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set 14

Per pagina99, Piede Libero di oggi. L’articolo 18 e il mistero del cammello

La storia del Paese si può leggere anche così: fase uno e fase due. Fase uno: bisogna cedere qualche diritto, qualche garanzia, qualche sicurezza sociale faticosamente raggiunta. Fase due: tutti avranno qualche diritto, qualche garanzia, qualche sicurezza sociale in più. Non fa una piega, se non fosse per quel che accade sempre: compiuta la fase uno, la fase due rallenta, o si complica, o ci sono le elezioni, o cambia la maggioranza, o si scopre che i soldi non bastano. Insomma di tutte le volte che si è detto ai lavoratori "sganciare pecunia, vedere cammello", il cammello non si è visto mai perché scappava sul più bello. Ora, vatti a fidare dell’abolizione (in slang renziano: "superamento") dell’articolo 18. Lo si era modificato già due anni fa, e anche in quel caso si prometteva un bel cammello (tante assunzioni in più) in cambio della pecunia (licenziamenti più facili). Poi, sganciata pecunia, scappato cammello. Cosa faccia pensare che qesta volta sarà diverso è veramente un enorme mistero. il mistero del cammello.

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9 commenti »

9 Commenti a “Per pagina99, Piede Libero di oggi. L’articolo 18 e il mistero del cammello”

  1. Anche il cammello perde il pelo ma non il vizio … ed i politicastri non perdono nè il pelo e nemmeno il vizio .

    da Marco da Zurigo   - venerdì, 19 settembre 2014 alle 11:01

  2. epperò nessun diritto dei lavoratori è mai stata concesso spontaneamente, quindi o si lotta o si finisce così
    (la manifestazione in difesa dell’art. 18 del Circo Massimo, segretario Cofferati, aveva bloccato il primo tentativo di riforma)

    da david   - venerdì, 19 settembre 2014 alle 11:07

  3. Il nostro primo ministro Tony (Blair) Renzie si propone di importare in Italia la Flexicurity danese. La “Flexi” partirà subito (pecunia) mentre, al momento di avviare la (se)Curity (cammello), si scoprirà che mancano le risorse, specialmente con un tasso di disoccupazione così alto. Per l’applicazione della (se)Curity si dovrà attendere che la disoccupazione scenda e che il PIL cresca, cioè l’anno prossimo ….

    da Confucius   - venerdì, 19 settembre 2014 alle 11:33

  4. è vietato criticare il PD! ha preso il 40%, non ricordate?

    da Marco   - venerdì, 19 settembre 2014 alle 12:41

  5. Il 40% del 50% non mi sembra un gran che. Tenuto poi conto che il consenso era limitato ai rapporti con l’Europa, non puó esssere in alcun modo ritenuto un successo eclatante per pretendere una coatta amministrazione dell’Italia. L’art. 18 é una garanzia di dignità umana per il personale dipendente che dovrebbe essere difeso con le unghie, ma questo é rimasto solo un parere di pochi. E vecchio, si dice ai gonzi da ogni parte, Bisogna aggiornarsi… È tornato perfino il Prof. Ichino a raccontarci la solita favola… Ció che fa più male in tutta questa perfida vicenda é il fatto che il partito, che in teoria dovrebbe difendere gli operai, sia in prima fila per togliere di mezzo ormai l’unico sacrosanto diritto ancora rimasto.

    da Vittorio Grondona   - venerdì, 19 settembre 2014 alle 15:20

  6. Vittorio, PD partito degli operai? Ti ricordi quelle favole dove il lupo faceva la vocina dolce dolce per trarre in inganno la sua preda …

    da Marco da Zurigo   - venerdì, 19 settembre 2014 alle 15:58

  7. Il cammello passa immancabilmente per la cruna del nostro ago.

    da r1348   - venerdì, 19 settembre 2014 alle 17:52

  8. (Il Lupo e i sette capretti di Jakob e Wilhelm Grimm)(…)Ingannati dalla voce mielosa e dalla zampa bianca i poveri capretti alla fine aprirono la porta. Apparve il lupo, terribile, con la schiuma alla bocca, tutto nero, con fuori una grande e avida lingua rossa.(…)il lupo, eccitato e morto di fame,li trovò tutti e li inghiottì in un boccone uno dopo l’altro, con il pelo e gli zoccoli. Uno solo di loro scampò alla carneficina, perché si era nascosto nell’orologio a pendolo(…) La favola continua e il lupo finì male. Non voglio assolutamente che il PD finisca “affogato” come il lupo, ma auguro di cuore ai suoi fedelissimi che riesca a ravvedersi e a fare il suo metiere politico come si deve. Grazie Marco, le favole insegnano sempre qualcosa ed io, nonostante l’età, sono ancora innamorato delle favole.

    da Vittorio Grondona   - venerdì, 19 settembre 2014 alle 23:25

  9. Così vanno le cose e presto l’orizzonte sereno della povera gente si oscurerà di nuovo. In questi giorni spuntano da ogni parte i sostenitori dell’abolizione dell’art. 18. Radio, tv, giornali ne hanno di tutti i tipi: favorirà la crescita e gli investimenti sono i motivi al primo posto. Il prof. Ichino si è addirittura scatenato… Questa mattina ad Agorà ho ascoltato l’intervento di Cofferati, il quale fra l’altro sostiene, come del resto sostengo anch’io (vedi commento 5), che la tutela della dignità delle persone deve essere la base di tutte le politiche. Togliere l’art. 18 significa togliere la dignità al lavoratore confinandolo nella condizione di dovere subire ogni alzata di testa della dirigenza delle fabbriche e delle aziente. Sparirà di sicuro per prima la libertà sindacale e politica. Renzi dice che vuol dare diritti a tutti… Un ragionamento così si contraddice da solo se chi incautamente lo fa incomincia a togliere i diritti che già ci sono. Se in italiano si dice che non si può licenziare senza una giusta causa, si dice di riflesso chiaramente che per una giusta causa è possibile licenziare. Non c’è bisogno di chiamare l’interprete. Come il Vangelo si capisce subito ed ogni interpretazione non può che condurre allo stesso risultato. Siccome quello che stava dicendo Cofferati era politicamente pericoloso come messaggio in relazione agli scopi evidenti dei media sotto padrone, il conduttore interrompe il cocetto dell’ex sindacalista e lancia una manciata di grano fra gli ospiti dando volutamente inizio ad un fragoroso co co co delle voraci gallinelle presenti che in sostanza annulla il discorso fastidioso riadito più volte da Cofferati. Se si volesse davvero licenziare qualcuno mandiamo a casa questa inutile e dannosa politica, sarà una giusta causa per l’art. 18.

    da Vittorio Grondona   - lunedì, 22 settembre 2014 alle 09:16

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