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Vi piacciono le serie? Provate con questa: Sex in the Vatican

Qui c’è il pezzo per pagina99 sugli ultimi episodi della serie Vatileaks 2. Questa è la versione lunga, per quella corta (pubblicata sul sito del giornale) cliccate sulla foto 

sexVaticanOk, gente, avevo quasi finito The walking dead ed ero in pari con True detetive, per cui dovevo cercarmi un’altra serie interessante. Però volevo una cosa un po’ trucida… e anche basta con tutti ‘sti eroi, datemi un po’ di vita vera, sotterfugi, sesso. E allora seguo Vatileaks 2. Bello, anche se la sceneggiatura fa dei salti qui e là che a volte stupiscono. Si sa che ci sono vari modi di seguire la fiction televisiva a episodi. Il primo, tradizionale, è quello di aspettare la puntata. Il secondo, moderno, quello di chiudersi in casa a vederle tutte perché si è in affanno con la conversazione in ufficio. Il terzo è quello di seguire in differita. Un articolo qua, un’intervista là, commenti, critiche e apprezzamenti al bar: “Hai visto? Dava la cugina da scopare al monsignore!”. “Ah, non ho ancora visto, non dirmi niente”.

Vi avviso che la trama è intricata e non mi proverò nemmeno a riassumere. Negli episodi di questa settimana tutto girava intorno alla inarrivabile commedia umana: la signora Francesca Immacolata (ahah) Chaouqui che offre a monsignor Lucio Angel Vallejo Balda la cugina, trentaseienne “morbida”, e a quanto pare piuttosto porca, perché nel suo frenetico wazzappare la signora Chaouqui dice anche cose come “Silvana vuole trombare” e “Martedì viene a casa tua a trombare”. Abbastanza da far dire allo spettatore: “Mbè, datece er numero de sta Silvana!”.
Il prelato, che nicchia e resiste  a cotanta benedetta offerta (“Non c’è cosa più divina / che scoparsi la cugina”) ci porta un po’ nella parte nobile della trama: è combattuto? E’ lacerato dalla sua fede? Sente le fiamme dell’inferno lambirlo, insieme ad altre fiamme che eventualmente porterebbe Silvana? Certo, tutto questo. Ma poi cala l’asso e vince la partita con un argomento definitivo: “E’ brutta”.
Fine dell’episodio
Due parole sullo sfondo. La serie ha una location interessante. Il papa, i prelati, la riforma delle finanze della Santa Sede, l’attico di Bertone, le sudate offerte dei fedeli che spariscono come lo champagne al Crazy Horse. Due giornalisti italiani che raccontano tutto questo (Nuzzi e Fittipaldi) e che finiscono sotto processo in un stato straniero, senza potersi scegliere l’avvocato. Non so se la parte diplomatica verrà negli episodi che seguono, può darsi che qualcuno si svegli e dica che processare così dei giornalisti italiani ci crea qualche perplessità. Forse nella seconda serie ci ricorderemo anche di questo dettaglio della libertà di stampa in un paese modernissimo che presto farà il culo alla Germania (cit). Per ora, niente.

Nuovo episodio.
Per ora – in attesa di leggere qualcosa su soldi e potere e informazione –  la trama si concentra ancora sugli aspetti romantici della faccenda. La cugina non si sa, ma lei – lei la Chaouqui – sì che lo stende il monsignore, a Firenze, tre giorni dopo Natale, l’anno scorso. Colpo di scena e svolta improvvisa. Anche perché lui, monsignor Balda, lo scrive in un memoriale difensivo che consegna al processo. Insomma, si fa sedurre (ahah) e poi si pente, una modalità di narrare l’amore già esplorata dalla coppia Banfi-Fenech. Ma sia. Puntatona ricca di balzi sul divano. Lei – lei la seduttrice – si difende. Dice che non ha sedotto nessuno e che quello, quello il monsignore, era andato un po’ fuori di testa portando fior di prove: “Era andato al concerto di Ligabue”. Lo dice, la Chaouqui, come si trattasse di peccato mortale (in effetti…).
Qui però, un severo rimprovero agli sceneggiatori, Ma come, prima gliela dà alla grande, poi tenta di dargli pure quella della cugina, e poi arde di fuoco morale perché quello va ai concerti? Eddai!
Allora gli sceneggiatori rimediano, e la nostra eroina estrae la pistola fumante: non poteva venire a letto con me (il monsignore) perché non gli piacciono le donne. Wow! E nemmeno le cugine delle donne! Gioco, partita, incontro.
Quanto a lei, Francesca Immacolata, tiene a far sapere che se proprio volesse concedere le sue grazie, consce emiri e miliardari, tanto per far girare il tassametro (no disoccupati, astenersi precari).
Basta? No. Per spiegare tutto il casino, il monsignore dice che pensava che lei (lei la venditrice porta a porta di cugine) fosse dei servizi segreti.
Bene. E’ una buona serie, la consiglio. Poi ora c’è il Giubileo e tutti quanti passano sotto una porta e gli viene perdonato tutto, quindi nessuno si farà male. Sì, restano in sospeso cosucce come le finanze vaticane, i giornalisti sotto processo, il potere, i soldi, e altri piccoli dettagli, ma chissà, nei prossimi episodi…

2 commenti »

2 Commenti a “Vi piacciono le serie? Provate con questa: Sex in the Vatican”

  1. Bah,che dire,penso che questi scandali ci siano sempre stati,ora sono stati portati al pubblico ludibrio grazie ai mancati filtraggi dovuti alla volontà dell’ultimo Pontefice,che se sbaglia una nomina la fa saltare senza tanti problemi,idem con le porcherie datate prima del suo avvento.

    E penso anche che in alternativa alle religioni,dovrebbe esistere una spiritualità verso l’umanità,senza totem,senza alcuna entità nell’esser devoti,poichè queste servono nel nascondere solamente una forma di potere,se quel giorno dovesse arrivare,sarà un gran giorno.

    da Ivo Serenthà   - martedì, 1 dicembre 2015 alle 13:10

  2. intanto gli adoratori del dio Po con la sacra ampolla, insieme ai credenti del Walhalla, si mettono a difesa del presepio.
    Per piacere, il presepio no, almeno quello, Salvini e nazifascisti vari, lasciatemi stare il presepio che con le vostre dita svunce me lo sporcate tutto!!!(so già che non lo faranno, povero San Francesco…)
    PS: se vuoi dirlo a Crozza, i re Magi erano persiani, magari anche afghani (per questo nel presepio arrivano con i cammelli a due gobbe, i cammelli col pelo lungo arrivano dai posti dove nevica – ci avevi mai pensato?) . E nel presepio erano tutti ebrei, compreso il Bambino. (gli arabi non c’erano ancora, c’erano fenici, egizi, cartaginesi…)
    (non per altro, ma perché magari qualcuno poi ti prende sul serio e pensa che sia una lezione di storia – sai, con i tempi che corrono, con gli adoratori di Odino che difendono il presepio, con quelli che festeggiano la morte dei profughi in un naufragio e poi si dicono cristiani, mai stupirsi)

    da giuliano   - martedì, 1 dicembre 2015 alle 22:11

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