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set 14

Nei giorni pari o quando piove: la Tasi non è una scienza esatta

Sembra passato un secolo (magari ci siamo distratti ed è veramente passato un secolo) da quando Silvio buonanima faceva il diavolo a quattro sull’Imu. Per togliere l’Imu, che di colpo sembrava una cosa peggio di ebola, si decise di aumentare l’Iva. Così si tolse l’Imu, bene, ma si bloccarono i trasferimenti ai comuni, male. Così si disse ai comuni che dovevano pensarci loro, male, fissando però un tetto massimo, bene. E in caso di tetto massimo (3,3 per mille, male), almeno lo 0,8 per mille dev’essere destinato alle detrazioni per le fasce meno abbienti, bene. E questa sarebbe la Tasi. Tutto chiaro? Beati voi.
Per complicare un po’ le cose, ecco dunque le scadenze: qualcuno ha scelto il 16 settembre, altri il 16 ottobre, in certi casi si pagherà in novembre e in alcuni comuni prima di Natale. Nei comuni della provincia di Rieti si pagherà solo nei giorni di pioggia, in Trentino non prima delle prime nevicate, a Macerata i cittadini verranno chiamati agli sportelli in ordine alfabetico. Interessante il caso del comune vicino a Nuoro in cui si pagherà per sorteggio: il fortunato vincitore pagherà la Tasi per tutti e poi girerà casa per casa a farsi ridare i soldi. In provincia di Sondrio sarà esentato chi trova più funghi in un pomeriggio, ad Agrigento chi sa sbucciare i fichi d’india a mani nude. Tutto chiaro? Benissimo.
Poi ci sono le detrazioni, e qui la cosa si fa divertente, perché ogni comune si inventa le sue (per dire: Modena ha undici diverse misure di detrazione, Asti nove) e questo scatena una entusiasmante creatività. Pagherà meno in generale chi ha due figli, uno dei quali si chiama Ferdinando e va male a scuola. Chi ha solo figlie femmine pagherà il due per mille in meno, al contrario di chi ha un cane di taglia media. Ci sono comuni che prevedono esenzioni sulla Tasi le l’immobile è occupato da famigliari, altri che prevedono riduzioni su quando nonna fa il ragù riesce a diffondere un delizioso profumo per le scale condominiali, altre ancora per chi non ha il citofono e chiama i congiunti dalla strada, alle sei del mattino svegliando tutti. I cognati biondi del padrone dell’immobile potranno detrarre il due per mille solo se ciechi da un occhio. Poi ci sono gli immobili di lusso, quelli normali, quelli scrausi, quelli crollati perché c’era la frana e quelli abusivi, che non esistono e quindi la Tasi non la pagano per niente. Poi ci sono le rateazioni, ovvio. Sempre a seconda del comune dove abita, uno può pagare tutto subito, oppure metà subito e metà a Natale, oppure un terzo subito, un terzo giovedì e un terzo domenica mattina, ma solo se non va a messa, nel qual caso la scadenza sarà lunedì. Poi ci sono comuni che ti mandano a casa il bollettino già compilato, che è una comodità, altri che ti spediscono un modulo F24, così fai tutto col computer e altri che scrivono l’importo sul tovagliolo di carta del bar, col dito, usando come inchiostro il ripieno della pasta. Insomma, la Tasi si prospetta come una grande festa italiana, un’occasione per dispiegare la fantasia per cui siamo famosi nel mondo. In tutto questo, forse un giorno si saprà quanto abbiamo pagato. C’è chi dice (l’Anci) che più o meno si pagherà quanto si pagava di Imu, ma divertendosi un mondo, e chi (Confedilizia) dice che si pagherà di più. Vai a sapere, mica è una scienza esatta, no? In ogni caso, bisogna apprezzare il fatto che non c’è più l’Imu, ovvio. Ma sì, dai, l’Imu, ricordate? Quella tassa sulla casa che abbiamo scambiato per un punto in più di Iva…

3 commenti »

3 Commenti a “Nei giorni pari o quando piove: la Tasi non è una scienza esatta”

  1. Un punto in più sull’IVA è passato in quanto proprio in quei giorni i nostri parlamentari hanno fatto finta di litigare… E poi, Serracchiani e seguaci politici, soprattutto del PD badano a dire spavaldamente che loro possono pagare la tassa sulla casa (sic, con i soldi guadagnati a iosa in politica è facile essere generosi)… Ora i Comuni si stanno divertendo e ciascuna amministrazione comunale per conto suo complica a ragion veduta le regole di tassazione e di pagamento per trovare prima o poi sicuramente in fallo il povero contribuete al fine di avere la scusa per tartassarlo come inadempiente alle loro leggi incomprensibili che per default ognuno è tenuto a conoscere. In sostanza succede la stessa cosa con le macchine elettroniche che ti multano se viaggi con l’auto a un km in più del limite massimo consentito, stabilito e organizzato questultimo in via unilaterale da chi di traffico non s’intende per nulla, ma di trappole da soldi è grande maestro. Fin che siamo in tempo togliamoci dai piedi questa malsana politica… Il Comune di Bologna si lamenta perché i suoi cittadini stanno pagando meno multe e con la riduzione del 30% prevista per chi paga la multa entro 5 giorni dalla notifica addirittura ci rimette. I cittadini sono più disciplinati e quindi in sostanza passa il messaggio che la maggiore disciplina stradale è dannosa per le casse comunali… Va mo là!…

    da Vittorio Grondona   - mercoledì, 17 settembre 2014 alle 10:04

  2. Mi conforta il fatto che non sia l’unico a non capirci un piffero… Il mio comune ha gentilmente pubblicato le delibere comunali per la Tasi: 3 delibere da 12 pagine ciascuna, che correggono le precedenti quindi se non le leggi in ordine cronologico sei fottuto. Il tutto comodamente in file PDF zippati da scaricare dal sito del Comune, che quando l’ho spiegato a mia nonna mi ha detto che devo andare di più a messa.
    Risultato: in paese circolano tre voci diverse sulle scadenze, ci sono scuole di pensiero sulle aliquote, e per le detrazioni si contano già risse al baretto. Qualcuno da la colpa agli immigrati, agli ebrei, a quelli del paese di fianco.

    da r1348   - giovedì, 18 settembre 2014 alle 05:42

  3. c’è ancora qualcuno che nutre dei dubbi sulla “bontà” del federalismo all’italiana? Tante regioni, tante sanità (e addio all’uguaglianza tra italiani); ora pure tanti comuni e tanti modi di pagare la medesima tassa…. boh! se questo è il federalismo meglio tornare ad un sano centralismo (almeno in quelli che tengono i cordoni della borsa; qui mi pare che il federalismo sia servito solo a moltiplicare posti, prebende, e maneggioni e maneggi vari).

    da Marco   - venerdì, 19 settembre 2014 alle 12:46

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