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Compiti ingrati per amici fedeli: dire a Matteo che con lui non si vince

fatto130917A volte succede: devi dire una cosa a un amico, ma non sai come fare, e di solito sono cose che a un amico andrebbero dette. Tipo: “Mi spiace dirtelo, ma ho visto tua moglie caricare le valigie sulla Cadillac decapottabile del vicino di casa e partire con lui”. Insomma, non è mai bello comunicare le cattive notizie, si mischiano timore (come la prenderà?), imbarazzo e dispiacere. E così oggi abbiamo mezzo Pd imperlato di sudore che cerca di dire qualcosa all’amico Matteo: “Se a palazzo Chigi si candida qualcun altro, e magari Gentiloni, abbiamo qualche speranza, se ti candidi tu perdiamo sicuro”. E’ una cosa brutta da dire a un uomo che crede in sé così tanto, ma qualcuno deve farlo. Secondo le cronache politiche (vatti a fidare) per adempiere a questo triste compito si è già creata una discreta fila. Orlando e gli orlandiani, Emiliano e gli emilianiani (eh?), mentre Franceschini e i franceschiniani non vorrebbero proprio dirgliela in faccia, a Matteo, questa brutta notizia, e si propongono di farglielo capire piano piano, magari dopo le elezioni siciliane.

Insomma, la storia è questa: qualcuno deve dire a Matteo che nel suo renzianissimo partito – nel nuovo Pd senza più gufi, rosiconi, disfattisti, problematici e rompicoglioni – è rimasto qualcuno che non lo ritiene il più adatto a fare il premier. E questo dev’essere un colpo duro. Più duro ancora perché Gentiloni non è che stia facendo i miracoli, ma sembra più affidabile, meno ciarliero, molto meno fanfarone. E non è che quando Gentiloni stringe una mano o visita un luogo ci troviamo il giorno dopo – come accadeva con Renzi – le foto ricordo, il filmino, la slide, il videogame, il romanzo a puntate, la colonna sonora e la narrazione delle gesta dell’eroe. Dunque Renzi sarà colpito – quando si decideranno a dirglielo –  proprio nella più profonda renzità, quella che lo porta a pensare che “quando c’è la comunicazione c’è tutto, signora mia”.

Segnalo a questo proposito un leit-motiv non proprio azzeccato della propaganda in corso, l’intenso, reiterato, eccessivo, dunque noioso, richiamo ai Mille Giorni, come se si parlasse della prima crociata, o della guerra dei Trent’Anni, o delle Cinque Giornate. Tutto quel che di bene (pochino, si direbbe) succede nel Paese, sembra scaturire da quei magici Mille Giorni di cui si ricordano pagine memorabili (?) e si scordano le altre, quelle meno nobili e un po’ vergognose, soprattutto la cosatante mortificazione della dignità del lavoro in questo paese. Insomma, dire cose come “Considero un privilegio aver lavorato a fianco di Barack Obama…” è come dire “Sono stato fortunato a giocare con Maradona”, un bel ricordo, ma era un altro secolo. Ricordare i fasti passati fa orgoglio da “vecchia gloria”. Non so cosa ne pensano i guru della comunicazione, ma dire “Quando c’ero io…” ti colloca già nel passato, il che sembrerebbe letale per uno che ce l’ha menata con la retorica del futuro un giorno sì e l’altro pure per mille giorni (appunto). Il format con cui Renzi si presenta alle sue esibizioni – con o senza libro in promozione – conferma che non ha capito bene quel che succede, che la formula del Golden Boy un po’ indisciplinato e contaballe non paga più, non convince, proprio perché l’abbiamo vista in azione per mille lunghissimi giorni, è stata stucchevole, prevedibile (anche se non priva di spunti satirici). Forse qualcuno che gli vuole bene riuscirà a dirglielo, forse glielo diranno gli elettori siciliani sui quali ha già messo mille mani avanti dicendo che il voto in Sicilia non è un test nazionale… Non c’è fretta, ma prima o poi qualcuno dovrà farlo: avvertire Matteo che il suo format è invecchiato. Oggi va più il grigiore tranquillo, quelli che ballano il flamenco sui tavoli non piacciono più tanto e i Mille Giorni non sono il Sacro Graal da ritrovare.

19 commenti »

19 Commenti a “Compiti ingrati per amici fedeli: dire a Matteo che con lui non si vince”

  1. Per me in questo periodo Renzi sta facendo benissimo. Perché avvisarlo se si va a schiantare insieme alla teppa che lo ha sempre accompagnato? Piuttosto agevolarlo….

    da Eparrei   - mercoledì, 13 settembre 2017 alle 08:12

  2. No,non c’è problema,chi deve condurre l’italia già da parecchio tempo non si autocandida,bensì viene incaricato dai poteri che contano,pochi all’interno dello stivale,più che altro da banche,finanza e l’Europa che conta.

    Anche lui la personale sovranità,ha iniziato a perderla dal 4 dicembre dello scorso anno,si da da fare per avere altri incarichi,fare altro nella vita è più difficile.

    da Ivo Serenthà   - mercoledì, 13 settembre 2017 alle 09:26

  3. Robecchi dice che tira un’aria diversa; dice che e’ finita la stagione dei fanfaroni, delle balle, dei golden boys, delle chiacchiere. Insomma fronzoli e paillettes non andrebbero più’ di moda; pare che la gente oggi sia più’ attenta al contenuto e meno ai fiocchetti della confezione. Non saprei proprio dire se Robecchi ha torto o ragione. Di sicuro posso solo dire che il nostro ospite dimostra il contrario di quello che dice.

    Vorremmo giudicare Renzi non per quello che ha fatto come showman, ma per quello che ha fatto come politico. Vorremmo magari parlare dei dati aggiornati sull’occupazione o sulla produzione industriale; potremmo – non so, butto a caso – perfino sforzarci di azzardare ipotesi su quanto la politica di Renzi abbia influito su quei dati…

    E invece siamo ancora qui a parlare (ricopio) “delle foto ricordo, il filmino, la slide, il videogame, il romanzo a puntate”… e ancora fronzoli, e ancora paillettes, e sempre chiacchiere e sempre chiacchiere. Per omnia saecula saeculorum.

    Altro che aria nuova. Quando si dice, certe volte, che i politici meriterebbero un popolo migliore…

    da egidio scrimieri   - mercoledì, 13 settembre 2017 alle 11:37

  4. No, no, i risultati della politica di Renzi (non i fronzoli) li conosciamo: meno diritti, più diseguaglianze, qualche mancetta. Credo che infatti anche lui preferisca parlare dei fronzoli, perché sulle cose vere deve scappare a gambe levate (a proposito, quello de “la mia scorta è la gente” l’ho visto con otto macchine blindate al seguito)… Comunque i dati ci sono, basta cercarli, tipo che 8 posti di lavoro su 10 sono precari, o che sotto Renzi i voucher sono passati da 3 a 16 milioni… coraggio, cercare i dati (ma quelli veri, non quelli di Poletti!). Ah, aggiungo, visto che si parla dei “fatti” di Renzi, che ho due figli a scuola, che non hanno ancora metà dei professori… dai, su, sono stato buono, con Renzi a parlare di paccottiglia e comunicazione ci si salva, se si parla di fatti è il disastro

    da Alessandro   - mercoledì, 13 settembre 2017 alle 11:42

  5. Io in articoli come questi ci vedo sempre un gran difetto di lucidità. Gli italiani hanno capito, non ci cascano più, le balle tutte smascherate. Poi guardi i sondaggi e tutti questi emancipatissimi ex elettori del Pd di Renzi vanno a gonfiare le percentuali di Di Maio premier (ma qui non se ne può parlare perché Robecchi non ha mai votato M5S, mentre si parla di Salvini avendo lui attraversato una triste fase leghista), quando non tornano addirittura nella scuderia di Silvio. La sinistra quella vera non si smuove di uno zero virgola. Aumentano al limite gli astenuti, poi magari Robecchi ci spiega perché gli basta così poco per essere felice. Sarà il culo al caldo, sarà che dalla sua posizione, paradossalmente, più l’Italia va male e più vendono bene gli articoli fotocopia.

    da Federico Sollima   - mercoledì, 13 settembre 2017 alle 13:58

  6. Renzi era partito con il 40 per cento ululando che avevamo scoperto l’acqua calda. Ora siamo lì col pallottoliere a contare le regioni, le città, i milioni di elettori che ha perso. Mah, sarà colpa mia, o forse lui non è capace. Il resto sono divagazioni un po’ sceme, ma contenti voi, tenetevelo stretto, rideremo quando finalmente capirete che è una carta perdente. saluti

    da Alessandro   - mercoledì, 13 settembre 2017 alle 14:08

  7. In verita’ sarei molto curioso di chiederle, gentile Alessandro, – e lo sono a tal punto che difatti glielo sto chiedendo- chi sia stato il suo professore di aritmetica delle elementari; si’ insomma, per intenderci, quel criminale che le ha insegnato a fare le divisioni. E’ infatti appena il caso di osservare, ricomponendo le pelurie dopo essersi orrendamente orripilati nel leggere quello che ha scritto (“8 posti di lavoro su 10 sono precari”!!!), che la percentuale attuale del precariato di quest’oggi, addi’ 13 settembre 2017, e’ del 12.6 per cento (*). Vale a dire che ogni 10 lavoratori quelli precari sono poco più’ di uno.

    Capisce bene, inquietante Alessandro, che a questo punto l’idea che noialtri due si possa mai intraprendere uno straccio di discussione verosimile sui dati statistici odierni dell’occupazione o della produzione industriale sarebbe per me molto imbarazzante. Ma non voglio scoraggiarla; non appena avra’ finiti i suoi compiti sulle addizioni contando le macchine blindate al seguito di Renzi, mi contatti: vedrà’, un buon maestro sulle divisioni lo troveremo senz’altro.

    … e ancora fronzoli, e ancora paillettes… e sempre chiacchiere, e sempre chiacchiere…

    (*) il dato si ricava agevolmente consultando il sito
    http://www.italiaora.org

    da egidio scrimieri   - mercoledì, 13 settembre 2017 alle 15:22

  8. Divertente e magari con un fondo di vero, ma non so fino a che punto.
    In effetti la verità qualcuno ha già provveduto a notificargliela il 4 Dicembre scorso, quando la maggior parte degli elettori si è radunata a questo scopo sotto le finestre di casa sua consegnandogli a domicilio una scoppola mica male. E la sua immediata reazione «non immaginavo che gli italiani mi odiassero a tal punto» lo certifica.
    No, ritengo che non ci si debba aspettare niente di quello che Robecchi auspica. Starà sempre e solo a noi elettori, non votandolo, fargli sapere quanto sia vincente.

    da Enrico S.   - mercoledì, 13 settembre 2017 alle 15:36

  9. Dear Scrimieri, buona quella sulle statistiche. C’è gente che ancora ride leggendo le stime sull’inflazione dell’Istat nel passaggio dalla lira all’euro. Dati i precitati trascorsi a me personalmente viene da immaginare che quelli di italiaora siano dei fuoriusciti dall’Istat dopo una accesa discussione se inserire nel paniere i coperchietti delle biciclette piuttosto che la carta moschicida, oppure una diaspora di professionisti che all’haute couture preferisce il pret à porter…..

    da Eparrei   - mercoledì, 13 settembre 2017 alle 16:02

  10. Già… Forse qualcuno che gli vuole bene riuscirà a dirglielo (…) Mi è venuta in mente la barzelletta di Carlo Dapporto dove due amici si incontrano e uno dice all’altro: dai, cerca di essere più riservato in certe occasioni. Ieri sono passato per caso davanti a casa tua e ti ho visto attraverso la finestra mentre baciavi tua moglie con evidente grande passione… Sei fregato, gli risponde l’amico, ieri non ero a casa…
    A volte alcune rivelazioni di chi ti vuole bene non sono recepite nel loro giusto senso. Chissà se Renzi…

    da Vittorio Grondona   - mercoledì, 13 settembre 2017 alle 16:20

  11. Statistiche… So come fare. Parto dal risultato che voglio ottenere e il gioco è fatto senza imbroglio alcuno. La migliore statistica è quella che vediamo in casa nostra. Non mi sembra che le cose stiano andando meglio di prima come dice l’Istat. Al ritorno dalle ferie la grande distribuzione ha alzato i prezzi delle cose. Le cose, come la frutta e la verdura sono irriconoscibili nei gusti, i mesi dell’anno sono diventati 13 per le bollette, i sindacati sono letteralmente spariti, i diritti dei lavoratori calpestati… E via di seguito… No, questa non è politica. E’ borghesia belle e buona. Dovremmo avere il buon senso di cambiarla. Fin che siamo in tempo…

    da Vittorio Grondona   - mercoledì, 13 settembre 2017 alle 16:54

  12. A proposito di lavoro: su grafico ISTAT ritwittato da Seminerio per 2° trim 2017 risultano 15,5% i lavoratori precari sul totale dei dipendenti, ma se aggiungessimo anche il part-time (che in parte è involontario) arriviamo al 30,95%. Occorre poi considerare tutto il precariato delle ‘partite iva’ e dei lavoratori occasionali!

    da Mauro FERRANDO   - mercoledì, 13 settembre 2017 alle 20:58

  13. Forse non ci siamo capiti. Su 100 nuovi posti di lavoro sbandierati da Renzi & C., 80 sono a termine. Per i numeri precisi rimando all’eccellente lavoro di @martafana. L’uso delle percentuali sulla totalità del lavoro dipendente sono ridicole e strumentali. Il lavoro instabile, precario, di cattiva qualità e senza diritti è in netto aumento e molto aumentato nei famosi 1000 giorni di Renzi

    da Alessandro   - mercoledì, 13 settembre 2017 alle 21:02

  14. Certamente non ci siamo capiti, caro Alessandro; ne’ ci capiremo mai se pensiamo che dire “otto posti di lavoro” e dire “otto nuovi posti di lavoro” sia la stessa cosa. E’ un problema di linguaggio.

    E’ invece un problema di coscienza decidere se, leggendo i dati dell’Istat, siamo più’ contenti dell’aumento dei posti di lavoro punto e basta, o più’ indignati dell’aumento dei posti di lavoro precari. Che sarebbe come a dire se bevendo da un bicchiere, sono più’ contento che quel bicchier sia mezzo pieno, oppure incazzato come una bestia perché quel bicchiere e’ mezzo vuoto. O ancora come a dire che se Alessandro regala a suo figlio una bella bicicletta, il figlio di Alessandro abbraccia felice il suo papino, o gli sputa in un occhio perché’ non gli ha regalato la Ferrari.

    Questione di coscienza. E anche di buona educazione: lei ha figli, caro Alessandro?

    da egidio scrimieri   - giovedì, 14 settembre 2017 alle 10:28

  15. La retorica padronale del “meglio che niente”. Più ci si accontenta di bicchieri mezzi vuoti vedendoli mezzi pieni, più i bicchieri si svuotano. Eppure qualcuno ce li ha pienissimi. Addio

    da Alessandro   - giovedì, 14 settembre 2017 alle 10:37

  16. A proposito di bicchieri mezzi pieni e mezzi vuoti. Ma la mitica riforma renziana del Jobs Act non doveva far aumentare i posti di lavoro a tempo indeterminato?
    Ah, ma siam sempre qui a lamentarci e a trovare il pelo nell’uovo.

    da Gianluca   - giovedì, 14 settembre 2017 alle 14:32

  17. ma questo egregio signor Renzi quando la smetterà di parlare in ogni luogo, in ogni tempo… ?

    da gis   - venerdì, 15 settembre 2017 alle 17:47

  18. D’accordo con robecchi,aggiungerei, tra gli aspetti che caratterizzano il personaggio, il narcisismo e l’ambizione tanto smodati da nom permettergli di rispettare le idee altrui, compiendo una profonda divisione tra gli italiani, nel partito e particolarmente nella sinistra. Un effetto devastante che da solo basterebbe per non considerare renzi un uomo di stato.

    da giorgio corona   - venerdì, 15 settembre 2017 alle 18:24

  19. Bisogna anche accreditargli la “mano santa” degli 80€ che hanno visto il turismo,italiano,investito da operai nn più con 1200€ netti mese ma con 1280€ netti mese.
    Alcuni li avranno investiti in altre locazioni,ma molti hanno potuto ritornare a mettere le balle a mollo.
    Sono 10 miliardi di euro che girano nel nostro Paese e nn sicuramente in paradisi fiscali.

    da Orlo   - mercoledì, 20 settembre 2017 alle 13:27

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