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ott 17

Poletti e i ritmi circadiani dei lavoratori italiani: aritmie e pance vuote

fatto041017Nel congratularsi con i tre vincitori del Nobel per la medicina che hanno scoperto il gene dei ritmi circadiani del nostro corpo (Jeffrey C. Hall, Michael Rosbash e Michael Young), corre l’obbligo di segnalare una grande dimenticanza dell’Accademia svedese. Un altro grande scienziato che ha studiato i tempi di vita degli umani, purtroppo non premiato, è Giuliano Poletti, ministro del lavoro in Italia, famoso per le sue sperimentazioni sull’armonia dei ritmi di vita. Il Fatto Quotidiano, in collaborazione con l’università di Tubinga, ha analizzato i suoi esperimenti su un grande campione di cavie umane. Insomma, i ritmi circadiani di un giovane lavoratore italiano nell’era della grande flessibilità. Ecco i risultati.

Ore 6.45. Aumento della pressione sanguigna. Colazione. Fine della secrezione della melatonina. Primo lavoretto, pagato in voucher. Ma l’autobus non arriva. Motorino. Si alza o si abbassa la temperatura corporea (secondo stagione). Riflessi in ripresa, per fortuna.

Ore 9. Massiccia ma inutile secrezione di testosterone: il nostro soggetto è fermo a un semaforo mentre corre contando i secondi dal lavoretto numero uno (voucher) al lavoretto numero due (lavoro a chiamata), così tiene lontani i pensieri licenziosi.

Ore 11.30. Massima vigilanza di sinapsi e cellule cerebrali. Il nostro soggetto cerca di non farsi affibbiare tre ore in più di straordinari non pagati. Sono attimi di massima attenzione unita ad acuta consapevolezza: se non stai attento, qui ti salta il terzo lavoretto e i ritmi circadiani di tutto il mese, specie l’affitto, possono collassare.

Ore 14-15. E’ il momento della giornata in cui sono ai livelli massimi coordinazione e velocità di reazione, situazione perfetta per il cottimo (terzo lavoretto) misurato da una app che segnala il tuo rendimento a un algoritmo, che telefona al capo della start-up, che ti fa il culo.

Ore 17. Intervallo di massima efficienza cardiovascolare, molto utile quando il nostro soggetto apprende che la cooperativa che lo aveva assunto per il quarto lavoretto si è sciolta, ne è nata un’altra, e lui verrà pagato meno. Un simile avvenimento alle quattro del mattino (minima temperatura corporea) potrebbe arrecare danni al sistema nervoso, ma nel pomeriggio il soggetto può sopravvivere. Cioè, speriamo, perché deve correre al lavoretto successivo.

Ore 19. Perfetta efficienza del sistema e massima pressione sanguigna. E’ un peccato, perché il nostro soggetto scopre che il suo incarico (pagato in nero) è ora svolto da uno studente in alternanza scuola-lavoro costretto a farlo gratis e non, come lui, a due euro all’ora. Rischio di scompensi cardio-circolatori nei soggetti più fragili. Rischio di sbalzi d’umore (sindrome depressiva) quando il soggetto pensa alla sua laurea.

Ore 21. Lucidità moderata, inizio del rallentamento del ritmo circadiano. Il nostro soggetto può dedicarsi finalmente al suo hobby: consegnare pasti caldi a clienti che hanno ordinato con una app, pagato come un portatore aborigeno del 1700, ma in bicicletta. E’ il momento della giornata in cui l’orologio biologico suggerisce il relax e la preparazione al sonno, ma suggerisce anche di sperare in buone mance, perché senza quelle la retribuzione sarebbe ridicola.

Ore 24. Casa. Divano. Massima secrezione di melatonina e sonno, ma ancora qualche attività cerebrale. Il nostro soggetto valuta le prestazioni circadiane della giornata (26 euro e quaranta, più le mance) garantite dal perfetto funzionamento del suo orologio biologico, ma soprattutto della sveglia, che domani mattina suona alle sei e mezza. E’ il momento dell’abbassamento delle pulsazioni e del calo della consapevolezza. Peccato, perché addormentandosi come un sasso, il nostro soggetto non può leggere gli allarmati editoriali sulla tragedia degli italiani che non fanno più figli.

6 commenti »

6 Commenti a “Poletti e i ritmi circadiani dei lavoratori italiani: aritmie e pance vuote”

  1. Poletti,il renzismo,la globalizzazione,sono tutti primi attori di aver cancellato e rovinato intere generazioni,nel precludere qualsiasi tipo di avvenire,almeno come lo è stato dal dopoguerra sino ad ora per chi li ha vissuti,naturalmente.

    Un danno ormai irreparabile che non ha dato momentaneamente grandi conseguenze,forse toccherà aspettare ancora un po’però…

    da Ivo Serenthà   - mercoledì, 4 ottobre 2017 alle 12:04

  2. Tanto piacevole e gustoso alla lettura quanto amaramente realistico nei contenuti, Alessandro…
    Il dramma è che ormai risulta impossibile parodiare la nostra disastrata attualità: è sufficiente riepilogarla.

    “Non ci accorgemmo che il fondo del barile era finito, continuammo a raschiare; trovammo il petrolio”

    da degiom   - mercoledì, 4 ottobre 2017 alle 12:10

  3. I voucher,che per colpa della cigl nn ci sono più,dai nn renziani sono stati metabolizzati nel dna…alla faccia degli evouzionisti che vedono tali cambiamenti nell’arco delle centinaia di migliaia d’anni!
    È incredibile la portata minima della tua destrutturazione di una giornata di un giovane italiano.
    Io uno come quello da te descritto nn l’ho mai conosciuto,ma posso credere che i giornalisti come te,vorrebbero essercene molti per far si che il propio ciclo involutivo permanga.
    Che i giovani abbiano poca attitudine al sacrifizio è noto e le cause sono anche parte del modo di descriverli come in codesto articolo.

    da Orlo   - mercoledì, 4 ottobre 2017 alle 13:34

  4. E lui è uno di quelli che qualche lavoretto – volante quanto volatile – riescono a sfangarlo.
    Pensa a chi non riesce manco a trovare quelli: ritmo circadiano costante, nella norma. Ma districarlo dal coacervo di ansia, panico, depressione, visione nera del domani e nessun domani in vista – né nero né neutro – fa si che di fare figli manco se ne parli, per ovvi motivi di mancanza prospettiva da una parte e di assenza di ispirazione accoppiatoria dall’altra.
    Chi non lavora vorrebbe, lavorare e far l’amore. Ma il ‘signor padrone’ non intende ragioni.

    da Enrico S.   - giovedì, 5 ottobre 2017 alle 10:06

  5. http://www.studenti.it/orientamento-lavoro-figure-richieste-2020.html

    Qui si potrebbe cogliere l’occasione,sempre che se ne abbia la voglia e sopratutto la necessità urgente,di indirizzare una vita giovane alla sua autonomia.
    Per esperienza personale,trovare un giovane italiano che voglia imparare il montaggio meccanico(con prospettiva nell’arco di 10 anni,con trasferte internazionali pienamente retribuite,di giungere ad uno stipendio che raggiunge e in molti casi supera,i 3000 €)è come trovare una mosca bianca.
    La maggioranza declina dopo un mese o due e il lavoro,a differenza di una carpanteria,è estremamente incentrato sulla capacità logica.

    da Orlo   - giovedì, 5 ottobre 2017 alle 13:33

  6. Perfetto. Dieci lavoretti al giorno a lavoratore per la statistica beota da dare in pasto all’ingenuità popolare sono una manna.

    da Vittorio Grondona   - domenica, 8 ottobre 2017 alle 11:30

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