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L’uomo-sandwich di Palazzo Chigi

Fatto080816La pubblicità è l’anima del commercio, il testimonial è l’anima della pubblicità, ma se cercate l’anima del Testimonial siete nel posto sbagliato.

E non c’è oggi in Italia un testimonial più multitasking di lui, Matteo Renzi, che assomma a sé tre cariche importanti: segretario del Pd, Presidente del Consiglio e uomo-sandwich. Olimpiadi? Direzione di partito? Consiglio dei ministri? Tranquilli, lo spot c’è sempre, il brand è esibito, il consiglio all’investimento puntuale. A Rio, giovedì scorso, ha fatto un bel discorsetto benedicendo Pirelli (restauro del Cristo Redentore) e poi facendo i complimenti a Armani (belle le divise), non c’è riunione pubblica in cui non lo si veda maneggiare l’iPhone come un adolescente inquieto. O gioca alla Playstation, o sale sulla nuova Giulia. E poi gelati, macchine per palestra, piumini d’oca, titoli azionari, elicotteri, rubinetti. Manca solo il tonno che si taglia con un grissino e la pasta per dentiere, e poi siamo dalle parti del Testimonial totale.

Come un Fabrizio Corona che si scapicolla da una gelateria di Sondrio a una discoteca di Cefalù, anche Renzi accorre qui e là in veste di sponsor ambulante.

Eataly fu il primo segnale, e del resto è amore antico: quando la direzione del Pd si riunisce a Firenze (gennaio 2014) in un tripudio di nuovismo finalmente trionfante in biciletta (non c’era ancora il megajet), la grande innovazione è il pranzo al sacco di Eataly (tra l’altro: se andavano al ristorante risparmiavano), cosa che tutti notano, scrivono, riprendono e commentano in pensosi corsivi. Il premier smart mangia i panini! Fico! E poi inaugurazioni con tanto di marchio alle spalle, tipo i calciatori nelle interviste. Farinetti ospite fisso alle Leopolde e Renzi che sostiene il brand, un’affinità elettiva conclamata. Farinetti è uno che fa ispirate lezioni dicendo cose tipo: se pensi di trovare parcheggio e sei positivo lo troverai, un ottimismo a metà tra il mesmerismo e il Mago di Oz che è lo stesso di Renzi. Altra affinità tra azienda e testimonial: la prima ha avuto un grosso appalto Expo senza gara, il secondo ha avuto un grosso governo senza elezioni.

Più spesso le aziende servono per agili metafore, subito ricambiate. Nel dicembre del 2014 il setFatto 080816dentro era una direzione nazionale Pd e Renzi faceva l’elogio di Moncler. Il capo dei piumini, Remo Ruffini, rispondeva compiaciuto del parallelo fatto dal premier tra una ditta di giacche a vento e un paese di sessanta milioni di persone: “Sì, l’Italia dovrebbe stare vicino al cliente e creare valore”. Urca! Un programma politico, insomma, o aziendale, che negli anni dell’era renzista fa lo stesso.

A volte il Testimonial fa lo spiritoso. Tipo quando l’Economist lo disegnò in copertina con la Ue che cola a picco e lui che mangia il gelato (agosto 2014). Vade retro, è un gelato confezionato, vergogna. Mentre Lui, il testimonial è per i sani valori contadini, l’alto artigianato, i pistacchi allevati a uno a uno. Insomma, fece arrivare un carretto di Grom nel cortile di palazzo Chigi per farsi fotografare ottimista (ci mancherebbe!) e con un cono “vero”. Del resto Guido Martinetti, patron di Grom, la sua leccatina al gelato l’aveva già data: con Renzi “c’è un linguaggio comune, la stessa velocità, la voglia di andare incontro a nuove strade”. Apperò!

E dunque il testimonial si è mangiato il gelato, ma non è stato l’unico, perché un annetto dopo il gelato di Grom se l’è mangiato la Unilever, multinazionale planetaria, il gelato alle mandorle superlusso allevate con amore lo trovate al supermercato e addio al made in Italy dello spot.

Pazienza, mica tutto può andare sempre liscio, anzi, a volte si scivola di brutto. Tipo il dispiegarsi di amorosi sensi per Marchionne. Il Testimonial adora l’azienda, l’azienda adora il Testimonial, il talento italiano non si discute, anche se di italiano c’è rimasto poco, tra sedi legali e sedi fiscali tra Olanda e Gran Bretagna e ora anche la Exxor che scappa. Insomma, l’Italia è un posto bellissimo, ma non ci terrei la cassaforte, ecco. #Italiariparte, e gli Agnelli prima di tutti: ciao ciao, e il Testimonial ricorda un po’ il Gassman de I soliti ignoti: “M’hanno rimasto solo, ‘sti quattro cornuti”

Eppure l’amore non muore, e anzi il testimonial esagera: il giorno della quotazione Ferrari (gennaio 2015) dice che il titolo appena quotato è “una straordinaria occasione per gli investitori”, anche se poi , in quaranta giorni, perdeva circa il venti per cento. Ops. E anche ora che si è un po’ ripreso sta due punti sotto la quotazione iniziale, non esattamente un investimento “straordinario”. E del resto, un Testimonial così impegnato non può azzeccare sempre il prodotto vincente: consigliare di investire in azioni del Monte Paschi a gennaio di quest’anno era un po’ come consigliare la stricnina come digestivo, e lui l’ha fatto. Comprereste un’auto usata da quest’uomo? Boh, ma sulle azioni di una banca ci penserei due volte.

Ma se l’ottimismo non arriva da solo come nella Weltanschauung renzista e nelle favolette morali di Farinetti, porca miseria, non restano che gli amici. E qui il taglio di nastri diventa apoteosi, il testimonial ce la mette tutta. Eccolo da Technogym (foto su tapis roulant con maglietta aziendale) dell’amico e finanziatore Nerio Alessandri. E poi la Sitael di Bari, che non è un brand noto né un settore glamour (aviazione e aerospazio), per dire come al solito che c’è un’Italia fichissima che funziona, e questo pezzettino qui è del suo amico Vito Pertosa che è un Leopoldo della prima ora, di cui Renzi ha visitato anche un altro sito, la MerMec di Monopoli, insomma, nel caso Bi-testimonial, che fatica. A Napoli, cercando di evitare le defatiganti passeggiate all’aperto, va alla K4A (elicotteri leggeri) di Dario Scaletta, altro amico suo, uno che i rumors volevano renzianamente indicato come sindaco di Napoli. E poi, per dire, la Ads, altra eccellenza e altri amiconi: ad attenderlo c’è Chicco Testa che siede nel Cda e si era già seduto a qualche Leopolda antemarcia.

Insomma, il Testimonial non si lascia scappare nessuna occasione, specie se si tratta di amici, partner, finanziatori di fondazioni e kermesse. Ecco, questa appartenenza aiuta, i compari sono sempre i compari, ma per il resto non c’è grande criterio nella scelta dei prodotti che il Testimonial maneggia. O forse sì, ed è la pubblicità con ritorno politico. Come quando (settembre 2014) per snobbare la finanza dei soliti noti al forum Ambrosetti disse che lui va dove si produce (sottotesto: mica dai torbidi finanzieri!) ed eccolo alle Rubinetterie Bresciane, anche lì però coi soliti noti: i Bonomi padroni dei rubinetti, e il capo in testa di Confindustria Giorgio Squinzi.

6 commenti »

6 Commenti a “L’uomo-sandwich di Palazzo Chigi”

  1. Adesso ad esempio, anche se non vuole, sta sponsorizzando la Scuola Elementare Internazionale di Firenze.

    da david   - lunedì, 8 agosto 2016 alle 08:51

  2. Il discorso comincia così: noi non siamo come quelli che… Probabilmente si riferisce ai gufi del partito cd democratico che ancora gli girano intorno nonostante non vadano d’accordo con lui praticamente su tutto. Non hanno il coraggio di abbandonarlo, almeno per ora. Stanno resistendo fino alle prossime elezioni con la speranza di dare un’altra mano di colla alla poltrona di parlamentare, davvero molto proficua e che può essere tenuta al caldo anche vuota, senza cioè timbrare il cartellino. Tra una sponsorizzazione e l’altra, in fatto di risorse l’Italia è rimasta con i Capitani Coraggiosi. Pensate che in Italia non riesco a trovare una batteria di ricambio per il mio e-book reader, costo dai 4 ai 10 euro. Dovrei inviarlo in Germania dove ha sede la Casa che l’ha prodotto. Niente, non abbiamo più niente!… Fra poco non avremo nemmeno il grano made in Italy… Il nostro uomo-sandwich gira per le spiagge del mondo pubblicizzando le multinazionali e incoraggiando nel contempo le poche industrie che ancora resistono a delocalizzare le loro produzioni… Coraggio, il rferendum è ormai alla portata d’occhio, qundi “bevi acqua Giommy” (vecchia pubblicità radiofonica delle Fonti San Lorenzo di Bognanco (VB – Verbano-Cusio-Ossola – Piemonte). Per dire stiamoci attenti… Cerchiamo di limitare i danni di una nuova Costituzione mangia democrazia. Il nuovo bisogna capirlo… Personalmente non l’ho capito… Evidentemente non lo sanno spiegare alla portata della mia testolina…. Ecco, a me pare che facciano passare la modifica della Costituzione per un tentativo “necessario” (sic) di novità misteriosa. Potrebbe perfino fare la fine del nuovo Capitolo V della stessa Carta di triste memoria che tanti dispiaceri sta recando al fiducioso popolino bue. Pure alcuni pezzi grossi del Partito Radicale stanno facendo propaganda per il “Sì”, ma non sanno dire bene il perché… Tutto generico e per niente convincente. Voglio proprio vedere dove gli eredi di Marco Pannella vogliono arrivare!… (vedi scenetta di Totò e il misterioso picchiatore Pasquale).

    da Vittorio Grondona   - lunedì, 8 agosto 2016 alle 12:29

  3. Tra le tante marche ha dimenticato Rolex e Patek philippe che pare esibisca al polso e gestisca come fossero orologi suoi e non doni allo stato italiano….

    da Eparrei   - lunedì, 8 agosto 2016 alle 15:40

  4. Lo possiamo considerare la “magnifica” punta dell’iceberg del sistema paese,la marchetta double face che se non fai parte della cricca,gli amici degli amici,non produci e non vendi,e se ti va bene rimani di nicchia,ecco perchè in Italia se sei fuori dal famoso detto,che una mano lava l’altra e tutte e due possono sciacquare la faccia,a voglia ad essere più competitivo nel mercato.

    Certamente gli sms da stalker alla povera Fiamingo,messa sotto pressione nella finale spada a Rio,quelli sono serviti allo scopo contrario,anche perchè su cinque incontri nel passato con la spadista ungherese,l’italiana ne aveva già vinti quattro.

    Ma si sa la vetrina brasiliana per rifletterla nella candidatura a Roma 2024,ha fatto si che il testosterone toscano con scappellamento multitasking,toccasse punte quasi mai viste,e con l’attuale prima cittadina capitolina sarà un bel match.

    da Ivo Serenthà   - lunedì, 8 agosto 2016 alle 22:56

  5. Bravo Alessandro, tutto giusto come sempre ma questa volta ti complimento per lo stile. Penso che la palestra della narrativa ti abbia aiutato a crescere. Questo pezzo e’ molto piu’ scorrevole di altri precedenti. Forse siamo al flusso dell’ incoscienza?

    da federico_79   - martedì, 9 agosto 2016 alle 05:59

  6. Ci si potrebbe chiedere chi fa il testimonial per chi, chi lo fa spontaneamente e chi invece deve stare al gioco … Anche Sarkozy faceva qualcosa di simile con i suoi ricchissimi copains … Più riservati i vari Schröder, Blair and other …

    da Marco da Zurigo   - martedì, 9 agosto 2016 alle 11:39

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