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Blocco dei contratti pubblici. Un piccolo fact-checking e alcune grandi bugie

Un po’ come il sesso, un po’ come lo sport: più se ne parla e meno si fa. E allora, visto che si parla tanto di informazione, fact-checking e altre divertenti amenità, facciamola, un po’ di informazione, quello che una volta si diceva “mettere i puntini sulle i”.

I fatti.
Ieri (mercoledì 3 settembre 2014) la ministra della Pubblica Amministrazione Marianna Madia (Pd) annunciava un nuovo blocco degli stipendi del pubblico impiego. “Non ci sono le risorse”, la motivazione. Insomma un classico: bambole, non c’è una lira. Un titolo tra i tanti, quello del Corriere della Sera del 4 settembre:

Inevitabile la reazione delle organizzazioni dei lavoratori. I sindacati fanno notare che si era detto il contrario (“Nessun blocco dei contratti pubblici”) e fanno anche due conti. I salari dei dipendenti statali sono bloccati dal 2010 e che in questi cinque anni di blocco (2010-2015) i lavoratori perdono in media 4.200 euro in mancati aumenti (previsti dai contratti), di cui 600 nel 2015. Conti che correttamente riporta il Sole 24 Ore del 4 settembre:

La giornata passa insomma con una certa fibrillazione, fino al pomeriggio, quando i sindacati delle Forze dell’Ordine (e il Cocer, sindacato delle forze armate) minacciano iniziative di sensibilizzazione, scioperi e “azioni di protesta”. Ancora uno per tutti: il titolo della home page di Repubblica (ore 21.30)

La risposta del capo del governo è immediata (evidentemente capisce la gravità della situazione, di solito preferisce non commentare le notizie negative): “Li riceverò ma non accetto ricatti”. Poi, un piccolo problema di virgolette. Repubblica, nel sommario del pezzo, attribuisce a Renzi questa frase (tra virgolette): “Ingiusto sciopero salariale quando ci sono milioni di disoccupati”. Però nel pezzo le virgolette scompaiono e la frase pubblicata è: “E’ ingiusto, avrebbe detto ai suoi, scioperare per un aumento di stipendio quando ci sono milioni di disoccupati”. Insomma, che la frase sia stata pronunciata a o no non è chiarissimo, ma si tratta comunque di una strategia chiara: far passare le proteste dei lavoratori pubblici (in questo caso poliziotti, carabinieri, finanzieri e militari) come una questione di egoismo. Insomma, che vogliono, questi, l’aumento? Populismo puro: di fronte a categorie che protestano per il quinto anno consecutivo di blocco dei contratti si tenta di farli passare per "privilegiati" (privilegiati perché hanno un lavoso, spesso malpagato, peraltro).
Una difesa un po’ debole, perché gli scatti sono perfettamente contemplati da un contratto, contratto oltretutto bloccato da quattro anni. Non si tratta insomma di “rivendicazioni salariali”, come dice (o avrebbe detto) Renzi. Si tratta di una bugia. Ma è solo la prima, e nemmeno la più grave.
Passa qualche ora e – evidentemente accortosi che la prima bugia non basta – il premier ne sgancia un’altra. Ufficiale, questa, dettata all’Ansa poco dopo le 20 (Il Tg7 di Mentana ne dà notizia in chiusura), secondo cui il blocco degli stipendi del Pubblico Impiego anche per il 2015 era già previsto da Def presentato qualche mese fa. Questa la notizia battuta dalle agenzia

Si tratta di una bugia. Oppure di una verità, nel qual caso la bugia venne pronunciata in aprile.

Per la precisione. Già, aprile 2014. Il 10 aprile (mancano 40 giorni alle elezioni europee) scoppia una piccola bomba. Qualcuno nel sindacato legge il Documento di Programmazione Economica e Finanziaria e scopre che al suo interno ci sarebbe il blocco dei contratti del pubblico impiego. La reazione è immediata e precisa. Qui le prime reazioni come riportate dall’Ansa

La risposta dell’esecutivo, cioè del governo Renzi è immediata, cioè arriva il giorno dopo (non immediatissima, per gente così rapida con twitter, diciamo). E prende la forma istituzionalissima di un comunicato ufficiale del ministero dell’Economia.
Questo:

La spiegazione è cavillosa ma pare convincente: Il Def deve tenere conto delle leggi vigenti, secondo la legge vigente c’è il blocco. Ma tranquilli, ragazzi, è una cosuccia burocratica, e “Del rinnovo dei contratti del pubblico impiego si tiene, invece, conto nella previsione ‘a politiche invariate’ contenuta anch’essa nel Def”. (Il testo integrale del comunicato lo trovate qui, sul sito del ministero).
Forse non bastando la pubblicazione sul sito del ministero (andiamo, chi si va a guardare i comunicati ufficiali?), il governo ritiene giusto lanciare anche una smentita ufficiale che tranquillizzi lavoratori e sindacali, e lo fa con toni assai decisi, come si legge sulle agenzie dell’11 aprile 2014 (qui sotto, l’Ansa)

Insomma, parole nette e decise: “Nessuna manovra correttiva né blocco dei contratti”. Via comunicato ufficiale.

Ora, questi sono i fatti.
Delle due l’una.
A – Il governo Renzi mente oggi: aveva escluso solennemente soltanto 115 giorni fa il blocco dei contratti pubblici e oggi si smentisce.
B – Il governo Renzi ha smentito spudoratamente 115 giorni fa (smentiva il blocco dei salati nella PA pur sapendo che l’avrebbe fatto).

Qual è la bugia vera? Certo, in aprile, a un mese e poco più dalle elezioni, con la promessa degli 80 euro già lanciata, non sarebbe stato un colpo di genio confermare il blocco degli stipendi di intere categorie (insegnanti, professori, maestri, poliziotti, medici, infermieri, impiegati…). Oggi, invece, che le elezioni sono passate, quel provvedimento si può prendere senza (troppi?) problemi. Insomma, la scarpa destra prima delle elezioni, ma poi, pur vincendo le elezioni, niente scarpa sinistra.
Persino il vecchio Lauro si sarebbe vergognato un po’.
Comunque questi sono i fatti, né gufi, né rosiconi. Solo fatti.

Tre considerazioni
.
La prima: bizzarro che un governo nello stesso giorno dica ai lavoratori statali che non ha i soldi per rispettare gli impegni presi e dunque gli blocca i contratti (per il quinto anno consecutivo!) e che assumerà l’anno prossimo 150 mila precari della scuola. Cioè: risparmia tre miliardi con il blocco dei contratti dei dipendenti pubblici e al tempo stesso promette di assumere 150.000 dipendenti pubblici. In pratica è come se i lavoratori dello Stato finanziassero di tasca propria l’assunzione di 150.000 colleghi. Pensateci. Il vostro datore di lavoro riunisce i dipendenti e dice: “Ehi, vi assumo 100 colleghi, ma lo stipendio glielo pagate voi”. Una cosa così.
La seconda: secondo i calcoli della Cgil pubblicati dal Sole 24 Ore (vedi sopra), ogni lavoratore pubblico perderà nel 2015, a causa del blocco, circa 600 euro. Calcolando che la gran parte dei dipendenti pubblici non sono milionari e che avranno ricevuto gli ottanta euro del Bonus di Renzi, il conto è presto fatto: 640 euro ricevuti come bonus nel 2014 (80 euro per 8 mesi), e 600 persi a causa del blocco nel 2015. La differenza fa 40 euro. Un po’ poco per un voto (si sa, c’è la deflazione).
La terza considerazione è fin troppo elementare: come si può pensare di rilanciare i consumi e risollevare l’economia se si continua a deprimere il potere d’acquisto e a ridurre (di fatto) di salari?
Non è cosa di oggi, certo. E basta un’occhiata al grafico qui sotto: una ricerca della Coop pubblicata proprio il giorno prima dell’annuncio della ministra Madia sul blocco dei salari dei lavoratori pubblici. Basta un’occhiata, ma fa male lo stesso.

7 commenti »

7 Commenti a “Blocco dei contratti pubblici. Un piccolo fact-checking e alcune grandi bugie”

  1. Alessà, io domani attacco il tuo articolo sulla bacheca sindacale, in A3. modello talebano.

    da Alfro   - giovedì, 4 settembre 2014 alle 22:01

  2. Analogamente un governo siffatto potrebbe dire mostrando al mondo l’identica faccia prepotente mostrata col sorrisino sulle labbra alla pubblica amministrazione italiana: non ci sono soldi e quindi non paghiamo gli interessi sul debito pubblico. Non lo dirà però e soprattutto non lo farà in quanto lederebbe gli interessi dei veri padroni delle ferriere. Eppure in entrambi i casi si tratterebbe di rottura unilaterale degli impegni sottoscritti con contratto. Chi sono i gufi allora?…

    da vittorio Grondona   - giovedì, 4 settembre 2014 alle 23:08

  3. Grazie Alessandro, hai descritto con rara lucidità, ironia e precisione. Ancora grazie.

    da Rossella   - venerdì, 5 settembre 2014 alle 18:12

  4. Come è spiegato nel comunicato Mef dell’11 aprile, il Def tecnicamente non poteva prevedere le risorse per il rinnovo dei contratti che vanno stanziate con la legge di stabilità (legge 196/2009). Si tratta solo di capire se già da allora il Governo aveva intenzione comunque di prorogare il blocco degli stipendi oppure se la decisione è maturata in corso d’anno a seguito dell’aggravarsi dei conti pubblici. Ai fini della ricostruzione dei fatti e’ importante anche il passaggio della consultazione pubblica sulla riforma della PA e su quanto ha scritto il ministro Madia a seguito delle email ricevute. Una domanda sorge spontanea. Se Padoan afferma una cosa e poi il Governo ne fa un’altra ci possiamo fidare che non ci sarà alcuna manovra correttiva? Giudicare voi a partire da questi dati http://www.francomostacci.it/?p=672

    da @frankoball   - sabato, 6 settembre 2014 alle 08:27

  5. Il blocco ulteriore dell’ aumento ai dipendenti è dovuto al fatto che devono usare i soldi per le pensioni d’oro.
    Io chiedo di dare i mie 80 euro a un pensionato d’oro non vorrei che morisse di stenti.

    Luigi Mattioli

    da luigi Mattiol   - lunedì, 8 settembre 2014 alle 13:29

  6. Povero Renzie: Merkel, Barroso e Rehn gli avevano detto che quest’anno l’economia avrebbe tirato e lui ci ha creduto e ha fatto fuori Letta per diventare il salvatore della Patria. Poi pero’ le previsioni erano una “sola” (tutto normale, vista la fonte) ed ora si trova a doversi rimangiare tutto..

    PS: mi scuso con gli statali ed il resto degli italiani.. quelli che veramente meriterebbero il “povero”.

    da Emanuele Ripamonti   - lunedì, 8 settembre 2014 alle 19:03

  7. diminuire subito lo stipendio di tutti i parlamenteri compreso RENZI. Recuperare sull’evasione fiscale.Mandare i disonesti in galera senza sconti di pena. Ed ecco i soldi recuperati da distribuire ai soliti contribuenti!!!!!!!!!

    da ADAQLBERTO   - sabato, 4 aprile 2015 alle 13:24

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