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ago 15

Evviva, sono morte le ideologie. Sopravvive solo lo sfruttamento

Fatto190815Ma dunque confinano, si toccano, si somigliano, le campagne pugliesi in mano ai caporali, la luccicante modernità di Amazon, la Gran Bretagna conservatrice? Com’è possibile? A leggere le cronache di questi giorni si direbbe che il minimo comun denominatore è quello: sfruttamento e mortificazione del lavoro. Dall’inchiesta del New York Times, per esempio, l’impero Amazon esce, eticamente, a pezzi. Lavoratori costretti alle ottanta ore settimanali e spiati anche in bagno, addirittura esperimenti (si può dire fuor di battuta: su cavie umane) su come aumentare la produttività, lavoratrici incinte e lavoratori malati licenziati. Jeff Bezos, il capo di quell’impero da 250 miliardi di dollari, ha risposto indignato, ma l’inchiesta non è contestabile: il più fulgido esempio di modernissima azienda ne esce come una galera.
Il salto dai grandi depositi di Amazon ai campi pugliesi sembra improponibile, eppure. Eppure basta leggere la storia di Paola Clemente, morta di fatica nei campi: si alzava alle tre di notte, tornava a volte dopo dodici-quindici ore tra viaggio e lavoro, per ventisette euro, il marito se l’è andata a riprendere nella camera mortuaria del cimitero di Andria, morta di lavoro. Dunque nell’era del turboliberismo, della crescita, dell’elogio del profitto senza se e senza ma, chi resta schiacciato è il lavoro, e insieme a lui, ovvio, i lavoratori. Sembrerebbe un fenomeno che avvolge il pianeta: in Gran Bretagna il governo conservatore parla di stroncare la “welfare-dipendenza”, cioè di creare infinite difficoltà a chi usufruisce dei sussidi, allo scopo di ridurli e con l’effetto di umiliare chi ne usufruisce. Sono più che segnali: è il trionfo di un’ideologia che ha seppellito tutte le altre al grido vile e interessato di “basta con le ideologie”. A resistere è rimasta l’ideologia più vecchia del mondo, lo sfruttamento. Una cosa così introiettata, così intimamente accettata che è diventata un cavallo di battaglia anche delle sinistre al governo. L’Unità che esalta i lavoratori della Elettrolux che decidono “liberamente” di lavorare a Ferragosto (quel “liberamente” dice tutto, e contiene tutta la vergogna degli attuali rapporti di forza tra lavoratori e imprese), la serena accettazione dei ribassi salariali perché “siamo in crisi”, il marchionnismo, nuovo fordismo 2.0, dove l’unica variabile indipendente è il profitto dell’azienda e tutto – anche la dignità di chi vi contribuisce lavorando – deve essere al suo servizio. Il linciaggio mediatico dei professori precari che non vogliono spostarsi di mille chilometri per guadagnare, non si sa per quanto, mille euro al mese, è un’altra variante dell’equazione: il lavoro non c’è e chi ha la fortuna di averlo si lamenta? Intollerabile. E via con la lapidazione di gente che ha studiato una vita e lavora (male) da anni, accusata oggi di chiedere privilegi anziché elementari diritti. In questo scenario (globale, non solo italiano), fa sorridere la polemica sulla sinistra italiana (attuale? Ex? Futura? Alternativa? Possibile?). Ne parlarono su questo giornale, una settimana fa, Antonio Padellaro e Giuseppe Civati, ognuno con i propri ottimi argomenti. E si disse dell’irrilevanza di una nuova possibile pattuglia di sinistra, o dei diritti dei gay, o della liberalizzazione delle canne, o delle sedicenti riforme o controriforme, eccetera eccetera. Ma del lavoro, della dignità del lavoro, della schiavitù che ci assedia – assecondata e accettata per “necessità” come fu sempre nella storia del mondo anche da chi si definisce “di sinistra” – poco o nulla. Eppure se non si (ri)parte da lì, da un diritto al lavoro dignitoso, ogni nuovo diritto sembrerà un premio di consolazione, poco più che orpello, concessione, regalia. In nome del profitto.

13 commenti »

13 Commenti a “Evviva, sono morte le ideologie. Sopravvive solo lo sfruttamento”

  1. D’accordissimo. E però lo vogliamo aggiungere che le armi con cui il capitale si sta erodendo secoli di emancipazione dei lavoratori e molte delle conquiste in termini di diritti dei lavoratori si chiamano: Trattati di Maastricht e di Lisbona, Euro, TTIP, …

    da Gianpiero Tomassini   - mercoledì, 19 agosto 2015 alle 09:31

  2. Condivido tutto, tranne il titolo.
    Le ideologie sono rimaste,ma sono amministrate e somministrate per il tramite dei media ( web compreso). Negare la realtà in funzione di un ideale è il tipico meccanismo mentale con il quale da sempre i poteri dividono ed imperano. Ora l’orgia tecnologica , da un lato e il vecchio panem et circenses ( calcio , sesso, consumismo) dall’altro, sono i nuovi baluardi di quei furbastri, che , più o meno consapevolmente, scelgono di stare dalla parte di chi comanda

    da giorgio cordiero   - mercoledì, 19 agosto 2015 alle 09:35

  3. lucido come sempre.

    da palmira   - mercoledì, 19 agosto 2015 alle 10:52

  4. Aggiungerei anche: ogni diritto è diretta conseguenza del diritto al lavoro dignitoso, in quanto crea il surplus economico e temporale necessario per intrattenere altre lotte. Non è un caso che il ’68 sia iniziato nelle fabbriche.

    da r1348   - mercoledì, 19 agosto 2015 alle 12:02

  5. Proprio stamattina leggevo un articolo sullo sfruttamento , e le ottanta ore consecutive che erano obbligati a fare i dipendenti Amazon , nelle aziende ci stanno questi elementi che per fare carriera si prifugano a stare dalla parte del padrone . Sono state fatte tantissime lotte in anni addirtro per tutelare al massimo il lavoratore , permettere alle aziende questo tipo di sfruttanento non è concepibile , lo so che il lavoro manca ma bisogna anche salvaguardare i diritti acquisiti lottare e bastonare se è il caso chi chiede questo tipo di sfruttamento

    da Paola coda   - mercoledì, 19 agosto 2015 alle 14:03

  6. Concordo, purtroppo stiamo subendo un condizionamento mentale che porta molti di noi a pensare che tutto ciò sia giusto, o perlomeno inevitabile. Non ho ovviamente una soluzione, ritengo però che un reddito minimo garantito (indipendentemente da chi lo propone) potrebbe essere un inizio, un modo per svincolarsi da questo ricatto del “meglio lavorare da schiavi che non lavorare”.

    da giorgio guidi   - mercoledì, 19 agosto 2015 alle 15:00

  7. grazie Robecchi, grazie veramente per questo grande riflessione

    da gis   - mercoledì, 19 agosto 2015 alle 16:26

  8. Favoloso il mondo del lavoro 2.0 che hanno creato vero? Al termine dello scorso secolo e all’inizio del nuovo,i guru economici e politici raccontavano della splendida globalizzazione che avrebbe risolto la povertà e l’ingiustizia sociale su tutte le latitudini,dopo una quindicina d’anni d’esperienza,direi che le ricchezze si sono concentrate in poche mani e la povertà è aumentata pur lavorando continuativamente o a singhiozzo.

    Oltre gli esempi che ha citato,quelli che vanno da Andria al gigante del commercio online,rammento come esempio simbolo gli stage lavorativi gratuiti,dove i malcapitati hanno una minima speranza d’essere presi in considerazione e nel frattempo arricchiscono i soliti noti,questi si senza vergogna.

    Il what a wonderful world di Louis Armstrong suona drammaticamente

    https://www.youtube.com/watch?v=E2VCwBzGdPM

    da Ivo Serenthà   - mercoledì, 19 agosto 2015 alle 18:04

  9. C’è una Alternativa : la Internazionalizzazione dei sindacati,
    ma in maniera organica non così come la conosciamo oggi .
    “Proletari di tutto il mondo unitevi ” Che intuizione !

    da vincenzo cannici   - mercoledì, 19 agosto 2015 alle 18:28

  10. Lo sfruttamento, il profitto sono cose concrete e non ideologia.
    Solo il lavoro salariato produttivo dà plusvalore e quindi profitto. Questo lavoro non vien fatto da europei che invece si affannano a dividersi appunto il plusvalore. I capitalisti prendono la parte del leone e tutti gli altri si scannano per le briciole. L’orrendo sfruttamento si spiega quindi con l’enorme pluslavoro necessario a coprire i bisogni della società occidentale, proletari compresi.
    Questo e non la morte delle ideologie ha fatto scomparire la sinistra occidentale.

    da Marco da Zurigo   - mercoledì, 19 agosto 2015 alle 22:19

  11. La nostra ideologia é scritta negli articoli 3 e 4 della Costituzione repubblicana, nell’intero titolo Terzo, specialmente nell’art. 41. E i nostri governanti prima di insediarsi giurano pubblicamente di rispettarli.

    da Luciano   - giovedì, 20 agosto 2015 alle 07:18

  12. Il Governo dov’è? Muore la gente di fatica per sfruttamento schiavista e dimostra di non sapere nulla di una tale medievale realtà italiana, peraltro conosciuta perfino dai sassi. Pensa adesso ad una legge sul caporalato, come se finora fosse stato lecito sfruttare le persone. E la buona scuola, per chi sarà buona? Per le donne che lasciano figli e marito o solo per chi le potrà tenere al guinzaglio col ricatto? Ora vari Comuni si vantano di far lavorare gratis gli immigrati… Allora il lavoro c’è, ma bisogna lavorare gratis?… Mah!… Se fino ad oggi le scuole sono andate avanti con i precari, perché non assumono questi ultimi nelle scuole nelle quali hanno insegnato finora? Anche i bidelli sono precari… Ci aspettiamo un’altra cavolata di riforma anche per loro? Ma che cavolo vogliono gli italiani… Niente più scipero senza una preventiva conferma di almeno il 30% degli schiavi… La visita ai musei è così assicurata. E mi raccomando, niente cumulo dei buoni mensa, il che vuol dire che durante la pausa pranzo sarà più che sufficiente sfamarsi con un pomodoro e un pezzo di pane comune… Non sono queste le riforme che aspettavano? O sono altre, proprio come le pensavo, per esempio, io. Pensavo al miglioramento della vita di ciascuno di noi e non solo di quella dei capitalisti… Il renzismo non vuole che si voti per le Province e per il Senato. Passerà poco tempo e non si voterà nemmeno per la Camera. Si dirà che la gente non va più a votare spontaneamente e quindi tanto vale abolire completamente le elezioni. A quel punto sarà sufficiente la presenza ogni tanto sul terrazzo tipo di quello di di Piazza Venezia di un tizio in camicia bianca e jeans che annuncia con enfasi che ad eleggere il Parlamento ci ha pensato direttamente lui con grande risparmio per l’Italia. E giù tutti a battere le mani al nuovo padrone dalla bella camicia bianca…

    da Vittorio Grondona   - giovedì, 20 agosto 2015 alle 23:58

  13. Basta, Lei è un “cultore del blocco”.

    da david   - martedì, 25 agosto 2015 alle 17:07

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