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nov 16

Ecco il vero bipolarismo: da Ken Loach a Marchionne

301116Negli angoli più sperduti della galassia, nelle visioni paradisiache che ci porterebbe una vittoria del Sì e nelle speculari tradegie che, inevitabili, accompagnerebbero la vittoria del No (pensate al disastro, fallirebbe Banca Etruria! Mon Dieu!), i narratori renzisti stanno facendo un po’ di casino con il Pantheon.

Ci siamo fatti due risate con Renzi che si appropriava di Sant’Agata (vergine, martire, e sostenitrice del Sì già dal Terzo secolo), ma quello dei testimonial involontari, arruolati en passant, con una citazione, un filmato, una suggestione di impianto sentimental-romantico, comincia ad essere un pozzo profondo. Non si trasecola tanto per la costruzione di un sistema valoriale basato sugli esempi (lo fanno tutti), ma per la distanza siderale tra quegli esempi (che parlano al cuore, all’appartenenza, alle radici) e la realtà. Per capirc: citare Don Milani e fare una riforma della scuola come quella renziana è come predicare una vita sana e morigerata facendo il capo del cartello di Medellin. Un equilibrismo pericoloso e, a lungo andare, ridicolo.

Ultimo esempio, la citazione-videoclip di Eric Cantona, mito del calcio maledetto, attore, provocatore di genio, in qualche suo bislacco modo leader progressista. Renzi, in tour a Bologna, mostra un video tratto dal film di Ken Loach sul calciatore francese. E sottolinea quello che Cantona dice, nel film, al suo ammiratore: “Devi fidarti dei tuoi compagni”. Video riciclato, già usato in luglio a una direzione del Pd, quella volta per rubare un’altra frase di Cantona: “L’importante non è il gol, è il passaggio”, e quello del referendum è un passaggio, eccetera eccetera (aggiungere a piacere).

E’ evidente il problema di assestamento tra l’immaginario evocato e il reale. Se celebri Cantona come un pezzetto della tua formazione, un angolino di genio sregolato ribellista e di sinistra come tuo riferimento (tweet commosso di Filippo Sensi), non puoi invitare a cena a Palazzo Chigi Tony Blair. Scegliere: se ricordi commosso Berlinguer, non puoi correre ad abbracciare Marchionne. Celebrare Ken Loach in un discorso pubblico dopo aver detto cose assai offensive sul sindacato i corpi intermedi (vecchi, barbogi, il gettone del telefono, eccetera eccetera) crea una specie di stordimento, come minimo un disorientamento: insomma, porca miseria, dobbiamo stare con i minatori o con la Thatcher? Con i risparmiatori o con JP Morgan? Con i ragazzi che pedalano nella notte per portarci il sushi o con i dinamici startupper che li pagano due euro a consegna? Il dilemma si risolve così: l’adesione sentimentale, il tributo emozionale, la lacrima vanno ai primi, la politica , le decisoni e l’impianto ideologico guardano ai secondi. Una politica di destra, non a caso sostenuta e benedetta dai padroni del vapore (da Confindustria alla grande finanza), confezionata con ammiccamenti al vecchio, ormai quasi gozzaniano, cuore di sinistra.

Il partito della Nazione che si affermerà in caso di vittoria del Sì ha già fatto le sue prove generali sull’impianto emotivo del paese, usando come cavia l’elettorato del Pd. E’ una specie di “liberi tutti ideologico”, che permette ogni cosa, che allenta ogni freno. A distanza di poche ore si può andare in pellegrinaggio dal capataz cosentiniani in Campania e celebrare Ken Loach e Cantona, tagliare cinquanta milioni per le cure a chi vive vicino all’Ilva di Taranto, dire arditamente che si rimedierà in Senato, e un minuto dopo ribadire l’inutilità del Senato. Vale tutto, insomma, commuoversi per la sorte degli schiavi e andare al ricevimento con lo schiavista, tifare per il fagiano mentre si carica la doppietta. Chi ancora casca in questo giochetto, chi si piega a questa schizofrenia cinica e calcolata, ha già in tasca – peggio, in testa – il suo partito della Nazione.

10 commenti »

10 Commenti a “Ecco il vero bipolarismo: da Ken Loach a Marchionne”

  1. Franza o Spagna, purchè se magna….

    da Eparrei   - mercoledì, 30 novembre 2016 alle 09:28

  2. in passato
    ho considerato ‘nemici politici’
    tutti i partiti dalla DC verso destra;
    poi ho aggiunto il PSI di Craxi

    successivamente
    ho avversato ancor più
    tutti i partiti dell’area politica capeggiata da Berlusconi

    ma il massimo del DISPREZZO, dello SCHIFO,
    è quel che provo, oggi, per il PD

    PD = Partito Distruttore

    — della Costituzione
    — dello Statuto dei Lavoratori
    — della Democrazia, tout-court (“italicum”…)

    perciò

    dico addio

    a chi crede che ‘basta un sì’…
    a chi crede alle slides ciarlatane…
    a chi crede agli slogan sul futuro…
    a chi segue i cinguettii di aria fritta
    a chi crede in parole ormai vuote
    (cambiamento, riforme…)

    dico addio

    ai sedicenti democratici ‘progressisti’,
    per me pecoroni…
    pecoroni seguaci di bèceri capitalisti, di massoni piduisti…
    pecoroni lettori di quotidiani di proprietà di bèceri capitalisti
    (‘La Repubblica’ il più ‘tòssico’ di tutti)

    dico addio

    a tutti questi pecoroni,
    ‘servi di partito’,
    ‘servi dei politici al potere’…
    pecoroni privi di Etica e di Libero Pensiero

    dico addio

    a chi non si è espresso in difesa della Costituzione

    dico addio

    a questi codardi,
    meritevoli di un posto nel ‘girone degli ignavi’ dell’inferno dantesco

    da giovanni   - mercoledì, 30 novembre 2016 alle 09:38

  3. Il tipico scienziato politico del cambiaverso della volta buona che basta un si ascolta Sprinsteen e vorrebbe mettere i Sindacati fuori legge.

    da frank   - mercoledì, 30 novembre 2016 alle 10:45

  4. Va tutto bene,un pizzico di qua,un altro di là,è la cosiddetta politica di “sx” dei rottamatori.

    Ho già scritto del mio NO domenica,e so del vantaggio che ha tramite i sondaggi questa scelta,ma non mi sorprenderei più di tanto dovesse affermarsi il contrario,i timori che hanno sparso nelle ultime settimane potrebbero convincere molti,e in questo caso avremmo il nuovo imperatore per molti anni.

    Sempre sperando di poter brindare dopo lo spoglio,poiché la cosiddetta accozzaglia,effettivamente fastidiosa pur essendo un referendum,da lunedì porterà farina al proprio mulino,come ovvio che sia.

    da Ivo Serentha   - mercoledì, 30 novembre 2016 alle 11:20

  5. Un altro vero bipolarismo: credersi di sinistra e fare da scendiletto al qualunquismo a cinque stelle. In questi tempi folli e faziosi, nè con il PD nè con il M5S. E nemmeno con chi si indigna sempre e soltanto guardando in un’unica direzione. Se poi l’indignato a senso unico è un giornalista verrebbe voglia solo di tirare lo scarico

    da Alexios   - mercoledì, 30 novembre 2016 alle 12:31

  6. E’ difficile dire quanto sono d’accordo senza sembrare eccessivo.

    Quindi aggiungo che mi piacerebbe proprio vedere Cantona che prende le distanze dagli agit-prop renziani, tipo Guccini, così insomma:

    https://www.youtube.com/watch?v=wyfPlB9jZGE

    da david   - mercoledì, 30 novembre 2016 alle 18:03

  7. Renzi ed i renziani sanno stare al mondo … Con Marchionne ascoltano, con la gente parlano.

    da Marco da Zurigo   - giovedì, 1 dicembre 2016 alle 12:48

  8. Ragazzi, ormai ci siamo… Conoscere per deliberare diceva Luigi Einaudi. Se si toglie il voto al popolo, il popolo non conta nulla e qualora volesse ugualmente informarsi e decidere secondo il disposto dell’art. 1 della prima parte della Costituzione non potrà farlo in base al cambiamento proposto e portato avanti dal nostro attuale Governo (Art. 1: ‘Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione). Visto l’impegno del premier e dei media a lui sottomessi è infatti palese che il parlamento nel merito è stato di fatto posizionato in secondo piano. Pensiamoci bene, facciamo i confronti, verifichiamo se la modifica di 47 articoli della nostra Carta porterà effettivamente dei benefici alla vita nostra e all’intero Paese oppure se favorirà esclusivamente l’altra finanza del becero capitalismo di oggi (diamo in proposito un’occhiata ai personaggi che sono per il sì)… e soprattutto andiamo a votare.

    da Vittorio Grondona   - venerdì, 2 dicembre 2016 alle 12:49

  9. Inserisco il personale commento appena postato sul Fq online,dall’articolo di Luisella Costamagna

    http://www.ilfattoquotidiano.it/premium/articoli/una-storia-italiana-parte-seconda/

    Al netto delle falsità che hanno sparso in tutto questo tempo e le disastrose paure che hanno infuso,è mancata solo l’invasione delle cavallette,ma solo perchè siamo a dicembre non l’hanno adombrata,la pessima riforma che vorrebbero far passare è appoggiata da una sola forza politica o poco più,inutile citare chi conta praticamente nulla,dall’altra parte la cosiddetta “accozzaglia”,che va dall’Anpi sino ad arrivare alla destra più profonda,da un po’ fastidio ma che ci possiamo fare è un referendum,da lunedì ognuno andrà per la sua strada come sempre è stato.

    Sulla carta cara Luisella non ci dovrebbe essere partita sull’esito della riforma,al contrario se lunedì la riforma Boschi & Verdini godrà della maggioranza degli elettori,ci saranno due considerazioni importanti da fare,la prima che hanno fatto un ottimo lavoro,nonostante tutto,la seconda che come al solito gli italiani pur non avendo simpatie per il toscano,si sono fatti convincere dal solito imbonitore a cui siamo abituati da molto tempo.

    E sarebbe la parte più avvilente dopo aver vissuto vent’anni col caimano,il nuovo imperatore lo incoronano proprio loro.

    P.s.

    Prima di domenica potrebbe ancora servire!

    da Ivo Serenthà   - venerdì, 2 dicembre 2016 alle 22:52

  10. Per Daniele. Può anche darsi che ci sia del vero in quello che dici. Ma contesto una cosa. Il popolo “aizzato”. Ma da chi? Come? in sei mesi di campagna referendaria il popolo è stato “aizato” dalla matina alla sera. Tuti i media erano per il sì, REnzi è stato in televisione il doppio di Silvio dei tempi d’oro. E un’altra cosa: non si vota una modifica così masiccia della Costituzione pensdando a chi resterà o non resterà al governo. Ma siccome è andata così, chiediamoci di chi è la colpa, chi ha detto “o me o il diluvio”?

    da Alessandro   - martedì, 6 dicembre 2016 alle 17:10

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