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Abbiamo un problema: la violenza ci piace, basta che stia lontano

Fatto070515Siccome durante gli anni di piombo ero già abbondantemente sceso dal triciclo, conosco l’importanza della presa di distanza. Erano tempi in cui la premessa era d’obbligo per non insozzare qualunque possibile discorso: “Premesso che sono contro il terrorismo…”. Bene, comincerò allo stesso modo: premesso che sono contro i black bloc, che non ne subisco il fascino nichilista e similpunk, e che ho un alibi di ferro per la giornata del primo maggio (ero a casa guardare i black bloc alla tivù)… Ecco, premesso tutto questo e guardando la questione da una prospettiva più politica, dirò che abbiamo qualche problemino con la violenza, la protesta, la ribellione. Come in molte altre cose, siamo un po’ schizofrenici, e parlo soprattutto di informazione (una cosa un po’ più complessa di giornali e telegiornali, ma ci stanno dentro anche loro). E’ una specie di visione asimmetrica, uno strabismo variabile. Perché invece le rivolte piacciono molto. I giovani di Hong Kong hanno tenuto le prime pagine per giorni, le varie primavere arabe, dove pure è scorso molto sangue, hanno trasformato certi commentatori in tifosi da curva. Persino le violente manifestazioni di Francoforte (c’erano anche i black bloc) per l’inaugurazione della nuova sede della Bce costata un miliardo e 300 milioni hanno raccolto qualche vaga simpatia, o almeno comprensione. Per non parlare delle rivolte urbane dei giovani neri negli Stati Uniti, con o senza mamme che li portano via. Insomma, non è vero che non ci piace la protesta, la rivolta, la ribellione, e anzi sembriamo gradire parecchio quando avviene in casa d’altri, lontano.
Eppure anche qui l’atto di ribellione è spesso evocato e anzi paternalisticamente consigliato. Si dice ai giovani, spesso e volentieri, ma perché non vi ribellate? Siete apatici, inani, sdraiati… è ormai un refrain quello della generazione delle rivolte che dice ai figli un po’ seccata: ma insomma, perché non fate casino? Non mancherebbero i motivi, diciamo, anche solo per restare ai casi di cronaca come L’Expo. In un paese che ha il 43 per cento di disoccupazione giovanile, per esempio, il Grande Evento che deve fare da volano all’economia utilizza oltre diecimila giovani volontari non pagati, con la promessa che riceveranno in cambio un sorriso da mettere nel curriculum. Che affiori un po’ di rabbia e che possa volare qualche sasso, cosa sempre spiacevole, mi parrebbe da mettere nel conto. Ma c’è di più. La violenza non piace mai, ma è fotogenica. Chiedere per esempio alle migliaia e migliaia di insegnanti che hanno fatto flash-mob contro la riforma della scuola, hanno acceso lumini, hanno protestato civilmente, pacificamente e persino elegantemente. Zero titoli, zero righe, manco un trafiletto. Avessero preso a martellate un Bancomat o divelto lo specchietto a un taxi, sarebbero finiti con gran clamore sui giornali e nei Tg. Dunque abbiamo un problema con la violenza: che se c’è, la protesta viene resa visibile (a volte tra le righe dell’indignazione si trova  persino qualche noterella sulle motivazioni); se non c’è e protesti pacificamente e con grande senso civico, per dirla tecnicamente, non ti caga nessuno e al massimo le tue ragioni finiscono accanto alle farmacie di turno e a “cerco dog-sitter”. Quando le parti saranno invertite – che so, le prime dodici pagine di quotidiano dedicate al corteo pacifico e solo un trafiletto per l’auto bruciata dai teppisti – avremo risolto in parte i nostri problemi con la violenza, la protesta e la rivolta. E con l’ipocrisia.

11 commenti »

11 Commenti a “Abbiamo un problema: la violenza ci piace, basta che stia lontano”

  1. il fatto è che non si può dire l’indicibile e il sincero in Italia.
    Da tanto siamo liberi.

    da paolo   - giovedì, 7 maggio 2015 alle 14:46

  2. Egregio sig. Robecchi Lei è prevenuto,
    quello di Alfano è un progetto antidiscriminazione rispetto ai lavoratori italiani.

    da david   - giovedì, 7 maggio 2015 alle 15:08

  3. Il questore: “Volevano che lasciassimo sguarniti i presidi verso il centro” (ANSA). A me sembra l’ammissione che un quertiere è stato “sacrificato” perchè altri sono più importanti, forse i cittadini non sono tutti meritevoli di protezione.

    Mi piacerebbe leggere qualche commento al riguardo, ad oggi nulla.

    da nik   - giovedì, 7 maggio 2015 alle 15:44

  4. è una domanda che mi pongo spesso anch’io: quanto durerà la tranquillità dei disoccupati e dei precari (anche con il job act si è precari, basta poco e sei fuori) ?
    durerà fino a che si pagheranno le pensioni ai genitori degli attuali ventenni-quarantenni, durerà finché ci sarà qualche genitore che continua a prendere uno stipendio “da vecchi contratti”. E dopo?
    Facile essere moralisti quando si ha la pancia piena e si sta seduti al caldo…

    da giuliano   - giovedì, 7 maggio 2015 alle 16:45

  5. Concordo con tutto. Ma in futuro scriveremo ‘black bloc’ con una bella kappa finale che suona bene e fa figo :-))

    da Marco da Zurigo   - giovedì, 7 maggio 2015 alle 22:47

  6. Egregio sig. Robecchi, tutto concentrato sulla Campania mi dimentica il PD ligure e Simone Regazzoni, il fasciocowboy portavoce della Paita

    da david   - venerdì, 8 maggio 2015 alle 07:44

  7. Egregio sig. Robecchi,
    attenzione a rituittare il giuslavorista prof. Tiraboschi perchè l’attacco ad Agenzia Giovani è motivato solo dal fatto che lo sciagurato ente è pubblico mentre il professore è uno dei principali ideologi e sponsor del collocamento privato (se vogliamo chiamare così Manpower & C.).

    da david   - venerdì, 8 maggio 2015 alle 10:37

  8. Gentile David, so chi è il prof Tiraboschi, sì. Ma indipendentemente da dove vengano e per quali oscuri e inconfessabili motivi certe esilaranti notizie, quando una cosa è divertente…

    da Alessandro   - venerdì, 8 maggio 2015 alle 11:03

  9. Il “buono”, l “educato” si ribella di solito chiedendo prima e dopo scusa… Non solo con il suo “civilissimo” comportamento non ottiene mai visibilità, ma se per caso si presentasse in TV esponendo le sue motivazioni di protesta muoverebbe spontanei sorrisetti compassionevoli da parte del pubblico. Questo soggetto è molto stimato dal potere che, di contro, si sente in dovere di ignorarlo o al limite di portarlo d’esempio ai ribelli più agitati. Magari fosse stato così, per esempio, Robin Hood… Il potere dell’usurpatore Giovanni Senzaterra avrebbe preteso da lui perfino l’aratura gratis della foresta di Sherwood ed il feroce sceriffo di Nottingham non avrebbe rinunciato a pretendere ingenti somme di tasse sul terreno (IMU?)… Il primo Maggio si è svolto a Taranto un concerto organizzato da Michele Riondino e Roy Paci al quale hanno partecipato circa 300 mila persone anche e soprattutto per manifestare la loro rabbia rivendicando “oltre musica di qualità il diritto al lavoro e alla salute” (citazione: pag. 8 del Fatto Quotidiano di Domenica 3 Maggio 2015). Concerto tranquillissimo, nessun incidente e oltre al Fatto Quotidiano pochissimi altri giornali ne hanno parlato… Se questo è il mondo bisogna cambiarlo e una buona democrazia dovrebbe riuscirci senza spiacevoli devastanti violenze… Tutto sta a come si sceglie la politica. Dovrebbe essere il frutto di un voto veicolato da una legge elettorale degna di tale nome e soprattutto non da una legge truffa che preveda premi idioti di maggioranza virtuale assoluta da assegnare ad una esigua minoranza di popolazione rappresentata. C’è davvero ancora tantissimo da fare…

    da Vittorio Grondona   - venerdì, 8 maggio 2015 alle 11:46

  10. Bravissimo Alessandro.
    La mia riflessione é questa. La prospettiva rivoluzionaria non é rappresentata in parlamento. Un partito serve proprio ad educare la ribellione.

    da federico_79   - venerdì, 8 maggio 2015 alle 12:51

  11. Me ne sono e ce ne siamo accorti anche noi dipendenti privati che abbiamo manifestato quest’autunno contro il jobs act.

    Tutto è filato liscio come l’olio, e a livello mediatico abbiamo contato come il due di picche a briscola,mi auguro che non sia così per gli insegnanti,pare che qualche modifichina ci sarà, augurandoci che i soffitti rimangano sempre integri…

    Dura,durissima mettersi di traverso contro bce e governi lacchè.

    da Ivo Serenthà   - venerdì, 8 maggio 2015 alle 14:49

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