Alessandro Robecchi, il sito ufficiale: testi, rubriche, giornali, radio, televisione, progetti editoriali e altro
 
mer
9
ott 13

Lampedusa, l’alibi dell’Europa e lo psicodramma collettivo

La tragedia di Lampedusa ci regala un nuovo ritornello italiano, uno di quelli che ci ronzerà nelle orecchie per mesi, come le canzoncine cretine dell’estate che ascoltiamo anche senza ascoltarle. E il ritornello, con molte varianti, ci dice che quello dell’immigrazione è un problema dell’Europa, che ci deve pensare l’Europa, che l’Europa ci lascia da soli, che noi saremmo i buoni samaritani accoglienti sulla frontiera mentre quelli dentro, nell’interno del continente, quelli della famosa Europa, se ne fregano. E’ un ritornello che cantano tutti, dal ministro Alfano, che in Parlamento dice che tragedie simili succederanno di nuovo (non male, per un ministro che dovrebbe evitarle), ai “rivoluzionari” a Cinque Stelle, che sull’argomento balbettano anche loro (l’Europa, l’Europa, l’Europa…).
Insomma, l’Europa è una medicina buona per tutto. Austerità perché ce lo chiede l’Europa. Sacrifici e nuove tasse perché ce lo chiede l’Europa. Poi, di fronte a un’emergenza, si invoca l’Europa. L’autogol è nell’aria, perché quando e finalmente l’Europa se ne occuperà scopriremo che abbiamo meno immigrati di molti paesi europei, e l’Europa ci dirà di accoglierne di più. E, si spera meglio. Sì, perché, per continuare, non si capisce cosa c’entri l’Europa con i migranti e i richiedenti asilo stipati nei lager, i materassi (quando ci sono) per terra, un cesso per duecento persone, donne e bambini in condizioni inumane, mesi e anni di detenzione che secondo la legge dovrebbero essere 35 giorni, un affare per gestori dell’emergenza che premia tutti tranne quelli che l’emergenza la vivono sulla loro pelle: i migranti. Insomma, se fino a ieri l’Europa era un alibi per le politiche economiche, oggi è un alibi per non affrontare le nostre vergogne, tipo la legge Bossi-Fini, la madre di tutti i naufragi. Cercare un capro espiatorio, si sa, è lo sport nazionale, e qui ne esiste un elenco infinito. Gli scafisti. Cattivi, certo, ma gli unici che offrono una via di fuga ai disperati che fuggono da guerre, dittature e carestie. Se ci fosse un corridoio umanitario, per dire, il problema dei trafficanti di uomini non esisterebbe, ed è il vecchio nodo del proibizionismo: se vieti una cosa, ci sarà chi la maneggia illegalmente. Poi il “buonismo”, entità volatile e comoda per fare spettacolo. Sarebbe insopportabilmente “buonista” accogliere chi scappa da una situazione insostenibile, mentre invece sarebbe più dignitoso il “cattivismo” di respingerli in mare, ostacolare i soccorsi minacciando di indagare per favoreggiamento che salva i naufraghi. Alla fine è un festival della malafede e della cattiva coscienza, dove il barile dei morti e dei prigionieri innocenti, futuri schiavi dell’economia sommersa italiana, viene scaricato ora qui ora lì, pur di non affrontare la situazione. Così, si assiste allo spettacolino indecoroso di gente che la Bossi-Fini l’ha votata, l’ha sostenuta, non l’ha mai osteggiata, l’ha applicata nel peggiore dei modi possibili, che ora si fa problematica e dialogante. Sì, in effetti… Sì, dopotutto… E si rimanda a una ridisegno più complessivo delle leggi sull’asilo e l’accoglienza (sempre se se ne occupa l’Europa). Che è il modo migliore per stare immobili e fermi ad assistere ad altre tragedie. Coraggio, ancora qualche giorno e Lampedusa sarà un ricordo, il suo cimitero dimenticato, i suoi morti annegati rimossi, i carcerati innocenti invisibili. Insomma, finirà lo psicodramma. Il dramma, invece, resterà tutto, invisibile anche lui, per chi non vuol vedere.

5 commenti »

5 Commenti a “Lampedusa, l’alibi dell’Europa e lo psicodramma collettivo”

  1. – E’ l’Europa -, ha detto Napolitano a chiederci di “svuotare le carceri”, “vergogna italiana”! E allora via, con indulto e amnistia. Ora! mica prima, che non è esattamente un problema di questi giorni il fenomeno dei suicidi in carcere, delle inumane condizioni di vita là dentro. L’Europa, ormai fa le leggi, evidentemente, sopratutto per italiani e greci (forse i sistemi politici corrotti si assomigliano tutti?). Poi c’è Napolitano, appunto, poi c’è Berlusca, e poi? chi altri?

    da Tiziana   - mercoledì, 9 ottobre 2013 alle 10:19

  2. Un vecchio proverbio recita: chi semina vento raccoglie tempesta. La trasposizione di questo proverbio in politica significa sostanzialmente che chi vota vento deve aspettarsi un raccolto di tempesta sociale. Così si sta verificando da un po’ di tempo a questa parte in Italia e non solo. Prima il ricco signore che scende in campo, preceduto da un sottile progetto mediatico favorito da una interessata compiacenza politica e appoggiato poi da un turbolento movimento del nord che aveva bisogno di entrare nel covo di quella “Roma ladrona” che aveva sempre disprezzato, ovviamente prima di riuscire a diventarne parte attiva. Nel contempo il grande partito di opposizione di quei tempi si era autodistrutto per correre disperatamente verso quel centro democristiano che, forse solo a parole, aveva sempre osteggiato. Da un peggioramento all’altro siamo quindi arrivati all’attuale inutile politica dei giorni nostri, incapace di trovare sostanziali risoluzioni per il bene comune dei cittadini. Un parlamento composto di costosissimi nominati, ciechi e sordi servitori al servizio dei capitalismo senza soldi, e di una opposizione, pur essa nominata da inflessibili guri naviganti nell’oscurità dell’etere, capace solo di chiacchierare del nulla, inutilmente ululando alla luna, sono la tempesta sociale di cui parlavo all’inizio. L’Europa, così come è stata costruita, praticamente priva di comunità per quanto riguarda i pari diritti sociali delle persone, ma nel contempo pesantemente carica di obblighi finanziari nei confronti di quei “soci”, comodi, ma più deboli per diverse ragioni spesso legate al territorio, è solo la presta nome alla quale attribuire, peraltro invano, le cause non solo delle disgrazie dell’insipienza politica interna, ma anche di quelle di coloro che sono costretti ad abbandonare il loro Paese in cerca di una speranza di vita degna dell’essere umano. Abbiamo perso la guerra moderna?… Credo proprio di sì!…

    da Vittorio Grondona   - mercoledì, 9 ottobre 2013 alle 10:29

  3. http://www.corriere.it/cronache/13_ottobre_09/via-reato-immigrazione-clandestina-senato-approva-l-emendamento-m5s-fe96b7d2-310b-11e3-b3e3-02ebe4aec272.shtml

    Non male, questi balbuzienti…

    da r1348   - giovedì, 10 ottobre 2013 alle 02:40

  4. “disperati che fuggono da guerre, dittature e carestie”!(ma perché,non vengono per rubarci i sogni?)

    http://www.youtube.com/watch?v=E8zDbb4kYy4

    da diamonds   - sabato, 12 ottobre 2013 alle 10:42

  5. basta ricordare i nomi degli artefici per capire tutto:
    Turco-Napolitano e Bossi-Fini

    da stella   - mercoledì, 16 ottobre 2013 alle 09:14

Lascia un commento