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“Io quelli lì li ammazzerei tutti”. In fondo siamo brava gente

C’è un’emergenza nazionale (un’altra!) di cui nessuno sentiva il bisogno, ma soprattutto che pochissimi paiono notare, il che la rende ancora più emergenza e anche molto nazionale (non vedere i muri prima di andarci a sbattere è una specialità di queste parti). Si chiama cattivismo. Si esprime con un rumore di fondo, un rombo sottotraccia, e contiene parole, frasi, espressioni, minacce che solo fino a qualche tempo fa parevano inimmaginabili. Eppure.

Fatto130515Eppure come accendi la tivù, o apri una finestra del browser, ti imbatti in qualcosa di impietoso e trucido fino alla caricatura. Una lingua approssimativa e splatter fatta di “Io ci taglierei la testa con la roncola… io meno male che affondano nel mare… io ci passerei sopra con la ruspa”. Niente che non abbiano già detto certi sceriffi del Nordest negli anni Novanta, certi leader convinti della supremazia della razza padana (ahahah! questa fa sempre ridere). Certo trasformare Matteo Salvini in una specie di inquadratura fissa a reti unificate ha aiutato. Ma attenzione, non si tratta solo di politica chiacchiere e distintivo. Il problema è che ora quelle parole tracimano nella vita di tutti, chi più chi meno. Tra la buona e brava gente della Nazione il refrain “Io li ammazzerei tutti”, con le sue mille varianti, alcune vergognosamente travestite da intento umanitario, è diventato un mormorio accettato, diffuso, come i gattini su Facebook, come le notizie sceme nelle colonnine a destra dei giornali. Il cattivismo è in un certo senso diventato pre-politico: c’è il cane che sa contare fino a otto, la bellona con le tette a mongolfiera e il “Signora mia io a quelli lì ci spezzerei le braccia col martello”. Tutto uguale, tutto indistinto, tutto sfuggente all’indignazione e allo scandalo. Alla fine, tutto spaventosamente normale.
Chi siano poi “quelli lì” a cui fare del male e per cui si sprecano parole di odio assoluto, vai a sapere, una volta i poveracci che attraversano il mare, la volta dopo il rom, o “quelli dei centri sociali”, o i barboni, i richiedenti asilo, in realtà il destinatario non conta.
Che poi si sa che la lingua precede, non solo il pensiero (spesso) ma anche l’azione. E finisce che le ruspe arrivano davvero, come a Roma alla favela di Ponte Mammolo, dove le cronache riferiscono di un preavviso di un quarto d’ora agli abitanti prima di abbattere le baracche. Brutto spettacolo ai confini del pogrom.
E’ come se trovandosi stretti in una situazione di crisi e – peggio – di paura del futuro, molti italiani si scelgano un nemico facile, molto visibile, chiaramente minoritario e indifeso. Insomma, se c’è la crisi e hai una fifa blu per il tuo domani, sei angosciato, adotti come terapia quella di menare (in metafora, ma purtroppo non sempre) gli unici che stanno peggio di te. Meccanismo elementare con sfondo cattivista che chiede sacrifici umani. Perché prendersela con chi conta niente e soffre di più è facile, comodo, rilassa, e soprattutto è fortemente incoraggiato: finche chiedi la testa dei deboli, i forti brindano. Politiche economiche, scelte sbagliate, riduzione dei diritti, tagli di qui e di là, strategie industriali miopi, che palle, tutta roba complicata, uno deve studiare, pensarci. Vuoi mettere la comodità di un punching ball nero, o rom, o rumeno? E’ l’odio-à-porter, è il cattivismo, è la vecchia storia dell’”italiano brava gente” che però “io a quelli lì ci sparerei a tutti”. Un imbarbarimento politico, sociale, culturale che non diventerà emergenza per un solo motivo: lo è già.

15 commenti »

15 Commenti a ““Io quelli lì li ammazzerei tutti”. In fondo siamo brava gente”

  1. Continuano a piovere pietre, a volte menhir :)

    da Anna Romanelli   - mercoledì, 13 maggio 2015 alle 15:34

  2. Concordo con la tua analisi, la paura del futuro rende disumani.
    Restiamo umani.

    da nik   - mercoledì, 13 maggio 2015 alle 15:40

  3. Vivere in uno stato così è devastante…una follia collettiva perenne . Subentra continuamente lo scoramento . Fortuna che ho ancora qualcuno in cui credere politicamente , di sicuro non è l’ebete fiorentino . Ciao .

    da Alessandro Tambara   - mercoledì, 13 maggio 2015 alle 16:01

  4. e il Salvini continua ad essere invitato in rai

    da gis   - mercoledì, 13 maggio 2015 alle 16:19

  5. Purtroppo hai ragione alessandro. ce n’è sempre uno su qui sparare, se non sono africani, sono rom, sono albanesi, rumeni… e se la situazione è tranquilla, sono i gay. quello che mi spaventa, è che siano tante le persone che seguono chi, per furbizia, cavalca questa isteria collettiva. sono in tanti ad appoggiarsi senza vergogna e ad invocare la morte (con ruspe, ghigliottine, fucili, bombardamenti e chi vuole anche la bomba atomica in nord africa…così per gradire) di tutto ciò che rappresenta un pericolo per loro. (pericolo de che poi? ricordiamo che i terroristi sia in america che in Europa none rano sbarcati con i gommoni nè erano nei centri di accoglienza).
    Stamattina ho letto il post di una tipa che si fingeva sconvolta perchè ad un portatore di handicap è stato tolto l’assegno di mantenimento (o roba del genere chiedo scusa non ricordo) e l’associazione è stata: “a lui hanno tolto l’assegno, ad una vecchietta ieri al supermercato davanti a me non aveva soldi per comprare il pane e noi diamo i soldi all’Africa… MAVAFFANCULO”…
    ecco siamo a questi livelli, livelli assurdi, livelli disumani.
    ed io ho paura.

    da Nadira Haraigue   - mercoledì, 13 maggio 2015 alle 16:31

  6. Tanti anni fa ho letto un saggio di Rosellina Balbi (All’erta siam razzisti) ricordo l’inquietudine provata e la mia inadeguatezza a comprendere fino in fondo il fenomeno storico sociale e antropologico descritto dalla Balbi.(Anni ’90..)
    NN vedevo l’ora di finirlo, di rimuoverlo..avevo quasi paura di affrontare/approfondire quelle tesi.Mi dicevo IO NN SONO RAZZISTA, NOI nn siamo razzisti, noi siamo brava Gente..
    Ecco adesso è tutto più nitido, nn più così distante, quasi tangibile.NON siamo quella brava gente e il CATTIVISMO nn si legge in un saggio,si respira.E’ Emergenza umanitaria a partire da noi stessi

    da raffaella nistri   - mercoledì, 13 maggio 2015 alle 17:01

  7. Ma questa è la parte d’Italia che è sempre esistita,emerge e si fa notare di più per via della crisi,e quando la lotta si fa tra poveri la fogna verbale non fa sconti.

    Oltre la disoccupazione c’è l’emergenza degli sbarchi dei disperati,e gli zingari tutto sommato tollerati fino a ieri,ora sono diventati tra i problemi più evidenti del paese.

    E non vedo migliorie su questo tema nel breve-medio termine,certamente l’ipocrisia dell’Europa lasciando di fatto l’Italia da sola nell’emergenza del Mediterraneo,è uno degli aspetti nauseabondi all’interno della comunità.

    da Ivo Serenthà   - mercoledì, 13 maggio 2015 alle 21:16

  8. Lessi anch’io il libro di rotellina balbi,e lo trovai vero inquietante ma che spiegava esattamente come si sia razzisti e non lo si sappia,quello che sta succedendo lo dimostra

    da manuela   - giovedì, 14 maggio 2015 alle 00:17

  9. No, io sono cnvinto che non si tratti di razzismo. Io penso che sia solo il bisogno altrui ad impaurire la gente. In proposito cito umilmente due versetti di una mia vecchia poesia amatoriale… Era riferita alle pensioni ed agli anziani che all’improvviso si trovano soli e malandati ad affrontare gli ultimi “istanti” della loro esistenza, ma calza a pennello anche per la triste situazione dei profughi di questo periodo.
    (…)
    E’ curioso osservare il gatto
    Quando per iattura alla sua corte
    Non trovasse nulla da mangiare.
    Alla cui bisogna, ognun dà atto,
    Per evitare una cattiva morte,
    Primario sia il dover di rimediare.

    Si guarda attorno e, quatto quatto,
    Analizzar comincia quelle porte
    Dove gli par propizio miagolare,
    Onde sforzare un vital contatto
    Con sconosciute genti, non accorte
    Dell’altrui diritto sano di campare.
    (…)
    Vittorio Grondona
    5 ottobre 2003

    da Vittorio Grondona   - giovedì, 14 maggio 2015 alle 15:23

  10. Incidentalmente noto che ormai anche in italiano spendiamo il gravissimo insulto “perdente” col senso yankee di “loser”. Ovviamente chi lo usa non ha idea dell’ideologia che si porta dietro, ma è smart, fresc e gnù (nel senso del bovino).

    da david   - giovedì, 14 maggio 2015 alle 16:16

  11. Le nostre ‘elite’ sparano su Putin, Assad, Gaddafi …
    La gente comune si accontenta di sparare sul vicino …
    Una specie di trickle down culturale ?

    da Marco da Zurigo   - venerdì, 15 maggio 2015 alle 11:33

  12. Vittorio, pubblicare una poesia in questi tempi grami mi sembra coraggioso e ammirabile come citare le favole antiche!
    E poi il gatto ha nove vite … pensa un po , prende la pensione nove volte …

    da Marco da Zurigo   - venerdì, 15 maggio 2015 alle 11:58

  13. @Marco
    Beh! Me ne rendo conto. La poesia, si fa per dire, è uno sfizio personale senza pretese. D’altronde chi non ha mai avuto la tentazione di scriverne una, anche solo per il proprio narciso piacere? Il gatto avrà sì nove vite, ma nonostante tutto quando ha fame affronta lotte micidiali… Anche per amore, spinto dallo straordinario istinto della riproduzione… Non è soggetto a leggi spesso idiote come invece lo è l’uomo. Purtroppo il profugo ha una vita sola e non è giusto che se la giochi per l’egoismo e l’ingordigia dei suoi simili più fortunati… L’immigrazione è un grosso problema sociale che bisogna risolvere in fretta, ma siamo sempre lì: ci vorrebbe una sana politica mondiale, per ora ancora distante mille anni luce dall’esserlo. Semnra assurdo doverlo dire, ancora oggi si fanno le guerre… e ti fregano pure la sudatissima pensione! In sostanza, pancia “sua” fatti capanna e degli altri chi se ne frega!…

    da Vittorio Grondona   - venerdì, 15 maggio 2015 alle 15:05

  14. ma il nome BonusPoletti è perchè è un’inculata come lavorare a gratis invece di andare in vacanza ?

    da david   - lunedì, 18 maggio 2015 alle 17:46

  15. siete dei cazzari senza speranza.

    da aline   - martedì, 10 luglio 2018 alle 05:56

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