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Voi siete qui – Questione d’interpretazione

Prima di applicare il settimo comandamento, leggete bene il decreto interpretativo. Serve un decreto interpretativo per gli appalti in Abruzzo, per le belle scopate di palazzo Grazioli, per lo schiavismo a Rosarno, per i senatori del PdL eletti dalla ‘ndrangheta. Per il coro di Ratisbona e per i gay a tassametro del Vaticano. Per Maroni che dice “è stata data una interpretazione autentica della legge”, urge un decreto interpretativo che lo faccia sembrare una persona seria. Il decreto interpretativo che rende regolari i fuorigioco del Milan dovrà essere rapidissimo, mica si può restare allo stadio al freddo due giorni ad aspettare il Tar. Con un buon decreto interpretativo la bella Noemi avrebbe avuto 18 anni già a sedici e mezzo. Formalmente ineccepibile il decreto interpretativo con cui Minzolini ha trasformato un colpevole prescritto in un innocente. Un decreto interpretativo potrebbe far sembrare un golpe una specie di trionfo della democrazia, o trasformare la corruzione in soluzione all’emergenza. Il disprezzo della legge, l’arroganza del più forte, la dittatura soft, la censura e i non allineati ridotti al silenzio, non c’è nulla che non possa risolversi con un decreto interpretativo. Probabile che il ministro della difesa di una democrazia occidentale, che comanda parà e carri armati, che si dice “disposto a tutto” non venga allontanato con vergogna soltanto grazie a un decreto interpretativo. Le nostre speranze, i nostri diritti, la nostra libertà, le nostre regole, le norme, i doveri, sono da oggi variabili, modificabili con decreto interpretativo, le nostre vite stesse sono interpretabili a seconda delle necessità del regime, il nostro futuro e la nostra dignità sono interpretabili a piacere e non servono nemmeno la forestale, i servizi segreti, l’aviazione, le camicie verdi, le ronde, il poliziotti del G8 di Genova. Una grande festa del decreto interpretativo si terrà ogni anno, basta una telefonata di Denis Verdini. Buffet a cura del genero di Gianni Letta. Napolitano firma. Avete mica un passaporto francese da prestarmi?

31 commenti »

31 Commenti a “Voi siete qui – Questione d’interpretazione”

  1. E chi se lo aspettava. Viviamo in un purissimo romanzo di P.K.Dick : la realtà capovolta, i replicanti, le corporazioni onnipotenti, l’ isolamento dei diversi, le censure, le finzioni. Ottima trasposiziome. Però di solito finisce male.

    da luca   - domenica, 7 marzo 2010 alle 12:06

  2. Più che un passaporto francese vorrei portare i francesi in Italia… da loro a quest’ora probabilmente ci sarebbe la folla con i forconi fuori dai palazzi governativi… da noi tutto passa come se niente fosse… mi viene solamente una grande tristezza.
    Questi buffoni non sono capaci di rispettare delle semplici regole per la presntazione di liste elettorali e pretendono di governarci…

    da Federico Baldi   - domenica, 7 marzo 2010 alle 12:09

  3. A forza di insistere ce l’hanno fatta a stravolgere e ad annodare con cappi multipli il linguaggio quotidiano, vai. A furia di insistere con le “intepretazioni” non c’è più differenza fra ciò che è vero e ciò che è falso, fra le opinioni e i fatti, fra il reale e il virtuale. In tal modo, tutto si livella omogeneo, tutto si equipara in una brodaglia che ha puzza di morte. La giustizia è morta, miei cari, e ci sono filiere di responsabilità gravissime per questo stato di cose, che vanno indietro negli anni.
    Io, assieme a molti, interpreto l’ennesima svelta firma di Napolitano come un gesto di alto tradimento alla nostra Repubblica parlamentare fondata sulla Costituzione.
    E ugualmente traditori dello Stato sono coloro che lo sostengono.
    W Sandro Pertini!

    da angela   - domenica, 7 marzo 2010 alle 12:14

  4. Vero: “questione di interpretazione” o legge del più forte…
    a pensarci bene è sempre stato così da che mondo è mondo!

    Unica differenza forse che ora grazie alla rete alcuni si informano e si indignano di più… ma alla fine non cambierà nulla.

    da Mik   - domenica, 7 marzo 2010 alle 12:52

  5. Cambierà se le persone di buona volontà la smetteranno di accontentarsi del menù unico governo/diversamente concordi.

    Ascoltare per tutta evidenza l’intervento di Donadi IDV a Radio Popolare due giorni fa: “il PDL chieda scusa (scusa?!) e siamo disposti a trovare una soluzione condivisa”.
    Ottimo lavoro.
    Adesso chiamano in Piazza a protestare, ovviamente.
    Come scriveva Battiato tanti fa:
    “vedrai che cambierà”… e alla fine: “la primavera intanto, tarda ad arrivare”….
    Il sistema può essere cambiato con un tratto di matita nel Lazio, basta volerlo adesso.

    quanto segue, fa il paio con “l’editoriale scomparso” di Galli della Loggia, nel suo piccolo/grave:

    inoltrato al forum Corriere della sera, speciale elezioni
    http://forum.corriere.it/invia/fc/inviato.php?fid=1407&id=1496676

    Egregi signori,

    sullo speciale elezioni accanto a Bonino e Polverini avete inserito un candidato la cui lista non è stata ammessa, mentre omettete di informare, ed è molto grave, su chi è stato ammesso per primo alle elezioni, per garantire a tutti i cittadini un diritto costituzionale:
    www. retedeicittadini.it
    è questo il giornalismo autorevole e super partes che vantate?
    In attesa di rettifica e di una assunzione di responsabilità da parte del maggior quotidiano nazionale.
    Cordiali saluti, Roberto

    da Roberto   - domenica, 7 marzo 2010 alle 14:18

  6. Bando al pessimismo. Citiamo Luigi Tenco anche nella politica e tiriamoci su:

    “…vedrai, vedrai
    vedrai che cambierà
    forse non sarà domani
    ma un bel giorno cambierà
    vedrai, vedrai
    non son finito sai
    non so dirti come e quando
    ma vedrai che cambierà…”

    Sta nella logica delle cose… Noi però diamoci una mossa per anticipare l’avvento della giustizia sociale secondo Costituzione. Prima di tutto pretendiamo dai servizi che paghiamo una corretta informazione e la restituzione della scelta dei nostri parlamentari alle elezioni. Non dovremmo solo andare in internet per vedere, per esempio, come molti italiani abbiano duramente protestato contro il decreto “interpretativo” frutto dell’arrogante prepotenza dell’attuale governo. Prepotenza peggiore addirittura di quella fascista. Nemmeno Mussolini avrebbe osato tanto… Il resto verrà da solo.

    da Vittorio Grondona   - domenica, 7 marzo 2010 alle 14:30

  7. Napolitano è il più indecente di tutti, non fa la minima resistenza,non ci prova nemmeno. Del resto è sempre stato un anticomunista, in fondo in fondo un uomo di destra. Più del genero di Gianni Letta.

    da Pietro   - domenica, 7 marzo 2010 alle 18:53

  8. Petizione al Presidente del Consiglio (si prega sottoscrivere)

    “Mi sono dimenticato di pagare la bolletta del gas. La prego di emanare un “decreto interpretativo” che mi esenti dal pagare la sopratassa”

    Cordiali accidenti.

    da gianguido mussomeli   - domenica, 7 marzo 2010 alle 19:15

  9. egregio,
    se avessi un passaporto francese l’avrei già usato.
    rimango qui a farmi umiliare ogni giorno perchè costretto.

    da giovanni   - domenica, 7 marzo 2010 alle 19:26

  10. PS RISULTA????
    Sabato 06 Marzo 2010 19:37
    ROMA – Il clima si fa sempre più rovente in seguito all’approvazione del cosiddetto decreto “salva liste Pdl”. Non si placano, infatti, le polemiche che si sono innescate dopo la firma del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Tuttavia in questa vicenda spunta un altro fatto inquietante che è stato riportato dal quotidiano il Messaggero e che se trovasse dei riscontri tangibili saremo di fronte a un atto di inaudita gravità e violenza nei confronti del Garante della Costituzione.
    Secondo quanto pubblicato stamane dal giornale romano Il Messaggero, il presidente del Consiglio, durante l’incontro avvenuto al Quirinale, avrebbe minacciato il Capo dello Stato Giorgio Napolitano: “Ti scateno la piazza contro” e poi “la tua firma non è indispensabile, vado avanti da solo”. Lo stesso Napolitano ha parlato di un “clima teso” nel primo incontro con Silvio Berlusconi avvenuto giovedì. E poi sempre il Capo dello Stato : “La vicenda è stata molto spinosa, fonte di gravi contrasti e divisioni, e ha messo in evidenza l’acuirsi non solo di tensioni politiche, ma di serie tensioni istituzionali.” Solo il quotidiano della capitale ha rivelato questo presunto retroscena relativo ai colloqui tra Berlusconi e l’inquilino del Quirinale. Al momento il Messaggero non ha dato notizie di alcuna smentita.

    da Mik   - domenica, 7 marzo 2010 alle 20:02

  11. Come scrive da anni Massimo Fini.

    “I partiti sono delle minoranze organizzate, delle oligarchie, delle aristocrazie mascherate (senza però avere nemmeno gli obblighi delle aristocrazie storiche) che schiacciano il singolo, l’uomo libero che non accetta di sottoporsi ad umilianti assoggettamenti, peggio che feudali, e che sarebbe il cittadino ideale di una democrazia, se esistesse davvero, e ne diventa invece la vittima designata. E noi subiamo, continuiamo a subire, senza avere la forza e la dignità di reagire. Anzi facciamo di peggio: continuiamo a seguire l’attività di queste organizzazioni para-mafiose come se fossero rispettabili e a interessarci delle loro miserabili beghe interne e esterne. Sudditi, nient’altro che sudditi”.

    Si può apprezzare o meno il pensiero di Fini, ma credo sia difficile non essere d’accordo su questo specifico punto.

    da RickHelmut   - domenica, 7 marzo 2010 alle 21:40

  12. Ahh…Douce France
    cher pays de mon exil….ma non si può, ahimè!

    da antonella   - domenica, 7 marzo 2010 alle 22:32

  13. Art. 1 della nuova Costituzione:
    “L’Italia è una Repubblica Interpretativa fondata sul disprezzo delle istituzioni”.
    Un abbraccio interpretativo a tutti.
    mau

    da mau   - lunedì, 8 marzo 2010 alle 01:09

  14. Ma quale passaporto francese?! Perché non americano? Lì si che il merito è ripagato dai bei soldoni e si la libertà è intoccabile (anche di morire crivellato da un pazzo in una scuola). A noi fa schifo l’Italia berlusconiana di oggi, ma non si deve pensare di scappare. La lotta è qui, la lotta è ora, ognuno nel suo piccolo, coi propri mezzi difendere certi valori (parolaccia per noi di sinistra) che però sono messi in discussione da una combricola di delinquenti che non son neppure consapevoli dei danni che fanno, perché per loro tutto è lecito. Il loro limite è solo il fondo del barile che stiamo ogni giorno di più raschiando. Riunirci nelle piazze è un ottimo strumento, con atti dimostrativi pacifici, se quasi cinematografici ancor meglio in questo mondo mediatico. Ma la nostra battaglia deve iniziare da più lontano: discutere con tutti, col vicino di casa, col parente leghista, col barbiere psicologo, con la prozia adoratrice di Emilio Fede, senza volerli convincere di nulla. Riscopriamo la maieutica, ognuno poi si accorgerà delle proprie contraddizioni, anche noi delle nostre. E smettiamola di attaccare il pd, l’idv, sel, prc (pissi pc pli pri piripipii… come direbbe Rino): solo uniti si vince, se no buon voyage…

    da Niccolò   - lunedì, 8 marzo 2010 alle 02:14

  15. Ma Robecchi il passaporto francese per andare a vivere, con il “patrimonio!” che mi ritrovo, nelle banlieau di disperati? Ma in quale paese del mondo c’è uguaglianza reale e non comandano i più ricchi, paesi o individui, privati o burocrati che siano? D’accordo, in Italia c’è senz’altro più corruzione (almeno quella evidente) e schifezza morale, ma vengo continuamente a sapere di miserie, soprusi e ingiustizie
    perpetrate in ogni parte del mondo.
    Il che significa che è opportuno stare anche qui a lavorare per il cambiamento

    da adele5   - lunedì, 8 marzo 2010 alle 13:58

  16. Visto Scalfari su Repubblica TV, che, da suo solito, difende tutti i presidenti della repubblica in quanto semplici notai.
    Ma alla domanda che si è fatto da solo: “Che cosa poteva fare se non firmare?”, la risposta poteva essere un’altra: “Poteva dimettersi”.
    L’avrebbe già dovuto e potuto fare altre volte (come pure Ciampi) e lo ha ripetuto ancora Travaglio, ma se stavolta la soluzione non c’era, se firmando si sarebbe comunque scatenato l’ennesimo caos che ora vedremo con possibili annullamenti della legge in seguito a ricorsi già presentati, proteste a non finire, eccetera, allora un messaggio forte e motivato di fronte allo schifo dell’ennesima legge vergogna poteva essere: “io non la firmo, lo farà qualcun altro, ma non mi sento di infangarmi e infangare così l’istituzione che rappresento”.
    Messaggio ai cittadini pubblicato dai giornali, ripreso dai Telegiornali e finalmente un qualche sussulto da parte dell’uomo qualunque.

    da Rattazzi   - lunedì, 8 marzo 2010 alle 14:22

  17. In una lenta scalata Berlusconi & CO si sono impossessati del potere mettendo dentro tutti i frutti della massoneria e della mafia e rivoltando ad arte tutte le situazioni che potevano apparire più svantaggiose e facendole apparire come (da buon Mago di OZ) leggi per favorire il popolo e la democrazia. Tanto per ricordarci l’ultima in merito alla Polverini, non ci dimentichiamo che rappresentava un sindacato (UGL) che partecipava alla contrattazione nazionale pur non avendo la rappresentatività (numero di iscritti e 5% da elezioni RSU) e il governo tramite ARAN (agenzia per la contrattazione) lo sapeva ma pur di avere una firma in più sulle porcate a danno dei lavoratori gli ha fatto firmare di tutto. Il premio per una ceca obbedienza nonche ammirazione smisurata per il nano brunetta come più volte affermata pubblicamente anche in trasmissioni, ha permesso alla Polverini di candidarsi alle elezioni. Penso che con il decreto interpretativo hanno voluto dimostrare che questi loschi figuri siano capaci di qualsiasi cosa e noi dobbiamo capire che non possiamo fidarci di figure istituzionali che già da tempo ci hanno dimostrato la loro incapacità e spesso la loro connivenza. Rimbocchiamoci le maniche e continuiamo a lottare

    da Renato Sciortino   - lunedì, 8 marzo 2010 alle 14:56

  18. Di norma condivido le posizioni prese su questo blog, ma questa volta non riesco bene a capire.

    Il decreto e’ indecente e siamo tutti d’accordo.
    Formigoni impresentabile, non fosse altro per il numero dei mandati, e siamo ancora tutti d’accordo.

    Ma veramente pensate che sarebbe stato possibile o giusto escludere il PDL dalle elezioni in Lombardia? Lo chiedo senza polemica, solo per capire. E puntualizzo ancora, nel caso ve ne sia bisogno: non cerco di difendere l’indifendibile governo italiano, o la classe politca in generale. Piuttosto credo che anche il mio vicino di casa di cui non condivido in toto le idee debba avere la possibilita’ di esprimere il proprio voto.
    Se fosse successo il contrario sarebbe quello che vorrei pensasse lui, il mio destrorso vicino di casa.
    E’ strano?

    Carlo

    da Carlo   - lunedì, 8 marzo 2010 alle 15:04

  19. La parola chiave per recuperare forze in funzione di un’unità è la più generale delle parole in questione: “Responsabilità”, intesa nel suo significato personale e civile.
    Solo ridiscutendo questi significati nel contesto attuale (o tragicomico) ed esclusivamente in modo razionale, possiamo pensare positivo. Altrimenti, meglio emigrare in quei Paesi dove almeno quest’abc è scontato fra i suoi cittadini e dove, più in generale, alla rimozione storica si preferisce la sua elaborazione.
    a.

    da angela   - lunedì, 8 marzo 2010 alle 15:37

  20. Non difendo Napolitano…a mio parere è uno dei peggiori presidenti che io ricordi! Però, domandiamocelo…se si fosse dimesso cosa sarebbe accaduto? Lui non è il meglio e su questo……ma con un governo del genere e con tale maggioranza, chi sarebbe potuto essere l’ eventuale successore? Siamo mesi male, anzi pessimamente…ed in mano ad un branco di incapaci e non salvo nessuno. Tutti contestano i vari movimenti che in buona o male fade tentano di nascere…ma in definitiva che altre armi abbiamo in mano se non farci sentire a voce alta per sputtanare questi inetti che dello Stato e delle sue regole se ne fregano altamente…tutti?Un notaio, se così si vuol definire napolitano, dovrebbe difendere il bene comune, quello che non si può cambiare secondo i desiderata di ogni governo,ma che deve rimanere la BASE, la roccia su cui poggia un paese democratico.

    da mietta   - lunedì, 8 marzo 2010 alle 15:43

  21. Sarò sincero: nemmeno io penso – principio di realtà! – che fosse possibile votare senza PdL. Però il modo è vergognoso, nemmeno in Birmania si cambiano i regolamenti elettorali durante la campagna elettorale. L’ideale sarebbe stato un appello in Parlamento, con il leader PdL che chiedeva scusa, ammetteva le colpe e i trucchetti e chiedeva di votare una leggina-tampone. Ma non si può chiedere correttezza a chi da oltre vent’anni dimostra di non averne nemmeno una briciola. Quando Berlusconi ha sgridato i suoi, non l’ha fatto per gli errori commessi, ma per non aver avuto la prontezza di riflessi di accusare subito le opposizioni, e questo la dice lunga, insieme alle minacce al capo dello stato riportate dal Messaggero (vedi commento 10) e non smentite. Anche per quel che riguarda Napolitano la questione è difficile: le dimissioni? Per trovarci Schifani presidente e bloccare di nuovo il paese un anno? Certo, io capisco che abbia dovuto firmare, ma anche che avrebbe potuto aspettare almeno i risultati del Tar, insomma, chiedere anche lui che venisse ammesso l’errore. Insomma, io credo che Napolitano vada difeso, ma è una difesa tattica, non ideale. A chi dice che è il guardiano della costituzionalità rispondo che aveva fiormato pure il lodo Alfano… Ultimo: il passaporto francese. Era una battuta, naturalmente, ma se ve ne avanza uno io lo prendo lo stesso… a.r.

    da a.r.   - lunedì, 8 marzo 2010 alle 15:59

  22. @ Carlo:
    il tuo ragionamento è lo stesso fatto da tutti, partendo da Di Pietro e Bersani (vogliamo vincere con le elezioni, non a tavolino) per finire a Napolitano (non si può escludere dal voto il partito di governo). Si dovrebbe ribattere: e i precedenti? In molte elezioni ci sono state liste escluse, a volta liste importanti, però a nessuno è mai venuto in mente di chiedere deroghe: non ce l’ho fatta, colpa mia, oppure sfiga, votiamo tutti un’altro, chessò l’alternativa più favorevole.
    Spiegare ai cittadini che come a loro non è concesso andare oltre i termini in una gara d’appalto, pagamenti, eccetera, sarebbe semplicissimo: sono cose che tutti sappiamo essere inderogabili e l’eccezione per qualcuno sarebbe un favoritismo inaccettabile. E quindi ci si dovrebbe incazzare solo con se stessi.
    Ma siccome c’è la “scaga” della “potenza mediatica” e dell’assoluta spregiudicatezza di questi farabutti, ci si cala le braghe e si concede l’ennesimo “male minore”.
    Il prossimo “male minore” sarà scegliere se bersi l’olio di ricino o prendersi tot minuti di randellate.
    Auguri

    da Rattazzi   - lunedì, 8 marzo 2010 alle 16:09

  23. Certo che Napolitano avrebbe potuto aspettare il resonso del Tar…e perchè non l’ha fatto? Non credo ci rappresenti…è un debole ed anche con le idee un po’ confuse…certo Schifani ahahah sarebbe peggio che andar di notte (ed è quello che ho scritto più su!)!
    p.s.un’altra cosa che non mi piace di Napisan è che è rifiuta il colloquio con i cittadini, specialemnte con quelli che non condividono le sue decisioni…è democratico anche questo?

    da mietta   - lunedì, 8 marzo 2010 alle 16:13

  24. Si’ il modo e’ vergognoso.

    Al riguardo l’intervista rilasciata al Giornale da Formigoni, oltre ad essere sintomatica, sfonda il limite del ridicolo.
    Cito: Loro, queste opposizioni che hanno vomitato insulti contro di noi! Loro sì sono stati scorretti, mentre noi limpidi come acqua di fonte.

    Che risate. E che pena.

    Carlo

    da Carlo   - lunedì, 8 marzo 2010 alle 16:15

  25. Stamattina ho visto un furgone con una grande pubblicità del Bossi: “Padroni a casa vostra!”.
    Penso che sia nel senso che viene un padrone a dirmi cosa devo fare a casa mia.

    Con tutte le enormità che sono venute e che vengono a galla, qui li votano ancora compatti, vedrete che a Como e Varese arriveranno al 75%. E noi fessi a dar le dimissioni: è quello che vogliono, uno che dà le dimissioni significa via libera a tutto, tanto ti votano…

    da giuliano   - lunedì, 8 marzo 2010 alle 16:41

  26. Forse andrebbe spiegato che sono i cittadini (anche quelli numerosissimi del pdl) che debbono sottostare alla legge e non vicersa.

    Non riesco a capire in base a quale principio una maggioranza dovrebbe avere più diritti e più garanzie di una minoranza. In altre parole, se avessero fatto fuori una lista marginale avreste lo stesso considerato inaccettabile che quattro gatti rimanevano senza possibilità di votarla?

    da luca   - lunedì, 8 marzo 2010 alle 18:07

  27. Per proncipio sono d’accordo che tutti i cittadini abbiano in scheda elettorale il simbolo del partito che li rappresenta.
    Ora esco dalla ragione e, in relazione ai fatti in questione, esprimo il mio personale parere.
    1) Aspettare l’esito del tar;
    2) Esito del tribunale amministrativo positivo: tutto risolto; esito negativo: accordi con tutte le opposizioni, anche per decidere un possibile spostamento della data delle elezioni.
    3) Accordo fra le parti positivo: tutto risolto; accordo negativo: si va alle elezioni senza le liste non presentate nei tempi e nei modi prescritti dalla legge.
    Sono gli elettori, e in questo caso quelli del PDL, che se la devono prendere con i loro nominati rappresentanti. Proprio quelli del governo del fare… Quelli che hanno fatto le cose talmente bene per i loro “simpatizzanti” che si sono dimenticati con estrema leggerezza di farli votare. In questi casi il buon senso sconsiglierebbe chiunque di votare per chi lo considera meno di niente.
    4) Il decreto cd interpretativo, che in questo caso è invece sostanzialmente innovativo, di una legge elettorale in fase di attuazione non doveva nemmeno passare per l’anticamera di un cervello democratico.
    5) Il Capo dello Stato ha firmato… Sicuramente avrà avuto le sue brave ragioni…
    Unica cosa che potrebbe giustificare ai miei occhi quella firma è la consapevolezza della furia prepotente del Cavaliere che quando si tratta dei suoi interessi non guarda in faccia a nessuno… La firma sarebbe stata solo rimandata e di conseguenza si sarebbe rischiato un devastante conflitto fra le istituzioni del nostro Paese.

    da Vittorio Grondona   - lunedì, 8 marzo 2010 alle 18:58

  28. Concordo su tutto ciò che dice Grondona tranne sull’ultimo punto: “le brave ragioni del Capo dello Stato”. Se sono dovute alla paura del cavallerizzo ed è sicuramente così da come è stato ricostruito sul Messaggero e sul Mattino (qui a firma di Bruno Vespa !!!) allora questa paura non hanno consigliato per il meglio ma anzi hanno aperto definitivamente la strada a qualsiasi pretesa di impunità e ai soprusi più indecenti che gli/ci verranno imposti. Il fatto riportato anche da Vespa è che Berlusconi avrebbe minacciato Napolitano di scatenare la piazza infischiandosene di firme e forme precipitando la situazione nel caos. Napolitano stesso nella sua lettera di spiegazioni sul Web ne ha fatto cenno (delle tensioni)…
    In nessun caso comunque cedere ai ricatti è da considerarsi “una buona ragione”, ma del resto sarebbe “umanamente” l’unica che potrei vedere in questa vicenda.

    da Rattazzi   - lunedì, 8 marzo 2010 alle 20:40

  29. @Rattazzi
    Beh… Tutto sommato concordiamo anche sull’ultimo punto. Il mio condizionale stava a significare che dal punto di vista della mia analisi avevo tentato di trovare una giustificazione plausibile alla firma del decreto, peraltro da me comunque non condivisa… Avrei anch’io preferito in questo caso uno scontro istituzionale… Il Paese ne avrebbe probabilmente sofferto, ma quando ci vuole, ci vuole! Il Cavaliere deve mettersi in testa che non è il capo supremo che può decidere a suo piacimento anche della nostra vita. Nel contempo mi rendo conto però che io posso ragionare liberamente in questo modo solo grazie al fatto che non ho le responsabilità sociali che invece ha Giorgio Napolitano come Capo dello Stato.
    Mi dispiace di non essere stato sufficientemente chiaro nell’esposizione del mio pensiero.

    da Vittorio Grondona   - lunedì, 8 marzo 2010 alle 23:12

  30. Giusto un paio di precisazioni.
    Non ho mai pensato che i diritti e le garanzie della maggioranza debbano essere diverse. E nemmeno intendo difendere il decreto – di cui possiamo solo ridere, come suggerisce il Robecchi.

    Carlo

    da Carlo   - martedì, 9 marzo 2010 alle 10:29

  31. Solo come chiarimento! Capisco quando si dice che l’intervento di Napolitano è quello di una figura istituzionale e che gli elettori di destra non potevano vedere la loro lista scomparire in Lombardia e nel Lazio, ma il problema sta nel modo in cui queste decisioni vengono prese. I cittadini vedono ormai che non ci sono più regole per i potenti e i politici. Vedono decreti interpretativi per risolvere in poche ore i problemi di pochi e aspettano invano da anni, pur avendo seguito tutte le regole e le leggi l’assegnazione di case popolari, una sanità che funzioni, sopravvivono con pensioni da fame finiscono in galera se per questi e altri problemi manifestano in piazza. Industriali che rubano miliardi e che con appalti costruiscono case che crollano, Cirio, Parmalat, gente licenziata per aver lavorato una vita. Non voglio fare comizi ma la gente è stanca di vedere che quando le regole non vengono rispettate dai potenti c’è sempre un sistema per una soluzione. Se la gente potesse vedere che “chi sbaglia paga” al di fuori del colore o dell’appartenenza forse ricomincerebbe ad avere un barlume di fiducia ma in questo modo giustifichiamo sempre in nome di una fantomatica democrazia qualsiasi tipo di soluzione. Penso anch’io che arrivare in questo caso ad uno scontro istituzionale non avrebbe fatto male a nessuno. Facciamole venire fuori tutte le contraddizioni e facciamo capire al Sig.”LACRISIéFINITA” che le regole esistono principalmente per lui.

    da Renato Sciortino   - martedì, 9 marzo 2010 alle 15:11

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