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Amen (di Andreotti non me ne frega un cazzo)

Tanti anni fa, nel Mesozoico inferiore, compilavo per divertimento e mestiere “le dieci cose per cui vale la pena vivere” su Cuore, il famoso settimanale di resistenza umana. Eravamo giovani, stupidi e ingenui, tre cose bellissime, e al sesto posto di quella classifica c’era “La fine di Andreotti”. Proprio così. Perché c’erano ancora i simboli e le speranze. E c’era ancora Andreotti, una specie di concentrato del potere più brutto, opaco e ripugnante che si riuscisse a immaginare. Poi, altri poteri vennero, ripugnanti anche loro, opachi anche loro. Andreotti morì allora, quando il suo potere era solo ricordo di un potere, e siccome il potere non ha memoria… non era più. Dunque la ri-morte di Andreotti, la bara, la Dc dietro il feretro, le lacrime finte, i coccodrilli prevedibili (“luci e ombre”… ma vaffanculo!), i paginoni dei giornali, le rimembranze dei suoi sodali, gli omaggi dei suoi eredi e tutto quello che si è letto e sentito questa settimana non è che la banda che passa in ritardo, quando il trapezista cade entrano i clown. E oggi che Andreotti se n’è andato, di quelle antiche passioni di noi giovani, stupidi e ingenui non rimane che il sorriso sghembo del “come eravamo”, leggero scuotimento di testa. E la soddisfazione magra di aver passato anche questo. E’ morto Andreotti. Ah, sì? Sapete che c’è? Non me ne frega un cazzo.

9 commenti »

9 Commenti a “Amen (di Andreotti non me ne frega un cazzo)”

  1. Mi sento di dedicargli un pensiero della saggezza popolare sarda: saludu a nois finzas a torrare isse (che possiamo avere salute fino al suo ritorno). E riamen

    da Giusi Salis   - domenica, 12 maggio 2013 alle 08:40

  2. Ecco, viva la sincerità! 😀
    Il problema è che non è morto purtroppo il potere oscuro di cui era emanazione.

    da Marcella Nesset   - domenica, 12 maggio 2013 alle 13:47

  3. vero, Marcella

    da adele5   - domenica, 12 maggio 2013 alle 14:14

  4. Col cavolo che è morto.
    Non morì allora così come non è morto settimana scorsa. Il “concentrato del potere più brutto” è vivo, molto vivo, si è solo trasferito da un corpo all’altro. Come ogni vita parassitaria, lascia un organismo ospite per occuparne un altro.
    Non ci ha lasciati, non ci lascia mai. E’ nell’impunità degli imprenditori che non pagano le tasse, nei carabinieri che uccidono i Carlo Giuliani, nei politici che autorizzano una marcia “pro-life” nel giorno in cui decorre l’anniversario di morte di Giorgiana Masi, nei neofascisti che vi partecipano (autorizzati).
    L’involucro-Andreotti sarà anche morto, ma il maledetto potere che si portava sulla gobba è vivo. E lotta contro di noi.
    In questo senso, io tifo ancora per “la fine di Andreotti”.

    da Chiara   - domenica, 12 maggio 2013 alle 16:38

  5. Ricordo bene la classifica “le dieci cose per cui vale la pena vivere” di Cuore. Specialmente quello che c’era alla prima posizione…

    da Carlo   - domenica, 12 maggio 2013 alle 18:27

  6. Poco anche a me! E, tu non ci crederai, forse sono rimasta unica, “stupida e ingenua” giovane …beh, di anima giovanissima, forse proprio perché ancora ingenua e ammiro chi dice cose come le tue!?
    Però è vero anche che del brutto e dell’opaco non ci siamo liberati neppure … per sogno… si diceva così? Anche se poi, in sogno, a voglia che ci liberiamo!!!! Un abbraccio a tutti i “giovani” ingenui, puri e stupidi.

    da Tiziana   - domenica, 12 maggio 2013 alle 19:49

  7. concordo con le tue parole , Chiara

    da stella   - domenica, 12 maggio 2013 alle 20:28

  8. Quando il popolo, inteso nella sua massa, sceglie, sbaglia sempre. Le masse si lasciano guidare come le pecore: al voto, alle primarie, alle manifestazioni… In tutto… Cani addestrati le guidano dove vogliono e il gioco è fatto. Le masse sono pronte a linciare un innocente, a liberare Barabba… Ecco noi tutti abbiamo il bisogno assoluto di imparare ad usare la ragione sempre, altrimenti va a finire che prima o poi, quando finalmente le circostanze ed il declino ci aprono gli occhi nell’intima solitudine del nostro personale pensiero, arriviamo perfino a desiderare la morte o la fine di chi ci ha guidato con la prepotenza costituita in tutt’altra direzione rispetto a quella verso la quale volevamo invece andare fin dall’inizio.

    da Vittorio Grondona   - martedì, 14 maggio 2013 alle 08:53

  9. Il porcellum sarà probabilmente cambiato in quagliariellum… Ci siamo!… In prospettiva, quindi non subito in quanto non sempbra essere preminente per il nuovo Governo misto, avremo una legge elettorale che sprizzerà finalmente equità e democrazia politica. Non ridete, è serio. Il “dotto e saggio” Ministro per le Riforme Gaetano Quagliariello sta studiando l’antidoto al veleno del porcellum pensando di aggiungere al miscuglio idiota di quella legge il famoso granello di sale del buon senso. Non so come andrà a finire, ma stando a quel che si dice, la prossima volta andremo, forse, a votare appunto “cum grano salis”! Va mo là!… Auguri, quindi. Ne avremo davvero bisogno!… Costituzione chi?… Toglietemela di dosso!… Si sente in sottofondo il commento dalla voce del padrone.

    da Vittorio Grondona   - mercoledì, 15 maggio 2013 alle 14:57

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