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mag 17

Torto marcio, “io l’avevo detto” e raccontare Milano (e tutto il resto)

TortoMarcopag60Ecco del buon materiale su una cosa di cui si parla sempre quando si presenta Torto marcio e si chiacchiera con i lettori: com’è raccontata Milano? Tu come la racconti? E’ una domanda che mi piace (sì, la narrazione corrente, un po’ ideologica su “Milano capitale morale” è falsa e cieca, oltre che un po’ ridicola), ma anche difficile, perché la città, la società in cui la storia si svolge, non è uno scenario in cartone, è roba viva, vera, che accade veramente, non un trucco narrativo.

Come sa chi l’ha letto, parte di Torto marcio si svolge nelle case popolari Aler intorno a piazza Selinunte, che è un universo a sé. Si parla, nel libro, di un racket di case popolari, di occupazioni controllate da un’associazione a delinquere (nel libro sono calabresi), di disperati che vogliono un tetto sulla testa e che si rivolgono ai delinquenti perché nessun altro glielo dà. Ieri si è conclusa a Milano un’operazione di polizia, proprio in quelle case, in quelle vie, e si è scoperto un racket degli alloggi popolari (erano egiziani, non calabresi…) esattamente identico a quello descritto in Torto marcio.

Io l’avevo detto, insomma. Ma non è questa la cosa importante (lui l’aveva detto, e chissene…). Mi sembra più interessante che si sveli quello che dice, in fondo Torto marcio. Attenti, a pochi metri dalla città scintillante che state raccontando c’è questo. Si legge e si sa solo in presenza di qualche caso di cronaca nera, indagini, arresti. Ma quelli, i dannati della terra che abitano lì, i vecchi poveri, gli immigrati poveri, stanno lì tutto l’anno, tutti i giorni. Le diseguaglianze aumentano (altra coincidenza, l’ha detto ieri il rapoorto Istat, altro caso in cui posso dire io l’avevo detto, non che ci volesse molto, lo diciamo in tanti, da tempo).
Grazie a Repubblica che si è accorta di un libro uscito da poco e che racconta quello che succedeva lì prima che arrivassero legge & giustizia. Ma io lo so, e lo dico: passata la buriana, finite le indagini, tornata la calma, laggiù, alle case Aler di San Siro e ovunque le diseguaglianze mordono la gente, tutto tornerà come prima.

I riflettori torneranno sulle belle vetrine, la moda il design. Milano.

REPMI180517completo

 

2 commenti »

2 Commenti a “Torto marcio, “io l’avevo detto” e raccontare Milano (e tutto il resto)”

  1. San Siro piazza Selinunte, Lorenteggio, Quarto Oggiaro e chissà dove altro: in ogni luogo dove manca l’assistenza “pubblica” e non si difende la legalità. Il bisogno non soddisfatto, l’impunità considerata quasi certa e i delinquenti, gli attivi e gli ignavi. Fatico a riconoscere la città che amavo e tutt’ora amo. E il resto del Paese chissà …

    da Angelo Colli   - giovedì, 18 maggio 2017 alle 17:54

  2. è notizia recente che Moretti, per 3 anni di lavoro e con solo una condanna ottenuta meritatamente, ha altrettanto meritatamente ottenuto oltre 9 milioni di euro di buonuscita. Così giusto per fornire un esempio di diseguaglianza.

    da Sebastiano   - venerdì, 19 maggio 2017 alle 13:53

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