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Voi siete qui – Una legge fascista per un tizio che non si può dire

Dunque la sostanza è questa: non si potrà parlare di un imputato fino al rinvio a giudizio. Cosa significa questo? Che nessun giornale – pena multe salatissime e galera per i cronisti – potrà più parlare di Silvio Berlusconi. Avremo così un consiglio dei ministri presieduto da un tizio di cui non si può parlare, in ottemperanza alla nuova legge sulla stampa. Veronica divorzia da un tipo che non si può dire. Un tizio che non si può dire fa cucù alla Merkel. Un tipetto vivace che non si può dire fa una figura di merda con Obama. E’ un po’ come il caso Mills, un avvocato corrotto da un tizio che non si può dire. Non si può dire chi è il padrone del Milan, non si può dire chi si veste da pagliaccio con la bandana e non si può dire chi si trapianta i capelli, il che risparmierà un sacco di lavoro ai grafici di Panorama che non dovranno più far sembrare un capellone con il fotoshop a un tizio che non si può dire, e che in copertina non ci potrà andare. Un pensiero di sincera solidarietà va ai conduttori dei Tg Mediaset (e del Tg1) che dovranno arrampicarsi sugli specchi: “I successi del governo presieduto da un tipo che non si può dire”, oppure “Un tipo che non si può dire ha salvato la Grecia”. Un tipo che non si può dire farà ridere tutti confondendo Google e Gogol. La povera Mondadori, presieduta dalla figlia di un tizio che non si può dire, non potrà più editare capolavori letterari come L’amore vince sempre sull’odio e sull’invidia, collage di messaggi affettuosi spediti a un attempato nonnetto che non si può dire. Basterà applicare severamente la legge, insomma, per diventare una volta per tutte il Paese che non si può dire, e chissà che questo non aumenti il tasso di decenza del pianeta. Avremo il “made in non si può dire” che trionfa nel mondo, e il G8 sarà un G7 più uno, perché se non si può dire non si può nemmeno contare. E alla fine, insomma, avremo quello che ci spetta: un dittatorello un po’ ridicolo che non si può dire e una legge fascista che invece si può dire. In Corea del Nord, per esempio, ne dicono un gran bene.

18 commenti »

18 Commenti a “Voi siete qui – Una legge fascista per un tizio che non si può dire”

  1. Bisognerà avvisare tutti quello che votano per “quello che non si può dire” di cominciare a pensare di votare una persona diversa che si possa dire e metterci una croce. Sarà difficile trovarlo sulla scheda perchè è chiaro che, come non si può dire, non si capisce come si possa scrivere. Si potrà solo presentare a Napoli e si farà chiamare “chillo là”, sapesse ‘o bene che te fa, chillo là. Oppure “‘o saracino”.
    Che Dio li fulmini a tutti. Ma questi hanno il fondoschiena al sicuro perchè Padreterni in giro non se ne vedono e non se ne sentono da molti secoli. Prima almeno parlava con qualcuno (Mose e altri raccomandati), ora si è rotto. E faccelo sto miracolo!!!!

    da EDOARDO   - domenica, 23 maggio 2010 alle 11:52

  2. Perchè una “legge fascista” e non semplicemente una legge sbagliata ?! Ah già siamo sul manifesto voce di un credo politico con adepti in caduta libera e sconfitte elettorali epocali nonchè leader con il carisma di un bicchiere vuoto…
    Auguri e speriamo che questa politica marcia continui a pagarvi l’esistenza in vita :-)

    da MAX   - domenica, 23 maggio 2010 alle 13:18

  3. Povero Max, si vede che sotto sotto le leggi fasciste gli piacciono tanto. E nemmeno tanto sotto sotto
    a.r.

    da a.r.   - domenica, 23 maggio 2010 alle 14:07

  4. Storia fantastica dell’Italia dell’innominabile dei prox giorni in 6 righe.
    “Ma ad un certo punto si narra che la giovane Antigone s’incazzasse e, acchiappato per le orecchione da coniglio, il Proteo multiforme e tutte le zecche a lui attaccate, riuscisse a interrogarlo di dovere e, di conseguenza, metterlo in gatta buia.
    Buttata via la chiave, infine, si riposò.
    E tutti vissero felici e contenti”

    da lili brik   - domenica, 23 maggio 2010 alle 16:05

  5. “Attenzione, APPROVATO IERI: articolo 50-bis/Repressione di attività di
    apologia o istigazione… COMPIUTA A MEZZO INTERNET..” segue..
    LA LEGGO ORA, sta girando VIA MAIL, CHE COSA C’è DI VERO CHE TU SAPPIA..? VI PREGO DITEMI CHE è UNA BUFALA!!! altrimenti altro che tizio che non si può dire; anche se ormai da qualche (?!) mese caro Alessandro, purtroppo non riesco più a sorridere di quello che scrivi.. è troppo tragicamente poco surreale..

    da domi   - domenica, 23 maggio 2010 alle 22:38

  6. …e Morfeo la firmerà?
    Naturalmente.
    Speriamo solo che il compagno Fini
    prenda le debite distanze,
    ormai possiamo solo sperare in lui.
    Eia eia, mavalà.

    da Tarkus   - lunedì, 24 maggio 2010 alle 08:45

  7. … e poi ci sono i neonazisti romani che, inquisiti e processati per violenze, dicono al loro sindaco: “Attento che se parliamo noi tu duri mezz’ora su quella poltrona”.
    Questo si potrà ancora raccontare?
    (però sembra una barzelletta, chi è Alemanno lo sanno tutti – il guaio grosso è che la gente li vota, Storace e Alemanno…)

    da giuliano   - lunedì, 24 maggio 2010 alle 09:00

  8. News (poco news, ahinoi)
    Da Gilioli apprendo che D’Alema è per la legge bavaglio che toglie strumenti d’indagine ai magistrati e viola la libertà di informazione.
    Ha tolto la maschera, finalmente… il complice! Roba da matti! Come si fa ad essere così collusi con la mafia e spavaldi e traditori della sinistra migliore???
    A quando un No D’Alema Day, caro Robecchi?

    da ab   - lunedì, 24 maggio 2010 alle 09:11

  9. Sì, ab ha ragione, D’Alema è tanto colpevole quanto il tizio del Consiglio. Qualcuno asserisce che basterebbe non votarlo…ahahah ma perchè è possibile scegliere chi votare?…A me sembrava di no!E quanti avranno capito che lo dobbiamo a lui, Violante e compagnia cantante (oltre, ovviamente, a chi ha votato per questa teppa!)questa situazione dalla quale al momento non si vede proprio via di uscita? Ed alla fine (mi ripugna dirlo) hanno ragione i “qualunquisti”…son tutti uguali dicono e come non esser d’accordo?

    da Mietta   - lunedì, 24 maggio 2010 alle 11:04

  10. Robecchi per caso ti stai riferendo a quel signore che non sa distinguere un motore di ricerca californiano da un romanziere russo ?

    da king Mob   - lunedì, 24 maggio 2010 alle 13:45

  11. Si sta riferendo a Romolo e Remolo.
    King Mob, il signore con la moquette in testa, davanti ai più grandi della terra a Pratica di Mare esordì, gonfiando il petto, che era fiero di avere invitato i signori presenti in un posto che aveva visto i natali di ROMOLO E REMOLO. Ci fu il panico tra i presenti e persino quell’ignorantone di Gorge Dabliu lo guardò schifandolo……e in quel momento schifò 60 milioni di poveri italiani che, per colpa di chi aveva votato quello str….. erano coinvolti tutti. ….CCCCI SUA!!!!

    da EDOARDO   - lunedì, 24 maggio 2010 alle 15:39

  12. no D’alema day, concordo con ab.

    da reboman   - lunedì, 24 maggio 2010 alle 16:40

  13. No Edoardo, non ne schifarono 60 milioni, magari! Forse una buona parte di coloro che lo adorano neanche si son resi conto dell’errore madornale, da parvenue impaccato di soldi e tanta ignoranza….uguale a tanti italioti. Mi dispiace, sembra un discorso un poco razzista…ma se la gente leggesse un poco di più, non ascoltasse solo il megafono del governo minzolinchio, non vedesse solo trasmissioni da trivio..forse qualche cosa in più capirebbe.

    da Mietta   - martedì, 25 maggio 2010 alle 07:30

  14. Mi è piaciuto il comunicato Usigrai, essenziale, chiaro, duro:
    “Il disegno di legge sulle intercettazioni e sulla cronaca giudiziaria in votazione al senato limita fortemente il vostro diritto di sapere e il nostro dovere di informare.
    I giornalisti sono dalla parte dell’informazione libera e non da quella dei segreti di criccopoli, di calciopoli, della malasanità e via dicendo.
    Dietro la scusa nobile della tutela della riservatezza si nasconde la volontà di imbavagliare la stampa proibendo la pubblicazione di notizie su indagini in corso. Se fosse già stata in vigore avremmo potuto raccontare solo dopo anni delle inchieste sulle stragi, sui grandi scandali nel mondo dell’economia, della politica, della sanità, dello sport. Durante le indagini silenzio. Non certo per tutelare la vita privata dei cittadini, ma quella dei potenti, per non creare imbarazzo a chi vuole fare credere che in Italia tutto vada bene.
    I giornalisti italiani dicono no al bavaglio e si a un’informazione libera, completa e rispettosa. Il senato ci ripensi.”

    da Adele5   - martedì, 25 maggio 2010 alle 08:08

  15. e.c….non se ne schifarono…..

    da Mietta   - martedì, 25 maggio 2010 alle 08:23

  16. Gli ultimi commenti del tizio di cui non si può parlare scaricano Tremonti “non è la manovra che volevo”. Quindi non ci mette la faccia e non ce la metterà neanche per questa legge bavaglio. Lui c’è solo per le cose che immagina positive e che lo fanno camminare sulle acque. Diverso l’atteggiamaneto di Prodi con Padoa Schioppa: si faceva sbranare ma lo difendeva fino in fondo. Ho l’impressione che ne vedremo delle belle nei prossimi giorni. Non dico di chi è questa frase ma sono sicuro che capirà visto che scrive in questo blog.”E poi non ci faccia ridere sig.ra MaryStar”. Trenquilla, il tizio di cui non si può parlare, prenderà le distanze anche da lei (Gelmini). Io 20 novembre 45, quasi 46.

    da EDOARDO   - martedì, 25 maggio 2010 alle 15:55

  17. Per sottoporre ad intercettazioni di qualsiasi tipo i membri del Parlamento occorre l’autorizzazione della Camera alla quale i deputati da indagare appartengono. Questo dice la Costituzione. E’ quindi evidente che quando escono allo scoperto notizie che riguardano alcune attività poco chiare dei nostri rappresentanti politici significa che essi hanno avuto intrallazzi con personaggi intercettati per ordine della Magistratura. Personaggi poco affidabili quindi, al di là della presunzione di innocenza fino al terzo grado di giudizio. Ecco che si spiega la misteriosa urgenza, in piena crisi economica nazionale, di varare al più presto un decreto di legge bavaglio sulle intercettazioni che tiene svegli anche di notte gli attuali ministri, abituati peraltro a lavorare in Parlamento, secondo le ultime inchieste mediatiche, al massimo nove ore a settimana. Per salvaguardare la privacy dei normali cittadini le attuali leggi in vigore sono più che sufficienti, ma questo piccolo particolare non interessa ai politici di cui sopra, nominati nel nostro Paese, squalificato per il loro comportamento sociale a ridicolo paese delle banane, all’unico scopo di legiferare pro domo esclusiva dell’arricchito sultano dominante.

    da Vittorio Grondona   - martedì, 25 maggio 2010 alle 18:21

  18. Questa ennesima legge Vergogna del vecchio di Arcore non ha da passare. Chiaro a tutti?
    Se lo è, questo ennesimo schifo non passerà perché noi antifascisti lo impediremo con degli eventi oltre i mondiali (…).
    Non passerà, mi sa se ci mettiamo tutti daccordo.
    Da lì una possibile rinascita è già più vicina, no? Se poi si fa divertendoci, ancora meglio, no?
    Grazie sempre Robek per il tuo savoir faire o tocco sulle cose reali, ce n’é bisogno di questi tempi feroci…

    da ab   - martedì, 25 maggio 2010 alle 20:31

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