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Expo, un trionfo che neanche Spagna ’82

Ieri (giovedì) Gianni Barbacetto, su Il Fatto Quotidiano, si chiedeva con vari argomenti come mai i Saggi del Pd hanno messo “il grande successo di Expo” nella Carta dei Valori scitta per le primarie milanesi. Pur non essendo né saggio né del Pd, ho cercato di rispondere alla domanda…  (Il Fatto di oggi). Il pezzo come al solito lo trovate qui sotto. Se volete leggere quello di Gianni Barbacetto, invece, cliccate qui.

Fatto131115La domanda gentile e pignola di Gianni Barbacetto (ieri su questo giornale) avrà, speriamo, risposta. Era questa: perché diavolo nella Carta dei Valori che dovrà sottoscrivere ogni partecipante alle primarie del Pd milanese c’è una specie di riconoscimento del “Grande successo di Expo”? Successo, com’è noto, tutto da provare, conti (ancora segreti) alla mano. Ora, in attesa di leggere cosa diranno i saggi che hanno scritto la Carta, si può solo avanzare un’ipotesi politica e psicologica insieme: inserire l’Expo (pardon “il successo di Expo”) in una “Carta dei Valori” è un riflesso condizionato. Che l’Expo sia stato un successo è ormai scolpito a lettere di fuoco ovunque, non c’è esponente Pd che non lo dica dei talk (anche se sta parlando, poniamo di pensioni), non c’è discorso di Matteo Renzi che non lo sottolinei ed enfatizzi. Ormai pare un saluto obbligatorio anche dal verduraio: “L’Expo è stato un successo signor Gino”. “L’Expo è stato un successo a lei, signora Marisa! Li vuole i carciofi?”. Ecco.
Il perché di questo riflesso condizionato è presto detto con una piccola serie di addizioni. Il partito, cioè il Pd, è il governo. Un governo molto leaderistico dove il capo del governo è anche il capo del partito. I successi del governo vanno sostenuti in ogni sede e sono, ovviamente, i successi della Nazione. Dunque, se dubiti del “grande successo di Expo” o chiedi di vedere i conti, eccoti automaticamente antipatriottico. Diciamo che c’è una gran voglia di far coincidere i ruoli: il partito, il governo, la Nazione, lo Stato. Si richiede alla stampa di essere “responsabile”. Si richiede alla magistratura di essere allineata alla situazione economica del paese (penso agli attacchi alla Corte Costituzionale quando disse che bisognava rendere i soldi ai pensionati). Accanto all’accentramento di poteri politici (commissari di qui e di là) procede quello che gli ideologi renziani chiamano “ricostruire la connessione sentimentale con il Paese”. Bello, eh! E’ propaganda, va bene, ma esattamente, cosa vuole propagandare? Un partito? La sua nuova gestione? Il governo? Il sistema Italia? La Nazione? Il leader? Questo sovrapporre livelli e confondere ruoli non farà bene, alla lunga.
Il “grande successo di Expo”, che è tutto da dimostrare, ricorda un altro grandissimo successo italiano: quello del Mondiale di Spagna (anno di grazia 1982). Partito tra sospetti mai chiariti (biscottone col Camerun), il mondiale fu un trionfo, vincemmo noi, imprevedibili e matti come italiani. Non si usava la parola “gufo”, ma chi aveva denunciato i passaggi iniziali, poco limpidi e gloriosi, di quell’avventura fu zittito dal coro unanime. E ti credo: successo conclamato, Pertini, Bearzot, e l’Italia che ripartiva – anche allora! – ricompattata nel nome dello Stellone e di Paolo Rossi che segnava al Brasile. In quel caso – pur senza senza spin doctor – la “narrazione” fu agevolata e cavalcata per il bene della Nazione. Mentre, al contrario, per Italia 90, dove fallimmo sia sul campo che nella disastrosa gestione dell’evento, la narrazione trionfalistica fallì. E’ comprensibile che chi “ha messo la faccia” (sic) sull’Expo (il solito mazzetto di asparagi: leader, partito, governo, Nazione, Stato) voglia convincere tutti di somigliare più al Mondiale spagnolo dell’82 che al pasticcio italiano del ‘90. Questo non si fa mostrando correttamente i conti, rispondendo nel merito alle critiche, analizzando ricadute economiche, ma semplicemente chiedendo un atto di fede, come una lunga ininterrotta velina che avvolge il Paese in un rassicurante abbraccio di positività e di ottimismo che hanno un solo difettio: sembrano obbligatori. Motivo per cui “il grande successo di Expo” ce lo ritroveremo ovunque. Anche nella carta dei valori per elettori milanesi democratici.

8 commenti »

8 Commenti a “Expo, un trionfo che neanche Spagna ’82”

  1. Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità.
    (J.Goebbels)

    da Eparrei   - venerdì, 13 novembre 2015 alle 09:22

  2. almeno nell’82 – al di là di biscottoni e stelloni – la vittoria fu oggettiva e inoppugnabile. I primi conti indipendenti sull’Expo dicono l’esatto contrario…. Pertini – il rimpiantissimo Pertini – si rivolterà nella tomba

    da licia granello   - venerdì, 13 novembre 2015 alle 09:57

  3. L’aereo pubblicitario sorvola la spiaggia e paracaduta gadget completamente inutili… Ma sono gratis!… I bagnanti si accalcano urtandosi di brutto l’uno con l’altro per agguantarne almeno uno… Poi la lunga attesa a testa in su del prossimo lancio… Un grande successo!…

    da Vittorio Grondona   - venerdì, 13 novembre 2015 alle 11:41

  4. Strano che non abbia cavalcato la trionfale marcia sull’Expo anche il neo “peronaggetto”,ovvero l’attuale governatore della Campania,è diventato il cavallo di Troia dello statista di Rignano,non potendolo scaricare altrimenti i seguaci dello sceriffo gli fanno saltare il governo,solo che l’ineleggibile logorerà sempre di più la poca credibilità del partito rimasta.

    E non ci sarà Expo che tenga alla prossima elezione politica,i voti caimani si posizioneranno a destra e l’emorragia interna dei compagni pare sia inarrestabile.

    da Ivo Serenthà   - venerdì, 13 novembre 2015 alle 12:44

  5. Non so è un refuso o una precisa scelta ma hai scritto “primarie del Pd”.
    Premesso che non sono molto sicuro di andare a votare alle primarie, premesso che se fossero del Pd mi aiuterebbero a rafforzare la mia scelta in maniera certa di non andare, premesso che in questo momento non c’è un canditato che mi piaccia, allora fatte tutte queste premesse, se bisogna giurare il falso allora che se le facciano.

    da Marco   - venerdì, 13 novembre 2015 alle 12:44

  6. ovviamente il “personaggetto”

    da Ivo Serenthà   - venerdì, 13 novembre 2015 alle 12:44

  7. Ma cosa vi dovete inventare ancora per denigrare Expo ? E per delegittimare Renzi ? Ma vi rendete conto che la vostra proposta alternativa e Taverna la pescivendola .

    da Paolo   - sabato, 14 novembre 2015 alle 17:44

  8. Paolo la mia proposta alternativa non è Taverna ma – anche se fosse – pensi davvero per molti elettori di sinistra oggi Taverna sarebbe peggio di Renzi ?

    da david   - lunedì, 16 novembre 2015 alle 15:24

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