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apr 14

Per pagina99we. Corsivo. Oscar Farinetti e la Costituzione a misura di provola

Bei tempi, quando il passaggio dei grandi era, come voleva Arbasino, da “futura promessa” a “solito stronzo”, a “venerato maestro”. Ora si passa da salumiere a guru. Niente di male, per carità, coi guru che ci sono in giro. Dunque non stupisce che un bravo venditore di elettrodomestici, diventato poi un bravo venditore di cibo sia scambiato per filosofo. E visto che siamo alla filosofia, sia sa che mentre Carlin Petrini ci ha insegnava a mangiare lentamente Oscar Farinetti imparava a fare il grano in fretta.
Il fatto è che dài e dài, a forza di dirgli guru, quello ci crede sul serio, ci spiega l’ottimismo, il sale della vita, e riscrive a suo modo l’Articolo Uno della Costituzione, che espone nei suoi negozi: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sulla Bellezza. Il nostro dovere è tutelare e migliorare la bellezza che abbiamo ereditato dai nostri avi,  attraverso il nostro lavoro…”. Ecco fatto: anni e anni di “professoroni” per capire che bastava un salumiere evoluto. La Costituzione  a misura di provola, bastava pensarci.
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11 commenti »

11 Commenti a “Per pagina99we. Corsivo. Oscar Farinetti e la Costituzione a misura di provola”

  1. Un bel pollaio, qualche coniglio, una gatta che tenga lontani i topi, un piccolo orticello e il gioco è fatto… Contro un bel mangiare casalingo non c’è un Farinetti qualsiasi che tenga!… E si risparmia anche!…

    da Vittorio Grondona   - sabato, 5 aprile 2014 alle 11:02

  2. A parte gli scherzi, mi sento davvero triste quando penso che la nostra politica stia diventando per i nostri giovani l’unica fonte di lavoro possibile in patria dopo la scuola. Pochi voti on line, un capo amico e zacchete eccoli in parlamento a cambiare la Costituzione…

    da Vittorio Grondona   - sabato, 5 aprile 2014 alle 11:09

  3. Ma dove stanno scritte tutte ‘ste regole da rispettare a proposito della Costituzione? E in cosa la offenderebbe un simile “aggiustamento”? (scritto sulla porta di un ristorante, non parliamo del punto 1 di una riforma…)
    Nel merito, cosa c’è di sbagliato nella frase (piegata a fini privati in un luogo privato)?
    Dovremmo fondarla sull’industria pesante, la nazione?
    Sull’agricoltura (estensiva, mi raccomando, guai esser troppo innovatori)?
    Ma stiamo sul punto: a parte ferire a morte il testo dei padri costituenti, dove sta l’errore? (sul fatto della bellezza, dico, della sua custodia e del suo traformarla, eventualmente, in lavoro e ricchezza…).

    Ma è la Costituzione o è il Corano, per qualcuno…

    da Tiziana   - sabato, 5 aprile 2014 alle 11:46

  4. Tiziana…
    1) non si puó fondare l’ Italia sulla bellezza, perché é soggettiva. Chi decide se é piú bella la costa amalfitana o un ecomostro? Cosentino?
    2) con il trucco della bellezza tolgono il fatto che sia fondata sul lavoro
    3) trovo la costituzione piú importante di bibbia e corano…

    da Federico_79   - sabato, 5 aprile 2014 alle 13:45

  5. Questa storia del Farinetti mi ricorda quella bella favola della rana che voleva diventare grande come un bue …
    Anche quella del contadino che corresse il pittore andrebbe bene, ma è cinese quindi meglio lasciar perdere.

    da Marco da Zurigo   - sabato, 5 aprile 2014 alle 16:29

  6. io sono perplesso sullo slogan che lo rese famoso nella sua pubblicità (filosofo? questa sta in bocca a una montagna di p….): …”l’ottimismo è il sale della vita!”.
    se ci tenete alla vita state lontani dal sale che tra l’altro provoca un sacco di malattie cardiovascolari!
    il pessimismo non è popolare ma vi evita un’espressione da p….

    da mario   - domenica, 6 aprile 2014 alle 08:33

  7. Questo nome, che è anche mio, in questi giorni mi si presenta in modo inopportuno, in corpi “altri”, insomma, la Tiziana del commento 3 non sono io!
    Io sono un’altra Tiziana :-)
    Detto questo sono in totale disaccordo con la Tiziana precedente.
    La Costituzione non è il Corano, è la Costituzione!
    Il primo articolo, la Repubblica fondata sul lavoro, la base della nostra società, almeno dal 1948 ad oggi. Non fu un processo semplice, né scontato, io credo, la sua creazione. Dice cose che, se rispettate e perseguite per davvero, farebbero, ora, come nel passato, dell’Italia un paese migliore. Non è il Corano, sono regole e principi che aiuterebbero ogni italiano a trovare un proprio posto nella società e tutti gli altri italiani a rispettarlo, quel posto. Semplice semplice, la mia visione. Forse ingenua, certo non coranica.
    Farinetti è un imprenditore. Del cibo. Consiglio una lettura, il libro di Michael Pollan, Il dilemma dell’onnivoro, vedete un po’ cosa è il capitalismo in agricoltura e cosa è l’industria alimentare e cosa fanno gli Stati (iniziando dagli USA), e hanno fatto, dagli anni cinquanta in poi per supportare l’agricoltura estensiva e le monocolture e la grande distribuzione. Farinetti dove sta con le sue idee (!) e con il suo approccio imprenditoriale al cibo e alla sua distribuzione?

    da Tiziana   - domenica, 6 aprile 2014 alle 09:56

  8. Mettiamola così… Un paese che strapaga alcuni cd manager ritenendo giusto ed equo il loro eccezionale compenso per il fatto che sulla carta appare attuato un “risanamento” dell’azienda della quale sono stati messi a capo, anche un Farinetti qualsiasi potrebbe sembrare una delle tante conferme di tale convincimento idiota che la politica vuole farci credere… Una camera di nominati, un senato di fantasia e un assurdo premio di maggioranza fanno parte sempre di una simile insana teoria. Risparmiamo (forse) qualche centesimo in cambio di una restrizione sostanziale di democrazia. Non sembra, almeno a me, una buona riforma… Per esempio, il manager ex sindacalista delle Ferrovie dello Stato, passa per risanatore strategico. Sarà vero?… Mah!… Tagliate le teste, tagliati i treni a lungo percorso, e (prossimamente) rottamati pure gli intercity per lasciare il posto a frecce di vario colore a costi più elevati per l’utenza, abbandonati al loro destino di eterna pazienza i pendolari, ignorate le comunicazioni al sud e soprattutto in Sicilia dove in alcune zone si viaggia in treno alla media di circa 30 km/h, affogati nel cemento i binari nei porti…, è ovvio che alla fine, analizzando freddamente i conti di settore, agli occhi dei ciechi sociali si determini la buia visione di un fantomatico risanamento. Se poi si consideri che sulle grandi relazioni, aggiornate all’alta capacità ferroviaria a spesa sociale, viaggiano per lo più affaristi o loro dipendenti i cui costi di trasporto sono in gran parte normalmente scalati dalle tasse, sarebbe ancora più semplice capire in quali mani pubbliche ci siamo messi…

    da Vittorio Grondona   - domenica, 6 aprile 2014 alle 10:08

  9. Ciao Tiziana dall’altra Tiziana.
    Anche per me la Costituzione è la Costituzione.
    E la Costituzione è una cosa preziosissima che va lucidamente custodita.
    Quando vedo che provoca reazioni indignate una specie di gioco di parole sull’art. 1… mi chiedo se non sia stata smarrita, un po’ di questa lucidità…
    Non per fare l’esegeta di Farinetti (che la Carta spesso la elogia pubblicamente), ma quella frase forse vuol riflettere sulla ricchezza culturale di questo paese, che può sostituire la parola lavoro proprio perché può creare lavoro. Il tutto nell’ottica di uno che opera in campo turistico (e infatti la scrive nel suo ristorante). E’ un’idea, non è una riforma calata dall’alto. E’ una libera interpretazione, non sta scritta sul sussidiario dei bambini… Ho come l’impressione che certe difese della Costituzione siano strumentali all’attacco di Renzi e del suo “mondo”. Se un giorno un rotocalco ospiterà un’intervista ad Antonio Albanese che dichiara qualche vaga simpatia per il Pd, certi “guardiani della rivoluzione” tuonerebbero contro il comico che straccia la costituzione affermando che “l’Italia è una repubblica fondata sul pilu”…
    Saluti

    da Tiziana   - domenica, 6 aprile 2014 alle 21:04

  10. Parlando di me, e io che non ho ereditato tutta ‘sta bellezza che faccio ?

    da david   - lunedì, 7 aprile 2014 alle 08:27

  11. Ciao Tiziana, da me (Tiziana) (ci censureranno?) 😀
    Lasciamo la Costituzione e la Bellezza! Io, guarda, sul mio blog non faccio altro che parlarne, di bellezza, ma a me chi mi legge? chi mi invita a fare conferenze sulla nuova saggezza realizzabile nel mondo? e su serenità dell’esistere? Nessuno! E forse è giusto così!
    Farinetti più di me cosa avrà? Un sacco di soldi in più e una ben avviata attività imprenditoriale; ed ecco il punto: perché un imprenditore in Italia diventa automaticamente un filosofo? perché uno come Diego Della Valle viene tramutato in esperto economista? perché non rimane semplicemente un esperto imprenditore? e come tale riconosciuto interessato a fare profitto per sé e per le sue aziende?
    Io sono una blogger solitaria; perché gli imprenditori, di successo, ovvio, diventano maestri di vita?

    da Tiziana   - lunedì, 7 aprile 2014 alle 20:41

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