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Kossiga ci cova(va). Ricordiamolo così, con parole sue

E’ morto Francesco Cossiga. Le agenzie hanno battuto la notizia e già dieci minuti dopo i telegiornali erano colmi di "coccodrilli" lusinghieri, biografie osannanti, panegirici di celebrazione. Anche questo sito vuole ricordare Francesco Cossiga, ma senza retorica e senza elaborazioni a posteriori. Anzi, vogliamo ricordare Francesco Cossiga con le sue parole, quelle di un’intervista che concesse al Giorno / Resto del Carlino / Nazione il 23 ottobre 2008, meno di due anni fa. L’occasione era l’ondata di proteste nelle scuole e nelle università seguite all’annuncio della "riforma" Gelmini. Niente tagli, niente inganni, niente falsità settarie e di parte. Solo le parole di Cossiga. Eccole qui di seguito, domande del giornalista Andrea Cangini e risposte del presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga.

Presidente Cossiga, pensa che minacciando l`uso della forza pubblica contro gli studenti Berlusconi abbia esagerato?

Dipende, se ritiene d`essere il presidente del Consiglio di uno Stato forte, no, ha fatto benissimo. Ma poiché l`Italia è uno Stato debole, e all`opposizione non c`è il granitico Pci ma l`evanescente Pd, temo che alle parole non seguiranno i fatti e che quindi Berlusconi farà una figuraccia.
Quali fatti dovrebbero seguire?
Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand`ero ministro dell`Interno.
Ossia?
In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito…
Gli universitari, invece?
Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città.
Dopo di che?
Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri.
Nel senso che…
Nel senso che le forze dell`ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano.
Anche i docenti?
Soprattutto i docenti.
Presidente, il suo è un paradosso, no?
Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì. Si rende conto della gravità di quello che sta succedendo? Ci sono insegnanti che in-dottrinano i bambini e li portano in piazza: un atteggiamento criminale!.
E lei si rende conto di quel che direbbero in Europa dopo una cura del genere? "In Italia torna il fascismo", direbbero.

Balle, questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l`incendio.
Quale incendio?
Non esagero, credo davvero che il terrorismo tornerà a insanguinare le strade di questo Paese. E non vorrei che ci si dimenticasse che le Brigate rosse non sono nate nelle fabbriche ma nelle università. E che gli slogan che usavano li avevano usati prima di loro il Movimento studentesco e la sinistra sindacale.

Ecco, senza tanta retorica e senza tornare indietro di decenni (Il caso Moro, Gladio, eccetera), ci piace ricordare così Francesco Cossiga, un sincero democratico che teorizzava l’infiltrazione di agenti provocatori tra le fila degli studenti che difendevano la scuola pubblica.
Io finisco qui, certo che al cordoglio parteciperanno le "maestre ragazzine" da picchiare e, se potesse, Giorgiana Masi.

29 commenti »

29 Commenti a “Kossiga ci cova(va). Ricordiamolo così, con parole sue”

  1. “Ab uno disce omnis”, se parliamo di quelli di adesso…
    Ben fatto, questo Post.

    da Daniele   - martedì, 17 agosto 2010 alle 14:11

  2. Non sto piangendo per la morte di Cossiga. e`da quando sono pischello che lo considero un uomo autoritario con idee quasi fasciste.
    Sono curioso di sapere come aprira`il Manifesto domani, voglio verita`e memoria, non lacrime di coccodrillo o eccessivo rispetto.

    da Enrico Marsili   - martedì, 17 agosto 2010 alle 14:22

  3. Quando penso a Cossiga e a quello che ha

    1) ..-detto
    2) …e peggio.. fatto
    3) …e molto peggio.. non detto e fatto..

    Non avverto un solo moto di dispiacere.
    Neanche l’ombra.

    Non è una banalità quanto sto per dire e credo che giovi ricordarlo.

    Quando muore un assassino, si pensa alle vittime

    da gianguido mussomeli   - martedì, 17 agosto 2010 alle 15:50

  4. Beh, a Genova qualche suggerimento è stato applicato…
    Mi suscitava sempre un profondo disgusto sentirlo blaterare senza alcuna onestà intellettuale

    da Adele5   - martedì, 17 agosto 2010 alle 16:21

  5. Mi auguro che Dio esista e che ci sia posto libero all’inferno…
    Buon viaggio Cossiga

    da Maria Grazia Tarulli   - martedì, 17 agosto 2010 alle 16:33

  6. Nient’altro da aggiungere, perfetto. O forse, volendo, si può aggiungere: un uomo che da trent’anni viveva sotto psicofarmaci. Non certo l’unico, tra i politici: il che è inquietante, anche se spiega bene le dichiarazioni dei principali capi dei partiti al governo.

    da giuliano   - martedì, 17 agosto 2010 alle 16:40

  7. dimenticavo: …e le leggi che si inventano e che approvano.

    da giuliano   - martedì, 17 agosto 2010 alle 16:41

  8. Condivido dalla prima all’ultima sillaba Robecchi.
    Un sincero democratico.
    Ci ricordiamo come è finita “l’Onda” dopo questi “consigli”.

    Poco fa hanno trasmesso una delle tante interviste “recenti” a F.C.
    Domanda: “…e Maroni?”
    Risposta di F.C. “è un razzista”.

    Alla fine, qualcosa di condivisibile l’ha detto.
    Mi auguro che abbia lasciato qualcosa di interessante nelle sue letterine, oltre a non volere il funerale di stato.
    Di tutto il resto, per chi ci crede, ne potrà discutere con Lorusso e G.Masi e tutti coloro che hanno subito le conseguenze delle sue scelte

    da Zoran Menez   - martedì, 17 agosto 2010 alle 16:51

  9. Secondo i giornali, ha lasciato delle lettere per le alte cariche dello Stato. Chissà se a Bossi ha mandato la S o la P…

    da gianguido mussomeli   - martedì, 17 agosto 2010 alle 17:14

  10. Si, l’avevo letta e me la ricordavo perfettamente.
    Raccapricciante. Comunque oggi non sono affatto triste.

    da Tarkus   - martedì, 17 agosto 2010 alle 17:57

  11. Quando una persona muore mi dispiace sinceramente. Quindi pace all’anima di Cossiga. Avevo già letto o sentito l’intervista di Andrea Cangini e io, che in fondo in fondo sono buono, in quel momento pensai: senz’altro il presidente emerito sta scherzando e, narciso com’è, sforza la picconatura solo per attirare maggiore audience verso la sua persona. Così era solito fare sempre in occasione delle interviste che rilasciava… Bah!… Cossiga è stato davvero un uomo fortunato: ha sempre potuto dire quello che ha voluto dire. E, scusate se è poco!… Sapeva, però, anche tacere… Quello che interessa agli italiani del suo operato velato è infatti restato e resterà per sempre un mistero. Lui quelle cose dell’intervista le ha dette, forse le ha anche fatte… Purtroppo qualcuno che conta le sta facendo ancora senza tanti scrupoli… La civiltà e la cultura del sapere vivere insieme sono traguardi davvero lontani per il nostro povero paese!

    da Vittorio Grondona   - martedì, 17 agosto 2010 alle 18:03

  12. mi dispiace tanto quanto a lui dispiacque di Moro e di Gladio, e della P2, e dei “parrucconi con la pistola”, e degli omissis, e della strategia della tensione e dei servizi “deviati”.

    da Stella   - martedì, 17 agosto 2010 alle 22:50

  13. Non sono una maestrina ma una studentessa universitaria che in quei giorni era in piazza.
    Ricordo molto bene quelle parole, me le sono scolpite nella testa,quando usci quell’intervista alcune amiche ne fecero tantissime fotocopie e vennero distribuite ai passanti durante i cortei, giusto perchè la gente si rendesse conto…
    Oggi è morto uno stragista, un pezzo di fango con le mani piene di sangue, il mondo non aveva bisogno di una persona del genere.

    da Valentina   - martedì, 17 agosto 2010 alle 23:33

  14. La mia mamma,ogni volta che moriva qualcuno in età avanzata che non aveva goduto eccessivamente della sua stima,diceva(in dialetto romagnolo,come lo diceva lei,rendeva meglio):
    “E’ morto?!? Beh, ha pure campato abbastanza, ci son dei poveri giovani che muoiono, poverini!”

    da antonella   - mercoledì, 18 agosto 2010 alle 01:31

  15. Speriamo passi in fretta questa giornata di vergognosa rappresentazione di ipocrita commemorazione.
    Le parole che ha detto in quell’intervista vengono ben raffigurate da quei graffiti degli anni 70, “Kossica” con il K. Gli studenti e gli operai lo avevano sperimentato sulla loro pelle. Meno male che a “livella” non fa sconti per nessuno: quando arriva l’ora se li prende e se li portavia come tutti i comuni mortali e non c’è legge ad personam che tenga.
    Anche lui è tra quelli con la “scatola nera” da verificare.

    da EDOARDO   - mercoledì, 18 agosto 2010 alle 07:53

  16. Nessun coccodrillo che verrà scritto in questi giorni, ne sono certo, riuscirà a farmi cambiare idea sul Cossiga. Lo ricorderò sempre con lo stesso disgusto, e non dimenticherò mai che è stato uno degli “statisti” che ha contribuito a far diventare l’Italia il merdaio che è in questo momento
    Niente pace

    da Lorenzo   - mercoledì, 18 agosto 2010 alle 09:19

  17. Beh!… Io penso ancora che i nemici vadano combattuti da vivi. Contro Cossiga forse abbiamo perso delle battaglie, ma succede in tutte le guerre. Dopo Cossiga ne sono venuti altri, alcuni più feroci, più subdoli… Più cattivi, insomma. Questi ultimi sono vivi e vegeti, occupiamoci di loro rendendoli innoqui… Quando moriranno, non avranno comunque più l’occasione di godere delle loro cattiverie e dovranno vedersela col Padreterno. Noi intanto non perdiamo di vista i nostri obiettivi sociali continuando a batterci contro i loro successori… E così via in un loop che per lo meno possiamo rallentare. Sarà molto difficile vincere, ma migliorare è sempre possibile se ci aiutiamo a vicenda. Certo se dessimo ascolto ai vari Bonanni ed Angeletti e continuassimo a cantare inni gloriosi al sultano ridente, girare carponi a sedere scoperto sarebbe davvero la fine della dignità degli operai e di tutti gli stipendiati italiani.

    da Vittorio Grondona   - mercoledì, 18 agosto 2010 alle 10:15

  18. Di solito, quando muore un personaggio noto, tendo a ricordarne le cose positive e dimenticare quelle negative (tanto per fare un esempio, per Taricone mi è umanamente dispiaciuto, anche se non lo avevo mai particolarmente apprezzato, anzi..), ma quando ho sentito che era morto ‘sto grandissimo str…o volevo prendere la macchina ed andare a fare i caroselli per strada!
    Avanti il prossimo (io punto su Andreotti).

    da pseudonimo   - mercoledì, 18 agosto 2010 alle 13:28

  19. Purtroppo la Costituzione viene presa a cazzotti da qualche decennio, anche dagli “antenati” di quelli che oggi dicono di difenderla a spada tratta. La morte di Cossiga tra l’altro dice che in Italia non è si è mai voluto fare i conti con la “notte della Repubblica”. Tanti guai di adesso nascono da lì. A cavallo tra gli anni ‘70 e ‘80 entrò in vigore una Costituzione materiale adeguata alle leggi dell’ emergenza che mandò in soffitta quella formale. Furono varate leggi in base alle quali le persone venivano giudicate non per quello che avevano fatto ma per quanto pensavano di ciò che altri avevano fatto. Nacque così la repubblica penale che provocò terribili ferite allo stato di diritto prima nella cosiddetta lotta al terrorismo, poi con quello che seguì. La morte della politica iniziò allora e non può stupire che il protagonista della vicenda italiana sia da 17 anni l’uomo che è l´amblema dell´antipolitica.

    da gianguido mussomeli   - mercoledì, 18 agosto 2010 alle 13:32

  20. beh… era ora.
    E’ morto Saramago, è morto Rohmer, è morto Salinger, è morto Malcolm McLaren, è morto Berselli, è morto Furio Scarpelli, è morto Sanguineti (cavolo… Sanguineti), Dennis Hopper…
    francamente era ora che morisse qualcuno che “non godeva della mia stima”.
    saluti

    da Alba   - mercoledì, 18 agosto 2010 alle 14:28

  21. Cossiga in qualità di Capo di Stato nel 1991 con una lettera alla Camera consigliava il Parlamento di rivedere la costituzione italiana. Di renderla più attuale. Per fortuna non ebbe ascolto. Nemmeno il presidente del Consiglio di Allora, Andreotti, controfirmò quel documento.
    Nel 2008 per le elezioni politiche il solito Cavaliere, quatto quatto, ha fatto il colpaccio. Ha inserito nel simbolo del Popolo della Libertà la dicitura “Berlusconi Presidente” Possibile che nessuno si sia accordo della palese incostituzionalità di quel simbolo?

    da Vittorio Grondona   - mercoledì, 18 agosto 2010 alle 14:36

  22. mmm..ma il piccone?
    a chi l’avrà lasciato in eredità?

    da stefania   - mercoledì, 18 agosto 2010 alle 16:46

  23. …. mi associo al grande anzi immenso Luigi Pintor, che scrisse su Il Manifesto “… mi pare un po’ scemo” .
    Spero che incontri Francesco e Giorgiana.
    Spero che chi come lui semina vento raccolga sempre e per sempre tempesta.

    da Sandrino   - mercoledì, 18 agosto 2010 alle 21:08

  24. Purtroppo è morto senza dire nulla di veramente interessante, bisognava torturarlo fintanto che si era in tempo… abbiamo ancora Andreotti, non aspettiamo che crepi senza parlare.

    da Nicola   - mercoledì, 18 agosto 2010 alle 22:46

  25. E’ morto lo stesso giorno in cui morì, poco più di vent’anni fa, Rudolf Hess. Curioso…
    Ora non avrà più bisogno di quella buona dose di sonniferi che assumeva ogni sera per prendere sonno, e acquietare la coscienza appesantita.

    da Luca   - giovedì, 19 agosto 2010 alle 01:11

  26. Quello che mi pare strano è che nessuno rammenta la famigerata legge cossiga (legge n. 15 del 6 febbraio 1980) che ha esteso ulteriormente i poteri della polizia,causando una quantità impressionante di innocenti caduti sotto il fuoco delle forze dell’ordine per non essersi fermati ai posti di blocco.Molti sono stati innocenti che semplicemente non hanno visto,o non hanno capito,o hanno temuto che il blocco fosse fasullo e hanno pagato con la vita.Morale:”men male che iè morto!Aveva a crepà prima”

    da Luca Sabatino   - venerdì, 20 agosto 2010 alle 11:37

  27. io credo che cossiga abbia ragione si vede che la storia non ci ha insgnato niente ho forse siamo tutti delle pecore ? corriamo tutti dove va la prima ?????

    da peppino   - domenica, 22 agosto 2010 alle 13:12

  28. Uno stronzo in meno a far danni, niente di più.

    da ab   - domenica, 22 agosto 2010 alle 15:20

  29. e’ morto e si e’ portato con se tutte le verita’ nascoste di quegli anni..massoneria, p2, fasci, etc..ma i comunisti non dimenticano e la resistenza continuera’ anche in questo momento di indegno revisionismo storico, certo e’ che grazie a lui i fasci ancora alsano la cresta a braccietto con la polizia che li protegge…ma si ricordino che niente restera’ impunito!

    da mirkocandidi   - mercoledì, 27 ottobre 2010 alle 13:44

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