecchi rispose che il fenomeno sarebbe stato passeggero, e si sarebbe sgonfiato da solo a breve, immeritevole pure di una stroncatura da parte sua. Lungimirante, non c’è che dire. Premessa, nessuno obbliga nessuno a scrivere nulla, ma ognuno è libero di farsi un’idea di tale inspiegabile silenzio. Metto lì due modeste e moderate ipotesi:
    – i grillini (destra pura, sfido a dimostrare il contrario) fanno al nostro ospite meno schifo del Pd (sinistra scivolata verso destra)
    – sul Fatto quotidiano, anche volendo, nessuno può scrivere quel che pensa davvero dei grillini, esattamente come dentro il movimento le voci fuori dal coro escono (passando dalla finestra) dal coro. (Il Pd nel frattempo sembra abbia epurato anche chi se ne è andato di sua spontanea volontà).

    da Federico Sollima   - mercoledì, 7 marzo 2018 alle 18:06

  8. Non è esatto, ma merita un approfondimento. Nel 2013 cos’erano i grillini non si sapeva, a parte il fatto innegabile che si trattava di un movimento di massa. Credo che l’occasione-Bersani, quella di cercare una sponda col M5S per fare un governo avrebbe potuto essere una buona occasione: una forza molto innovativa (con tutta la confusione mentale che questo comportava e comporta pure oggi) alleata a una forza di provata stabilità e a quei tempi ancora leggermente progressista. Sappiamo come finì: coi grillini che sbertucciarono Bersani in streaming dimostrando una mentalità da seconda media. Secondo me persero (tutti perdemmo) un’occasione non so dire se storica, ma importante.
    In queste elezioni non ho fatto endorsement, come molti mi chiedevano, perché ho votato molto molto di malavoglia (non M5s, non Pd, ovviamente). Detto questo, rigetto in toto le due ipotesi, piuttosto peregrine.
    – Etichettare i grillini semplicemente come una forza di destra (addirittura destra pura!) è una fesseria. Tutti gli studi (e anche i recentissimi flussi elettorali) dimostrano che grandissima parte dell’elettorato grillino proviene da sinistra e tiene a certi valori. Ciò non vuol dire niente se non che siamo di fronte a una formazione politica di assoluta rilevanza (32 per cento, non è poco) che ha in sé varie anime (tipo antica Dc prima Repubblica), unite da una indistinta e giustificatissima protesta contro l’establishment politico, economico, finanziario che governa l’Italia in perfetta continuità da oltre trent’anni. Capisco che gli insulti volati (da una parte e dall’altra) in campagna elettorale abbiamo aperto ferite difficilmente rimarginabili, ma credo che se si vuole fare politica si debbano superare.
    Io, come ho scritto più volte, mi trovo in questa fase felicemente equilontano, del Pd e dei 5s non me ne frega niente e credo che i problemi del paese, della gente, dei lavoratori che hanno perso reddito e diritti non passerà da lì, dalla politica ufficiale, dal Parlamento. Quindi posso garantire che non si tratta di chi mi fa più schifo, anche se, ovvio, chi ha scritto il Jobs act mi fa più schifo di chi non l’ha scritto.
    La seconda ipotesi è straordinariamente stupida. Io ho scritto, sul Fatto Quotidiano, anche contro i grillini (soprattutto sul fatto che non parlano mai di lavoro). Certamente – essendo loro all’opposizione – me ne sono occupato meno di quegli altri, che con le loro “riforme” incidevano davvero sulla vita di tutti (organizzando per l’ennesima volta l’ennesima sconfitta dei lavoratori italiani). Forse mi si rimprovera di non aver scritto sull’albero Spelacchio o sulla signora Raggi Dimettiti, ma sinceramente io mi occupo di politica e non di dialettiche infantili (la critica maggiore alla politica dei 5s da parte del Pd ha riguardato i congiuntivi di Di Maio, dico solo questo, per dire il livello…). Aggiungo una cosa: fa molto ridere questo immaginare il Fatto Quotidiano come un perverso Soviet su cui non si può scrivere di questo o di quello. Io mando la mia rubrica senza concordare il contenuto, nemmeno l’argomento, ed è la condizione che ho chiesto per scrivere lì quando ho lasciato il Manifesto. Mai toccata una riga, mai tagliato un pezzo, mai ricevuto una telefonata che dicesse “questo non scriverlo”. Mai. Se si adombra invece (alcuni cretini lo fanno) che io scriva quello che vogliono loro perché mi pagano, vorrei rassicurare tutti: ho altre occupazioni e redditi, faccio questo lavoro tra trentacinque anni e non sono disponibile a scrivere cose che non penso o non scrivere cose che penso, nemmeno mi pagassero milioni. Ultima cosa: non tifo né di qua né di là, fatta salva una radicata pregiudiziale antifascista. Quindi non caldeggio l’accordo Pd-M5s e nemmeno lo demonizzo. Rilevo che è vent’anni che mi si dice che io, in quanto sinistra non Pd, voglio “lasciare il paese in mano alla destra”. L’ho sempre considerato un argomento un po’ disonesto. Ma potrei, ora, usarlo io: il Pd renzista delle finte dimissioni che dice no, no, noi andiamo all’opposizione, rischia di lasciare il paese a Salvini. Pop corn.

    da Alessandro   - mercoledì, 7 marzo 2018 alle 18:39

  9. Perfetto, io c’ho provato da solo. Può essermi sfuggito qualcosa. Il blog è un archivio curato. Se ci indica lei un pezzo in cui c’è una critica seria al movimento o a uno dei suoi scudieri, gliene saremo grati. E poi, certo: lei non si abbassa a parlare di spelacchio. Nel suo archivio ci sono satire su tutti gli spelacchi degli altri. Su cose molto più futili di spelacchio, in fondo. Ci sono feroci critiche ai lager libici di Minniti (che esistevano ahinoi 15 anni prima di Minniti), e praticamente nulla sui taxi del mare di questa estate. Chieda a qualche ong che si è vista dimezzare le donazioni anche a causa di Di Maio quanto sono di sinistra i vertici del movimento…
    Certo, nessuno le censura i pezzi. Semplice, non ci sono. Bella libertà, bella schiena dritta.

    da Federico Sollima   - mercoledì, 7 marzo 2018 alle 18:56

  10. Vedo che mette sullo stesso piano l’albero Spelacchio e i lager libici di Minniti, complimenti. Ma in generale credo che la sua idea di indipendenza è che uno ha la schiena dritta se scrive quello che piace a lei, se no è un servo. Una cosa molto stupida che qualifica chi la dice. Quanto ai 5s credo che al momento non abbiano fatto nemmeno un decimo dei danni che ha fatto il Pd scalato da Renzi. E interessandomi la sinistra credo che chi ha distrutto la sinistra italiana per ambizione personale, seguito (sempre meno, come ci dicono i dati elettorali) da una massa acritica sia (stato) più pericoloso di altri. Detto quesro, saluti, e non si dia pena: io i giornalisti che penso non abbiano la schiena dritta nonnli leggo. Faccia così anche lei e soffrirà meno. Auguri

    da Alessandro   - mercoledì, 7 marzo 2018 alle 19:47

  11. Bellissimo post, come tanti altri. Poi uno legge i commenti e l’umore, allietato dal bravo Robecchi, deve rovinarsi con le stupidaggini dei vari Scrimieri. Mi permetto di fare una proposta al master. Commenti sbagliati nelle premesse e provocatori, che non possono contribuire per pochezza argomentativa allo sviluppo di una discussione sensata, non vanno pubblicati. Benvenute le critiche, ma ben poste. Lo so, un lavoro in più per chi cura il sito; ma se si è voluto farne uno, bisogna faticare. Di nuovo complimenti all’autore.
    PS – se poi quelli già pubblicati sono una selezione dei migliori commenti inviati, allora come non detto. Ma spero non sia così

    da enrico   - giovedì, 8 marzo 2018 alle 10:55

  12. La tua proposta non e’ sensata, caro Umberto, per il seguente motivo: accusare un interlocutore d’aver detto una stupidaggine, senza saper spiegare perché’, dimostra innanzitutto un difetto di chi accusa, non dell’accusato. Funziona così’ tutte le volte che le parole pesano: nella scienza, nei tribunali, ecc. ecc. Esempi: se uno scienziato dice che un’equazione scritta da un altro scienziato e’ sbagliata, ma non sa dire perché’, fa la figura del cretino il primo scienziato, non il secondo; se io in tribunale accuso qualcuno di un reato, ma non ho elementi per provarlo, mi becco una denunzia per calunnia io, non quell’altro. E così’ via.

    Il meccanismo e’ invece completamente diverso laddove le parole non pesano per niente, come nei blog. Il motivo, a mio avviso, non e’ tanto l’irresponsabilità’, quanto piuttosto una scarsa attitudine al dialogo e all’utilizzo della logica.

    da egidio scrimieri   - venerdì, 9 marzo 2018 alle 12:53

  13. p.s.: pardon correggo: enrico, non umberto.

    da egidio scrimieri   - venerdì, 9 marzo 2018 alle 12:54

  14. Lo scienziato difende le sue equazioni. A posto così. :))))))

    da Alessandro   - venerdì, 9 marzo 2018 alle 13:10

  15. Tutto giusto e divertente, il ché di questi tempi non guasta.
    Però la situazione è grave, a cominciare dalla divisione che il renzipensiero ha prodotto nel Paese a tutti i livelli.
    Nella sinistra, che l’80% degli elettori non sa più da che parte stia, in quel che resta del Pd, che potrebbe addirittura accentuarne il declino. A chi ancora sostiene che Renzi sia la vittima dell’odio da parte dei suoi avversari, vorrei replicare che è stato il troppo amore e la scarsa razionalità ad accecare i suoi sostenitori.

    da giorgio corona   - venerdì, 9 marzo 2018 alle 15:13

  16. Vuoi forse dire, caro giorgio corona, che se la gente non ha votato quella miriade di partitini come ad esempio Potere al Popolo, che si ispira alla politica di Maduro, il dittatore che ha ridotto il Venezuela ad una schifezza, la colpa e’ di Renzi?

    da egidio scrimieri   - sabato, 10 marzo 2018 alle 07:54

  17. Tutto
    giusto e divertente, il ché di questi tempi non guasta.
    Però la situazione è grave, a cominciare dalla divisione che il
    renzipensiero ha prodotto nel Paese a tutti i livelli.
    Nella sinistra, che l’80% degli elettori non sa più da che parte stia,
    in quel che resta del Pd, che potrebbe addirittura accentuarne il
    declino. A chi ancora sostiene che Renzi sia la vittima dell’odio da
    parte dei suoi avversari, vorrei replicare che è stato il troppo amore e
    la scarsa razionalità ad accecare i suoi sostenitori.

    da giorgio corona   - sabato, 10 marzo 2018 alle 17:34

  18. Tutto giusto e divertente, il ché di questi tempi non guasta.
    Però la situazione è grave, a cominciare dalla divisione che il
    lo statista de noantri ha prodotto nel Paese a tutti i livelli.
    Nella sinistra, che l’80% degli elettori non sa più da che parte stia,in quel che resta del Pd, che potrebbe addirittura accentuarne il declino. A chi ancora sostiene che Renzi sia la vittima dell’odio da parte dei suoi avversari, vorrei replicare che è stato il troppo amore e la scarsa razionalità ad accecare i suoi sostenitori. Ma Attenzione, non è finita, lui non molla e si prepara ad altre “opere di bene”. Per se stesso.

    da giorgio corona   - martedì, 13 marzo 2018 alle 19:40

  19. Tutto giusto e divertente, il ché di questi tempi non guasta.
    Però la situazione è grave, a cominciare dalla divisione che il
    renzipensiero ha prodotto nel Paese a tutti i livelli.
    Nella sinistra, che l’80% degli elettori non sa più da che parte stia, in quel che resta del Pd, che potrebbe addirittura accentuarne il declino. A chi ancora sostiene che Renzi sia la vittima dell’odio da parte dei suoi avversari, vorrei replicare che è stato il troppo amore e la scarsa razionalità ad accecare i suoi sostenitori.

    da giorgio corona   - lunedì, 19 marzo 2018 alle 11:43

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