Andremmo ad ascoltare una lezione sulla convivenza civile del condominio gestita da Olindo e Rosa? Probabilmente no: in genere si chiede a chi fa la lezioncina di essere credibile e addirittura esemplare, almeno nella sua materia. E allora perché diavolo dovremmo tenerci monsieur Jean-Claude Juncker, un signore che ha fatto del suo paese un paradiso fiscale dove le multinazionali di tutta Europa corrono per pagare aliquote ridicole (addirittura sotto l’uno per cento) e che fa la voce grossa con paesi dove la pressione fiscale sfiora il cinquanta per cento? Si riuscisse a quantificare il danno fiscale creato ai paesi europei con le aliquote di favore praticate dal Lussemburgo negli ultimi dieci anni, e a chiedere un rimborso, non saremmo qui a parlare di crisi. Costruiremmo scuole, ospedali, infrastrutture, servizi. Certo, potremmo intitolarglieli con una bella targa e con una certa soddisfazione: per la prima volta il Lussemburgo servirebbe a qualcosa anche per gli europei così scemi da pagare le tasse nei loro paesi.
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nov 14
condivisibile
però sa un po’ di rimorso peloso. Io lavoro dal 1995 e dal mio primo corso di formazione sento parlare di queste pratiche, che sono e restano assolutamente lecite per scelta dei politici di tutta Europa.
un giornalista medio avrà avuto a che fare almeno 1.456.789.326 volte con le mitiche 27 holding del Belusca: ma oltre a pensare al comparto B e alla corruzione diretta (gravissime) occuparsi del perché tutti i ricchi vanno lì poteva esser utile
certo ora vien comodo rinfacciare a Junker ‘sta cosa…. ma è come spiegare a uno squalo che gli altri pesci hanno una personalità, è una scena divertente in Nemo ma poco realistica
da glk - venerdì, 7 novembre 2014 alle 16:19
Potremmo invadere le cayman annetterle all’Italia e far concorrenza al lussemburgo :-)))
da michele - sabato, 8 novembre 2014 alle 10:06
Chi ha votato Jean-Claude Juncker? Proprio che non ci sia lo zampino dei rappresentanti del 41% del 50% degli italiani che hanno votato alle ultime europee? Evidentemente sotto sotto c’è un trucchetto politico alla Silvan… Come nelle primarie libere a tutti con le quali si vuol dare una parvenza di democrazia alla nomina della persona che serve, scelta preventinamente a tavolino. Se i risultati non sono quelli voluti secondo il progetto, poco male, l’eletto indesiderato viene bellamente fatto fuori in pochissimo tempo e si tenta di nuovo alla rivincita fino alla vittoria. Il caso Bersani/Renzi insegna… Stanno elaborando un sistema elettorale che alla fine ci porterà ad eleggere democraticamente (sic) il candidato prescelto dai poteri economici forti. Se si costringono i piccoli partiti a mettersi insieme ad altri per conseguire una rappresentanza parlamentare si induce in sostanza l’elettore a votare a favore di chi potrebbe addirittura disprezzare politicamente… E’ già capitato!… Meditate gente… Meditate!
da Vittorio Grondona - lunedì, 10 novembre 2014 alle 09:27