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apr 14

Per pagina99, Piede Libero di oggi. Quello che vuole

“Un’azienda privata può fare quello che vuole”. Parole del ministro delle Sviluppo Economico Federica Guidi, pronunciate in un’intervista a proposito della Fiat. “Quello che vuole” non è una formula che lascia spazio a dubbi, controlli, garanzie, trattative, pressioni, ragionamenti o altro.
“Quello che vuole” significa, senza se e senza ma, “quello che vuole”. E’ una frase che contiene, oltre a una visione del mondo, un’intera impostazione di politica economica e industriale. Possibile che la notizia passi inosservata ai più. Probabile invece che abbia il suo impatto sui mille tavoli di trattativa aperti tra aziende e rappresentanti dei lavoratori. Perché quaggiù nel Far West quando un uomo in esubero incontra un uomo che “può fare quello che vuole”, l’uomo in esubero è un uomo morto.

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9 commenti »

9 Commenti a “Per pagina99, Piede Libero di oggi. Quello che vuole”

  1. La Guidi incarna perfettamente il pensiero “renziano”: io sono io e voi non siete un caxxo.
    Falsi, bugiardi, corrotti, corruttori e corruttibili.

    da Giuseppe   - mercoledì, 9 aprile 2014 alle 10:47

  2. Ok, a me sta bene. Però a questo punto c’è un corollario necessario e imprescindibile, ovvero “Un’azienda privata non ha alcun diritto a contributi statali”. Come invece, ahimè, è sempre stato.

    da Massimo   - mercoledì, 9 aprile 2014 alle 13:45

  3. Siamo alle solite,. Uno stato come il nostro farebbe ancora gola alla pessima idea fascistoide dei tempi andati. Infatti parrebbe strano perfino a Pinocchio che in Italia da una parte sia legittimo decretare sui diritti dei poveracci, come per esempio bloccare le pensioni, far pagare la sanità, tartassare gli stipendi all’origine, mentre dal’altra si possa senza battere ciglio lasciare liberi i ricchi imprenditori di fare tutto quello che vogliono, come delocalizzare impunemente e schiavizzare gli operai.

    da Vittorio Grondona   - mercoledì, 9 aprile 2014 alle 14:37

  4. E’ razionale (feat. Davide Serra)

    da david   - mercoledì, 9 aprile 2014 alle 14:59

  5. non ci credo
    http://www.repubblica.it/motori/2014/04/09/news/prova-83104214/?ref=HREC1-19 (mi scuso se violo una policy sui link che non conosco) ma qui un’azienda privata fa ciò che vuole alla mia macchina? ma altro che la Zastava obbligatoria (tra l’altro violazione di proprietà private, violazione di privacy mi fermo che non ce la faccio) ma chi autorizza ma chi è sta testa d’uovo del marketing? ma facciamo i nomi
    p.s. rinnovo richiesta numero massimo caratteri bestemmia

    da david   - mercoledì, 9 aprile 2014 alle 18:05

  6. Una volta si pensava onestamente che le imprese fossero guidate da una mano invisibile del mercato …
    Oggi Guidi dice ‘fanno quello che vogliono’.
    Non c’è che dire, in 200 anni ne abbiamo fatto di strada …

    da Marco da Zurigo   - giovedì, 10 aprile 2014 alle 00:57

  7. per fortuna c’è la mano invisibile della crisi a distribuire un po’ di suicidi tra loro. non è efficiente ma corregge leggermente l’ingiustizia. magari col tempo migliora.

    da mario   - giovedì, 10 aprile 2014 alle 06:31

  8. Ora io mi rendo conto che se mi tocchi la macchina divento un po’ Vincent Vega ma vorrei tanto che Dario Destefanis (che è questo Elkann wannabe, http://innovation.top-ix.org/dario-destefanis-communication-and-sponsorship-fiat/index.html) fosse obbligato a toccare la macchina di qualcuno, tipo me, che non è un dipendente del suo padrone, così vede cosa succede

    da david   - giovedì, 10 aprile 2014 alle 08:17

  9. teniamoci stretto Reed Brody, e il ricordo dei bei tempi andati(quando la cosa più scandalosa che poteva capitare era che un laureato analfabeta andasse a vincere un concorso truccato per un ruolo dirigenziale perché poteva vantare una conoscenza al ministero, tra gli uscieri. Oppure era amico del cugino dell’autista di un sottosegretario)

    da diamonds   - giovedì, 10 aprile 2014 alle 10:20

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