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Piovono Pietre al telegiornale! Questa sera, Linea Notte, Rai Tre

Diciamo così, nel telegiornale sempre meglio finirci per un libro che per una rapina. Così questa sera a Linea Notte (Rai Tre, a mezzanotte), oltre che delle sane risate di Merkel e Sarkozy sulla barzelletta umana (umana?) che ci governa, si riderà forse un po’ anche con Piovono Pietre, la satira, e quel che ci può capitare vivendo in questo paese assurdo. Dunque chi ha voglia, è ancora sveglio o non riesce a prendere sonno perché pensa alla sua pensione, può sintonizzarsi. Amen
Alessandro Robecchi – Piovono Pietre, cronache marziane da un paese assurdo – Laterza Editori – pagine 181, 15 euro.
 

4 commenti »

4 Commenti a “Piovono Pietre al telegiornale! Questa sera, Linea Notte, Rai Tre”

  1. Mi è proprio piaciuta la tua battuta sul comico che si arrabbia quando chi l’ascolta ride.

    da RINO GIANGRANDE   - martedì, 25 ottobre 2011 alle 08:07

  2. I’m so proud about Robecchi’s work.
    Great!

    da Tarkus   - martedì, 25 ottobre 2011 alle 09:06

  3. Il signor Rino Giangrande mi ha preceduto… Mi associo. L’inaspettata battuta ha preso in contropiede tutto lo studio. Sorrisetti spontanei a parte… Mentre il discorso era focalizzato ancora una volta sulla nuova batosta da dare alle pensioni dei poveracci, la “mannaia” della riflessione immediata, prerogativa primaria della satira, riportava bruscamente alla tragedia della nostra misera realtà politica… Gli operai difesi da Bossi mi sembra una cosa tanto inverosimile che presto usciranno i risultati peggiori dai suoi accordi col sultano. Poveri pensionandi sarà proprio il caso di dire. Intanto pare già ‘accordo sul pensionamento unificato a 67 anni… Quota 100 intanto si avvicina e i nostri figlio vedranno la pensione col binocolo. Il giornalista Mario Seci, per quanto mi riguarda, non fa testo nel campo dell’informazione. Egli infatti sta all’informazione “indipendente” come Garibaldi sta alla battaglia di Waterloo. Appunto, non c’entra per niente. Ci hanno rotto le scatole per anni dicendo che le pensioni sono pagate dai lavoratori e adesso tornano sui loro passi affermando che sono invece in buona parte a carico della fiscalità generale. Ma guarda un po’… Prima spendono le trattenute dei lavoratori per cavolate di ogni genere, per ecomostri inutili, per strategie sbagliate, per opere di assistenza pubblica che, questa sì dovrebbe fare carico alla fiscalità generale, poi,nonostante l’INPS sostenga di essere in attivo, ci raccontano che non è rimasto nulla per i lavoratori… Sono pronto a scommettere che anche i soldi del TFR investito (sic) faranno la stessa fine. Ora si campa di più è il falso ritornello che esce dalla bocca di chi lavora solo a parole… Poveraccio è quell’operaio che davvero crede ancora a queste favole per gonzi.

    da Vittorio Grondona   - martedì, 25 ottobre 2011 alle 23:06

  4. Come volevasi dimostrare l’accordo c’è stato fra l’uomo dal dito medio facile e il capo tribù del bunga bunga. Non si tocca la pensione di anzianità… Ma guarda un po’!… Come se fosse facile convincere i lavoratori di buttare al vento 40 anni di contributi, imponendo di lavorare per l’aria che tira fino a 67 anni anche a quelli che avevano incominciato a tribolare sotto padrone dall’età di 14 anni… Non sono mica ministri o parlamentari loro. Chissà come i nostri amministratori un tanto al kilo ritengano che sia la vita della gente comune per arrogarsi l’arbitrio insolente di prenderla a calci a piacimento. La gente va in pensione con le regole del momento dice ancora il ministro Bossi (sic), mentre difende la baby pensione di sua moglie… Per lui invece è logico cambiare le regole solo per gli altri. E poi, a quale momento si riferisce se continuamente le cambiano queste benedette regole sempre a danno dei lavoratori? In compenso, spaziando dal socialismo alla Sacconi, alla Cicchitto ecc, passando per il fascismo di destra alla Gasparri, hanno trovato il modo per aggirare l’art. 18 dello Statuto dei lavoratori. Quindi niente lavoro e niente pensione. Ce lo chiede l’Europa!… Ma va là, Per il bene del paese! Ma rivalà! Per il bene dei nostri figli! Ma ririvalà. Questo è il famoso sviluppo della nostra economia secondo la politica studiata per i gonzi. Spero tanto che i nostri giovani si diano da fare per cambiare la tendenza capitalista che li vorrebbe proni sotto la tavola a raccogliere le briciole per campare. Scusate lo sfogo.. Sono anch’io molto indignato…

    da Vittorio Grondona   - giovedì, 27 ottobre 2011 alle 17:36

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