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ago 17

Non ne azzecchi una? Tranquillo, hai solo un pessimo carattere

Fatto020817Agosto è una faccenda così, tutto pare sospeso, come in attesa, tutto si rimanda a settembre, legge elettorale, coalizioni, grandi manovre, strategie, tattiche. Restano in campo i grandi temi, come per esempio quello del carattere dei leader e, in primis, il brutto carattere di Matteo Renzi, che pare l’ultima frontiera del dibattito politico. Ebbene sì, fatto tutto il giro da Berlusconi in poi, una specie di attraversamento del deserto, per noi povericristi che seguono la politica interna muniti di popcorn, si è ritornati al punto di partenza: un leader deve essere simpatico? Umorale? Che fare se ha un caratteraccio? Semplice: dare la colpa dei suoi fallimenti al caratteraccio, una specie di considerazione umana – troppo umana – che copre tutto, che risolve il problema politico. E’ dal 2013 che si dice che Renzi è arrogante, che ha un ego ipertrofico, che offende gli avversari, che comanda come un monarca la sua truppa di fedelissimi. Tutte critiche per anni attribuite ai gufi, ai rosiconi, a quelli che dicono sempre no, eccetera eccetera. Per cui si arrivava al paradosso: davanti a una personalizzazione estrema della politica (Matteo, Matteo, Matteo), scattava l’accusa agli avversari: ecco voi personalizzate! Ecco, siete ossessionati.

Ora invece siamo alla rivoluzione copernicana: siccome in qualche modo bisogna giustificare errori e disastri, sbagli e gaffes, la faccenda del “caratteraccio” la tira fuori lui, Matteo in persona. E’ una specie di estrema difesa, che prende il volo durante le presentazioni del libro Avanti, che è una specie di evento estivo buono per riempire pagine e pagine, un rosario sgranato grano per grano, giorno per giorno.

“Il mio carattere è un problema enorme”. E va bene. “Dicono che abbia un caratteraccio”, Ok, abbiamo capito. E comunque: “Non dobbiamo cambiare il mio carattere, ma l’Italia”. E dàgli. E ancora: “Pago per la mia indole? Certo che sì”. La cosa comincia a diventare stucchevole. Ciliegina sulla torta: “Ci dicono (notare il prurale maiestatis, ndr) che dobbiamo essere simpatici, imparerò a raccontare barzellette”. A posto, grazie.

Non serve nemmeno un grande analista (nl caso chiederemmo a Recalcati, ovvio) per capire che il disegno è semplice: buttare tutti i fallimenti sulla comunicazione (già fatto) e sul caratteraccio del capo, che è sì uno bravo, uno che salva il Paese, uno che ha fatto in mille giorni miracoli che gli altri (anche quelli simpatici) non sono riusciti a fare dal tempi di Traiano, ma – porca miseria – ha un caratteraccio…

E’ l’anticamera dell’assoluzione totale, un ribaltamento dell’allievo rispetto al maestro. Perché Berlusconi buonanima, ora in fase risorgente, faceva della sua simpatia da “cumenda” brianzolo un’arma d’attacco, il sole in tasca, i ristoranti pieni, le battute da sala biliardo, mentre Renzi fa della sua antipatia un’arma di difesa: se qualcosa funziona (ma cosa?) è merito delle sue qualità di statista, se invece qualcosa va male (più o meno tutto) è colpa del suo caratteraccio. Il che consente il gioco facile in un’altra delle sue uscite: “Possiamo discutere del futuro dell’Italia e non di simpatia o antipatia?”. Insomma, un trucchetto semplice semplice, il carattere personale messo a protezione di tutto il resto, che è poi una variante delle eterne giustificazioni dell’aspirante uomo forte: il capo non sapeva, il capo è stato tradito, il capo è stato ingannato (da cui il refrain ormai storico “l’ira di Renzi”). Ora la solfa è un po’ diversa, ma della stessa pasta: il capo è bravo, ma poverino, è così odioso… Mettiamoci il cuore in pace: agosto sarà così, con il principino di Rignano impegnato a dire che le cose sono andate male perché lui, dannazione, ha un caratteraccio. Di politica si parlerà un’altra volta, per ora accontentatevi della questione umorale.

3 commenti »

3 Commenti a “Non ne azzecchi una? Tranquillo, hai solo un pessimo carattere”

  1. … e pare che la sua (povera) moglie abbia confermato: “sì, ha un caratteraccio”, lo stronzo. :-)

    da Beppe De Nardin   - mercoledì, 2 agosto 2017 alle 11:48

  2. Pungente e geniale come al solito. Ho paura che sia proprio così…

    da Antonella Bernardi   - mercoledì, 2 agosto 2017 alle 13:19

  3. Dunque,farei una breve disamina da quando l’establishment l’ha voluto mettere brutalmente o serenamente a palazzo Chigi,come qualcuno preferisce,almeno per ciò che ritengo più interessante,nel far comprendere che il cosiddetto caratteraccio,magari avessimo dovuto subire solo questa sfumatura.

    Jobs act,articolo 18,e nei due casi manco il caimano avrebbe osato tanto.

    La sottomissione alla comunità europea di prendersi a carico l’intero fenomeno degli immigrati che sbarcano,barattato per un po’ di sforamento dei conti nostrani alla canna del gas nostrani,riassumendo un cul de sac di enormi proporzioni,naturalmente nascondendo la testa sotto la sabbia come gli struzzi,eclissando sull’argomento.

    Un’economia che è stata migliore della Grecia,davvero una fantastica consolazione…

    E ci sarà pure chi gli compre il libro appena uscito,e soprattutto milioni di elettori che gli daranno fiducia,nonostante la figuraccia epocale datata 4 dicembre 2016,gettando la spugna senza che se ne trovi più traccia.

    Non mi stuferò mai di scriverlo “questo è un paese molto strano”.

    da Ivo Serenthà   - mercoledì, 2 agosto 2017 alle 19:52

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