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gio
26
set 13

Panico nel Pd, hanno perso l’agenda

Segnatevi questa parola: agenda. Già che ci siete, segnatevela su un’agenda. Così, sempre se non perdete l’agenda, vi ricorderete della parola “agenda”, che pare essere la chiave di volta per risolvere le spinose questioni del Pd, partito in attesa di congresso. La soluzione la presenta, forte e chiara, il ministro Graziano Del Rio, intervistato da l’Unità: “Sia visibile una chiara agenda del Pd e una classe dirigente rinnovata che parli con una voce sola”. Ecco, giusto. Un’agenda. Non male. Quanto alla voce sola, al momento è un po’ un problema, perché le voci sono molte. Certo, dice Del Rio, “I candidati devono presentare una loro analisi, possibilmente condivisa, su quel che serve al Paese”. Per esempio un’agenda. Sull’agenda si potrebbe segnare una data per il congresso, cosa che ci sono voluti sei mesi per fare. Si vede che l’analisi non era condivisa. Figurarsi l’agenda: solo per decidere se sarà in pelle, fintapelle, con la copertina rigida, settimanale o elettronica ci vorranno due anni di discussioni. Ma sia: torniamo all’agenda. E a Del Rio: “Ma infatti se il Pd non riesce a dare una sua agenda rischiamo di essere ricattati da parole d`ordine che non ci piacciono”. Ah, giusto. Gira e rigira serve un’agenda. Ma poi l’agenda chi la scrive: Renzi o Cuperlo? I Bersaniani? I Dalemiani Rinati del Settimo Giorno? O sarà un’agenda con tanti interventi, tipo la Smemoranda, dove ogni dirigente può scrivere la sua pagina spiritosa?
Del Rio ha una risposta anche su questo: “Se si affrontano i temi in maniera condivisa e si presenta una nostra agenda, si spersonalizza la questione”. Traduco: ci vuole un’agenda con le priorità, che sia scritta da tutti i candidati insieme che vanno d’amore e d’accordo. Scrivendola tutti insieme senza litigare, poi, dopo, nessuno litigherà più. Una specie di Comma 22, insomma. Perché intanto è un litigare continuo tra chi vuole rottamare, poi viene appoggiato dai rottamandi, che poi si spostano mentre li stai contando e devi cominciare da capo, e tutto senza contare Fioroni che oggi appoggia Renzi, domani no, i giorni dispari lo attacca, i giorni pari dice che è l’unico candidato, e la domenica si riposò.
E poi, mentre si cerca l’agenda del Pd, non è lecito chiedersi dov’è finita la famosa “agenda Monti” che il Pd condivise e votò per più di un anno? L’agenda andò persa, forse durante il trasloco da Palazzo Chigi alle stanze di Scelta Civica. Con tutto questo perdere agende, è chiaro che il Pd ne vuole una sua, da non perdere. Ma su cosa dovrebbe essere scritto nell’agenda – mi raccomando, scritto da tutti in accordo e condivisione, cioè dagli stessi che oggi si mandano fraternamente a quel paese – c’è qualche vaghezza.
Sì, stato sociale, certo. Un po’ di soldi alle fasce più deboli, va bene. Tutte cose su cui i candidati al congresso potrebbero essere d’accordo. Ma non è un po’ troppo un agenda per questi due appuntini che suggerisce Del Rio? Potrebbe bastare un post-it, quei bigliettini gialli un po’ adesivi. Se invece serve qualcosa di più denso, che somigli a una linea politica per il partito e per il Paese, beh, allora serve un’agenda. Condivisa, eh! Ok, da capo. Segnatevi questa parola: agenda…

2 commenti »

2 Commenti a “Panico nel Pd, hanno perso l’agenda”

  1. (tergiverseranno fino a Samarcanda?)

    http://www.cinemamuto.it/public/wp-content/uploads/2013/09/corazzata4.jpg

    da diamonds   - giovedì, 26 settembre 2013 alle 11:48

  2. 😉 strepitoso!

    da stella   - venerdì, 27 settembre 2013 alle 00:17

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