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gen 13

Il primo partito? Il popolo della Serenità

Urge aggiornamento dalla Repubblica dei sereni, una rinfrescata a un elenco infinito. Perché come sapete “sono sereno” è il motto nazionale, il ricamo sulla bandiera capace di surclassare il vecchio “tengo famiglia” che, nonostante vada ancora fortissimo, ha un sapore anni Cinquanta. Insomma, si sa: dire “sono sereno” è confortante, rinfresca come il sorbetto dopo cena, rasserena (appunto). Lancia un segnale a complici e amici: tranquilli, ci vuol altro per incastrarmi. Tira su il morale a inquisiti, indagati, perquisiti, rinviati a giudizio, ma vola in questi giorni anche nel cielo della politica. Il sereno del giorno – anzi “serenissimo” – è Mario Tassone. Parlamentare di lungo corso che, sedendo alla Camera dal lontano 1979 senza interruzione, si vede ora escluso dalle liste dell’Udc. “Sono serenissimo”, sibila, anche se pare incazzato come un puma. Naturalmente il campione mondiale di serenità è Silvio Berlusconi, uno che i retroscena dei giornali descrivono sempre come un cane da polpaccio, ma che non risparmia sull’aggettivo “sereno”. “Su di me hanno scritto di tutto e di più (e te credo, n.d.r.), ma io sono sereno” (gennaio 2013). Ma, andiamo, era sereno ancor prima: “Voglio tornare al momento magico del 2009, avevo il 75% di consenso, sono molto sereno” (fine dicembre 2012). Se poi uno non si dichiara sereno, chissà, una svista, una dimenticanza, arriva subito chi lo iscrive d’ufficio al club. Tipo Casini: “La cosa che mi colpisce di Monti è che è sempre molto sereno”. Ah, ecco, mi pareva.
Anche la giustizia fa il suo corso, rivelandoci ad ogni indagine sempre nuovi sereni protagonisti delle cronache. I reiterati “sono sereno” di Roberto Formigoni, scoccati come frecce in estate alla notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati (“Sono sereno e non mi dimetto”) fanno scuola. Forse perché ripetuti poi con infinite varianti, anche parlando di sé in terza persona, come Napoleone, o Maradona (“Il presidente Formigoni è sereno e tranquillo, vorrei dire quasi gioioso e determinato come sempre”). Perché il coraggio, come diceva Don Abbondio, se uno non ce l’ha non se lo può dare. Ma una parvenza di serenità sì. Ed ecco allora il rosario degli inquisiti, interrogati, indagati, convocati in Procura. E qui siamo al trionfo della democrazia, perché la serenità, come l’influenza, colpisce in alto e in basso, ai piani nobili e nei sottoscala. Se a proposito dell’indagine sui rimborsi elettorali in Lombardia si dice “sereno” Bossi, andiamo, perché agitarsi? Dopotutto lo ha detto anche Scajola in ottobre (inchiesta su corruzione per forniture Finmeccanica al Brasile): “Sono sereno e non capisco cosa ci sia dietro”; per non dire di Raffaele Lombardo a processo a Palermo. Indovinate: “Sono sereno”. Bravi. Che è una variante secca e stringata del più argomentato “Sono sereno e attendo con fiducia di essere ascoltato”, del senatore Antonio Tomassini, presidente della Commissione Sanità del Senato. Ma poi, giù per li rami, sono sereni assessori e sindaci, consiglieri comunali e regionali. Indefettibilmente sereni nell’ultimo mese si sono detti Angelo Polverino, consigliere regionale PdL in Campania, e poi Armando Biasi, sindaco di Vallecrosia, comune sospettato di infiltrazioni mafiose. E poi Roberto Pedretti, consigliere regionale lombardo, leghista, indagato per peculato insieme a certi suoi colleghi, ma unico tra loro a dirsi “sereno”. Gli altri, chissà, ma diamogli tempo: l’elenco continua, la Repubblica del sereni è un immenso cantiere aperto.

3 commenti »

3 Commenti a “Il primo partito? Il popolo della Serenità”

  1. Ho 50 anni e, dopo 25 anni di insegnamento pendolare (pisa – poggibonsi, poggibonsi – pisa, 200 km al giorno sui patri treni) ho avuto il trasferimento a Siena, su due scuole (forse tre, il prox anno), ma io sono serena.
    Il sistema sanitario fa acqua, anche qui, nella civile e fiorente Toscana, ma io sono serena.
    Hanno smantellato il diritto del lavoro, ma io sono incrollabilmente serena.
    Il Manifesto sembra si stia sfasciando (tra l’altro, Robecchi se n’è andato!), ma io rimango serena. Tra poco le elezioni e dovrò scegliere tra Vendola e Ingroia, un bravo amministratore e un bravo magistrato (ma i politici sono tutti nel PDL e nel PD?), ma resto serena. L’unica cosa che mi toglie un po’ della mia serenità è un dubbio, strisciante e insistente anche se appena ccennato: forse sono semplicemente e arcaicamente stupida?

    da simona fabbris   - giovedì, 17 gennaio 2013 alle 10:53

  2. Probabilmente non è una posa, sono sereni per davvero (in carcere o nella miseria non ci finiranno mai). Allora ecco un compito per tutti noi che subiamo le conseguenze delle loro azioni od omissioni: interrogarci su come togliere loro per davvero la serenità. Come fare per nuocere a chi ci nuoce?

    da pococurante   - giovedì, 17 gennaio 2013 alle 15:52

  3. PDL e Lega Nord, la “Serenissima” del XXI secolo…

    da Vittorio Grondona   - venerdì, 18 gennaio 2013 alle 10:25

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