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Casa Bianca, missione compiuta: Obama dice sì (Renzi chiedeva il sale)

fatto191016Alla fine c’è riuscito. Matteo Renzi, a tarda sera, provato dalla giornata ma indomito e sovreccitato per tutta la cena è riuscito a far dire sì a Obama. A tradimento, fingendosi sovrappensiero gli ha chiesto, “Scusa Barack, mi passi il sale?”. E quello: “Sì”. Missione compiuta.

Lo sbarco a Washington della pattuglia italiana – meno numerosa di quella dei nostri soldati in Lettonia, o in Libia, o di quelli che combattono a Mosul – è stato assai seguito e celebrato. Una specie di apoteosi, con Matteo che sostiene Hillary, Barack che sostiene Matteo, e Matteo che sostiene Benigni, appesantito dal piatto di lenticchie. Le eccellenze italiane sono state esibite, due registi premi Oscar, il grande stilista e la giovane campionessa disabile, la scienziata, la sindaca eroe (non è un modo di dire) di Lampedusa, la direttrice del dipartimento del design (vanto italiano ma museo americano, il Moma, roba buonissima), più il capo dell’anticorruzione Cantone. Insomma una specie di Bignami dell’Italia come la vede Matteo: fantasiosa e divertente, ma anche con capacità scientifiche, tenace e fresca come la giovane schermitrice Bebe Vio, ma anche manageriale e colta, creativa e, ovvio, elegante. Insomma, l’orgoglio. Ma anche il grande problema geopolitico delle migrazioni umane (Giusi Nicolini e la sua frontiera di mare) e sì, sì, va bene, lo sappiamo che c’è un po’ di corruzione, ma ci stiamo lavorando (ed ecco Cantone, oplà! Magari è uscito dalla torta).

Il manuale Cencelli delle eccellenze serve essenzialmente ad accreditarsi come buon alleato e, qui da noi, a mostrarci il magico mondo dell’Italia che dice Sì, un Mulino Bianco delle farine migliori, un po’ di retorica del Belpaese, il “ce la faremo” e tutta la prosopopea del nuovo contro il vecchio, del futuro contro il passato, del veloce contro il lento, del bonus contro i diritti. Tutto lustro, pulito e levigato come in un’inquadratura di Sorrentino.

Naturalmente non si pretende che un Presidente del Consiglio in visita ufficiale faccia della sociologia e si porti appresso una reale rappresentanza del suo paese. Pensa che imbarazzo le presentazioni con Michelle: “Questo è Fabrizio Corona, italian bad boy, occhio all’argenteria, eh!”. Oppure: “Questo è il fratello del ministro dell’Interno… tranquilla, non chiederà dov’è il bagno, si porta il suo”. O ancora: “E questo è il bambino più fortunato del mondo: ha schivato il controsoffitto della scuola per ben tre volte!”. E non staremo qui a dire delle altre rappresentazioni dell’Italia reale, magari pescando dalle cifre della Caritas diffuse proprio mentre l’Air Matteo One prendeva il volo: i poveri triplicati in sette anni (ora sono 4,6 milioni), o il fatto che moltissimi siano giovani. O ancora che si impennano voucher e neo-finte partite Iva.

Insomma, va bene l’orgoglio e va bene pure la propaganda. Lo spot americano avrà forse i suoi effetti, Renzi andrà a parlare di soldi in Europa con ancora calda la pacca sulla spalla di Obama, e tutti i media italiani faranno oh! di ammirazione. Il paese reale si ostinerà a restare reale, e anzi, trovandosi in gran parte a fare i conti del pranzo con la cena, guarderà al galà americano come a una cosa assai distante, una fiction a sorpresa, che può virare verso Hollywood come verso la commedia, una recita quasi ostile nella sua siderale lontananza. A raccogliere onori esibire la sua idea di Italia – una specie di Fantabosco delle eccellenze – lo stesso premier che qualche giorno prima, alla Camera (a Roma, non a Washington) difendeva i bassi salari italiani come elemento di competitività, come attrattiva per capitali esteri: venite qui che costiamo poco. Insomma, scintillante Italia là, alla casa Bianca; Italia in saldo per chi cerca mano d’opera a basso costo qui. Il sogno e la realtà.

11 commenti »

11 Commenti a “Casa Bianca, missione compiuta: Obama dice sì (Renzi chiedeva il sale)”

  1. Con l’ultimo consiglio del Nobel della pace di alcuni anni fa,ora ho le idee più chiare,stavo vacillando con il si alla riforma della costituzione più bella del mondo,almeno quella che raccontava alcuni anni fa,poi che dire di quel fuggente si del pibe de oro.

    Davvero non se ne può più di fare i bastian contrari,metterò nel ripostiglio anche la sovranità dell’Italia,quella anche i lapponi non gliene può fregare di meno,e con le renne al seguito consigliano la meravigliosa riforma di Boschi&Verdini.

    Aspetto con trepidazione anche gli endorsement di Vanna Marchi e Fabrizio Corona,e mi recherò alle urne il 4 dicembre per votare No.

    Ho capito tutto vero?

    da Ivo Serentha   - mercoledì, 19 ottobre 2016 alle 10:37

  2. Ok,dammela tu allora una soluzione ai problemi dell’Italia caro Robecchi. Sai a parlare, a blaterare, a criticare so boni tutti,poi a governare si sà è un altro paio di maniche e tu con la tua intelligenza dovresti saperlo,ma chissa’ perchè fai finta (come tutta la vecchia sinistra italiana spocchiosa,borbottante e rancida) di non saperlo.
    Se non governa Renzi,governeranno i 5stelle (ti piacciono questi??),o la Lega con Berlusconi!!! E’ questo che vuoi,è questo che volete???

    da massimo barbieri   - mercoledì, 19 ottobre 2016 alle 10:40

  3. Ditegli a Barbieri che se dovesse vincere il No,non succede la fine del mondo,Renzi potrà essere sostituito o rimanere,e poi democraticamente gli italiani decideranno,finalmente,da chi farsi governare.

    Se gli è piaciuto in questi due anni,tutto ciò che avrebbe voluto fare il caimano,continui così,la democrazia trionfi!

    da Ivo Serentha   - mercoledì, 19 ottobre 2016 alle 10:52

  4. Oh, caro Massimo, mi spiace, non funziona così. Chi governa si assume onori (il soufflé ala Casa Bianca) e oneri (essere criticato se fa cose che non vanno). Chi sfugge a questa regola di solito cerca di evitare gli oneri. Il “provaci tu” è sia filosoficamente che tecnicamente una cazzata. In più, non è che non si fossero dette certe cose. Quando la CGIL diceva: occhio, spendere 20 miliardi per incentivi all’occupazione con il jobs act è inutile e rischioso e oltre a cancellare diritti non porterà grandi frutti (che era una notazione sensata e, come si vede oggi, molto veritiera), il ragazzotto rispondeva prendendoli in giro (siete vecchi, il gettone del telefono, ecc. ecc.). Oggi i numeri danno ragione a quella vecchia sinistra (“spocchiosa, borbottante e rancida”, complimenti per il nervosismo) e torto ai modernisti smart che hanno buttato nel cesso 20 miliardi (nostri) per coniugare propaganda e una legge orribile. Vale anche per la scuola e per (quasi tutto) il resto. Sì, io guardo le cose e le critico, oltre che il mio lavoro è un mio diritto e credimi, la zuppa del “Se non Lui chi?”, quella sì che è rancida. Anche Monti sembrava l’ultima spiaggia e poi ne vennero altre. Su, su, il ragazzo ha una buona parlantina, da promotore finanziario, ma non è capace, si circonda di yes men mediocri, ubbidisce un po’ troppo a Confindustria e come risultato basta guardare i dati economici (quando Poletti non li fornisce falsi). Nel 2007 i poveri in Italia erano 1,8 milioni. Oggi sono 4,6 milioni. In questi nove anni per due e mezzo ha governato Renzi, e la tendenza non si è invertita, anzi, le diseguaglianze sono cresciute. Naturalmente non voglio Berlusconi (leggi quello che scrivevo di lui, a differenza di Renzi io non ho fatto patti con Berlusconi… è lui che è suo amico, non io), ma le politiche di Berlusconi sono ancora tute lì, oggi hanno nomi inglesi e si travestono da modernità. Se non governa Renzi governerà qualcun altro, sì. Speriamo meglio, non mi sembra ci voglia molto. Anzi, con il debito che cresce, il Pil fermo inchiodato e un paese stanco e diviso, credo che Renzi sia il male, non la cura. Però contro la fede cieca e assoluta (Lui o nessun altro! Dopo di Lui il nulla! Se vince il No moriremo tutti!) non posso fare niente. Auguri, ne riparleremo quando i frutti di questa fede saranno evidenti (a quei 4,6 milioni di poveri, a quelli pagati in voucher, a quelli licenziati grazie al jobs act la cosa è già parecchio chiara). Ma che vuoi che ti dica, è bello avere delle certezze… non si perde tempo a informarsi e a criticare. Un po’ comodo, direi

    da Alessandro   - mercoledì, 19 ottobre 2016 alle 11:03

  5. air Robecchi (Nike) Air Matteo

    da paolo solia   - mercoledì, 19 ottobre 2016 alle 12:46

  6. Renzi promotore finanziario ? magari, vuol dire che capirebbe qualcosa di economia. E’ più simile a Daffy Duck che cerca di vendere spazzole porta a porta. Un (pericoloso) burattino di gente dietro le quinte, naacosta solo per chi non vuol vedere. Prima di diventare “premier”, le cene a porte chiuse ad Arcore.. che si sono detti ? cosa ha avuto in cambio ? l’onnipresenza su mediaset, quando faceva il “rottamatore” del PD e dovevano favorirgli la scalata ? (per quanto il PD non è che desse molto fastidio a Berlusconi). Lo hanno fatto diventare sindaco di Firenze mettendoglio contro.. Giovanni Galli, ex portiere del Milan e Fiorentina, forse non lo hanno votato neanche moglie e figli. Sta realizzando tutto quanto voleva fare Berlusconi.. e che era nel programma di Licio Gelli..

    da Paolo   - mercoledì, 19 ottobre 2016 alle 13:00

  7. Renzi ad Obama “Noi di queste eccellenze in Italia ne abbiamo tanti … e specialmente costano poco !”
    Quando il sogno diventa realtà …

    da Marco da Zurigo   - mercoledì, 19 ottobre 2016 alle 15:19

  8. il dilemma del fan: si può essere contro il proprio idolo? io non ho mai bestemmiato contro la mia trinità (Michel+Ale+Zizou) ma venendo a argomenti più terreni…

    xché a me il ra’azzo nun garba punto, ma le conclusioni del mio amato Alessandro mi sembrano parimenti poco corrette

    sì un altro a governare si troverà pure, facciamo di sì; spero anch’io non Raggi o DiMaio, x incapacità ormai assodatamente leggendaria. Ma anche l’ottimo Letta (non scherzo) o Bersy l’apostolo cambierebbero granché: dopo vent’anni di mancata elaborazione socio-cultu-eco, le radici fondanti della parte politica cui ci si ispirerebbe sono molto indebolite e difficilmente rappresentabili

    in questo contesto, la parte peggiore del ragazzo avrà anche dileggiato chi non è d’accordo con lui (i sindacati) che peraltro per conto mio non è così affidabile al giorno d’oggi, sempre in ragione della mancata elaborazione; ma qualcosa di buono lo ha tentato, e qualcosa di nuovo pure, oltre a gestire con una certa capacità delle crisi oggettivamente complesse

    tutto bene madama la marchesa? no. Però il pezzo di oggi va bene come satira, e lo apprezzo; non va bene come pezzo di alternativa politica, se mi posso permettere. Xché al problema della crescita dei disoccupati (orribile) non propone una soluzione, qualunque sia; invece, lo utilizza come mera certificazione del fallimento politico.
    lo dico meglio: l’articolo, mi era piaciuto; il commento scritto qui, facendo venire meno la parte satirica e virando troppo sul serioso, ha reso il pezzo stesso meno efficace

    sono pronto alle osservazioni da parte del mio idolo Alessandro. anche ove fossero una reprimenda

    con immutata stima

    da glk   - mercoledì, 19 ottobre 2016 alle 16:09

  9. Mah, se dobbiamo stare ai risultati, direi che trovare un’alternativa a Renzi non dovrebbe essere un problema: peggio di così è difficile. Quanto al sindacato, sì, certo, non sembra entusiasmante, ma restando al merito: quando ha detto che spendendo meglio venti miliardi invece di regalarli alle aziende sotto forma di decontribuzione (che peserà sulle pensioni future, ovvio) si sarebe creato più lavoro non aveva torto per niente (e comunque si poteva rispondere nel merito invece di fargli il discorsetto del gettone del telefono). Poi ovviamente (e questo vale quasi sempre) non spetta a me indicare alternative politiche: io guardo, osservo e cerco di cogliere assurdità che di questi tempi colgono in pochi. Dopodiché sul tema della disoccupazione (per esempio) sì, qualche alternativa ci sarebbe stata: con 30 miliardi di euro (10 del bonus da 80 euro + i 20 del jobs act) un piccolo (mica tanto) new deal (le scuole che crollano, i piccoli cantieri, i mezzi pubblici…) si sarebbe fatto e avrebbe creato più posti di lavoro e risolto qualche problema al paese (più del ponte sullo Stretto, diciamo).
    Però non voglio svicolare: il commento qui è dovuto al fatto che la satira non viene mai (quasi mai) riconosciuta come tale e spiegarla è la cosa peggiore che si possa fare (ok, ogni tanto ci casco). E’ che trovo ridicola (quella sì: ridicola e spaventosa) la fideistica fiducia in un leader che fin’ora non ha portato a casa niente (ah, sì, le unioni civili che abbiamo fatto sennò l’Europa ci faceva il culo), con il grottesco argomento che lui è il meglio che abbiamo. Ma il problema è che con Renzi il confine tra caricatura e originale è labile. Piccolo esempio (puoi controllare facilmente): spesso gli annunci sono roboanti e spaventosi: 20 miliardi per la scuola! Dieci miliardi per questo! Tre miliardi per quello! Poi vai a vedere e trovi che la metà era già stanziata, il resto sono chiacchiere, e fin’ora si sono spesi undici milioni, e magari male. Ecco cosa intendo: non credo si possano fare politiche serie se si dicono solo cialtronate. Un marito così (“Ti regalo un anello di diamanti!”, e poi si presenta con un cerchietto di latta) non durerebbe una settimana, mentre qui gli si perdona tutto, anche errori clamorosi e marchiani (la buonascuola, il jobs act, i salvataggi di certe banche di amici degli amici…). Certo, è un paese a cui i fanfaroni piacciono (Alberto Sordi, il Gassman de Il sorpasso… tradizioni anche nobili e grandiose, e altre più umilianti, come Silvio buon’anima)… però io credo anche un’altra cosa. Che proprio perché le crisi non sono facili (verissimo, non lo sono), l’atteggiamento da spaccone, l’insulto sistematico, l’arroganza esibita, il ridicolizzare gli avversari, si rivelerà controproducente per lui (e chissene) e per il Paese (questo è male). Basta vedere come tanti suoi sostenitori si siano allontanati all’inglese (insultati e sbertucciati alla prima critica) e i suoi più accaniti tifosi sembrino sempre più troll frustrati e nervosetti: la marcia trionfale non era trionfale per niente, come io ho sempre sostenuto (qui c’è l’archivio). Per ultimo (chiudo) la tiritera del moderno/nuovo/vincente (puro Craxismo metà anni 80) è scivolosa. Dire “Fare una riforma è meglio che stare fermi” è una cazzata grossa. Intanto perché nessuno pretende di stare fermo (anzi! io vorrei tanto una nuova legge elettorale, ma non ‘sta porcata dell’Italicum), e poi anche perché vietare il divorzio, introdurre la pena di morte o abolire i limiti di velocità sarebbero riforme, ma non per questo le vogliamo, giusto?

    da Alessandro   - mercoledì, 19 ottobre 2016 alle 16:42

  10. Ah, sorry, aggiungo una cosa (leggo solo ora le polemiche su qualche deficiente che ha insultato online la giovane schermitrice): non c’è una riga contro le persone che Renzi si è portato a Washington, non è di quello che si parla, ma delle differenze siderali tra un paese che ha più che triplicato i poveri in nove anni e un leader che delira di “Grande potenza culturale” e di “Sesta potenza industriale”. Tutto qui. Non capire una cosa così chiara (non parlo di glk) è solo malafede (o peggio: fiducia cieca e assoluta, purtroppo non muta)

    da Alessandro   - mercoledì, 19 ottobre 2016 alle 16:49

  11. Un po’ OT ma neanche tanto,
    capisco il bisogno di spersonalizzare il referendum, ma i Masai non è un po’ troppo ?!

    da david   - giovedì, 20 ottobre 2016 alle 09:45

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