Alessandro Robecchi, il sito ufficiale: testi, rubriche, giornali, radio, televisione, progetti editoriali e altro
 
mer
16
nov 16

Matteo transformer con teletrasporto: le dritte di Jim Messina

fatto161116Eh, dici bene, stargli dietro, ma come si fa! Passato in un nanosecondo dallo sventolìo europeista di Ventotene a togliere le bandiere dell’Europa dalla scenografia, asceso da rottamatore a establishment, poi da responsabile statista ad alfiere antisistema, Matteo Renzi pone un nuovo problema politico all’Italia. Non il trasformismo – roba vecchia – ma il trasformismo col teletrasporto: fulmineo, istantaneo. Stupisce che i giornali non pubblichino le previsioni del Renzi, cose tipo: domani un po’ populista con venature anti-casta, schiarite nel pomeriggio, statista europeo dopo cena, a nord-ovest, con cirri costituzionalisti sopra i mille metri.

Dopo accurati studi statistici, il Fatto Quotidiano, in collaborazione con l’istituto Zelig, è in grado di anticipare le prossime strabilianti trasformazioni del nostro primo ministro anti-casta.

Matteo esistenzialista – Secondo Jim Messina il sì può recuperare lo 0,4 nel quartiere della Sorbona e tra gli avventori del Café de Flore, a Parigi. Matteo si presenta con un girocollo nero, una giacca stazzonata e sigarette francesi. Bevendo un pastis, assicura che Simone de Beauvoir avrebbe votato sì di sicuro, peccato che non sia qui a dircelo di persona. Ospite di Fabio Fazio, canta un pezzo di Juliette Gréco.

Matteo trumpista – Recuperare il voto degli italiani del Maryland, del Montana e del Wyoming è possibile, dice Jim. Matteo si presenta da Maria De Filippi a bordo di una Cadillac di sedici metri e dice che se vince il sì caccerà dall’Italia tutti i messicani (che sono dodici, tra cui due gemelli e una centenaria). Mostra la sua colt placcata oro e annuncia che sarà presente alla finale di Miss Bastaunsì, a Recoaro Terme.

Matteo rasta – Uno 0,3 recuperabile tra gli italiani che vivono in Jamaica, più un possibile 0,2 di amanti del reggae, dice Jim. Matteo coi i dreadlocks tiene un commosso discorso contro il caro-cartine e promette, ospite di Vespa, che se vince il sì tutti avranno ottanta euro di filtrini in omaggio. Ira di Giovanardi.

Matteo nazionalista – Generali in pensione, colonnelli a riposo, attempate crocerossine dismesse. Secondo Jim c’è uno 0,8 per cento che si può recuperare facilmente cavalcando battaglie popolari, come la presa di Fiume o Nizza italiana. Da Lilly Gruber si presenta a cavallo. Promette che se vince il sì gli schioppi ad avancarica saranno sostituiti con modernissimi fucili della prima guerra mondiale (questo, secondo Jim, vale un recupero del 2,4 tra gli elettori che abitano sul Carso)

Matteo castrista – Ingannato dal ministro Martina sulla redditività della monocoltura della canna da zucchero, si presenta in uniforme e basco rosso a una toccante cerimonia, che ha conclude con un “Sì o muerte”, puntando al voto della comunità italiana all’Avana. Poi, in diretta da Barbara D’Urso, annuncia la nazionalizzazione delle banche. Tutte tranne una, ché ci sono problemi di successione.

Matteo futurista – Zang! Zang! Bzzzzz! Tra i giovani poeti italiani il tasso di disoccupazione si aggira intorno al 99 per cento (uno fa il panettiere). Ospite del segnale orario, Matteo Renzi si rivolge a loro e declama alcuni versi di sua produzione “La Ue non si deve solo commuovere / Si deve muovere”. La serata è un successo anche se viene “locomotivamente fischiato” (cfr. Marinetti). Jim dice che si può recuperare il tre per cento tra quelli che odiano i poeti.

Matteo populista – Secondo Jim Messina si può recuperare un poderoso 8,8 per cento tra tutti gli elettori che si sono addormentati nel 1998 e svegliati ieri. Matteo tuona contro le banche, le multinazionali, il dollaro, l’euro, le scie chimiche e i semi transgenici. Poi fa un milione di promesse spericolate. Entusiasmo nell’entourage: “Pazzesco, Matteo, sembravi te stesso”

4 commenti »

4 Commenti a “Matteo transformer con teletrasporto: le dritte di Jim Messina”

  1. Siamo sempre stati voltagabbana e molto attenti al vento che cambia,almeno diffusamente,rammentando il periodo per eccellenza di tutto ciò,ovvero tra il 1940-45.

    Lui,in questo momento,ne è il massimo artefice,ottima fantasia preventiva,ma a volte la realtà supera la fantasia,potrebbe stupire anche lei,caro Alessandro!

    da Ivo Serenthà   - mercoledì, 16 novembre 2016 alle 13:03

  2. molto bello, le promesse sono quelle che hanno più seguito, non costano niente, le fai e poi te le dimentichi, chi le ascolta ci crede, e fin niente di male, ma cicrede anche la volta dopo quando le prommesse sono rimaste tali, amaramente si può dire che ha poca fantasia, potrebbe promettere molto di più.

    da Marco   - mercoledì, 16 novembre 2016 alle 14:57

  3. E’ la velocità che lo frega. Ne spara un’altra prima che la gente abbia avuto il tempo di dimenticare quella precedente. Non conosco infatti uno che si sia screditato così velocemente come Renzi. Secondo me come personaggio se ne può parlare già al passato: ci mise la faccia….

    da Eparrei   - mercoledì, 16 novembre 2016 alle 18:18

  4. caro Alessandro
    Nonostante il tono ironico, tutte le versioni che proponi del bomba di Rignano sono, oltre che spassose, più che verosimili.

    Non fosse che, da quel garrulo, ottimistico, bene augurante tweet della sera dell’8 novembre, in cui sosteneva fiero che i primi dati in Florida erano di buon auspicio per Hillary…

    Di jim messina si sono perse le tracce. ;-D

    da degiom   - lunedì, 21 novembre 2016 alle 12:56

Lascia un commento