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Voi siete qui – Il comma 22 dei licenziamenti

L’idea che per diminuire la disoccupazione si debba licenziare liberamente è incredibilmente molto gettonata in questo povero paese di squilibrati. E’ come se per curare la bronchite si prescrivessero al paziente due pacchetti di sigarette al dì, un sigaro dopo i pasti e una dose di curaro inalata per aerosol. In questo modo – spiega il ministro del lavoro Sacconi – faremmo posto a nuovi ammalati di bronchite da trattare, eventualmente, nello stesso modo. E’ un  paradosso in stile Comma 22: le aziende non assumono perché non possono licenziare. Ma se hanno bisogno di assumere, perché diamine scalpitano per licenziare? Mi rendo conto che è un ragionamento complesso, si vede bene che mentre lo spiega Sacconi rischia esplodere per lo sforzo. Ma in generale, si respira aria di festa: il fatto che due governi di destra (francese e tedesco) incoraggino il più impresentabile dei leader mondiali a licenziare a piacere i lavoratori, mette d’accordo tutti. Sacconi lo dice come può, coi suoi strumenti, che sono poca cosa. Più astuto,  il telegenico Matteo Renzi, preferisce citare con eleganza la flexsecurity nordeuropea, facendo finta di non sapere come vanno le cose da queste parti sudeuropee, cioè che prima diventi flex a bastonate, e la security, invece forse, vedremo, le faremo sapere… Tutti e due, tra l’altro, citano deliziati le teorie economiche di Pietro Ichino che Repubblica, forse in preda a delirio narcotico, definisce “economista scomodo”. Pensa quelli comodi! Che venga da un ente inutile (il ministero del lavoro di un paese dove lavoro non ce n’è) o dalla nuova gauche-iPhone ancora affascinata da Tony Blair (perversi, eh!), la solfa è quella solita: vent’anni di flessibilità non sono bastati, siete ancora troppo rigidi, dunque mollate i vostri diritti, gente, è per il vostro bene. La fine è nota: il povero Pd, l’unica vera forza europeista italiana, se lo prende in quel posto come da tradizione, costretto a gridare “viva l’Europa” anche quando l’Europa impone la libertà di licenziare senza regole i suoi elettori.
 

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7 Commenti a “Voi siete qui – Il comma 22 dei licenziamenti”

  1. off off off topic, ma dovuto,su Italialand: ancora formidabili le rasoiate, splendido sulla scena Crozza, impagabili “il partito dei carini” e “kazzenger” …e tutto il resto
    Grazie, Robecchi

    da Adele5   - domenica, 30 ottobre 2011 alle 09:42

  2. …”forse in preda a delirio narcotico”
    Iper Robecchi.

    da Tarkus   - domenica, 30 ottobre 2011 alle 10:40

  3. caro Alessandro, hanno bisogno di licenziare i “tempo-indeterminati” per assumere i “tempo-determinati”… e te le spacciano come opportunità in più che potrebbero dare le ditte col blocco dei 15 dipendenti (attraverso un povero – per modo di dire – Sacconi che teme persino di fare la fine di Massimo D’Antona e Marco Biagi, uh-uh)!

    da angie   - lunedì, 31 ottobre 2011 alle 02:09

  4. Si tratta di una applicazione della “neolingua” prevista da Orwell in 1984: “La pace è guerra, la guerra è pace”. Il mio omonimo diceva che quando nella società non c’è più accordo sul significato delle parole, si è alla frutta.

    da Confucius   - lunedì, 31 ottobre 2011 alle 10:10

  5. Renzi è di destra. Come il PD (quasi) tutto è di destra.
    È la vecchia storia della coperta troppo corta: l’ idea generale di “destra” in Italia è andata tanto in là che la (cosiddetta) sinistra si è ritrovata con i piedi di fuori.
    Eppoi, come lo si vuole prendere un partito che ha per presidente una santa Maria Goretti sotto mentite spoglie?

    da gianguido mussomeli   - martedì, 1 novembre 2011 alle 13:07

  6. Grazie, Robek.

    da ab   - martedì, 1 novembre 2011 alle 16:31

  7. Mentre l’Italia va a catafascio, messa nelle mani di strozzini speculatori senza scrupoli da un branco di nominati incompetenti, i partiti del centro sinistra, opposizione in prospettiva di vincere addirittura le prossime elezioni, si divertono a giocare ai quattro cantoni. Chi rimarrà fuori?… Renzi è giovane e svelto, mai avuto un dispiacere politico, dotato di una parlantina non indifferente, pronto a sparare a zero anche cose di dubbia verità, come l’attacco a Vendola per la caduta di Prodi nell’ottobre 1998. Prodi cadde per un voto, ma Vendola non c’entrava per nulla, semplicemente avevano fatto male i conti per lasciare fuori Rifondazione Comunista anche dal semplice ruolo di sostegno al governo. E’ arrivata per Renzi l’occasione buona per emergere. La mossa vincente per tipi del genere è mettere in atto il sistema “Polverini”. Prima che frequentasse assiduamente la corte di Ballarò io non sapevo nemmeno dell’esistenza del futuro Governatore del Lazio, tanto per dire. Bisogna farsi conoscere, farsi invitare in ogni trasmissione TV, fare adunate che abbiano una grossa eco mediatica… Pubblicità… Bravo sindaco hai capito tutto… Speriamo che capiscano anche gli italiani. Che poi il sindaco di Firenze sia di tendenza destroide sembra anche troppo evidente dalle sue esternazioni stravaganti e d’effetto. Niente idee nuove efficaci per tirarci fuori dalla crisi se non quelle tritate all’inverosimile dalla destra e dai socialisti transitati da quella parte per mera opportunità personale. Attacco alle pensioni prossime e future, tagli alla sanità pubblica, licenziamenti… si leggono nella vorticosa corrente del fiume delle sue parole… Insomma il bastone per la parte più debole del Paese… Anche Pinocchio sarebbe capace di fare altrettanto, ma a nessuno verrebbe in mente di considerarlo un genio di sinistra.
    Cambio discorso. La battuta più idiota del giorno proviene da Alessandro Sallusti, vero paladino dell’informazione un tanto al chilo. Scrive nella sostanza così: se Bersani non riuscirà a mandare a casa Berlusconi, dovrà scegliere: salvare il Paese o passare dalla parte degli speculatori… Va mo là!…

    da Vittorio Grondona   - mercoledì, 2 novembre 2011 alle 10:53

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