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ago 15

Prima piange, poi vieta il piagnisteo: il potere ai tempi di Matteo Renzi

Fatto050815Dunque riassumiamo: “Basta piagnistei”. Una variante. L’ennesima, del “basta piangersi addosso”, rimbocchiamoci le maniche, basta lamentarsi e ognuno aggiunga a piacere fino a esaurimento scorte (peraltro inesauribili). C’è qualcosa di nuovo, anzi, di antico, nella nuova polemica del Caro Leader, eccezionalmente lanciata dal Giappone. E’ più di una frecciatina a questo o quello (i giannizzeri del Capo si affannano a dire che la frase non era rivolta a Saviano) ed è persino più di una filosofia contingente, quelle piccole pillole di saggezza renzista di cui è disseminato il cammino del governo. Dietro, accanto, sopra e sotto l’esortazione a non lamentarsi, a non fare piagnistei, c’è l’essenza stessa del potere. Chi ricorda i burbanzosi nuovisti renzisti alla vigilia della “scalata” (cit.), avrà la sporta piena di lamentazioni. Era un piagnisteo continuo, uno stillicidio di acide lamentazioni: e non ci fanno votare alle primarie come vorremmo, e sono antichi, e sono cattivi con noi che siamo il nuovo, e ammazzano un’intera generazione, e le rubano il futuro con le loro pensioni da favola (e mica parlavano delle pensioni d’oro, sia chiaro). I palchi della Leopolda pre-marcia erano essenzialmente questo: il grido di dolore di una generazione in camicia bianca e ritratti di Blair che lamentava e denunciava l’inverecondo complotto ai suoi danni: ecco, ci bloccano! Un piagnisteo in piena regola che toccava vette di lirismo epico quando si innestava sulla questione generazionale: nugoli di trenta-quarantenni affranti dal non avere il potere e le possibilità che avevano avuto i trenta-quarantenni prima di loro. Mano ai fazzoletti, si piangeva un bel po’. Poi, cambiato verso, basta. Il piagnisteo non vale più, perché adesso comandano loro e lamentarsi è diventato gufismo applicato, reato federale. Che ci sia in effetti da lamentarsi un po’ lo vedono tutti (la questione del Sud, mai messo così male dai tempi dello sbarco dei Mille e forse pure da prima è da manuale), ma ogni visione della realtà che non collimi con le sorti luminose e progressive che arrivano (arrivano? Stanno arrivando? Arriveranno? E lasciatelo lavorare, no?) è considerata attività antipatriottica.
Dunque non un meccanismo del renzismo – pfui – ma un meccanismo intrinseco del potere: quando erano di là, “calpesti e derisi”, come dice l’Inno, riempivano fazzoletti di lacrime come alla prima di Love Story, ora che sono di qua, nella stanza dei bottoni, chi piange, o anche solo segnala quello che non va è uno che “sa solo lamentarsi”. Tracciata questa linea filosofica del “non piangete, bambine”, il resto viene da sé come naturale corollario. Esempio di scuola, il mirabolante ministro Franceschini, che inaugurando la Palestra Grande di Pompei (apertura al pubblico in ritardo di duemila anni) si toglie alcuni sassolini delle scarpe e chiede provocatoriamente se questa buona notizia avrà sui giornali lo stesso spazio di quando Pompei crolla in testa ai turisti. E’ più che una domanda peregrina: è scema. Perché nei paesi civili, e giustamente, la gente considera quel che funziona normale e quel che non funziona degno di segnalazione, nota e denuncia. E dunque nessun giornale titolerà mai “Traffico regolare sull’A1”, ma magari scriverà mezza pagina nel caso di “Ingorgo spaventoso in autostrada”. Dunque, il ribaltamento, assai bislacco, è questo: si invoca la normalità chiedendo di fare una cosa anormale: celebrare l’ovvio e censurare o silenziare l’eccezione. Con in più la consegna dell’illusione alle masse: “ehi, rimboccatevi le maniche!”. Bello, edificante, un po’ coreano del Nord. Ma quando si rimboccano le maniche, i nemici del piagnisteo, mica risollevano l’economia del Sud o fanno decollare l’occupazione, no. Al massimo puliscono qualche muro dalle scritte. Senza piagnistei.

5 commenti »

5 Commenti a “Prima piange, poi vieta il piagnisteo: il potere ai tempi di Matteo Renzi”

  1. Piagnisteo e fotti….

    da Eparrei   - mercoledì, 5 agosto 2015 alle 10:59

  2. Se avevo dei dubbi dove sia stato educato matteuccio, dopo questa esternazione non ho piú dubbi: educato nel malaffare dai fulgidi esempi nostrani (in primis silviuccio) e ammalatosi di decisionismo si proietta nell’olimpo del miglior governo degli ultimi 70 anni (rispetto a silviuccio piú modesto in questo caso). Ma che la scena sia tutta di polistirolo non lo sgomenta, lui ci fará credera che é tutto marmo. Purtroppo quando cadremo definitivamente non ci sará di consolazione l’averlo gia saputo.

    da Antonio Talarico   - mercoledì, 5 agosto 2015 alle 16:20

  3. Direi che è sorprendente prendere atto quasi tutti i giorni di riuscire a cadere sempre più in basso,dalle risposte a Saviano della madonnina tanto cara al rignanese,sino alle nomine rai.

    Rammentate “mai più i partiti all’interno dell’amministrazione della tv servizio pubblico”,se non sono tutti suoi spin doctors poco ci manca,e pensionati che dovrebbero rinunciare agli emolumenti,ma quando mai,ormai è andato al di là del delirio di Nerone dei “bei tempi”.

    da Ivo Serenthà   - giovedì, 6 agosto 2015 alle 14:10

  4. Nel mese di Luglio a molti pensionati non è stata pagata dall’INPS la quattordicesima mensilità prevista per particolari tipologie di contribuenti: (Legge 127/2007).
    A partire dal 2008 la cd quattordicesima mensilità viene erogata dall’INPS ai titolari di pensione con più di 64 anni, che abbiano un reddito personale non superiore a una volta e mezzo l’importo minimo: 9.786,61 euro, pari a 752,83 euro mensili.
    Al compimento del 64° anno di età, e negli anni successivi l’avente diritto è tenuto a presentare all’INPS il modello RED, con il quale dichiara:
    o di non avere ottenuto alcun altro reddito oltre a quelli riferiti alla pensione e all’eventuale casa principale;
    o di avere percepito altri redditi.oltre appunto a quelli della pensione e della casa principale nell’anno precedente a quello di pagamento, fornendo in quest’ultimo caso l’elenco specifico degli importi relativi.
    In sostanza, senza alcun preavviso per consentire di rimediare eventualmente ad una possibile dimenticanza in tempo utile, l’INPS quest’anno ha deciso unilateralmente di non adempiere al suo obbligo lasciando a bocca asciutta tantissimi pensionati, indicando il banalissimo motivo di non avere ricevuto il modello RED relativo all’anno precedente. Ora non so che tipo di organizzazione sia praticata all’Istituto di Previdenza in merito ai controlli di competenza che soprattutto in casi come questo avrebbe dovuto farli prima di sospendere un provvedimento così tanto atteso dalla povera gente, in quanto, ricevuta INPS alla mano, io stesso ho potuto accertare che il modulo RED 2014 di una persona interessata a me vicina risulta regolarmente arrivato e registrato sul sito dello stesso INPS.
    Oppure, i motivi sono altri? di immagine per esempio? Per la corresponsione promessa dei rimborsi del 730 precompilato, i rimborsi del maltolto riferito alla rivalutazione annuale ISTAT sulle pensioni, gli 80 euro elargiti solo a chi già gode di uno stipendio, ci vogliono moltissimi quattrini… Meglio allora fregare gli anziani pensionati e farli impazzire nel caldo estivo per trovare una soluzione alle mancanze malvage della politica… Senza pensione e senza sanità la strada della vita si accorcia inesorabilmente.. Pensionato che muore, pensione risparmiata, mi pare che fosse una considerazione che fece, e purtroppo attuò in tempi da non ripetere mai più, il nazismo di Hitler.
    Infine, come mai la stampa di regime (?), la TV di regime /?) non hanno riportato e commentato questa tremenda notizia di abuso politico nei confronti dei più deboli?… Tutti alla Leopolda ad ascoltar chiacchiere? Talk show, show, show… Ma che cavolo!… Sciò sciò ciucciuè!…

    da Vittorio Grondona   - sabato, 8 agosto 2015 alle 11:43

  5. Devo dirlo, almeno una volta.
    Io non riesco o, meglio, mi rifiuto di articolare con argomentazioni fondate perché mi ripugna così tanto, ma il fatto rimane: mi ripugna, sempre, quando si (mette in) mostra, come atteggia il corpo e la faccia , quello che dice e come lo dice, quello che fa e come lo fa. MI RIPUGNA VISCERALMENTE e ISTINTIVAMENTE e in “certi” casi il mio istinto indovina

    da adele5   - mercoledì, 12 agosto 2015 alle 17:00

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