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Ti piace vincere facile? Basta scegliersi l’avversario

Fatto100615Tra i migliori trucchi per vincere, in qualsiasi campo, c’è quello di scegliersi il nemico. Non è un trucco difficile: basta che siano tutti distratti o ipnotizzati ed è un giochetto da ragazzi. Come se il Barcellona potesse decidere da solo che una finalissima la giocherà, che so, contro la Battipagliese. E’ un’operazione semplice: basta dire chi è l’avversario e assicurarsi una platea plaudente che si dica d’accordo, che magari si finga preoccupata dicendo cose come: “Ah, però, non sottovalutiamo la Battipagliese”. Così Matteo Renzi and his friends indicano in Matteo Salvini il nemico, l’unica opposizione esistente, l’unico avversario. Gli altri, o nominati con sufficienza o nemmeno citati: concentrarsi su Salvini sembra essere l’ordine di scuderia, forse nella speranza che al momento della scelta suprema e definitiva l’italiano di imprinting anche vagamente democratico preferisca il neocraxismo del Pd renzista alle ruspe dell’altro ragazzotto, quello con la felpa. E’ una buona mossa, soltanto un po’ rischiosa. Intanto perché vista la rapidità con cui Renzi perde pezzi di elettorato le cose possono cambiare velocemente (si veda l’ingresso al Nazzareno dalla porta posteriore, essendo quella principale presidiata da ex elettori infuriati, insegnanti nella fattispecie). E poi perché per indicare un avversario bisogna in qualche modo mettersi sul suo piano, accettarne almeno il gioco, sfidarlo sullo stesso campo.
Si ricorda per esempio en passant che mentre il Salvini gigioneggia in giro parlando di ruspe e pogrom, le ruspe sono state usate a Roma, alla favela di Ponte Mammolo, per cacciare senza preavviso gente che ci abitava da anni, senza soluzioni alternative accettabili. Risultato: in una città dove si discute fittamente se gli affari sulla pelle dei migranti si possano o no chiamare “mafia” (una mafia decisamente bipartisan, tra fascisti conclamati, coop rosse e esponenti Pd), c’è ancora gente che dorme per strada davanti alla sua baracca spianata dalle ruspe. Eroiche associazione di volontari e persone civili chiedono aiuto sui social: servono medicine, cibo, acqua, carta igienica. Qualche tenda l’ha fornita una nota (e a questo punto: meritoria) catena di articoli sportivi, mentre le istituzioni si accapigliano sui giornali a proposito di inchieste e mandati di cattura. Il salvinismo teorico di Salvini, insomma, si contrappone a un salvinismo reale, che le ruspe le usa davvero, ma si circonda di una narrazione umanitaria, confortevole pietosa.
C’è chi dice che l’onnipresenza di Salvini in tivù (è quello, non il brillante eloquio da seconda media, che gli procura consensi) sia incoraggiata e agevolata proprio a questo scopo: trasformare una dialettica politica complessa in un derby tra buoni e cattivi, o almeno tra peggio e meno peggio. E’ una dietrologia complottista e quindi non le daremo peso. Ma è certo che anche i media tifano per quella soluzione da pensiero binario: o il Matteo buono (?) o il Matteo cattivo (!), e non ci sarà altra scelta. Sanno tutti che non è così, ma per il momento la cosa sembra funzionare: è una semplificazione, una caricatura, uno schema facile, e dunque – in tempi di distrazione di massa – conveniente. Il giochetto non durerà a lungo: tra uno che straparla di ruspe e uno che dice “Ok, discutiamo” puntando la pistola, sarà inevitabile una qualche terza via. Perché il trucchetto di scegliersi il nemico ha questa controindicazione: qualcuno potrebbe pensare che sono nemici entrambi, e finiscono per somigliarsi.

18 commenti »

18 Commenti a “Ti piace vincere facile? Basta scegliersi l’avversario”

  1. Ce da augurarsi una terza via,ormai alle favole del bomba credono solo più gli allocchi o chi bene o male ha le mani in pasta,tra condoni,solite evasioni di tipo fiscale,appalti di dubbia natura,creste e crestine qua e là.

    Dall’altra parte della sponda dei matteo,li conosciamo già,proclami a più non posso e zero tituli,vedasi cos’hanno portato a casa col caimano in una ventina d’anni,tranne il malloppetto del senatur insieme a qualche amico di merende,e leggi ad lui personam in quantità industriale.

    Ecco,la terza via agognata s’ha da fare,anche se in questo momento non vedo manco un filino di luce nel tunnel in cui stiamo vivendo,con tutto il rispetto per il progetto sociale di Landini,il tutto dovrebbe avere più velocità,l’andamento lento porta a probabili prefissi telefonici in percentuale.

    da Ivo Serenthà   - mercoledì, 10 giugno 2015 alle 15:47

  2. Che alla fine ‘sto Salvini, sull’art. 18 e sui diritti dei lavoratori è comunque più a sinistra di Renzi.

    da david   - mercoledì, 10 giugno 2015 alle 16:16

  3. Questa allusione alla terza via mi ricorda il duello finale del western “il buono, il brutto, il cattivo”. Sono perplesso sui ruoli da attribuire.
    Il buono a Renzi , il cattivo a Salvini ed il brutto a ‘qualcuno’?
    E , se ricordo bene, il buono non aveva persino manomesso la pistola del brutto? Così tanto per evitare guai … Il western all’italiana come profezia politica … chi l’avrebbe mai detto!

    da Marco da Zurigo   - mercoledì, 10 giugno 2015 alle 22:59

  4. Solo per modificare quel “c’è” iniziale.

    Grazie!

    da Ivo Serenthà   - giovedì, 11 giugno 2015 alle 08:16

  5. Il cattivo è quello che dice io porto sempre a termine la mia missione… E senza pietà ammazza il malcapitato bersaglio. Io non riesco a vedere nei due Matteo niente di buono, stile spaghetti western ovviamente. Faccio perfino fatica a immaginarmeli brutti. E’ invece la terza che temo e quindi entrambi mi preoccupano. Meglio trovare un riparo prima del si salvi chi può generale.
    W il Bologna in serie A…

    da Vittorio Grondona   - venerdì, 12 giugno 2015 alle 00:14

  6. Sugli ultimi decreti attuativi del Jobs act basti dire che la “rubrica” dell’art. 2103, articolo che tutela(va) il demansionamento del lavoratore ha riacquistato la formulazione “Prestazione del lavoro”, risalente al 1942 (epoca fascista) che era stata sostituita da “Mansioni del lavoratore” nel 1970 dallo Statuto dei Lavoratori.
    PD

    da david   - venerdì, 12 giugno 2015 alle 08:08

  7. Ma guarda che strano siccome non ci sono più bagni pubblici la si fa in giro.
    Come diceva quello (quando non era dottore honoris causa nella qualunque): “la vogliam reggere per una stagione e con la merda fare la rivoluzione”.

    da david   - venerdì, 12 giugno 2015 alle 11:01

  8. io sono d’accordo con Umberto Eco e anzi amplierei il suo discorso: non è solo on line che abbiamo l’invasione degli imbecilli, “quelli che prima parlavano al bar e non facevano danni”, ma ormai anche i tg e i quotidiani sono inguardabili e inascoltabili. Io vorrei sapere: ma perché mai devo ascoltare i discorsi di uno come Salvini? ma perché mai devo ascoltare Renzi che risponde alle legittime obiezioni con quel tono da capoclasse cretinetto?
    L’unica cosa che mi sento di rimpiangere dei tempi di Andreotti è questa, che certe cretinate non si ascoltavano – santo Cielo, almeno un minimo di decenza nelle argomentazioni…

    da giuliano   - venerdì, 12 giugno 2015 alle 16:28

  9. Ricordo con nostalgia la vecchia Tribuna Politica dove un moderatore, obbligatoriamente neutro per l’occasione, dava la parola ai politici facendo rispettare i tempi e l’etica degli interventi. Oggi, la bella presenza, indispensabile in TV, e la scioltezza automatica della lingua dei nuovi giovanissimi improvvisati politici, ci costringono nella sostanza a subire un costante lavaggio di cervello organizzato nei minimi dettagli dal vero potere che conta. Per quando riguarda le considerazioni di Umberto Eco sugli interventi “140 carattteri” sono in sostanza “quasi” d’accordo, con lui, tanto è vero che non ho sentito finora il desiderio di iscrivermi alle trappole facebook, twitter e simili… In base alla mia esperienza, devo però convenire in proposito che sono soprattutto i pensieri più semplici, espliciti, spesso all’apparenza perfino sciocchi, ad aprire gli occhi sulle problematiche della vita ed anche a quelle del lavoro e del vivere sociale. In sostanza un colossale brainstorming messo gratuitamente a disposizione di coloro che lo sappiano utilizzare con profitto senza dare tanto valore alla forma.

    da Vittorio Grondona   - sabato, 13 giugno 2015 alle 09:46

  10. A Venezia hanno perso perchè il candidato giusto del PD di Renzi era Brugnaro.
    Umana S.p.A. ringrazia il Jobs Act.

    da david   - lunedì, 15 giugno 2015 alle 09:51

  11. Casson a Venezia è l’ennesima dimostrazione di ciò che succede in Italia dal 1992 in avanti, e direi anche da molto prima: appena arriva una persona presentabile, gli elettori lo bocciano. I fanfaroni e i ladri qui vincono sempre, soprattutto al Nord (qualcuno si ricorda ancora di Cota in Piemonte, dell’Umberto Bossi che si rifà il terrazzo di casa sua con i soldi del partito, di Formigoni e della clinica San Raffaele, di Galan in Veneto e del suo erede Zaia, eccetera eccetera?)
    Intanto, Renzi continua nella sua opera di Nuovo Bettino Craxi: va a votare il 47 per cento, un elettore su due non sa più per chi votare. In Grecia hanno Tsipras, in Spagna c’è Podemos, da noi il vuoto assoluto. Un saluto a Casson e anche ad Ambrosoli qui in Lombardia: magari non dei fuoriclasse, ma quantomeno persone presentabili…

    da giuliano   - lunedì, 15 giugno 2015 alle 12:58

  12. Renzi sarà ricordato come il segretario (del più grande partito di centrosinistra) che ha cancellato lo Statuto dei lavoratori e distrutto le loro tutele e per tutti i “goals” di Alfano.
    Politicamente sarà solo il Craxi del PD (ricordo a me stesso che il PSI, prima di Craxi, era stato un partito socialista).

    da david   - martedì, 16 giugno 2015 alle 08:30

  13. Quindi il piano B di Renzi era lo sgombero a manganellate (di sinistra).

    da david   - martedì, 16 giugno 2015 alle 10:36

  14. Ma è nel Jobs Act che il Presidente del Consiglio può licenziare un sindaco quando vuole ?

    da david   - martedì, 16 giugno 2015 alle 18:04

  15. OT: 1. il piano Whirlpool non c’è 2. dalle indiscrezioni:

    “La proposta Whirlpool, riferisce Marco Bentivogli della Fim, prevede una serie di incentivi: quelli per trasferimenti volontari (32.000 euro operai, 18.000 euro impiegati), quelli per lavoratori immediatamente pensionabili (5200 euro); quelli per lavoratori pensionabili con ammortizzatori sociali per i quali si prevede una integrazione al 100% del reddito fino alla collocazione in pensione. A questi si aggiungono incentivi per lavoratori pensionabili che hanno un periodo di 12 mesi non coperti da ammortizzatori sociali”.

    Di fatto sono licenziamenti mascherati, oliati da denaro pubblico con cui lo Stato aiuta Whirlpool – anche – a licenziare.

    La cosa più schifosa è che come al solito vengono fatti passare per contributi ai lavoratori.

    PD

    da david   - giovedì, 18 giugno 2015 alle 10:35

  16. Sui controlli a distanza questa è l’aggiunta Poletti:

    “La disposizione di cui al primo comma (che esclude la possibilità di cotnrollo a distanza n.d.r.) non si applica agli strumenti utilizzati dal lavoratore per rendere la prestazione lavorativa e agli strumenti di registrazione degli accessi e delle presenze”.

    Quindi su tutti tali strumenti (non individuati) adesso si controlla a distanza prima non si poteva. Punto.

    Non dicessero fesserie che qua non si è scemi.

    da david   - giovedì, 18 giugno 2015 alle 14:31

  17. La Corte Costituzionale ha appena rinviato la decisione sui precari, dando una bella mano al ricatto di Renzi.

    da david   - venerdì, 19 giugno 2015 alle 08:27

  18. “Spaghetti con pomodori e spinaci cotti per 30 minuti in pentola a pressione”
    Un’ottima pasta, se sei renziano.

    da david   - venerdì, 19 giugno 2015 alle 15:04

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