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26
mar 14

Expo, la panchina è quasi pronta, perché non essere ottimisti?

Il ritornello del momento lo conosciamo tutti. Bisogna crederci. Bisogna avere fiducia. Bisogna essere ottimisti. L’alternativa è essere “gufi”, o “uccellacci del malaugurio”. Il dibattito non è più tra utopisti e realisti, ma tra positivi e negativi. Se ci credi sei già a metà dell’opera. Vi stupirò: sono d’accordo. E per dimostrarvelo cercherò di applicare questo nuovo spirito, questa magica ricetta della fiducia, alla grande esposizione mondiale che verrà ospitata da Rho e Pero, due metropoli vicine al paese di Milano, a partire dall’anno prossimo.
Le opere pubbliche. E’ quasi tutto pronto, siamo in dirittura d’arrivo e ogni cosa procede per il meglio. La grande opera dell’Expo 2015 che stupirà il mondo sarà una panchina in legno piazzata in un parco cittadino. Di colore verde, realizzata in vero legno con braccioli in ghisa, ospiterà circa dieci milioni di visitatori stranieri, ognuno dei quali potrà sedersi (prenotando on line) per quattro centesimi di secondo. L’opera, che inizialmente doveva costare 368 euro più Iva, ha visto lievitare i costi fino a quattro miliardi e mezzo, grazie alla illuminata gestione dei governi Berlusconi, Monti, Letta, della Compagnia delle Opere, del fu presidente della Regione Formigoni, di alcuni tecnici e direttori dei lavori e di circa tremila consulenti pagati a peso d’oro. La cosa migliore, di cui tutti sono felici, è che una volta finita l’Expo, la panchina rimarrà alla città. Purtroppo, il piano originario prevedeva anche un lampione da piazzare accanto alla panchina, ma non si farà in tempo.
Occupazione. Sempre nell’ottica di essere fiduciosi e ottimisti, le ricadute di Expo sull’occupazione saranno molto positive. Verranno assunti migliaia di giovani con delicatissimi incarichi. Per esempio dovranno recarsi all’aeroporto di Linate a spiegare ai turisti in arrivo come mai Milano è l’unica città sul pianeta in cui tra l’aeroporto e il centro non esiste la metropolitana. Poi, li accompagneranno verso il cuore di Milano mostrando i cantieri. Ampie ricadute sull’occupazione si avranno anche per la formazione del personale, che dovrà saper dire “Non abbiamo fatto in tempo” in cinese, russo, coreano, inglese, francese e swahili. Un’impennata dell’occupazione si avrà anche nel settore delle guardie carcerarie, dal momento che le ricadute dell’Expo sono ben visibili soprattutto sul versante dell’aumento dei detenuti.
Le vie d’acqua. Milano, si sa, è una famosa città d’acqua, basta aspettare che piova per più di tre ore e intere parti della città sembrano Venezia. L’idea originaria – un sistema di canali che attraversasse i grandi parchi intorno a Milano – è stata abbandonata per l’ostilità della popolazione che preferisce tenersi i parchi e non dei cantieri per vent’anni, visto che le famose vie d’acqua sarebbero state pronte per l’Expo di Stoccolma del 2045.
E’ contro questa ostilità negativa, contro questi ingiusti preconcetti sulle opere pubbliche gestite da Roberto Formigoni e Bobo Maroni che bisogna battersi. Perché, come tutti sappiamo, bisogna crederci, essere positivi e ottimisti. Ora è il momento di attrarre paesi espositori e nazioni che daranno lustro alla manifestazione. Per esempio il Veneto rimane un’incognita: verrà? Non verrà? Le diplomazie sono al lavoro, tra qualche giorno Matteo Renzi arriverà in città e sistemerà tutto. Quanto al presidente della regione Maroni ha assicurato che le nazioni più importanti del mondo avranno il loro padiglione, e anche il gazebo veneto dedicato a polenta e baccalà sarà pienamente operativo.

6 commenti »

6 Commenti a “Expo, la panchina è quasi pronta, perché non essere ottimisti?”

  1. Milano non è unica. A Torino non c’è la metro ma solo un treno che porta nel niente

    da Roberto   - mercoledì, 26 marzo 2014 alle 08:56

  2. Io voglio solo vedere con che contratti (ride) assumeranno (ride ancora) i lavoratori alla fine degli ziggurat di subappalti che metteranno in piedi.

    da david   - mercoledì, 26 marzo 2014 alle 09:13

  3. Ho notato proprio ieri, tornando in treno da Gallarate. Stazione Rho Fiera: a destra il polo fieristico, molto bello, molto grande, molto vuoto. A sinistra… il nulla. No sul serio, una spianata chilometrica che pare il deserto del Gobi, e nulla, non una ruspa, non un operaio, manco un accampamento rom (ma su quello nutro maggiore fiducia). E dovrebbe essere pronto per l’anno prossimo? Ma non fatemi ridere..

    da r1348   - mercoledì, 26 marzo 2014 alle 09:47

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