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nov 14

Per pagina99, Piede Libero di oggi. La rottamazione della base

Se su cento elettori sessantatré decidono di non esserlo, come è accaduto alle regionali dell’Emilia Romagna di ieri, c’è forse qualcosa che non funziona. O forse no, forse funziona benissimo ed è perfettamente in linea con la nuova fase politica. Non si voterà più per le provincie, tutt’altro che abolite, non si voterà più per il Senato, tutt’altro che abolito, il Parlamento serve e non serve, data la frequenza del voto di fiducia, ed è comunque considerato da chi governa un fastidioso ingombro che rallenta e produce solo seccature. E’ un gioco che per il momento paga. In prospettiva, invece, potrebbe pagare meno. Per esempio il PR (partito di Renzi) dovrà riportare alle urne gli elettori del Pd quando servirà, e forse con un certo affanno, se alla sua destra si troverà qualcosa che somiglia a un leader, a un’unità, a un progetto, e se a sinistra non si continuerà a dormire. Comunque la si veda, di tutte le rottamazioni annunciate e previste, una ha funzionato alla perfezione: quella della base.


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6 commenti »

6 Commenti a “Per pagina99, Piede Libero di oggi. La rottamazione della base”

  1. adesso partono i salvaschermo con:
    nuovo concetto di elettorato nelle democrazie matura (nei renziani di cultura politica “alta”),
    “chi sta a casa è colpa sua” (nei renziani di cultura politica bassa).

    da david   - lunedì, 24 novembre 2014 alle 09:52

  2. Credo fermamente che non si possa avere una alta partecipazione alle urne e avere le piazze vuote. Insomma se si vuole che la gente partecipi, non si può sperare che questa lo faccia solo una volta ogni X anni. E si sospetta che l’incubo per i politici nostrani sia tornare ad una sorta di mobilità come 40-45 anni fa. Dato che il quieto vivere implica piazze vuote, questo è un risultato strepitoso, d’altronde si vince in percentuale del totale dei votanti, non in assoluto. Certo la stabilità è minore, ma questo è compensato dalla mancanza di partecipazione. Per ogni aumento dell’astensione, un dalemiano ringrazia.

    da sebastiano   - lunedì, 24 novembre 2014 alle 09:59

  3. Io sono del parere che la protesta di rottamazione della base doveva partire da una frequenza elevata alle elezioni. Non ci sono partiti affidabili? Poco male, si voti scheda bianca, ma si voti. Così facendo, alla fine si potrà assistere alla concreta consistenza nazionale o regionale del partito che vince. Col cavolo che in Emilia Romagna il PD sarebbe intorno al 40% dei consensi se l’affluenza alle urne fosse stata anche solo del 68% come quella del 2010. Con il sistema dell’astensione possono mettere il tetto al premio di maggioranda all’altezza che vogliono, si determinerà sempre che una sparuta quantità di cittadini avrebbe la maggioranza assoluta della politica nostrana. Un assolutismo bello e buono… Dai Renzi che ce la fai. Di questo passo basteranno i voti dei frequentatori della Leopolda per regalarti il potere assoluto. Gli altri cittadini, nel frattempo, si piangeranno addosso per l’ottusa credenza di avere protestato bene solo con l’astensione. Spesso per mera pigrizia mentale, caratteristica quest’ultima del popolo bue!…

    da Vittorio Grondona   - lunedì, 24 novembre 2014 alle 10:17

  4. attenzione al job act e al premier con la sinistra nel sangue: pare che gli inennizzi per i licenziamenti illegittimi saranno esentasse;
    cioè quando un giudice ha accertato che ti hanno tolto ingiustamente il posto di lavoro non solo il datore di lavoro che ti ha licenziato ingiustamente non deve reintegrarti, ma sul risarcimento che deve darti non ci paga le tasse
    e se non è sangue di sinistra questo

    da david   - lunedì, 24 novembre 2014 alle 10:30

  5. Di solito è chi riceve i soldi che paga le tasse su quello che percepisce e di solito è chi paga come azienda che scala l’importo erogato dalle sue tasse. Se la sventurata ipotesi del jobs act si realizzerà effettivamente, chi ci guadagnerà sempre ed in ogni caso sarà il datore di lavoro che oltre ad avere il potere di licenziare a piacimento, sborsando pochi soldi allo schiavo di turno, risparmierebbe anche sul fisco. Vedremo cosa decideranno le grandi teste parlamentari che ora stanno ragionando con una testa sola, ubbidienti per fame cone cagnolini addestrati alla ricerca del tartufo.

    da Vittorio Grondona   - lunedì, 24 novembre 2014 alle 11:06

  6. “non c’è rischio di scissione” (elettorato a parte)

    da david   - lunedì, 24 novembre 2014 alle 11:47

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