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Boschi candidata, decide la Nasa. Il Rosatellum esposto al MoMa

Fatto31dic2017Compulsati gli astri, letti attentamente i fondi del caffé, i tarocchi, le offerte speciali e le tabelle Istat, possiamo azzardare qualche previsione sul 2018, un anno pimpante e con molti cambiamenti, la luna in Saturno e l’influenza di Giove in aumento. In aumento da gennaio anche luce, gas, tariffe autostradali, trasporti, ticket sanitari e tutto quello che può umanamente aumentare. Insomma, il 2018 non è ancora arrivato e già gli dobbiamo dei soldi, spiace per il dettaglio prosaico.

Passiamo alle cose serie. Nel 2018 si vota un po’ dappertutto: in Russia dove si sa chi vince (Putin) e in Italia dove si sa chi perde (uno di Rignano che già sta tentando di dare la colpa a Putin). Gli italiani arriveranno al 4 marzo con i nervi a brandelli, stremati per tutte le cazzate sentite in campagna elettorale, e si sveglieranno il 5 marzo di nuovo in campagna elettorale perché nemmeno si riuscirà a capire chi ha vinto (ma tranquilli: chi ha perso sì).

Poi si voterà anche in molte regioni, tra cui Lombardia e Lazio, per cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha calcolato che un italiano medio vive in campagna elettorale per oltre 358 giorni all’anno, e che sarebbe più sano mangiare il polonio col cucchiaio da minestra.

In febbraio la Nasa dirà la sua su dove candidare Maria Elena Boschi: allo studio l’ipotesi Plutone, almeno nel proporzionale.

In marzo, l’Ocse definirà “assai remota” la probabilità che Berlusconi possa mantenere le promesse elettorali fatte nell’ultimo comizio in tv: due Porsche a famiglia (una cabriolet) e un giacimento di diamanti in Centrafrica per ogni figlio maggiorenne non sarebbero sostenibili per l’economia del paese.

In aprile la legge elettorale italiana, detta Rosatellum, sarà esposta al Moma di New York, principale attrazione della grande mostra sul surrealismo contemporaneo.

In giugno Donald Trump proclamerà la nuova capitale di Israele, Gaza.

In luglio la presidenza dell’Unione Europea toccherà all’Austria, che subito donerà passaporti austriaci a tutti i clienti dei locali di lap dance di Strasburgo e Bruxelles, purché di comprovata discendenza ariana.

Due cose terribili che succederanno nel 2018, non crediate di scamparla. La prima saranno i mondiali senza l’Italia, non tanto per gli appassionati di Mondiali, che Ghana-Uruguay se la vedevano lo stesso, ma per tutto il chiacchiericcio su “se c’eravamo noi”, “calcio metafora del Paese”, eccetera eccetera. Insomma, saremo sommersi dalla retorica da bar applicata al pallone l’unica fottuta volta nella storia del mondo che noi – intesi come Italia – non giochiamo a pallone.

Restando alle specialità nazionali e alla sociologia da sala biliardo, gli italiani nel 2018 saranno particolarmente afflitti da riflessioni, analisi, commemorazioni e ricordi in occasione cinquantenario del ’68. Due le principali fazioni: le destre passeranno mesi a buttare merda sul maggio francese attribuendogli tutti i mali del mondo, compresi il Vajont e l’alopecia (Feltri in un editoriale proporrà di cancellare l’anno 68 da tutti i secoli fino al Tremila); le sinistre scongeleranno i loro talenti migliori che “hanno fatto il 68″, tutta gente che oggi starebbe alla destra di De Gaulle.

Mode culturali: si consolideranno tendenze già in corso, tipo il tri-laureato che va a fare il pastore di pecore retribuito in caciotte, salutato dai giornali come “la scelta coraggiosa di…”, e i libri sui figli, su quanto sono stronzi, sdraiati, fancazzisti, interconnessi e istupiditi dal cellulare i figli di famosi giornalisti che fanno i soldi scrivendo dei loro figli.

La crisi economica allenterà la sua presa dopo dieci anni esatti, anniversario che sarà celebrato nelle discoteche di Briatore e nelle code alla Caritas. Lunghe file anche alla Renzisti Anonimi. Ai talk show si parlerà molto della crisi dei talk show, forse Draghi smetterà di stampare soldi per tutti e i titoli “Oddio! C’è poca inflazione” verranno corretti in “Aiuto! C’è troppa inflazione!”.

E’ tutto, mi raccomando le rate del mutuo, buon 2018, poteva andare peggio, ma ora non mi viene in mente come.

 

3 commenti »

3 Commenti a “Boschi candidata, decide la Nasa. Il Rosatellum esposto al MoMa”

  1. Grazie Alessandro, che riesci ancora a farmi sorridere dopo 27 anni e buon 2018!

    da federico   - domenica, 31 dicembre 2017 alle 14:08

  2. A parte il calendario che si rinnoverà tra poche ore,nulla di nuovo all’orizzonte,ovviamente anche dopo il 4 marzo.
    Grazie per i sorrisi amari che ci regala e il promemoria degli aumenti per i comuni mortali in vista.

    Buon anno nuovo nonostante tutto…

    da Ivo Serentha   - domenica, 31 dicembre 2017 alle 16:08

  3. Poteva piovere…

    da Anna rita   - martedì, 2 gennaio 2018 alle 08:54

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