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Primarie post coitum, l’idea vincente per il sindaco di Roma

Fatto151015Non avevano torto i romani antichi quando dicevano “la verità sta nel mezzo”. Lo capiscono bene i romani moderni: la verità sulle primarie romane del Pd sta da qualche parte tra “Una grande festa della democrazia” (tendenza Renzi 2013) e “Un’immane rottura di coglioni” (tendenza Renzi 2015). Per agevolare i lettori riassumiamo i principali punti del dibattito e le proposte finora emerse.
Primarie di coalizione. Buona idea, che serve al Pd per dimostrare che il candidato sindaco sarà del Pd (indicato da Matteo Renzi), ma facendo finta che lo vogliano anche gli alleati del Pd. Parte quindi una spasmodica ricerca di alleati del Pd disposti a un decisivo ruolo nella coalizione, tipo portare i caffè o lavare i vetri. Alle ultime primarie per il sindaco di Roma vinse Ignazio Marino, alla grande, relegando altisonanti nomi del partito a percentuali miserrime. Paolo Gentiloni, per dire, che appena il 15 per cento dei votanti voleva sindaco, fa oggi il ministro degli esteri, perché vincere le primarie da esterno del Pd porta molta sfiga (Marino), ma perderle malamente porta parecchia fortuna.
Primarie di ratifica. Idea renziana quant’altre mai: decidere chi le vincerà (lo deciderebbe Matteo Renzi) e solo successivamente indire le primarie. Qualche difficoltà tecnica: bisogna trovare un nome sicuro e un paio di pupazzi disposti alla figuraccia da comprimari (da premiare semmai dopo con qualche incarico, in separata sede, per il sacrificio), quindi incrociare le dita e sperare che il “nome sicuro” sia sicuro per davvero, sapendo che il Pd romano è oggi appena un po’ più litigioso della gang giovanili di Guatemala City.

Primarie di consolazione. Sarebbe finalmente una novità della politica italiana. Il sindaco lo sceglie Matteo Renzi – come tutto quanto il resto nell’Universo – e le primarie si fanno per il vicesindaco. Una figura che diventerebbe centrale qualora il papa, o i cardinali, decidessero di bastonare il sindaco in carica e di cacciarlo. E’ chiaro a tutti che in un posto dove il capo di uno stato straniero può licenziare il sindaco di una città, la figura del vicesindaco diventa preziosa (nel caso, suggerirei un vescovo).

Primarie post-coitum. Un po’ di fantasia! Un po’ di inventiva! Dove sta scritto che le primarie bisogna farle prima delle elezioni? Perché non farle dopo? Evidenti i vantaggi: la consultazione non interferirebbe con l’elezione del sindaco (un nome indicato da Matteo Renzi), ma servirebbe comunque a raccattare un po’ di moneta e a far sfogare quelli che si beano della frase “io l’avevo detto”. Altro inestimabile vantaggio: avendo già un sindaco, le primarie post-coitum sarebbero totalmente irrilevanti, risolvendo così il problema della “Grande festa della democrazia”.
Primarie apertissime. Come tradizione del Pd (inaugurata da Matteo Renzi), le primarie saranno aperte a tutti, cioè per decidere il candidato sindaco del Pd potranno votare anche i sostenitori di Giorgia Meloni, di Alfio Marchini, di Alemanno o dei nazisti dell’Illinois. E’ infatti storicamente provato che far votare la destra per decidere i candidati di sinistra sia il metodo migliore per l’affermazione di un renziano di stretta osservanza, se non addirittura di Matteo Renzi in persona. Comunque vada, sarà un successo.
Nel frattempo, si spaleranno un po’ di milioni su Roma per il Giubileo, da usare come propaganda modello Expo e poi dire: visto che bravi? L’equivalente degli ottanta euro annunciati prima delle europee e distribuiti subito dopo. Funziona.

10 commenti »

10 Commenti a “Primarie post coitum, l’idea vincente per il sindaco di Roma”

  1. Alessandro…
    Dopo aver letto i tuoi post non so mai se ridere, piangere o incaz*armi come una biscia…

    Maledetta satira: ma perchè (quasi) tutto ciò che scrivi risulta sempre così verosimile, probabile quando non profetico?

    Saluti cordiali e perplessi… ;-D

    da degiom   - giovedì, 15 ottobre 2015 alle 10:03

  2. Wow, il ritorno di “Cuore”! Fossi in lei chiamerei a raccolta chi ci sta e lo farei uscire un’altra volta, chè ce n’è proprio bisogno….Questioni di copyright non dovrebbero essercene. Avendo pagato tutti 92 milioni di euro per il salvataggio dell’Unità.

    da Eparrei   - giovedì, 15 ottobre 2015 alle 10:46

  3. Ho partecipato una sola volta alle primarie di quella congrega,almeno quando c’era in lizza Prodi per il premierato e non erano così messi male,ora mi ci dovrebbero portare a forza,ma non mi sembra ancora una condizione possibile,le tessere obbligatorie come nel famoso ventennio non sono ancora comparse.

    Facciano cosa vogliono tutte le sue ipotesi mi vanno bene dalle parti di Renzi e dintorni,al contrario mi auguro per i cittadini della città eterna una svolta,provare un candidato pentastellato o di una lista civica sarebbe la miglior scelta a parer mio,poi se dopo alcuni mesi la mission diventerà impossible,allora andrà bene qualsiasi tipaccio,salvare l’insalvabile è impossibile.

    da Ivo Serenthà   - giovedì, 15 ottobre 2015 alle 14:09

  4. Maledizione, ho ripensato che ho pagato per partecipare e mi sto schiaffeggiando da solo.

    da david   - giovedì, 15 ottobre 2015 alle 15:01

  5. Basta farci ridere e piangere con le primarie. Ognuno combatta per se stesso. Inutile battersi per avere il sostegno di un partito che suo malgrado fa finta di sostenerti anche se non sei ad esso gradito, per poi fartela pagare cara. Marino insegna. Troveranno ovunque le buche per le strade… E perfino i “ruschi”!… Venite a Bologna, per esempio, e vi renderete conto che pure qui ci sono le buche che fanno bella mostra di sè soprattutto in alcune vie periferiche. E ci sono pure cassonetti circondati da immondizia varia sparsa qua e là. Bei tempi quelli quando girondolava su e giu per le strade dei quartieri lo spazzino comunale. La città era pulita e il cittadino, forse in soggezione, era praticamente costretto ad essere educato. Il popolo bue, in fin dei conti si accontenta di poco. Si entusiasma perfino ascoltando le tiritere d’effetto stonato del nostro Presidente del Consiglio. Occhio ai cartelli, però, la multa di cassa nella bella Bologna è proprio dietro ogni angolo…

    da Vittorio Grondona   - giovedì, 15 ottobre 2015 alle 15:49

  6. Primarie post-coitum … una figura non male ma dopo vent’anni di ‘berlusconian sexism’ forse un tantino leggera … fucking primarie suonerebbe bene, ma per niente satirico.

    da Marco da Zurigo   - venerdì, 16 ottobre 2015 alle 11:45

  7. Non ci sono soldi per i pensionati ma il governo (di sinistra) toglie le tasse su – ogni – prima casa, dal monolocale all’attico. Un sorriso e un saluto all’art. 53 Cost.

    da david   - venerdì, 16 ottobre 2015 alle 14:50

  8. Io penso che sia non solo giusto, ma anche socialemente civile non tassare la casa di abitazione, bella o brutta che sia. L’art. 53 della Costituzione è già disatteso da un bel pezzo. Basta pensare all’IVA, alle iniquità dei ticket sanitari ai meccanismi contorti delle detrazioni e deduzioni IRPEF, le batoste sulle famiglie… per rendersene conto. Il nuovo calcolo Isee infine è una drammatica ingiustizia non solo per quanto riguarda l’art. 53 della Carta, ma per tutta la nostra bellissima Costituzione, Sì, proprio quella che ex scolari di primo pelo vogliono cambiare a colpi di maggioranza. Le tasse dovrebbero seguire la progressività. L’IVA è pagata da tutti allo stesso prezzo. La casa infine non è fonte di reddito, al contrario è fonte di spesa per tutti. Basta pensare alle spese condominiali che in alcuni casi si equivalgono ad un vero e proprio affitto. La capacità contributiva dei cittadini è oggi possibile individuarla e tassarla progressivamente senza incorrere al balzello imposto sulle abitazioni. Basta volerlo e per volerlo servono governi seri, capaci e quindi efficienti e non governi dalle solo mire di potere.

    da Vittorio Grondona   - venerdì, 16 ottobre 2015 alle 18:42

  9. Se pensavi di aver avuto un’idea originale con le “Primarie post coitum”, ti sei sbagliato. Non si tratta di primarie, comunque l’idea è già stata applicata.
    GIARDINO DEI GIUSTI, IL CASO E’ CHIUSO
    Una commissione Ambiente singolare, quella che si è svolta ieri a Palazzo Marino: convocata per esaminare il progetto di ampliamento del Giardino dei Giusti al Montestella insieme con i rappresentanti del Consiglio di zona 8, dei comitati cittadini, Legambiente, Italia Nostra e dell’Associazione per il Giardino dei Giusti, è stata di fatto un puro esercizio verbale, “due chiacchiere” come le ha definite il presidente della commissione Carlo Monguzzi del Pd, perché giusto il giorno prima la giunta, assente il sindaco Giuliano Pisapia, aveva approvato la realizzazione dell’intervento a cura e spese dell’associazione.
    (da chiamamilano – 15/10/2015)

    da Sergio Acquista   - sabato, 17 ottobre 2015 alle 14:01

  10. Gli simmigrati ora faanno i lavori aborriti dgli italiani,come votare alle primarie del PD

    dal blog spinoza)

    da bBertett   - sabato, 24 ottobre 2015 alle 09:53

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