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L’amante? Cara, scusa, non capivo la mail

fatto080916E’ una questione di vie di mezzo, anche quando si inventano delle scuse. Tra “La drammatica situazione internazionale mi ha impedito di occuparmi della questione” e “Maestra, il gatto mi ha mangiato i compiti” ci sono infinite sfumature, anche di stile. Quindi non si può che ammirare il “Non ho capito la mail” di Luigi Di Maio, che alza un po’ l’asticella nella nobile arte delle scappatoie in forma di pietosa bugia. Non l’ho ricevuta. E vabbé, son buoni tutti. Non l’ho letta, ci sta pure questo. E’ finita nello spam, ottima attenuante. Ma “non l’ho capita” è davvero osare molto, trattandosi di un presunto, possibile futuro premier. Ah, c’era un cessate il fuoco? Scusate, non ho capito la mail. Non proprio rassicurante.

Ma se usciamo dai trucchetti della poltica e torniamo umani (peggio: uomini) non possiamo che apprezzare il gesto atletico della balla più scema del mondo. Cara, posso spiegarti tutto, non ho capito la mail. Buono per fidanzate nervose, padroni di casa che sollecitano il saldo, creditori in genere, suocere invadenti, seccatori. Dopotutto cosa vogliamo da una scusa? Che giustifichi una mancanza, va bene, ma anche che induca alla pietà coloro a cui la raccontiamo. Ecco, “non ho capito la mail” è perfetto: ci si assume la colpa come se si dicesse, “Scusa, hai ragone, sono un cretino, spiegamelo meglio”, il che ammanta tutto di una sincerità ai limiti dell’autolesionismo. Il destinatario della scusa (nel caso specifico: tutti) dovrebbe esser mosso a pietà e compassione. Grazie a Luigi Di Maio, schiere di mariti, amanti, debitori, gente indietro con le rate, potrà appellarsi a questa specie di Primo Emendamento. Sì, sì, ok, lo sapevo ma non l’ho capito. Ed è anche un monito per il futuro, una specie di avviso: se scrivete una mail a Di Maio, scrivetela semplice e chiedete una risposta di due parole: “Ok, capito”. Non si sa mai.

5 commenti »

5 Commenti a “L’amante? Cara, scusa, non capivo la mail”

  1. Ma viste le statistiche, almeno il 70% degli italiani non potrà fare a meno di immedesimarsi…..

    da Eparrei   - giovedì, 8 settembre 2016 alle 09:51

  2. La mail non l’ha capita, va bene. Ma il telefono dove si sente la voce che ti spiega lo hanno inventato da un bel pò. Possibile che la Taverna o chi per esso non abbia MAI fatto una telefonato al “nostro futuro presidente del consiglio” per spiegargli dell’indagine in corso?

    da Michelemà   - giovedì, 8 settembre 2016 alle 11:06

  3. così da essere intercettata??? sono furbi questi grillini!
    Io, comunque, avrei preferito l’invasione delle cavallette. Ever green

    da chiara   - giovedì, 8 settembre 2016 alle 11:49

  4. Il commento che ho scritto l’altro ieri vale ancora,non si diventa dei professionisti della politica,nel senso buono della definizione,tramite una scelta tra pochi con dei mi piace su YouTube.

    Sebbene lo sceriffo di salerno risulti insopportabile,su Di Maio ha colto nel segno.

    Mi auguro che dopo la “benedizione” del guru genovese di ieri sera,anche se i dubbi rimangono colossali,ora la Virginia possa lavorare,me lo auguro per i cittadini romani,per le politiche del 2018 c’e’ tempo per riflettere.

    da Ivo Serentha   - giovedì, 8 settembre 2016 alle 12:00

  5. Voilà! L’ha promesso ufficialmente lui, collaborerà con Roma. Sindaca Raggi stia dunque serena. Renzi ha solo una parola e sappiamo tutti che ha, soprattutto per i deboli di memoria, l’abitudine mediatica di mantenerla. E poi, mannaggia a chillo vento che ha posato sul tavolo del Messaggero una copia della mail di Paola Taverna con la quale è stato incastrato Luigi Di Maio. Se le mail sono davvero così volatili, sarà forse meglio ritornare alla vecchia salutare corrispondenza cartacea. Un prudente consiglio, cambiamo spesso la password della nostra posta elettronica. Non si sa mai, l’occhio del Grande Fratello sbircia ovunque, anche in politica. Non c’è democrazia, privacy o libertà che tenga!

    da Vittorio Grondona   - giovedì, 8 settembre 2016 alle 23:04

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