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dic 15

L’indotto, un fantasma misterioso e indefinito si aggira per l’Italia

Fatto091215Un fantasma si aggira per l’Italia, che è sempre meglio di quelli che si aggirano per l’Europa (madame Le Pen) o per il mondo (certo califfi che te li raccomando). Ma insomma, un’entità indistinta e inafferrabile, difficile da vedere se non per trasparenze e rumori lontani, nuvola di previsioni che si intrecciano alle speranze, che a loro volta si collegano al famoso bicchiere mezzo pieno e all’ottimismo obbligatorio. E’ il fantasma dell’indotto, che va molto di moda e che richiede un atto di fede del cittadino in materia di economia, materia effettivamente magica e mesmerica come poche altre. In principio, si sa, era l’Expo. Certi documenti molto sbandierati alla vigilia facevano intravvedere un futuro che più luminoso non si poteva. Certo, una spesa, ma poi vedrai l’indotto… e giù cifre sui posti di lavoro, il pil, il gettito fiscale aumentato grazie al boom che un documento della Bocconi indicava addirittura in 11 miliardi e passa (da qui al 2020), ottenuto grazie “All’effetto sviluppo sull’economia italiana”. Insomma, più affari, più incassi per il fisco, bingo. Ecco, non conoscendo ancora, a un mese e mezzo dalla chiusura dei cancelli l’incasso preciso, e quindi l’entità delle perdite o dei guadagni, tutto è rimandato al famoso indotto, con un sottotesto che dice: “vedrai che figata”. Peccato che l’indotto sia difficile da quantificare, che sia un calcolo con migliaia di varianti, che sia tutto in mano alle “previsioni” degli esperti, e che gli stessi esperti cambino le loro congetture con frequenza quasi quotidiana. La riduzione delle previsioni del pil nel terzo trimestre (una piccola limatura, ma pur sempre una limatura) e le proiezioni sul quarto (per arrivare secondo l’Istat a un 0,7-0,8 annuo) non direbbero che l’indotto si stia muovendo proprio come un cavallo al galoppo. Insomma, è richiesto l’atto di fede.
La faccenda dell’indotto è dunque al tempo stesso spinosa e comoda. Spinosa perché si parla di cifre totalmente ipotetiche, e comoda per lo stesso motivo: nessuna valutazione sarà possibile fino a che non si calcolerà per bene l’indotto, il che sposta in là la questione di una decina d’anni e poi, a babbo morto, si vedrà. E a quel punto, a chi fregherà più qualcosa?
Applicare lo stesso ragionamento al Giubileo non è così immediato: meno infrastrutture costruite, nessun terreno pagato a peso d’oro. Ma anche qui la stessa necessità di spargere ottimismo a piene mani e (oggi un po’ sottotono, ma un mese fa molto in voga) la sfida: “Sarà un successo come l’Expo”. Ecco, appunto, quindi non lo sapremo mai: sarà un successo sulla parola. Anche qui girano cifre e previsioni. Il turismo, ovvio, il pil, l’occupazione. E i frutti che si vedranno chissà quando e se non si vedranno nessuno avrà poi voglia o memoria di chiederne conto. Come si vede, il fantasma è proprio un fantasma: c’è? Non c’è? C’è ma non ce ne accorgiamo? Non c’è e ce ne accorgeremo? La sensazione è che tutto congiuri a tacere dei risultati, l’orizzonte si sposta sempre più in là, le valutazioni aspettano l’indotto, il benedetto indotto ci può mettere anche dieci anni, e alla fine finisce tutto in una nebbia indistinta in cui non si sa se la spesa è stata un investimento o una perdita secca. Non diversamente dalle riforme, peraltro, dove non si riesce mai a tracciare una riga: era buona? Sì? No? Ha funzionato? I tre miliardi di decontribuzioni del Jobs act che hanno portato per ora la miseria di duemila nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato sono stati ben spesi? Non sarà troppo caro? Risposta standard: uh, è presto per dirlo… aspettiamo l’indotto. Ecco, appunto, aspettiamo, che è un antico sinonimo per dire: non lo sapremo mai.

8 commenti »

8 Commenti a “L’indotto, un fantasma misterioso e indefinito si aggira per l’Italia”

  1. Tradotto in un semplice concetto, comprensibile in modo elementare.

    Ce l’abbiamo a maggioranza,chi più,chi meno nell’indotto,e non è nemmeno consolatorio l’abitudine ad avercelo.

    da Ivo Serenthà   - mercoledì, 9 dicembre 2015 alle 15:15

  2. tempo fa in un articolo di Internazionale, un giornalista inglese scrisse che i consumi in Inghilterra erano aumentati più inseguito ad una multa miliardaria ad una banca (in soldoni, la banca dovette restituire a chi aveva il conto N mila euro per un totale di qualche miliardo) che dando direttamente i soldi alle banche…

    da sebastiano   - mercoledì, 9 dicembre 2015 alle 15:49

  3. ma sì, uno dei sette nani di Inbiancaneve.

    da giuliano   - mercoledì, 9 dicembre 2015 alle 15:56

  4. L’indotto del Giubileo è che non si parla più di unioni civili, l’indotto del jobs act è che ormai i diritti dello Statuto li abbiamo salutati per sempre (e non solo finchè dura la decontribuzione), l’indotto del decreto sulle banche è che i piccoli risparmatiori la hanno presa nel boffice…
    ma guai se vincesse la destra.
    Il candidato spieghi il perchè.

    da david   - mercoledì, 9 dicembre 2015 alle 15:59

  5. Un genio, un tuìt: l’onorevole Lavia

    “noi siamo il sito @unitaonline , il giornale non ha reponsabilità di quello che compare sul sito”.

    da david   - mercoledì, 9 dicembre 2015 alle 16:19

  6. Egregio sig. Robecchi,
    leggo da qui anche il Suo profilo Twitter; Le segnalo che il Garante, indotto dal Giubileo, ha dichiarato illegittimo lo sciopero.

    da david   - mercoledì, 9 dicembre 2015 alle 18:27

  7. Ma perchè non chiamano Davide Serra a spiegare il mercato ai risparmiatori rovinati ? O il padre della Boschi, in qualità di vicepresidente di una banca decotta che però invitava i correntisti ad investire in proprie azioni e/o obbligazioni ?
    Ecco spiegatela adesso la bellezza del libero mercato, magari alla Leopolda.
    PD

    da david   - giovedì, 10 dicembre 2015 alle 11:07

  8. Nel 2013 si sono registrati in Italia 181.227 incidenti stradali con lesioni a persone. Il numero dei morti (entro il 30° giorno) ammonta a 3.385, quello dei feriti a 257.421.(Fonte http://www.istat.it/it/archivio/137546). Ciò significa che con il decreto sull’omicidio stradale in discussione oggi in Parlamento, sul quale il governo ha posto la fiducia, si otterrà un indotto, in questo caso certo, sull’iincremento degli ospiti delle carceri italiane. Le pene prevedono fino a 18 anni di reclusione. Nebbia o non nebbia, malore o non malore, non c’è via di scampo. Quando non si sanno fare le cose che servono veramente, i governi incapaci ricorrono a provvedimenti facili e spesso complessivamente inutili o addirittura dannosi, Pare fra l’altro che il meccanismo degli accertamenti del nuovo reato possa determinare pene minori per chi scappa dall’incidente rispetto a quelle previste per chi si ferma e presta soccorso, colto cioè in flagranza di reato… Buona fiducia, governo calato dalle stelle del cojo dove cojo.

    da Vittorio Grondona   - giovedì, 10 dicembre 2015 alle 11:19

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