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Riace, tre facce di bronzo

Fatto010516Alla ventiduesima fotografia del presidente del consiglio accanto ai bronzi di Riace diffusa dal ministero della propaganda, uno poteva pensare: “Ma guarda, sto Renzi, pure scultore! E anche bravo!”. Invece era l’ultimo taglio di nastro, inaugurazione finale di una cosa in parte già inaugurata (il ministro Bray nel dicembre 2013). Bello davvero, il museo archeologico di Reggio Calabria, a cui si lavora dai tempi di Prodi (e forse per quello contiene anche reperti del paleolitico). Il meglio, però, nella sala principale: le tre facce di bronzo più famose d’Italia, due sul loro piedistallo antisismico, l’altra impegnata nella campagna promozionale del suo governo. Firma del patto per la Calabria con il sindaco di Reggio, Falcomatà, la promessa di strade e treni veloci, il ministro Delrio al seguito, il ministro Franceschini che dice uh che bello, e come dargli torto. E chissà che piacere Renzi nel vedere le vestigia di tutte quelle civiltà rottamate dalla storia, chissà se ha chiesto “Dov’è la teca di Bersani?”.

Ma passiamo alla propaganda vera. La parola che più risuona è il Sì. Bisogna dire Sì, la solita solfa. C’è un’Italia che dice Sì e ancora, maledizione, un’Italia che dice No. Dal discorso non si capisce bene a cosa sì e a cosa no: ai Bronzi? Ai meteoriti? Al Crotone in serie A? Al referendum di ottobre? Insomma siamo la patria dove il Sì risuona e prepariamoci, perché ci attendono mesi di consimili spettacolini per dire che il Sì è bello e il No brutto, vecchio e cattivo. Esercizio già fatto pubblicando sull’Unità astrusi calcoli per dire che i tanti – quasi tutti – costituzionalisti che dicono No alla riforma Boschi sono vecchi (nell’era renzista, un reato federale, a meno che non vi chiamate Napolitano). E il tutto, il giorno dopo che un aitante, giovane e rinnovatore portatore di nuovo come Denis Verdini è entrato nella maggioranza di governo. E così nella sala dei bronzi, le facce di bronzo diventavano quattro: tre presenti e molto fotografate, e una aleggiante come un fantasma in attesa di prescrizione.

Divertente il siparietto della sciarpa del Crotone. Prima la chiede per piacionismo applicato, poi fa il tipo da bar che se ne intende (c’è un tizio di Firenze che gioca nel Crotone e lui lo rivorrebbe indietro). E poi quando la sciarpa gliela danno, torna politico con una rapida derapata, e dice che non bisogna mai cambiare squadra. Dato che il suo governo vive grazie a molti che hanno cambiato squadra confluendo nella sua, il discorso si faceva scivoloso… ops.

Insomma, il “Renzi Porca Miseria Si Vota Tour” ha dato il meglio di sé. Per finire con il tocco di genio: la moratoria sulle polemiche. Parlava della Calabria, certo, ma anche di tutto il resto: “Per i prossimi due anni le polemiche lasciamole ai professionisti della polemica”. Traduzione: io mi prendo Verdini, prendo a pesci in faccia tutto quello che trovo alla mia sinistra, vi faccio ciaone, e adesso… Stop polemiche per due anni! Beh, in quanto a faccia di bronzo persino i bronzi erano ammirati.

8 commenti »

8 Commenti a “Riace, tre facce di bronzo”

  1. ..più che “faccia di bronzo” il Matteo ha la faccia color del bronzo…

    da Carlo Scardovelli   - domenica, 1 maggio 2016 alle 10:38

  2. Ne ho viste e ne ho lette talmente tante,che l’unico interrogativo che non torna,è come l’elettorato dei vecchi e meno giovani pidini possano nutrire simpatie per il cerchio magico toscano,i cosiddetti rottamatori,mi piacerebbe fare un sondaggio sulle motivazioni di costoro.

    Buon 1 maggio che sta finendo,almeno per chi riesce ancora a festeggiarlo

    da Ivo Serenthà   - domenica, 1 maggio 2016 alle 17:23

  3. Guai se si dovesse arrivare a non festeggiare più il Primo Maggio!… Vorrebbe dire arrendersi alle facce di bronzo che vorrebbero ripristinare lo stato di schiavitù anche nel nostro Paese. Ogni tanto questi figli di potenti, di recentissima uscita scolare, tentano di scardinare la nostra Costituzione… Apriamo gli occhi. Soprattutto salviamoci dai loro inciuci. Trattano solo per le nostre miserie. Più ci faranno poveri e più potranno ricattarci. I Bronzi di Riace sono una meraviglia dell’arte, chi può li vada a vedere… Coraggio fra poco sarà giugno/luglio e si mieterà il grano… Speriamo che non ci tocchi di rivedere sui moderni film “luce” di propaganda, riesumati dai canali televisivi italiani, di regime di Stato e privati, un nuovo capetto a dorso nudo fare finta di aiutare nei campi… Giletti & Co sono già lì pronti a mostrarcelo in video per la gloria dei tonti, felici questi ultimi di spendere un mucchio di soldi per la corrente per il masochista piacere di ammirarli. I soldi del canone, infatti, servono in pratica solo per farci sentire i discorsi politici e i telegiornali, in quanto, sentendo gli interessati, ogni altro programma si mantiene da solo… Sarà vero?… Mah!…

    da Vittorio Grondona   - lunedì, 2 maggio 2016 alle 11:17

  4. Quindi adesso l’Italia che dice si (col collaudato meccanismo retorico del si alla vita degli antiabortisti) arriva casa per casa.
    Bene qui a casa li stiamo aspettando.

    da david   - lunedì, 2 maggio 2016 alle 13:00

  5. @ Vittorio Grondona

    A scanso di equivoci,la personale affermazione del festeggiare il 1 maggio,è rivolto ai molti lavoratori dipendenti del commercio che sono stati obbligati a lavorare,in una celebrazione mondiale riconosciuta da tutto l’occidente industrializzato.

    Lunga vita dunque, che il capital-liberismo vorrebbe riuscire a toglierci.

    da Ivo Serenthà   - lunedì, 2 maggio 2016 alle 14:04

  6. Alessandro, per il primo maggio mi aspettavo qualcosa di sinistra, per esempio ‘Proletari di tutto il mondo unitevi!’ …
    Peccato … sarà per l’anno prossimo …

    da Marco da Zurigo   - lunedì, 2 maggio 2016 alle 15:05

  7. @ Ivo Serenthà
    Grazie per la precisazione. Avevo comunque ben compreso il vero senso della frase. E pensare che una volta la chiusura degli esercizi commerciali era sacra. All’ora stabilita non c’era verso di acquistare alcunché. Alla festa era festa per tutti, tranne ovviamente per i lavoratori di alcune categorie sociali come ferrovieri, dottori, infermieri, tranvieri… barbieri. Un poco alla volta ci stanno fregando il già misero tempo libero, per il bene dei cittadini (?), dicono. Anche la “donzelletta che vien dalla campagna” (G. Leopardi), suo malgrado, deve fare a meno della magia del sabato.

    da Vittorio Grondona   - lunedì, 2 maggio 2016 alle 17:58

  8. Renzi ora in radio “Questa non è la mia riforma né del PD” (costituzionale ndr).

    da david   - mercoledì, 4 maggio 2016 alle 08:01

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