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mer
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ott 14

Per pagina99, Piede Libero di oggi. Aumentarsi lo stipendio coi propri soldi

Dopo il passaggio di Giulio Tremonti su questa terra, usare termini come “finanza creativa” è assai rischioso. Ciò non toglie che la crisi incoraggi una certa creatività, specie in termini di buste paga. L’ultimo ritrovato in termini di alchimia retributiva è il Tfr in busta paga, idea non nuova ma rilanciata come tale in questi giorni dal vulcanico Premier. In pratica si aumenterebbero gli stipendi dei dipendenti con i soldi dei dipendenti, che farebbero così un regalo a se medesimi con i loro stessi soldi. Parrebbe una buona idea per rilanciare i consumi, sempre che non finisca come con gli ottanta euro che non hanno rilanciato un bel niente. E a proposito di ottanta euro, che succederà a quei dipendenti che, aumentandosi lo stipendio con i loro soldi, finiranno a superare le soglie per ottenere il bonus? Probabilmente non lo prenderanno più. Creatività a parte, pare un bel trucco: gli ottanta euro? Datteli da solo!

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5 commenti »

5 Commenti a “Per pagina99, Piede Libero di oggi. Aumentarsi lo stipendio coi propri soldi”

  1. Questa fa il paio con l’assunzione dei 150000 precari della scuola finanziata con il blocco dell’incremento dei salari dei lavoratori dell’istruzione. Comunque, se mettiamo il TFR in busta paga ed aumentiamo i consumi, come si coprirà l’anno (regalato dal creativo Tremonti nel silenzio generale, tanto che pare abbia detto in un incontro a Bruxelles: “Li ho “gabbati senza che se ne siano accorto nessuno!”) che passa tra la maturazione del diritto alla pensione e la ricezione della prima mensilità?

    da Confucius   - mercoledì, 1 ottobre 2014 alle 09:03

  2. Questa cosa del TFR va un po’ considerata, nel senso che per legge i datori di lavoro dovrebbero accantonare mensilmente le somme dedicate alla c.d. liquidazione e corrisponderle al dipendente al termine del rapporto di lavoro.
    In realtà nessuno accantona niente, è liquidità fittizia e alla fine del rapporto di lavoro spesso i soldi della liquidazione non si trovano, allora interviene un fondo di garanzia dell’INPS che paga le liquidazioni e dovrebbe rivalersi sui datori di lavoro, che però spesso restano insolventi.
    Allora è meglio che lo paghi subito l’imprenditore e non lo Stato che poi dice che l’INPS non ha una lira per pagare le pensioni.
    Non a caso a ribellarsi all’idea sono state le associazioni confindustriali.

    da david   - mercoledì, 1 ottobre 2014 alle 10:07

  3. mio padre era un bancario di buon livello. Avevamo la casa al mare e in città. Ma fino a quando ha preso la liquidazione non gli è stato possibile risparmiare nemmeno una lira(ed era uno che teneva le 128 fino ai tempi di Romiti a cui ho visto mettersi i chiodi nelle scarpe da solo per ripararle). Questa gente non ha la più pallida idea di quello che fa, a dispetto del fatto che contrattacca affermando, non senza una certa sicumera(con le ormai proverbiali supercazzole), che non gli si può dire che non c’è un progetto dietro. A meno che non siano tanto spavaldi da sottovalutare la nostra capacità di leggere tra le righe, la stessa che ci racconta che in fondo sul punto stanno dicendo la verità. Levateje l’acido, per cominciare

    da diamonds   - mercoledì, 1 ottobre 2014 alle 10:42

  4. secondo me non è un caso se stanno per dare per decreto taser e telecamere alle forze dell’ordine,

    da david   - mercoledì, 1 ottobre 2014 alle 10:49

  5. CVD sul TFR, PD e PM

    da david   - lunedì, 6 ottobre 2014 alle 08:15

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