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Memoria. Il Corsera e i fascisti

Un infortunio giornalistico può sempre capitare. Ma l’errore in cui è incorso Pierluigi Battista, illustre commentatore e vicedirettore del Corriere della Sera è un caso di scuola, una specie di esempio luminoso di cosa accade quando si scrive per tesi precostituite. I fatti separati dalle opinioni, si diceva un tempo, e mai come in questo caso lo slogan è azzeccato: i fatti qui, visibili, controllabili, stampati su foto e filmati. E le opinioni, invece, già belle e confezionate. Dunque ecco. Il primo maggio sul Corriere Battista firma un denso editoriale dal titolo: “Cgil, perché è vietato ricordare Ramelli?”. Nel resoconto di Battista si fronteggiano due realtà: una è il presidio antifascista della Cgil che si propone di “ostacolare la celebrazione in cui si ricorda l’uccisione di Sergio Ramelli”, giovane di destra assassinato nel ’75. Una cosa proprio brutta, su cui Battista non risparmia toni apocalittici: “lugubre decennio”, “teste e coscienze penosamente aggrappate al passato”, “fragorosa e rituale protesta”. Insomma, i cattivi del solito antifascismo. Dall’altro lato, invece, gli amici e i camerati di Ramelli, che onorano il loro amico con “un elementare esercizio di pietà”. Lo scenario che si presenta ai lettori del primo quotidiano italiano per mezzo di una delle sue penne più illustri è dunque questo: antichi e rancorosi facinorosi ostacolano la sacrosanta pietà. Abbastanza per suscitare qualche curiosità e per scoprire alcune cose che qui si elencano come semplici dati di fatto. 1. La sacrosanta pietà degli amici di Ramelli consisteva in una riunione in una sala della Provincia di Milano gentilmente concessa dal presidente Podestà (Pdl) e pietosamente intitolata “Milano burning”. Presenti le sigle più minacciose della destra fascista e nazista cittadina, con personaggi già noti alla questura e alle autorità in un tripudio di simboli, slogan e paccottiglia fascista. 2. Il presidio antifascista davanti alla Camera del Lavoro, sita a pochi metri, è stato indetto dalla stessa Camera del Lavoro (ha aderito l’Associazione ex deportati) per un motivo molto semplice: in analoghe occasioni certi raduni “pietosi” erano sfociati in raid e provocazioni. Il presidio consisteva in una discreta presenza, canti, discorsi. Età media (purtroppo) alta. Chi voglia vedere le fotografie di queste “teste e coscienze aggrappate al passato” può andare qui e vedrà di che razza di facinorosi si tratta. 3. “L’elementare esercizio di pietà” così ben descritto da Battista è sfociato in una manifestazione, questa sì assai lugubre. In fila per cinque con i labari e le croci celtiche, le svastiche tatuate, il grido “Camerata Ramelli, presente!”, gli “A noi!”, e tutto il repertorio. Il video, veramente agghiacciante è qui e ognuno può rendersi conto dell’affronto che queste immagini rappresentano per Milano, città medaglia d’oro della Resistenza, che è poi la città del Corriere della Sera, lo stesso che tante belle e preziose pagine confeziona ogni anno in occasione del giorno della Memoria.
In sostanza: un semplicissimo gioco di ribaltamento: la “cattiva” Cgil ancorata al passato e i pietosi giovani di destra che commemorano il loro caduto. Questo sanno i lettori del Corriere. Cioè l’esatto opposto di quel che è successo realmente. Sarebbe bastato leggere le cronache pubblicate dallo stesso Corriere il giorno prima. Sarebbe bastato cercare un po’ in rete, magari dare un’occhiata al corteo nazifascista. Ma l’opinione preconfezionata ne avrebbe forse risentito, e allora, perché farlo?
Viste quelle immagini, poi, si è cercato sul Corriere qualche cenno di errata corrige, qualche velata scusa, qualche ritrattazione, un pietoso (questo sì) “mi sono sbagliato”. Invece niente. E dunque, vien da pensare, non un banale errore giornalistico, ma qualcosa di più. Irresistibile, per esempio, l’incipit del pezzo di Pierluigi Battista, che così recita: “Sinceramente non si capisce perché la Cgil, che pure avrebbe molti impegni da onorare in questo terribile periodo di crisi del lavoro debba prodigarsi per organizzare un presidio antifascista…”. “Sinceramente”, mi raccomando. Insomma: nazisti, vittime degli anni bui, sprangate, labari e croci celtiche non c’entrano niente, e quel che si voleva era mettere un po’ al suo posto la Cgil. Tutto qui. Tutto semplice e lineare. La vergogna di cinquecento neonazisti che marciano inquadrati militarmente per Milano scimmiottando le coreografie berlinesi degli anni Trenta non conta. Ma che importa: leggendo soltanto l’accorato commento di Battista – lontano anni luce da fatti comodamente controllabili – i lettori del Corriere non lo sapranno.

15 commenti »

15 Commenti a “Memoria. Il Corsera e i fascisti”

  1. Questo giornalista (???!) ogni tanto lo si vede nei talk show. Per me è un lacchè, un servo del potere, uno di quei cosiddetti “moderati” che collaborano a cancellare la memoria e la verità rendendo sempre più squallido il nostro paese. Mi consolo pensando che i lettori dei quotidiani cartacei (ormai una sparuta minoranza) possono anche evitare di farsi abbindolare dal Corsera e scegliere altre testate dove l’obiettività è una regola (Il Giornale di Nosferatu, Libero da tutto tranne che dal padrone, La Padania che capisci meglio se sei analfabeta…).
    Hold On Robecchi!

    da Tarkus   - venerdì, 4 maggio 2012 alle 10:36

  2. Io sono dell’opinione che uccidere o farsi ammazzare per qualsiasi idea, soggettiva comunque e quindi non necessariamente buona o cattiva, sia un abuso dell’intelligenza umana. Sergio Ramelli, militante appena diciottenne del “Fronte della Gioventù” fu ucciso in una manifestazione di piazza. Non doveva assolutamente succedere… E’ successo però… In questi casi si muovono le strutture degli opportunisti politici che di una tragedia ne vogliono fare un simbolo a loro vantaggio. Fascisti o partigiani, mi riferisco alle immani atrocità della guerra civile 1943/45, che è un dovere sociale rinfrescarle alla memoria di tutti come esperienza da non ripetere mai, qui non c’entrano. L’unica cosa che emerge in situazioni del genere è semplicemente l’ignoranza, soprattutto della storia del nostro paese, ed anche di questo ne ha colpa la politica sia quella degli anni ’70, che quella di oggi. Da una parte è sicuramente lecito e doveroso ricordare una vittima della violenza, ma nel contempo non ritengo sia stata buona cosa averla ricordata in questo caso celebrando l’ignoranza storica con quel tipo di manifestazione. Io penso che la contestazione “antifascista” di quella gente pacifica e sorridente che abbiamo visto nelle foto abbia voluto sottolineare sostanzialmente l’importanza della libertà conquistata. Bellissime le foto in cui si vede una simpatica vecchietta dare l’impressione di passare simpaticamente in rassegna le forze dell’ordine trascinando con grande classe il carrello della spesa… Altro significativo segno di quanto siano belli e gioiosi la pace e l’amore fra le persone.

    da Vittorio Grondona   - venerdì, 4 maggio 2012 alle 10:40

  3. Bandiere celtiche a parte, non vedo nulla di provocatorio o facinoroso nella manifestazione dei neofascisti, a meno che non valga a prescindere l’equivalenza anziani=pacifici/indifesi e giovani=violenti.
    Ciao.

    da Piero   - venerdì, 4 maggio 2012 alle 12:05

  4. Pigi Battista, come il suo sodale Mieli, è un “terzista“. Uno di quelli a cui viene naturale “relativizzare“ tutto… E il pezzo sul Corriere ne è uno squallido esempio.
    I neo nazi in marcia per la città con corredo di paccottiglia, saluti romani e celtiche fanno impressione, ma del resto se non sbaglio il sindaco di Roma una celtica la porta appesa al collo! Però, va detto che scrivere che “Ramelli fu ucciso in una manifestazione di piazza“ è (con rispetto parlando) una pirlata… Ramelli fu aspettato sotto casa e vergognosamente rincorso e ammazzato a chiavi inglesi tirate di taglio sulla testa da un infame gruppetto del servizio d’ordine di medicina ….

    da alberto   - venerdì, 4 maggio 2012 alle 12:16

  5. Alberto scrive: “va detto che scrivere che “Ramelli fu ucciso in una manifestazione di piazza“ è (con rispetto parlando) una pirlata… “.
    Sono ASSOLUTAMENTE d’accordo. Chi l’ha scritto?
    a.r.

    da a.r.   - venerdì, 4 maggio 2012 alle 12:30

  6. L’ho scritto io!…

    da Vittorio Grondona   - venerdì, 4 maggio 2012 alle 15:08

  7. Ho rinfrescato alla memoria l’avvenimento che avevo ricordato male nel mio post n.2. Ringrazio Alberto per avermi corretto. Per quanto riguarda la violenza e il meschino utilizzo politico delle tragedie rimangono comunque valide le mie personali osservazioni.

    da Vittorio Grondona   - venerdì, 4 maggio 2012 alle 18:57

  8. Questo giornalista del Corriere è sempre stato ONE WAY , basta rileggere alcuni suoi editoriali o commenti in TV. Che poi sia vice direttore,è negativo per il giornale

    da giacomo   - venerdì, 4 maggio 2012 alle 19:50

  9. se vi interessa potrei seguirvi su Twuitter A me piace molto il vostro blog. Poi mi piace perché ci sono molti articoli interessanti che sono da portare più in evidenza, mi sembra che ve ne state lì senza fare molto fragore. Invece c’è bisogno ora come non mai di fare sentire attraverso la stampa via internet una voce che possa fare in modo che in questa italia ci sono molte cose che non vanno stiamo proprio precipitando. Io penso che portando avanti le critiche a questo governo e a tutto quello che avviene al di fuori , infatti pensiamo al caso Lega e via dicendo. Prima c’era Berlusconi e tutti erano in agguato a criticarlo eccc… Secondo me bisogna insistere a criticare ad informare la gente di quello che avviene nel palazzo. Il mio commento non è appropriato , ma volevo dirvi questa mia idea. Fatevi sentire di più!!!!

    da Anna Bennardo   - sabato, 5 maggio 2012 alle 08:52

  10. Vorrei ricordare a tutti che trarre conclusioni assolute dagli episodi che succedevano in quegli anni bui è molto “pericoloso”…spesso quello che vediamo è qualcosa d’altro…vorrei poi replicare a PIERO: che non veda alcuna differenza tra i due LINK proposti da Alessandro è perlomeno grave.

    da paolo stradi   - sabato, 5 maggio 2012 alle 09:53

  11. Forse se non l’ammazzavano, Ramelli, era meglio…
    http://www.milano-burning.com/notereg.html

    da Andrea Carancini   - domenica, 6 maggio 2012 alle 09:31

  12. Senza forse. Era meglio sì, ovvio.
    a.r.

    da a.r.   - domenica, 6 maggio 2012 alle 09:46

  13. Pensavo ancora di poter giustificare le posizioni “morbide” di Battista nei confronti di tutti questi anni di malgoverno berlusconiano ma di fronte a questo scempio della realtà non posso che provare disprezzo per la sua “onestà intellettuale” non tanto per la cronaca spudoratamente faziosa anzi falsa della serata ma, soprattutto, per quell’ ONESTAMENTE che antepone alla sua considerazione sullo spreco di tempo da parte della CGIL che, unica, si è presentata col suo nome a difendere l’orgoglio e la cultura antifascista di una città Medaglia d’oro della Resistenza. Come spera il pennivendolo del Corriere di essere creduto quando parla di atteggiamento minaccioso della CGIL e di manifestazione “pietosa” dei fascisti in schieramento militare con le loro lugubri insegne e le scritte fasciste indossate o portate a mano? Li non c’era nessuna intenzione commemorativa del martire Ramelli, li c’era la manifesta intenzione di riaffermare il diritto a prendere possesso dell’Italia da parte di quanti per ignoranza o per criminale intenzione ambiscono al ritorno di qualcosa di talmente orribile da essere costato all’Italia un ventennio di dittatura con tutti gli annessi e una guerra mondiale dalla parte sbagliata ,un periodo storico che ci ha messi all’indice del mondo e che speravamo fosse stato messo via per sempre. Adesso uno stupido pennivendolo cerca, con l’autorevolezza del giornale su cui scrive, di ridare loro dignità, e da parte di questo giornale nessuna parola di distacco, nemmeno un distinguo!

    da giomap58   - domenica, 6 maggio 2012 alle 09:58

  14. Caro Robecchi, mi spiace tanto. Ma per quanto riguarda Battista, hai preso una cantonata. I suoi commenti non sono seri. Sono tutti ironici. Questa è la satira del Corsera. Dai lettori e per i lettori di questo giornale è il massimo che ci si può aspettare in quanto a umorismo.
    D’altronde, già dal nome, è evidente che si tratti di un personaggio di fantasia. Battista è una citazione che riprende il classico nome dei maggiordomi (ricordi la barzelletta Battista la raspa?).
    Non è straordinaria la sua battuta (articolo) in cui dichiarava (qualche settimana dopo l’avvento del governo Monti) che Berlusconi si stava comportando da “statista intero”. Sublime (o subliminale?).

    da Giovanni   - domenica, 6 maggio 2012 alle 15:03

  15. Sergio Rammeli on è stato ucciso in una manifestazione, ma in un agguato avvenuto sotto casa sua, mentre tornava da scuola.
    Un agguato (e questo lo hanno accertao i fatti processuali)premeditato nei minimi particolari da militanti di autonomia operaia, che lo aggredirono a colpi di chiave inglese mentre lui, disarmato, legava il motorino. Da un anno circa era vittima di una perseuzione sistematica (continuata durante il suo coma e dopo la sua morte….visto che tentatorno di impedire perfino i funerali e che il fratello dovette essere allontanato perchè avevano tentato di aggredire anche lui!)in quanto a scuola aveva scritto un tems in cui criticava le Br. Fu prelevato durante le ore di lezione da studenti di autonomia operaia che gliene fecero di tutti i colori:lo trascinarono per la suola con al collo un cartello con scritto “sono un fascista”, lo picchiarono- una volta fino a farlo svenire- lo presero a sputi in faccia….fino a ch fu costretto ad abbanondare la scuola e iscriversi a una privata.
    Non bastò per quei vigliacchi.
    L’autore del post pretende che il giornalista del Corriere della sera faccia un errata corrige, ma lui non fa altrettanto con i suoi commentatori. Per distrazione o per ovvi motivi?
    sono qusi certa che il mio commento non verrà pubblicato, non è in linea con i consensi attribuiti all’autore…ma è doveroso correggere gli errori che avete scritto su quel povero ragazzo.

    da Tiziana   - mercoledì, 9 maggio 2012 alle 23:54

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