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apr 16

Non siamo come gli altri: se lo ripeti, forse qualche dubbio ce l’hai pure tu

20160406primailfattoquotidiano-203x300C’è un passaggio, nel discorso di Matteo Renzi alla direzione del Pd, che illumina tutto come un faro sulla costa, come un flash sparato nel buio. E’ quando dice: “Noi non siamo come gli altri”, una frase che – quando senti l’impellente bisogno di dirla – ti rende esattamente come gli altri. Certo si conoscono le basilari motivazioni psicologiche: se continui a dire come in un mantra “Noi siamo di sinistra”, ripetendolo in ogni istante anche senza assumere la posizione del loto, vuol dire che qualche dubbio ce l’hai. Dunque: “Noi non siamo come gli altri”, non confondeteci, noi siamo quelli bravi, carini, che quando li beccano si dimettono (oddio, non tutti), che fanno le riforme, che sbloccano le opere, eccetera eccetera.

Tutte interessantissime faccende contingenti, mentre in quella frasetta c’è una piccola giravolta della storia, perché questo andirivieni ideologico tra l’essere uguali e diversi è un divertente tormentone della sinistra italiana. Il Pci, vecchia gloria del pugilato politico europeo, costruì la sua granitica credibilità sull’essere diverso dagli altri. Non solo quando quella diversità ti portava in galera, in via Tasso o alla fucilazione, ma anche dopo, nelle fabbriche, nei luoghi di lavoro, “in seno al popolo”, come dicevano, e oggi sorridiamo. Poi ci fu un’altra fase, recente, di veloce de-ideologizzazione. La gestione del potere, l’avvicinamento a quelli che si chiamano “i poteri forti”, la vocazione maggioritaria che scivola nel partito della nazione, insomma, il partito recente. L’obiettivo, anche antropologico, era opposto: diventare come gli altri. Rassicurare che sì, si rimane di sinistra, alcuni addirittura di provenienza comunista (lo so, suona come un film di Buster Keaton, eppure…), ma non mangiamo i bambini, abbiamo la macchina, ci piace spassarcela e insomma, non abbiate paura di noi. Persone  perbene, che avevano letto dei libri, si adeguavano allegramente al gentismo degli “altri”, specie in materia culturale, pur di non sembrare diversi. Volevano, in quella fase che va più o meno da Occhetto a Veltroni, essere uguali agli altri, essere accettati, smussare gli angoli, sfumare le differenze. Salvo tornare diversi quando le cose si mettevano male, quando gli “altri” erano un po’ troppo impresentabili per essere imitati.

Ma insomma, questo desiderio di essere come tutti, un vero manifesto ideologico, ha scavato e lavorato. Ora puoi dirti di sinistra ed esaltare Marchionne, o dire che sblocchi l’Italia perché agevoli i petrolieri. Missione compiuta: in meno di trent’anni, eccoli veramente diventati come gli altri.

E ora questo accorato appello del segretario Renzi: “Noi non siamo come gli altri”. Questa volta la rivendicazione non è ideologica, ma smaccatamente commerciale, di comunicazione. Gli early user sono, nel gergo del marketing, quegli utenti più rapidi e attenti che hanno sempre per primi il nuovo prodotto, che lo fanno diventare trendy, che lo fanno desiderare a tutti gli altri. Il Pd renziano lo è stato per qualche tempo. Smart, camice bianche, panini di Eataly, gelati di Grom, chiamarsi per nome (Matteo, Maria Elena…) e tutto lo spettacolino che abbiamo visto. Ora quello spettacolino non basta più, è già vecchio. Il grido orgoglioso “Noi non siamo come gli altri” somiglia alla frustrazione del fighetto con il nuovissimo telefonino quando si accorge che quel modello che lo rendeva unico, fico, trend setter, e cool, ora ce l’hanno tutti e non fa più impressione a nessuno. Dannazione. La narrazione del renzismo, non avendo basi ideologiche, ma soltanto estetico-caratteriali, perde in fretta di intensità e freschezza. Se il fatto che sei diverso dagli altri devi dirlo e ripeterlo, vuol dire che non si vede al volo, un bel guaio, per i narratori.

11 commenti »

11 Commenti a “Non siamo come gli altri: se lo ripeti, forse qualche dubbio ce l’hai pure tu”

  1. Può suonarsele e cantarsele il successore del caimano,lui è lì in quel posto perché ce l’hanno messo e con varie cambiali da pagare, anzi da concedere tramite concessioni.

    È così da 1948,non c’è mai stato un esecutivo indipendente dai vari potentati,ma ciò che mi meraviglia sono gli elettori che votarono quel nobiluomo di Enrico Berlinguer,scegliere ancora quella cosetta che è diventata pare impossibile a credersi.

    Mi vanno bene gli ex caimani attratti da un surrogato del genere,gli altri no.

    da Ivo Serenthà   - mercoledì, 6 aprile 2016 alle 09:40

  2. Chiedo scusa ma non sono affatto d’accordo con l’affermazione secondo cui la narrazione del renzismo non avesse (e non abbia) basi ideologiche.
    E non sono basi ideologiche di sinistra.
    Un sorriso.

    da david   - mercoledì, 6 aprile 2016 alle 09:41

  3. appena letto sul Fatto,

    oggi le pietre erano pesanti……

    ma forze dovremo tirarle alla testa del serpente

    bell’articolo complimenti

    da sandra   - mercoledì, 6 aprile 2016 alle 10:11

  4. Lo dicevo io… Prima o poi troveranno davvero individui speciali. Ecco li hanno trovati e ce li hanno imposti. E’ evidente che sono personaggi diversi, specialmente nel cuore. Ostili alla buona società per offrire il migliore servile servizio al potere economico e all’arroganza della spavalda ricchezza. E non è un film. E tutto vero!
    Facciamo loro vedere che noi-altri saremo comunque compatti andando ad esprimere il nostro parere al referendum del 17 aprile. E’ un elementare diritto democratico, osteggiato, guarda caso, proprio da un partito che si autodefinisce democratico… Che sia qui la diversità?

    da Vittorio Grondona   - mercoledì, 6 aprile 2016 alle 12:02

  5. “La sguattera del Guatemala” utilizzata come termine di paragone offensivo.
    Che meraviglia il classismo (di sinistra, ovviamente).
    Un sorriso.

    da david   - giovedì, 7 aprile 2016 alle 15:51

  6. Dimenticavo, il classismo terzomondista.

    da david   - giovedì, 7 aprile 2016 alle 15:52

  7. quando rivendica il non essere come gli altri modulando i toni in guisa di una persona che parla col cuore dalla parte giusta suona falso come un biglietto da tre euro, anche senza conoscere i retroscena (conoscendo quelli invece è puro avanspettacolo, e pure dei peggiori)

    da diamonds   - giovedì, 7 aprile 2016 alle 17:28

  8. ma “gli alti” chi? aiutoooo mi sono perso qualcosa

    da federico   - venerdì, 8 aprile 2016 alle 16:36

  9. “Noi non siamo come gli altri: stop alle intercettazioni serve una nuova leģge” (Renzi da Repubblica online ).

    da david   - sabato, 9 aprile 2016 alle 13:38

  10. Solo il partito di Amintore Fanfani poteva gridare alla blasfemia per la cerimonia buffona di Grillo.

    da david   - lunedì, 11 aprile 2016 alle 08:11

  11. Per la serie noi non siamo come gli altri il renziano doc di oggi è l’assessore torinese alla Sanità Guido Alessandro Gozzi.
    Un sorriso

    da david   - martedì, 12 aprile 2016 alle 15:53

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