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mar 16

Donne, sgambetti, ricorsi e capiufficio: che spettacolo il voto

Fatto160316Non è del tutto vero che il settimo giorno si riposò come si dice in giro. Sì è vero, nei sei giorni prima, sabato compreso, creò il mare, la terra, le montagne, eccetera eccetera. Poi gli animali, poi l’uomo e la donna, tutto come si sa, un lavoretto fatto per bene. E poi alla domenica mattina, durante il brunch, preso da un piccolo attacco di sadismo, creò le primarie, gettando tutto quello che aveva fatto prima nel caos più totale.
Ora non è più questione di creazione e di natura, ma di bookmaker. Bertolaso è dato contosei a uno come sindaco di Roma, mentre le sue gaffes hanno quote molto più basse. Dopo quella sulle mamme (notevole) si aspetta “I neri hanno il ritmo nel sangue”, che è data due a uno, mentre “Gli ebrei sono tutti banchieri” è data quasi alla pari, insomma, scommettere su Bertolaso non conviene, se si vince si vince pochissimo. Ma tranquilli, non si vince.
Poi ci sono Salvini che dice a Silvio che ha più voti di Silvio, Silvio che lo insulta, Giorgia Meloni che aspetta gli eventi, e che dice che può fare il sindaco anche da mamma dopo aver detto che non avrebbe potuto fare il sindaco perché mamma, Marchini che ride e Storace che insulta tutti indifferentemente, a caso, mentre salta nel cerchio di fuoco. Un bel quadretto, e siamo soltanto a Roma, pensate nel resto dell’universo. Sempre a Roma c’è Giachetti, quello che tira il risciò con Renzi e che fa incazzare D’Alema, ma c’è pure Marino in cerca di rivincite, e pure la sinistra di Fassina che aspetta gli eventi acquattato chissà dove. E poi c’è la signorina Raggi dei Cinquestelle che basta stia ferma e buona, non faccia autogol, non dica cose astruse, ed è favorita.

A Napoli è partita invece un’entusiasmante gara a pesci in faccia tra quelli che vogliono una sindaca renzista, Valeria Valente, e quelli che vogliono un sindaco bassoliniano, cioè Bassolino. Sembrerebbe una faccenda interna di difficile soluzione, visto che i più strenui sostenitori della Valente erano bassoliniani fino a cinque minuti prima. In ogni caso, Bassolino sta per battere il record mondiale di ricorsi respinti per futili motivi, che ancora non si capisce se sia un’aggravante o un’attenuante. A Roma come a Napoli, come a Milano, pare che la segreteria Renzi sia, come dicono i politologi “divisiva”, cioè impone il suo candidato e fa inviperire tutti gli altri. Forse si intende questo quando si dice che Renzi è di sinistra: sta facendo di tutto perché nasca finalmente qualcosa a sinistra, alternativo a Verdini.
E poi c’è Milano, dove infuria la battaglia tra due capiufficio, ognuno impegnato ad essere più capufficio dell’altro e quindi la solenne dialettica politica si concentra sul fondamentale argomento “Sono più manager io” (Sala), “No, sono più manager io” (Parisi). Piuttosto desolante, e nient’altro all’orizzonte, perché Passera non è pervenuto, non perviene e non perverrà, i Cinquestelle sono impegnati a capire se la loro candidata Bedori sia stata cacciata da Casaleggio o da lei medesima, offesa dalle pressioni della stampa, e la sinistra passa le sue giornate a chiedere in ginocchio a questo e a quello se per caso si vuole candidare contro Sala. Il quale, peraltro, ogni giorno che passa vede erodersi un po’ la sua rendita di posizione, visto che se il Pil salirà nel 2016 soltanto dello 0,4 per cento (Renzi sparava nel Def un mirabolante 1,6) vuol dire che quello straordinario indotto di Expo non è esattamente l’Eldorado che ci hanno venduto (perdite operative a parte).
Ora, naturalmente, non resta che sedersi, mettersi comodi e procurarsi dei pop-corn per assistere allo spettacolo desolante di una politica senza politica, senza idee e senza parole, dove gli unici gesti atletici degni di nota sono lo schiaffo del soldato, lo sgambetto e la pernacchia. Buona visione.

7 commenti »

7 Commenti a “Donne, sgambetti, ricorsi e capiufficio: che spettacolo il voto”

  1. Momentaneamente nella repubblica delle banane comandata un tempo dal caimano,ora dal figlio putativo,effettivamente reperire entusiasmo non è possibile,alla comunali tra un paio di mesi,magari vincesse il meno peggio,eufemisticamente ci sarà da accontentarsi senza stracciarsi le vesti.

    Non ha riportato Torino,dove chissà se il filiforme sindaco di Avigliana uscente ce la farà sul secondo mandato,quattro anni fa non mi sono presentato al seggio,non ce l’ho proprio fatta,a maggio ci andrò per scegliere la stellina e se ci sarà il ballottaggio,e la domanda epocale sarà quella di notare se gli elettori di Airaudo andranno al mare o se prenderanno posizione.

    Sicuramente i posteri non avranno da esercitare ardue sentenze,considerato il panorama…

    da Ivo Serenthà   - mercoledì, 16 marzo 2016 alle 12:50

  2. Segnalo il caso De Fraia a Bologna

    da david   - mercoledì, 16 marzo 2016 alle 18:26

  3. Prima di sedersi con il popcorn, c’è qualcosa da fare. Tra un mese esatto c’è il referendum.

    da Eparrei   - giovedì, 17 marzo 2016 alle 09:29

  4. Un occhi al referendum del 17 aprile e un occhio all’apertura dei pacchi politici. Non c’è altro. Almeno per noi… Mentre ci tengono in ansia con le puerili e ridicole vicende dei candidati sindaci, con le scriteriate primarie e con i futuri ipotetizzati ballottaggi, la grande finanza manageriale lavora sotto banco… Per esempio, privatizzare l’acqua? E no, non si può… C’è stato un chiaro partecipato referendum che lo impedisce. Beh? Allora teniamo pubblica l’acqua, ma nel contempo diamo in mano ai capitani coraggiosi la sua gestione… Che forza questo governo. Ai privati i guadagni e al popolino gli oneri del padrone di casa: costosissime manutenzioni degli impianti e investimenti ingenti per assicurare il servizio… Non c’è male, siamo proprio dei furbettini… ini… ini… ini…

    da Vittorio Grondona   - giovedì, 17 marzo 2016 alle 11:55

  5. Oltre che furbettini siamo molto perseveranti. Mungere la vacca statale è da sempre la più grande performance dell’economia privata. Naturalmente solo per il bene della mucca stessa, perchè solo il privato, contrariamente alla mucca, sa valorizzare il latte bovino che essa volgarmente ed goisticamente darebbe da bere solo ai suoi vitelli …

    da Marco da Zurigo   - venerdì, 18 marzo 2016 alle 13:04

  6. Leggevo oggi su La Repubblica che un’ammalata di tumore deve aspettare 600 giorni per una tac di controllo… Dopo un beve esame dei conti della bolletta del gas mi sono accorto amaramente che le imposte e le tasse addebitate ammontano al 60% dei costi di fornitura e servizi. Incredibile, poi, le imposte sono assoggettate all’IVA… Io penso che anche Pinocchio con la sua testa di legno riuscirebbe a governare meglio il nostro incredibile Paese… Infine, per fortuna dell’umanità, la mucca non è stata creata dall’uomo…

    da Vittorio Grondona   - domenica, 20 marzo 2016 alle 00:07

  7. Alessandro,Alessandro,stamattina su radio 24 mi ha fatto inviperire il super cattolico, dall’alto dei loro dogmi la simpatia è sempre risultata carente….

    Lasciamoli alle loro tristi convinzioni

    da Ivo Serenthà   - martedì, 22 marzo 2016 alle 08:41

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