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Colpo di scena! I fascisti fanno la Resistenza: Fini parla da Radio Londra

Continuano le azioni di disturbo della resistenza fascista al regime dittatoriale del cavalier Silvio Berlusconi e dei suoi gerarchi. Ieri in mattinata un manipolo di partigiani agli ordini del comandante Bocchino, nome di battaglia Bocchino, ha operato un’azione di disturbo a Cologno Monzese, negli studi del ministero della propaganda, requisendo due vassoi di salatini e il costume del Gabibbo, poi hanno fatto perdere le loro tracce nelle campagne vicine. Da Radio Londra il capo della Resistenza in esilio Gianfranco Fini ha incoraggiato le formazioni partigiane e ammonito severamente il regime: "Le nostre azioni di disturbo – ha detto – continueranno in aula, nelle commissioni, nei voti di fiducia e in ogni luogo in cui siamo riusciti a piazzare qualcuno dei nostri mentre il duce e i suoi uomini erano distratti". Intanto ieri è iniziata la diffusione di Fare Futuro Clandestino, la fanzine degli insorti. Vi si legge tra l’altro con il linguaggio schietto dei combattenti alla macchia: "Cazzo! Dopo sessant’anni passati a sputare sulla Resistenza, eccoci qui che ci tocca farla a noi". In un corsivo non firmato, attribuito al presidente della Camera, dal titolo "Compagni, insegnateci voi!", si chiede alle forze di sinistra qualche ripetizione su come combattere il regime e si fa anche una piccola autocritica: "Quelle molotov che abbiamo lasciato alla scuola Diaz ora ci servirebbero proprio". Toccanti le ultime righe: "Ora siamo soli, Vespa non ci invita più, chiamiamo a raccolta le forze democratiche". In un’azione di disturbo vicino a Viterbo le forze partigiane hanno requisito sei maiali e affisso manifesti con la faccia di Montezemolo recanti la scritta: "Addavenì fighetto". Il duce, preoccupato per le azioni della Resistenza, ha reagito duramente: "Venderò il giornale di mio fratello!". La tensione cresce. Vi terremo informati.
Nella foto, Gianfranco Fini alla celebrazione del 25 aprile 2024

15 commenti »

15 Commenti a “Colpo di scena! I fascisti fanno la Resistenza: Fini parla da Radio Londra”

  1. L’erede diretto di Mario Segni? No, se non puzza gli italiani mica lo votano. Negli ultimi anni il buon Fini si è messo a lavarsi troppo…

    da giuliano   - venerdì, 23 aprile 2010 alle 10:52

  2. Si ma per carità che non si facciano insegnare nulla dalla sinistra

    da luca   - venerdì, 23 aprile 2010 alle 11:06

  3. se sono al punto di chiedere alle forze (?) di sinistra qualche ripetizione su come combattere il regime hanno già perso in partenza
    a proposito qualcuno sa da che parte si è schierata la garfagna ? immagino non perderà l’occasione di continuare ad affiancare il suo nome a quello di bocchino

    da king Mob   - venerdì, 23 aprile 2010 alle 11:43

  4. Quella di Fini è stata una alzata di testa penosa, con quel ditino impotente contro il boss, con quelle parole ingarbugliate… sembravano due pettegoline isteriche, due comari al bar dell’angolo che litigano per tre spiccioli poveracce, tanto per fare una messainscena, per rompere il silenzio.
    Se soltanto Fini avesse voluto, avrebbe affondato il colpo, ma non l’ha fatto proprio per niente: Perché?
    Semplice, perché il berluska è funzionale a tutti ‘sti baracconi di politici senza spina dorsale né idee valide in zucca, ecco. La verità, dunque, è che ‘sti pezzi di merda che agiscono al governo e nell’ombra non sanno che cazzo fare (altro che farefuturo!) per risollevare il Paese dalle sabbie mobili e quindi continuano a fare i loro litigi personalissimi e miserevoli. Così prendono tempo e distraggono gli italioti con le loro sceneggiate ridicole: starnazzano come oche giulive, fanno finta di essere sinceri e si sfogano appoggiandosi l’uno all’altro.
    E, difatti, in quelle scenette Fini/Berluska c’era tutto un mondo ridicolo, poverissimo linguisticamente e concettualmente; una penuria di stile, di bella retorica e di eleganza tout-court che francamente ci potevano evitare; ne abbiamo così tanta di merda da spalare che anche questa altra tonnellata gratuita ci pesa un po’ troppo, devono saperlo… Ma tant’è: questi buffoni non sanno fare altro che impegnare la loro materia grigissima in inganni e tradimenti. Essi passano il tempo di veglia a tramarsi alle spalle, dirsi parolacce, dare brutti esempi di ipocrisia costante, ricattarsi, sputtanarsi e poi coprirsi a vicenda, e dopo una battuta e un sorrisino di circostanza, magari, son pronti a rimuovere il tutto e punto e capo: una psicosi collettiva che si rispecchia perfettamente in questi fantocci di governanti patetici e pure parecchio stronzi.
    Andate a cagare entrambi, voi! Complici osceni del nefasto progetto di sgretolamento costituzionale.
    Vi meritereste uno schiaffo ben dato entrambi.

    da ab   - venerdì, 23 aprile 2010 alle 11:49

  5. AB è vero è una sqL’ACCERCHIAMENTO E’ IN ATTO. Su FINI si è scatenato l’inferno. Bossi minaccia la scissione, i berluscloni accusano Fini di questo disastro, parte l’ordine di oscurare le televisioni a Fini e soci, le corazzate mediatiche e giornali del Padrone delle Ferriere concordano la strategia di annientamento del “traditore”. Fede e il suo tg4 non ha bisogno di parole d’ordine, già si è attivato. Quelle dodici testa di minchia dei finiani verranno crocefissi sulla via Appia e li ci resteranno per mesi. Insomma, la democrazia, se attaccata si difende che GRIBBIO!!!! La sinistra respira un attimo. MA RESPIRA? Finalmente le telecamere inquadrano altre vittime della cura RAISET ( o Rai + Mediaset). Mentre succede tutto questo indovinate chi fa la vittima????

    da Edoardo   - venerdì, 23 aprile 2010 alle 13:04

  6. AB è vero è tutta una squallida sceneggiata ma il vederli in quel teatrino della politica tanto odiato dal BANANA suona come la “legge del contrappasso”. Oggi la sceneggiata diventa melodrammatica. E’ tutta studiata. L’ACCERCHIAMENTO E’ IN ATTO. Su FINI si è scatenato l’inferno. Bossi minaccia la scissione, i berluscloni accusano Fini di questo disastro, parte l’ordine di oscurare le televisioni a Fini e soci, le corazzate mediatiche e giornali del Padrone delle Ferriere concordano la strategia di annientamento del “traditore”. Fede e il suo tg4 non ha bisogno di parole d’ordine, già si è attivato. Quelle dodici testa di minchia dei finiani verranno crocefissi sulla via Appia e li ci resteranno per mesi. Insomma, la democrazia, se attaccata si difende, che GRIBBIO!!!! La sinistra respira un attimo. MA RESPIRA? Finalmente le telecamere inquadrano altre vittime della cura RAISET ( o Rai + Mediaset)e si dimenticano per un attimo della sinistra che non si sa dov’è. La sinistra approfitta per rilassarsi un pò. Con tutto sto casino: la Fiat che fa un mazzo così a lavoratori e sindacato, la destra che ha un pò di tachicardia, la Belen che litica con Corona, Balotelli che ha dimenticato il cestino con la merenda a casa e fa casino, le mamme di Adro incazzatissime perchè la loro cattiveria non ha prodotto i suoi effetti per quel testa di minchia di industrialotto che ha versato i soldi per i morosi, non c’è proprio pace. Mentre succede tutto questo indovinate chi fa la vittima e l’offeso????

    da Edoardo   - venerdì, 23 aprile 2010 alle 13:20

  7. Parla Londra, trasmettiamo alcuni messaggi speciali:

    Gianfranco dice 26 per 1;
    Felice non è felice;
    è cessata la pioggia;
    la mia barba è bionda;
    la mucca non da latte;
    Giacomone bacia Maometto;
    le scarpe mi stanno strette;
    il pappagallo è rosso;
    l’aquila vola.

    Parla Londra, abbiamo trasmesso alcuni messaggi speciali.

    da Pietro   - venerdì, 23 aprile 2010 alle 13:43

  8. Come si fa a non voler bene a chi fa dei titoli così?

    da Marco   - venerdì, 23 aprile 2010 alle 14:11

  9. bè certo pensando a tutta la melassa sul partito dell’amore la prima cosa viene da sorridere .. e trovare tutto abbastanza ridicolo
    eppure se c’è uno in grado di mettere in crisi il regime del duce di Arcore questo è proprio Fini che se non altro ha il merito di non essersi messo a novanta gradi…

    da eraldo   - venerdì, 23 aprile 2010 alle 14:39

  10. A me più che altro ieri sembrava di essere a “uomini e donne” ma senza neanche quel tono buffo/grottesco “da analfabeti mignotti”!No,questi proprio tristi tristi,con quella patina da salme in decomposizione.Robe da far rimpiangere i vecchi congressi DC, quando fra correnti si menavano di santa ragione.
    Tragico è che questi hanno in ostaggio il Paese e all’orizzonte non intravedo “bagliori di libertà”. Altro che Francia, nel vulcano in Islanda voglio andare.Arrgghh!!!
    Scusate la nota di pessimismo,ma la settimana è stata pesante e ci aspetta un 25 aprile bersagliato da interferenze di ogni genere(genere fascio per lo più).
    P.S. Domani vado a iscrivere tutta la famiglia all’Anpi, compresa la diciottenne fresca di compleanno. Invito tutti a farlo che poi voglio vedere se ci spengono “Bella ciao”!!!
    BUON 25 APRILE A TUTTI!!!

    da antonella   - venerdì, 23 aprile 2010 alle 14:58

  11. ab ha perfettamente ragione, si dimetica però che le stesse baruffe, la stessa inconsistenza, le stesse trame da cortigiani si replicano esattamente anche nell’opposizione.
    Come dire …. non abbiamo speranza ?

    da woland   - sabato, 24 aprile 2010 alle 11:09

  12. per chi se lo fosse perso: spezzone di Ballarò con Roberto Castelli, Michele Boldrin, Renato Soru…

    http://www.youtube.com/watch?v=12fkQAj7eyg&feature=player_embedded

    P.S.: complimenti per il titolo 😀

    da Logico   - sabato, 24 aprile 2010 alle 12:44

  13. Caro Woland,
    vorrei aggiungere che anche in questo blog non risparmio mai di criticare l’opposizione fantoccia di Massimino, il deus ex machina che opera sempre backstage, l’alter ego del nano, lo skipper che non è mai responsabile di nulla ma che, in realtà, è reo alla enne (forse, ancor più del berluska! perché tradisce continuamente il suo elettorato votante in funzione anti-berlusconiana) dell’attuale sfacelo costituzionale.
    Fra l’altro, ho avuto il piacere di dirglielo in faccia quello che penso di lui, quindi non mi nascondo di certo dietro una tastiera: il mio “J’accuse!” è documentato su utub e, nel caso ti interessasse, posso rinnovare l’indirizzo preciso.
    Ti dirò di più: la mia posizione non è affatto originale, come ben saprai; ne è una dimostrazione la resistenza fattiva/costruttiva svolta coerentemente nei decenni da coloro come Robecchi e suoi colleghi de Il Manifesto e altre rare menti aperte.
    Ciò non significa affatto che mi diletti di fare macerie indistintamente della classe dirigente di dx, centro, sin etc.; solo che la mia educazione mi permette di prescindere dal ragionare secondo i principi di appartenenza cieca a questo o quel partito così come da approcci agiografici nei confronti di chicchessia, atteggiamenti mentali che generano sempre miti mostruosi e altamente nocivi per il singolo e per il bene comune.
    Quanto alla “speranza”, beh… il fatto di liberarcene è già un passo avanti per così dire; fare difatti perno sulle nostre risorse di cittadini consapevoli e informati (senza demandare al caso o a qualche dio oscuro la nostra sorte) è di sicuro un dato utile per costruire basi solide di convivenza democratica.
    W la Costituzione! W la Resistenza contro ogni forma di fascismo! W il 25 Aprile!

    da ab   - sabato, 24 aprile 2010 alle 13:00

  14. Berlusconi “le correnti sono come le metastasi”
    da qualche tempo gli è venuta la fissa di mettere un riferimento al cancro in ogni frase…

    da francesco massaccesi   - sabato, 24 aprile 2010 alle 20:25

  15. Buon 25 aprile a tutti. Rubrica: Fagotto e controfagotto Dal settimanale “La voce” “quadrante ovest” 22 APRILE 2007 25 APRILE – IL VECCHIO E IL TRENO No, proprio non c’era verso, lui preferiva il treno. Lui era venuto a Roma per un raduno di partigiani. Voleva festeggiare il 25 aprile insieme a dei vecchi amici. Si erano riuniti in un albergo romano come ladri , furbetti della montagna, clandestini, carbonari e impenitenti evasori fiscali. Sorrise al pensiero che alcuni di loro erano medaglie d’oro viventi. Ora, dopo avere incontrato quelli che erano rimasti di un folto gruppo di vecchi amareggiati e offesi, se ne ritornava a casa stanco e indignato. Alcuni suoi amici se ne erano andati entro l’anno. Quello che non avevano fatto le SS l’aveva fatto il tempo. Alla spicciolata toglievano il disturbo nel silenzio generale. Il vecchio si era addormentato. Il movimento del treno e quei pensieri lo avevano fatto scivolare tra le braccia di Morfeo. Negli ultimi tempi gli capitava spesso. Si sentì battere su un ginocchio. Aprì gli occhi e vide un ragazzo. Calcolò che poteva avere circa sedici anni. “Mi scusi, sa”, fece il ragazzo, “ma lei non è quel giornalista scrittore ex partigiano?”. L’espressione e il tono della voce del ragazzo non erano aggressivi, giudicò. Era una espressione intelligente. Uno studente curioso. Decise di rispondere. “Si, sono io, Giorgio Boccia”. Storpiò volutamente il cognome perché non gli andava che altri bussassero alle sue ginocchia. Magari qualche revisionista storico dell’ultima ora. “Si, si, proprio quello. Mi fa piacere sa.” disse il ragazzo. E continuò “Posso farle qualche domanda? Ultimamente ho fatto un tema sulla Resistenza. Spero di averlo fatto bene.”, breve pausa, “Ho scritto che fu una lotta di popolo contro il fascismo e il nazismo.”, altra pausa, “Perché alcuni dicono ora che si trattò solo di guerra civile?”. Il vecchio gli regalò un sorriso, fece un lungo respiro, si accomodò meglio, si passò una mano sugli occhi e si avvicinò al ragazzo che gli stava sul sedile di fronte. “ Vedi, caro ragazzo, sono passati sessanta anni e ora rappresentiamo un imbarazzo.”, prese tempo, “La pusillanimità della nuova classe dirigente non sopporta più il fatto di dovere omaggiare il coraggio di quella gioventù che ha sacrificato la propria vita per il bene del Paese. Quel coraggio li spaventa e non vogliono più confrontarlo con la loro pochezza morale. Qualche intellettuale, si fa per dire, gli regge il gioco e la butta in gazzarra. Lui, l’intellettuale, con la scusa della verità storica, non parla del periodo della liberazione, parla del dopo, degli eccessi avvenuti dopo e, così facendo, tenta di squalificare il prima.” Come se avesse fatto una grossa fatica il vecchio si ritrasse, riappoggiò la testa e chiuse gli occhi. Il ragazzo aspettò un po’ e poi gli chiese “Che differenza c’è tra guerra civile e resistenza?”. Lui aprì gli occhi e rispose “Bella domanda. Molti non se la pongono. Guerra civile è quando si scornano cittadini della stessa nazione. La nostra fu guerra di resistenza. Da una parte noi, dall’altra i tedeschi occupanti, più altri italiani al loro “servile” servizio. Oggi nessuno si chiede più chi aveva fatto entrare in Italia quei nazisti che si comportavano da occupanti feroci, che massacravano e compivano stragi inimmaginabili. Noi a loro ci volevamo opporre. A loro però si sono aggiunti anche gli italiani duri, puri, ma ai loro ordini. Le violenze fatte da entrambi durante quel periodo causarono quelle deprecabili violenze e vendette dopo. Non sono scusabili ma succede ogni volta che la stupidità e l’inutilità della guerra dividono gli uomini. E’ successo in Spagna ed è successo anche da noi. La guerra alimenta solo odio”. Il ragazzo annuì e rispose “Certo non fu una bella pagina di storia il dopoguerra”, e il vecchio, “Si, certo, non la fu. Ma oggi perché si parla solo di quel periodo e non si parla più di quello durante la liberazione fino alla cacciata dei nazisti dal nostro Paese? Chi si ricorda più di quelle quattro giornate di Napoli, di Roma? E poi, se avessero vinto loro? Nessuno se lo domanda più. Vogliono creare generazioni future senza riferimenti, senza valori, senza passato. Vogliono generazioni pronte per diventare target per messaggi virtuali, effimeri, vuoti, di consumo, telefonini e birra, mito dell’arricchimento facile mentre vivete una vita da precari , senza alcuna voglia di reagire, d’incazzarvi”, e il ragazzo, “E’ proprio pessimista. Non ci sono speranze in vista?”. Il vecchio giornalista sorrise. Il ragazzo era sveglio. Aveva la stoffa del giornalista. Faceva domande secche che provocavano necessariamente una risposta. Rispose. “ Caro ragazzo, il fascismo è sempre dietro la porta. Quando c’è un vuoto di valori, di etica e morale, di regole poco rispettate e illegalità diffusa come in questi ultimi venti anni, lui sta lì, pronto. Tanti anni fa fu l’analfabetismo a favorirlo. Forse non lo sai ma nel 1920 gli analfabeti in Italia raggiungevano il 70% della popolazione. Gioco facile, non credi?” Il ragazzo fece una espressione sorpresa. Poi gli sorrise e gli chiese “Sono sicuro che lei mi toglierà una curiosità che neanche il vocabolario è riuscito a soddisfare. Mi può dare una spiegazione chiara sul significato di demagogia?”. Il vecchio gli sorrise di cuore, si prese il suo tempo, si passò una mano sui pochi capelli bianchi e si avvicinò al ragazzo come aveva fatto prima. “Ti risponderò con le parole di un filosofo. Le conosco a memoria. Il nome te lo dirò dopo. Ascolta: “Esiste forse sotto il cielo uno spettacolo più avvilente di un demagogo che arringa davanti alle masse? Perché sappiamo , nell’udire questo vile ruffiano prostituirsi alle moltitudini, che il suo discorso nasce da un vero convincimento della sua anima. Ma è prodotto con astuzia per adulare i cittadini. Nel loro sostegno egli cerca il proprio vantaggio e dirà qualunque cosa, per quanto infame e malvagia, pur di aumentare il suo prestigio ai loro occhi. In altre parole, il demagogo è il peggiore degli schiavi e ruffiani”. Si era stancato. Gli costò una bella fatica doversi ricordare parola per parola. Lo fece volentieri e chiamò in aiuto tutta l’energia che circolava dentro di lui. Il viso del ragazzo fu attraversato lentamente da un sorriso, prima lieve, poi pieno, di luce giovanile. Prima si dette una botta sulla fronte poi gli poggiò delicatamente la mano sul ginocchio, ed esordì “Ma lei sta parlando di…….” Il vecchio lo bloccò subito “ Fermo lì, non dire altro. Ti dico chi è il filosofo. Quelle parole le pronunciò Socrate 2500 anni fa. Come vedi nulla è cambiato. La demagogia è una droga antica di cui questi , ora, ne fanno largo uso. Si fanno la doccia con la demagogia. Per te conviene non soffermarti sull’essere umano, sull’uomo, è meglio la donna, anzi, una ragazza.” Risero in un modo spassionato, sincero, come vecchi amici. Poi il vecchio appoggiò la testa e piano, piano si addormentò. Il viaggio era ancora lungo. Il ragazzo lo guardò un attimo e scosse la testa sorridendo.

    da Edoardo   - domenica, 25 aprile 2010 alle 08:17

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