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30
ott 14

Per pagina99, Piede Libero di oggi. Il brutto risveglio del Sì Tav

A proposito di manganellate, non ci sono solo quelle agli operai di Terni (cronaca), ma anche quelle al movimento No Tav (storia recente), sindaci e popolazioni della Val di Susa per anni accusati di essere antistorici, conservatori, egoisti che impediscono il progresso (aggiungere a piacere, anche a colpi di manganello). Ora si scopre che la Tav non costerà 2,9 miliardi, che già era una follia, ma 7,7, che è quasi il triplo di una follia. Si scopre che l’Italia applica all’opera un “tasso di inflazione” del 3,5 per cento, mentre la Francia solo dello 0,07. Situazione un po’ ridicola, ma mai ridicola come la dichiarazione di Altero Matteoli, presidente della Commissione Trasporti del Senato: “La costruzione della Torino-Lione non si può affrontare con superficialità”. L’avesse detto un contadino della valle si sarebbe beccato una manganellata, quell’antimoderno, egoista, agitatore, terrorista, contadino della Val di Susa. Che aveva ragione.
pagina99

5 commenti »

5 Commenti a “Per pagina99, Piede Libero di oggi. Il brutto risveglio del Sì Tav”

  1. intanto i francesi della zona di Lione fremono nell’attesa di poter venire a Torino , ma che ci verranno a fare a Torino ?

    da michele   - giovedì, 30 ottobre 2014 alle 10:28

  2. A proposito di francesi che fremono dalla voglia di venire a Torino, ricordo che la TAV non è stata prevista per il trasporto di persone ma per il trasporto di merci, quindi non lionesi e torinesi ma mozzarelle e camemberg. Quanto al fatto che i costi previsti si siano quasi triplicati, non mi stupisco affatto: è quanto accade regolarmente nei lavori pubblici. I progetti dei corridoi ad alta capacità (perché così si chiamano) sono nati negli anni ’80, anni di boom economico e di sogno di crescita illimitata. La Torino-Lione fa parte del corridoio Kiev-Lisbona. Quale sia l’attuale situazione dei due paesi capolinea è sotto gli occhi di tutti! Uno dilaniato dalla guerra civile e destinato allo smembramento, l’altro ridotto allo stremo come la Grecia. A parte la Milano-Torino e le tratte in Spagna, nessuno dei paesi attraversati dall’asse Kiev-Lisbona sta lavorando sull’alta capacità. Il collegamento ferroviario tra Italia e Slovenia è stato addirittura interrotto, tanto che per andare da Trieste a Lubiana si deve scendere dal treno e prendere un autobus-navetta.

    da Confucius   - giovedì, 30 ottobre 2014 alle 11:59

  3. OT
    ma guarda cosa succede nell’ambiente di lavoro col jobs act
    http://roma.corriere.it/cronaca/14_ottobre_30/pomeriggio-paura-eataly-cameriere-accoltella-due-colleghi-88278554-604e-11e4-b0a9-d9a5bfba99fb.shtml
    e voleva pure “confermarlo” dice

    da david   - giovedì, 30 ottobre 2014 alle 18:34

  4. Un problema della TAV di cui non o letto grandi articoli è chi si dovrebbe assumere l’ammissione del fallimento. Mi spiego: chi dirà “in fin dei conti avevano ragione i movimenti e la TAV non si farà”? Si creerebbe un pericolosissimo precedente, in cui lo Stato viene sconfitto da un Movimento, e magari tornerebbe in voga pensare che dopotutto “la lotta paga”. Roba pericolosissima in un momento di tale crisi!

    da sebastiano   - venerdì, 31 ottobre 2014 alle 08:58

  5. Il TAV che interessa la Val di Susa avrebbe senso se con la sua realizzazione si eliminasse dalla circolazione stradale la moltitudine di tir che ora sta scorazzando sulla nostra penisola in barba alle ferrovie e al cabotaggio. Non succederà. Le merci arriveranno (forse) al confine e da lì proseguiranno sui tir fino alla Sicilia. Le ferrovie si accolleranno gli oneri delle manovre negli scali previsti a fronte di pochi chilometri di tariffa e le merci subiranno gli aumenti determinati dai costosissimi servizi termiali, quali i tiri di gru, il trasbordo dei carichi ed altro. io non vedo un possibile ritorno delle spese sia in termini economici che in termini sociali… Forse mi sbaglio, ma…

    da Vittorio Grondona   - venerdì, 31 ottobre 2014 alle 09:45

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