Alessandro Robecchi, il sito ufficiale: testi, rubriche, giornali, radio, televisione, progetti editoriali e altro
 
mer
14
gen 15

Tra un imam e un sacerdote non c’è più spazio per gli atei

Gli eventi storici hanno i loro piccoli dettagli. Così vorrei ringraziare il sindaco di Parigi, madame Anne Hidalgo, o chi per lei, per certi cartelli stradali – quelli con gli avvisi di servizio agli automobilisti  – scritti nell’ormai irrinunciabile formula del “je suis”. “Je suis”… ebreo, musulmano, cristiano, poliziotto eccetera eccetera e anche, per una volta, “ateo”. Ecco, grazie. Che a ricordare questa minoranza (?) di senzadio per scelta sia la città che ha insegnato il laicismo a tutti mi pare giusto. E un po’ meno giusto mi pare invece la voce degli atei non si senta praticamente mai. Mentre Parigi e la Francia facevano qualcosa di storico, gridando slogan come “Li-berté d’ex-pression”, qui da noi ci beccavamo Salvini in heavy rotation come la canzone regina, per una volta de-felpizzato ma stoico come un fachiro a recitare il repertorio.
Vespa col mitra in mano, ci ha dato qualche soddisfazione, per il resto, dibattito fiacco e molta polvere sull’Islam, soprattutto da destra (i soliti delicati titoli di Libero e il Giornale) e alcuni interessanti interventi su religione e democrazia, religione e gente che ammazza altra gente, religione e crisi economica, religione e fanatismo. In sostanza un enorme, un po’ informe, dibattito sul laicismo senza che mai (o molto raramente) si sentisse pronunciare questa parola e senza che mai qualcuno si alzi a dire che c’è pure caso che Dio non esista.
Si sa che i vegetariani non guardano le vetrine delle macellerie, e così sarà difficile per un ateo comprendere fino in fondo i sottili distinguo e i grandi dogmi delle religioni, delle loro correnti, sfumature, sette, apparati, schegge impazzite, predicatori e propagandisti. Certo è – anche per gli atei – che questa faccenda di Dio ha mille sfaccettature. Lungo le freeweay americane è tutto un  fiorire di cartelli contro il darwinismo, o un indicare numeri di telefono: “Chiama Gesù, lui ha la risposta”, per non dire degli adesivi sui paraurti tipo: “Gesù ha detto che non devi tamponarmi”. Poi ci sarebbero altri dei, più o meno cattivi, o decritti come molto cattivi da chi agisce in loro nome. Poi ci sarebbe il grande dibattito su Bibbia, Corano e testi sacri: cosa c’è scritto veramente, come va interpretato, come va letto storicamente. Un ateo osserva tutto questo un po’ costernato, da fuori, come assistendo a un folle spettacolo in cui la fede in Dio oscilla da “fammi vincere a bigliardino” a imbottire i bambini di tritolo, e probabilmente ciò rafforza il suo scetticismo. Quando gli autori di Charlie Hebdo parlano di “Diritto alla blasfemia”, probabilmente intendono questo, e ora che si discetta apertamente di guerre di civiltà e di religioni la cosa ha un suo fondamento. A guardarla bene, la manifestazione di Parigi era questo: una rivendicazione di laicità universale. Cercate di non fare troppi danni con il vostro Dio e soprattutto lasciate in pace noi. Non diverso da quello che scriveva (in tempi non sospetti, cioè quando non gli ammazzavano i redattori a mitragliate) François Cavanna, che di Charlie Hebdo fu il fondatore. Una lunga invettiva verso dogmi, fedi, credenze, pratiche, superstizioni e imposizioni che si concludeva con:  “Non rompeteci i coglioni. Fate i vostri salamelecchi nella vostra capanna, chiudete bene la porta e soprattutto non corrompete i nostri ragazzi”. Ecco, un punto di vista fieramente ateo, che nessuno cita nelle profonde elucubrazioni di questi giorni, e che avrebbe, invece, pieno diritto di cittadinanza nel dibattito.

17 commenti »

17 Commenti a “Tra un imam e un sacerdote non c’è più spazio per gli atei”

  1. L’avevano capito giá millenni fa che Il potere funziona meglio impostando una personalitá spirituale da venerare.

    E’ molto piú difficile con i cosiddetti cani sciolti,e il concetto funziona parecchio bene se continua a resistere.

    da Ivo Serentha   - mercoledì, 14 gennaio 2015 alle 10:05

  2. secondo me Dieudonnè è un coglione ma siamo sicuri che arrestarlo è la cosa giusta?

    da david   - mercoledì, 14 gennaio 2015 alle 10:50

  3. Caro Robecchi, il problema delle religioni, più o meno rivelate, non è se esista o meno un Dio,(ovviamente non esiste, almeno nel modo in cui lo intendiamo comunemente) ma che la paura umana – comprensibile, visto che siamo i soli esseri che sanno di dover morire, ma attivamente coltivata dai sacerdoti di quelle religioni,- HA PRESO ALLA LETTERA QUELLI CHE SONO SOLO SIMBOLI. Ad esempio, per fare capire che il mondo è in continua trasformazione, si è detto del seme che marcisce nella terra per poi rinascere. E’ il simbolo di Gesù, che muore o poi risorge, o invece è la storia di Gesù che è il simbolo di quel seme? Io propenderei per la seconda ipotesi…

    da Beppe De Nardin   - mercoledì, 14 gennaio 2015 alle 12:02

  4. Premessa: la fede è il risultato dell’incontro tra un furfante e un imbecille.
    A proposito di non rompere i coglioni a chi non ha il dono della fede: vorrei far notare che al poliziotto il mussulmano ha concesso il colpo di grazia mentre i bigotti cattolici che legiferano in Italia vietano l’eutanasia imponendo una lunga agonia a non so nemmeno quante migliaia di persone.
    Massimo Camiciottoli

    da Massimo Camiciottoli   - mercoledì, 14 gennaio 2015 alle 13:57

  5. non è male l’idea che dio, poverino, viene preso per il culo da certi umani che lo deridono con le vignette e devono intervenire altri umani che si facciano carico di prendere le Sue difese, perché è come il compagno di scuola scemo, che veniva bersagliato da tutti.
    il sottinteso è che Lui, non è capace di interrompere i giochi (la vita, o il creato) e spaccargli la faccia a questi bullisti.
    oppure non è capace di fare lo stesso quando i bullisti termineranno naturalmente la loro esistenza e la loro anima salirà in cielo e li avrà finalmente tra le mani.
    quindi se deduce che è un’incapace.
    una volta godeva della proprietà dell’onnipotenza.
    poverino.
    che brutta fine.

    da mario   - mercoledì, 14 gennaio 2015 alle 16:56

  6. Per gli atei non c’è mai spazio … così ad esempio pochi conoscono Margherita Zack mentre anche i paracarri sanno chi è la Santanchè!

    da Marco da Zurigo   - mercoledì, 14 gennaio 2015 alle 17:44

  7. Magari Margherita Hack, non Zack…echecazzo…!!!

    da Enrico Imperiali   - giovedì, 15 gennaio 2015 alle 10:32

  8. Comunque trovo assurdo che siano gli atei o agnostici a doversi quasi sentire in difetto.
    Ma davvero NON ROMPETECI I COGLIONI !

    da Enrico Imperiali   - giovedì, 15 gennaio 2015 alle 10:34

  9. bah, è pieno di atei e/o agnostici pessimi; purtroppo essere ateo e/o agnostico non vuol dire necessariamente sincero democratico tollerante.

    da david   - giovedì, 15 gennaio 2015 alle 18:45

  10. e sì, mi immagino le etichette sulle freeway, m’è tornato in mente il predicatore con accento yankee di Corrado Guzzanti :)
    Comunque hai sentito Gipi dalla Bignardi? non tutto è perduto

    da paola   - venerdì, 16 gennaio 2015 alle 02:34

  11. Prendendo spunto dal Kalashnikov di Vespa, devo dire che per l’ennesima volta hai centrato il bersaglio Sig Robecchi!!!

    da Marco   - venerdì, 16 gennaio 2015 alle 14:39

  12. a sinistra di Renzi con Simone Regazzoni

    da david   - lunedì, 19 gennaio 2015 alle 09:47

  13. Tutti i giorni su tutti i media non si parla d’altro: ci sono degli uomini mascherati crudelissimi che commettono crimini efferati; nei pensatoi televisivi dibattiti infiniti in cui “luminari” infallibili ci spiegano incessantemente,come fossimo bambini, la fiaba di cappuccetto rosso.Insomma questo lupo si decide a diventare come noi vegetariano?
    Poi guardando fra le righe si scopre che dietro la maschera spesso ci sono uomini che sono nati e cresciuti in occidente.
    Gruppi di potere hanno forse l’interesse a creare questa opposizione fra laici e religiosi. Laico non è sinonimo di ateo. Vi rendete conto che sulla questione siriana i nostri media nascondono,omettono,di conseguenza mistificano la realtà? Assad è paragonabile a Hitler? Si da per assodato che quello siriano sia un regime da abbattere a prescindere,per me libero cittadino,laico e credente questo pensiero cela una violenza inaudita. Ma come facciamo a formarci un opinione se non ci vengono forniti tutti gli elementi necessari? Lei è un giornalista: ha gli strumenti per raccontarci cosa succede in Siria, xché non lo fa? non abbiamo bisogno di satira,nè di spettacolo vogliamo informazione libera e indipendente.
    cordiali saluti.

    da Victor73   - martedì, 20 gennaio 2015 alle 10:17

  14. ma c’è sempre spazio per don Inzoli

    da david   - martedì, 20 gennaio 2015 alle 11:36

  15. Essere ateo è una condizione della mente, come peraltro lo è altrettanto essere religioso. La libertà deve essere totale (l’ho già sentita), altrimenti non è libertà… Dio, per esempio, e non è nemmeno necessario essere credenti per rendersene conto, ha creato l’uomo libero totalmente. In compenso gli ha donato l’intelligenza affinché capisse da solo come utilizzare al meglio appunto la libertà totale. Non penso che prendere in giro la libertà del pensiero altrui sia il massimo di una intelligenza libera. Nello stesso modo penso pure che non sia il massimo di una intelligenza libera arrivare perfino ad uccidere per vendicare l’ilarità altrui sulla propria credenza religiosa. In sostanza quello che ci vorrebbe nel mio mondo colmo di utopia sarebbe la tolleranza reciprova dei diversi credi e, soprattutto, l’amore per il prossimo. Solo così l’uomo alla fine dei suoi giorni potrebbe finalmente dire con soddisfazione di avere usato bene nella vita la sua libertà totale.

    da Vittorio Grondona   - martedì, 20 gennaio 2015 alle 11:37

  16. siiiiiiiii……si, si, si!!!!
    Alessandro, grazie!!
    (mi sentivo emarginata e sola nel pensare esattamente quello che ho appena letto, ora non più)

    da stefania   - mercoledì, 21 gennaio 2015 alle 09:57

  17. Deorum iniuriae Diis curae, delle ingiurie agli dei se ne occupino gli dei. C’ erano già arrivati gli antichi romani.

    da Gianguido Mussomeli   - venerdì, 23 gennaio 2015 alle 12:25

Lascia un commento