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gen 14

Il mondo nelle mani di 85 ricchi. Indovina con chi sta la sinistra

85 (ottantacinque). Non 85.000 (ottantacinquemila), né 8.500 (ottomilacinquecento), e nemmeno 850 (ottocentocinquanta), che già sarebbe spaventoso. No, no, proprio ottantacinque. Ottantacinque persone su questo affascinante e confortevole (per loro di sicuro) pianetino posseggono una ricchezza pari a quella di 3 miliardi e mezzo di persone, cioè lo 0-virgola-moltissimi-zeri-virgola-uno della popolazione ha un reddito pari a quello del cinquanta per cento più povero. La cifra, diffusa dall’Oxfam, è al di là di ogni immaginazione, provoca una specie di vertigine. In ogni paese del mondo c’è un grafico con due linee ben distinte: uno schizza verso l’alto, ed è la quota di ricchezza dei pochissimi supericchi, l’altra precipita verso il basso, ed è l’aumento della povertà dei moltissimi più poveri. Negli ultimi trent’anni la parte di ricchezza detenuta da pochi è aumentata ovunque e la quota di povertà distribuita tra gli altri è aumentata anche quella. Ovunque. La lotta di classe esiste, insomma, non si ferma un attimo, non dà tregua, e i miliardari hanno vinto quattro a zero, coppa, giro di campo e champagne negli spogliatoi. Come sia stato possibile non è un mistero. Lo smantellamento di qualunque ideologia dell’uguaglianza e la sua applicazione politica (da Reagan alla Thatcher, alle scuole economiche iperliberiste che tanto piacciono a destra, ma anche a sinistra), per dirne una. E poi il potere politico delle multinazionali, per dirne un’altra. Immaginate di essere voi, normali contribuenti, a poter dettare le regole allo Stato in cui operate: abbassami le tasse, abbassami il costo del lavoro, fammi una legislazione comoda, fai pagare la sanità, fai pagare la scuola… Ecco, comodo, no? Voi non potete, un grande marchio sì. Ma la discussione sulle cause (che sono numerose) non deve distrarre da una valutazione degli effetti: in molti casi siamo dalle parti dello schiavismo e in altre invece (i paesi industrializzati), alla proletarizzazione progressiva e costante del ceto medio. Insomma, anche nella ricchezza mondiale vince il bipolarismo, non più un mosaico di condizioni sociali, ma una marcia forzata e continua verso la polarizzazione: ricchi e poveri, e in mezzo poca roba. Tutto questo, si direbbe, rende un po’ ridicole alcune stupidaggini fondamentali che vengono ripetute da decenni. Una: quella che recita che se aumenta la ricchezza diminuisce la povertà. Il ricco darà da lavorare, si dice, e migliorerà le condizioni del poveri. Ecco. Cazzata, come ci dicono le cifre, dato che ovunque i ricchi sono più ricchi e i poveri più poveri e più numerosi. Altro mito di cartone da sfatare, il vecchio sogno delle simpatiche socialdemocrazie nordiche (che anche qui risuona, va di moda, insomma), cioè la famosa frase di Olof Palme, che diceva: “la sinistra non deve combattere la ricchezza ma deve combattere la povertà”. Bello, eh! Suona bene. Ottimo per l’aperitivo! Peccato che sia proprio la ricchezza di pochi a creare la povertà di molti. Tassare i supericchi e le megaimprese, costringerle a rispettare certi oneri sociali, a pagare le tasse, a pagare decentemente i lavoratori, a contribuire al progresso sociale dello Stato in cui operano cosa sarebbe se non “combattere la ricchezza?”. Non si fa, naturalmente, non è bello, non è conforme al pensiero unico che domina ovunque. In ogni angolo del mondo destre voracissime e sinistre pallidissime paiono unite nella lotta: tra i tre miliardi e mezzo ultimi e gli 85 che guidano la classifica, hanno scelto con chi stare.

6 commenti »

6 Commenti a “Il mondo nelle mani di 85 ricchi. Indovina con chi sta la sinistra”

  1. Si stenta a credere. Ma i fatti sono questi e prende una rabbia impotente. Perché non è possibile porre rimedio a questo andazzo! Leggo che i dirigenti dei ministeri prendono uno stipendio annuo a sei cifre…non è giusto; non sono i salvatori della patria anche se il loro impegno e importante! E ora di porre rimedio e lo possono fare solo i politici. Svegliatevi signori politici!

    da Diana   - giovedì, 23 gennaio 2014 alle 13:30

  2. Diana, ma la politica a sua volta é il comitato d’ affari degli 85. Un altro bellissimo articolo.

    da Federico_79   - giovedì, 23 gennaio 2014 alle 14:20

  3. E’ proprio così… Esattamente come il progetto “tirannum” di legge elettorale che ci vogliono far digerire. Due partiti ricchi, peggio poi se di larghe intese, e il resto una miriade di partitini che non conteranno un cavolo. Grillo è preoccupato ed io al suo posto lo sarei altrettanto: se non sarà lui ad andare al ballottaggio, praticamente il suo movimento sfocerà nel nulla più assoluto, più buio ancora di quello attuale. Se invece sarà uno dei due vincitori saranno ugualmente cavoli amari per tutti (noi)… Tranne ovviamente per gli 85 straricchi che saranno sempre e comunque i veri vincitori di qualsiasi competizione elettorale mondiale. In sostanza sarà sempre peggio per noi poveri normali dalle tasche fresche di verde supertassato. Spero a questo punto che la divisa da schiavi che ci metteranno addosso sarà almeno gradevole dal punto di vista dello stile.

    da Vittorio Grondona   - giovedì, 23 gennaio 2014 alle 15:16

  4. la sinistra sta…. con la destra??

    da lude52   - giovedì, 23 gennaio 2014 alle 16:58

  5. Come si potrebbe definire una sinistra che piace tanto alla destra? Ovvero una sinistra che si fa scrivere la legge elettorale dalla destra? Ovvero ancora una sinistra che, se ho ben capito, nel decreto urgente (sic) per l’abolizione della seconda rata IMU ridefinisce il regime delle partecipazioni al capitale della Banca d’Italia individuando i relativi detentori in banche ed imprese di assicurazione e riassicurazione, fondazioni bancarie, enti ed istituti di previdenza ed assicurazione, fondi pensione, con il sostanziale evidente scopo economico di arricchire i privati consentendo in pratica lo sfruttamento delle proprietà di tutti i cittadini? Se ciò corrispondesse davvero alla relatà, con quale criterio sarebbe stata inserita una tale norma in un decreto d’urgenza che riguarda l’IMU? Ebbene sì… Parafrasando il Rigoletto, a questo punto destra e sinistra “per me pari sono”!

    da Vittorio Grondona   - giovedì, 23 gennaio 2014 alle 18:15

  6. Coso vuol dire “combattere la ricchezza” ? Niente.
    Invece “combattere l’appropriazione privata della ricchezza” vuol dire tutto.

    da Marco da Zurigo   - venerdì, 24 gennaio 2014 alle 00:07

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